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venerdì 18 marzo 2011

Lago, l'opinione di T. De Cecco


PROGETTO EDIPOWER Un’ostinazione che stupisce

Le dichiarazioni del sindaco Augusto Picco stupiscono per l’ostinazione dimostrata nel voler appoggiare il progetto Edipower, azienda multinazionale estranea al territorio, definendo «insensata» la proposta di Legambiente di riaprire la procedura Via e non invece “insensate” le soluzioni proposte dalla perizia dell’ingegner Garzon. Definire poi «terrorismo mediatico» l’attività d’informazione attuata dai Comitati da due anni a oggi appare del tutto inappropriato, soprattutto di fronte all’inesistente informazione fornita dalle amministrazioni comunali riguardo alle ripercussioni ambientali del progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago. Sarebbe forse più opportuno che i sindaci, invece di (de)qualificare i componenti dei Comitati, incominciassero seriamente a occuparsi delle criticità di cui neppure la perizia dell’ingegner Garzon nega l’esistenza. Ricordiamo, inoltre, che i mezzi di comunicazione sono a disposizione dei cittadini svolgendo una funzione d’informazione e non sono solamente a servizio delle amministrazioni comunali per pubblicare note utili per un ritorno d’immagine delle municipalità. Oppure si preferirebbe che i periodici locali continuassero a occuparsi di folclore tralasciando le problematiche che coinvolgono la cittadinanza? Inoltre, se i Comitati hanno avuto l’intelligenza di approfondire, di «veder chiaro sino in fondo» nel progetto Edipower, i sindaci hanno avuto la necessità di avvalersi delle competenze dell’ingegner Garzon la cui perizia ora vorrebbe essere utilizzata per “sdoganare” il progetto. Implicitamente, la perizia del professionista trentino – che non può essere considerata super partes perché commissionata dai sindaci – vuol sollevare i primi cittadini da ogni responsabilità imputando l’agonia del lago all’esistenza della centrale e non al progetto di potenziamento. Nello stesso tempo emerge un’altra questione importante forse finora non ufficialmente e pubblicamente conosciuta: il lago è un malato terminale con gli anni contati a causa della cosiddetta “energia proveniente da fonti rinnovabili”. Qualcuno dovrebbe spiegarci come possa essere considerata la fonte lago rinnovabile se si riempirà entro un secolo a causa dei fanghi apportati, mentre allo stato naturale impiegherebbe 6 mila anni per scomparire. I sindaci sembrano convinti che l’unica soluzione possibile per salvaguardare il lago consista nel realizzare il potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago, chiedere compensazioni ricorrenti a Edipower (da verificare la disponibilità di quest’ultima) per impiegarle nel ripristino ambientale. Quindi la perizia dell’ingegner Garzon è utile alle parti interessate, non al lago né tantomeno ai comitati. Infatti, se l’interesse fosse salvaguardare il lago, ci si dovrebbe realmente e concretamente orientare alla ricerca di azioni mirate, incaricando professionisti super partes che affrontino il problema non soltanto dal punto di vista idraulico (come nel caso dell’incarico dato all’ingegner Garzon dai Comuni), bensì multidisciplinare. Quanto alla Via, dovrebbe essere Edipower a esprimere contrarietà alla revisione della procedura avendo un diretto interesse economico, ma i sindaci, essendo del luogo, dovrebbero caldeggiarla per poter escludere addebiti di responsabilità (anche soltanto morali). Sempre a proposito d’interessi, quali sono i soggetti e i beni da tutelare? Un’azienda privata multinazionale o i cittadini e il territorio? Le soluzioni sarebbero già state individuate, anche in passato, ma forse manca la volontà di attuarle e sfuggono i motivi per i quali non s’intende portare lo scarico della centrale all’esterno del lago. Tiziana De Cecco Trasaghis


(da: Messaggero Veneto, 17 marzo 2011)

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