150 dall’unità d’Italia : risposta a Ivano.
Mandi Ivano,
è difficile, in questi giorni strapieni di retorica nazional-risorgimentale, commentare i primi 150 anni dell’unità d’Italia.
E’ difficile perché porsi in atteggiamento critico significa automaticamente ritrovarsi addosso l’etichetta di “anti-italiano leghista”. Le polemiche politiche della Lega Nord stanno di fatto condizionando ogni possibilità di critica storica costruttiva. La stessa sinistra sta sbandierando il tricolore in funzione anti-lega e sta usando lo stesso linguaggio nazional-risorgimentale dell’allora Movimento Sociale italiano, anni 1950.
Chi si ricorda oggi di tutti quei importanti intellettuali italiani che nel 1800-1900, avrebbero voluto un’ unità italiana federale e non centralistica? In questi giorni nessuno li nomina o li ricorda. Tutti parlano solo di Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II, miti sacri del nazionalismo italiano.
“1861-2011”, 150 anni in cui il popolo italiano ha subito le guerre coloniali, due guerre mondiale e una dittatura. Con le guerre coloniali il Re “savoiardo” voleva ottenere “un impero” come tutte le altre grandi potenze mondiali europe. In tutte e due le guerre mondiali (prima del 1915 e seconda del 1940) è stato il Regno d’Italia a dichiarare guerra, ma la retorica nazionalista continua a parlare di “milioni di morti per difendere la Patria”. Difendere l’Italia “da chi” dal momento che l’Italia non era stata attaccata da alcun esercito nemico? La stessa dittatura di Mussolini poteva essere fermata dal Re, ma il Re non lo fece.
E per quanto riguarda il Friuli ( e quindi anche la Carnia), forse dovremmo ricordarci un po’ più spesso che alla fine della Prima guerra mondiale la nostra terra si ritrovò con l’economia completamente distrutta e come ricompensa e aiuto, i friulani furono autorizzati a fare la valigia ed emigrare. La seconda guerra mondiale lasciò un Friuli pieno di miseria e disperazione. E di nuovo dovemmo emigrare con la valigia di cartone legata con lo spago. Oggi ci sono più friulani all’estero, che in Friuli.
In conclusione, c’è la storia indagata senza pregiudizi dagli storici e ci sono i miti nazional-risorgimentali.
Il 17 marzo 2011, cosa abbiamo ricordato? I miti o la storia?
Poteva essere una buona occasione per ricordare con memoria storica critica i primi 150 anni dell’Unità d’Italia, ma non lo abbiamo fatto. Peccato. E’ stata un’occasione perduta.
Michi
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