"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

domenica 31 ottobre 2010

L'aga e il pan dai muarts

ATTENZIONE: vengono affrontate qui di seguito tematiche inusuali, che possono risultare ostiche o inaccettabili per qualcuno. Per non offendere  la sensibilità e le convinzioni di alcuno, si consiglia di proseguire con la lettura solo alle persone interessate. (A&D)

Fino alla metà degli anni '60, nessuno, da noi,  conosceva o parlava di Halloween. La mularìa, però, intagliava già la musata, scavando le zucche e illuminandone l'interno con una candela. Quello che dopo è diventato consumismo, era allora l'eco di riti assai antichi, precristiani.
"Le origini della festa sono antichissime e arrivano dall’Irlanda. Generalmente conosciuta come una tradizione americana, Halloween cade alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti che si celebra il primo novembre. Al tempo dei Celti si usava dividere l’anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Questo momento di passaggio, che indicava la fine dell’estate, veniva festeggiato dai Celti con il “Samhain”, che in gaelico significa fine dell’estate. Il capodanno celtico si trovava in un punto al di fuori della dimensione temporale, in questa fase i confini tra la terra dei vivi e quella dei morti si assottigliava. Un altro richiamo al tema della morte deriva dalla corrispondenza del “Samhain” con l’inizio dell’inverno. Nonostante lo stretto legame con la morte il capodanno celtico non assumeva una connotazione di terrore. I Celti, in segno di accoglienza, lasciavano cibo sulla tavola per i defunti che facevano visita alle case. I Celti temevano invece fate e elfi. Secondo la leggenda nella notte di “Samhain” questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini. Anche da questo trae origine la tradizione per i bambini che travestiti da streghe, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso «dolcetto o scherzetto?». Ancora oggi la notte di Halloween viene celebrata con travestimenti, pietanze tipiche, zucche intagliate, decorazioni arancio e nero, maschere. Una festa che nel giro di pochi anni ha valicato i confini del mondo anglosassone" (http://www.tamburrano.splinder.com/archive/2008-10 )
A quel mondo antico fanno riferimento tradizioni singolari, come quella della credenza delle anime in processione verso la sommità del San Simeone.
Ecco allora che l'offerta dell'aga e dal pan pai muarts, che anche da noi si faceva (e qualcuno fa ancora), se non più con i cjaldîrs lasciati sull'uscio, ponendo acqua e pane sul tavolo di casa nella  notte tra  l'1 e il 2 novembre, andrebbe - correttamente e filologicamente - anticipata alla notte tra il 31 ottobre ed il 1° novembre, richiamandola così al sentire dell'Europa precristiana (la chiesa ne ha mantenuto lo spirito, facendo però scivolare la data di un giorno, per associarla al ricordo dei defunti).

Un affettuoso ricordo del Bar Sport

ALESSO. Una fitta al cuore 

Da: Messaggero Veneto — 29 ottobre 2010  

Mi viene una fitta al cuore a pensare che il Bar Sport in Alesso, quello di Gino e Maria, chiuderà per sempre. Sono un vecchio cliente, fino dai tempi in cui mi recavo con mia madre a vedere la televisione nella vecchia osteria di “Toninuta”. Mi ricordo che mi piaceva molto assaporare l’odore del caffè macinato e il profumo dei quadrettoni di cioccolata con le nocciole, raccolti in vecchi contenitori di vetro. Avevo i pantaloni corti, quando la sera andavo a sentire il complesso locale dei “The Condors”, con la voce melodica del nostro barbiere. E quando ero ragazzino, dopo le partite di calcio, i dirigenti della nostra amata Sportiva ci portavano a mangiare due fette di salame e a bere un bicchiere di aranciata in quello che era diventato il “bar Sport” di Gino e Maria. Tanta allegria e quanti sfottò, quando si vedeva assieme le partite della Nazionale e non soltanto, ma sempre attorniati da una piacevole atmosfera familiare! E mi ricordo le tante volte che, dopo il lavoro, mi fermavo volentieri a bere un taiut di vin, ma soprattutto per trovare qualcuno con cui scambiare due parole. È sempre stato un ambiente pulito, grazioso e signorile. Per tanta gente del nostro paese era un punto di ritrovo, un posto dove si poteva parlare di tutto: lavoro, sport, politica, cultura, notizie riguardanti il nostro paese e dove si poteva chiedere anche se qualcuno dei nostri paesani era ammalato. È stato un ambiente unico nel suo genere. Mi mancheranno quei momenti, quando in un angolino leggevo con passione le notizie sportive sulla “rosa”. Questi momenti mi davano tanta serenità. E più di tutto mi mancherà il ritrovarsi tra amici il venerdì sera, con tanta allegria (e qualche volta scappava anche un canto). Con te, Gino, non si stava mai in silenzio, scusami, solamente quando trasmettevano le tappe del Giro. E con te, Maria, sono state tante le volte che abbiamo parlato assieme. Ti è sempre piaciuto conversare con il cliente e hai sempre avuto buon gusto. Ma soprattutto non posso dimenticare quell’odore di stufato o altre leccornie che usciva dalla tua cucina... Ritornavo a casa sempre con l’acquolina in bocca. Questa non deve essere una cartolina ingiallita dal tempo, non è il mio proposito. Avete davanti tanto tempo per fare tante cose. Il mio augurio è che possiate continuare a coltivare le vostre passioni: Maria le rose e Gino la bicicletta. Mandi, cun afiet.
Riccardo Stefanutti,  Alesso

venerdì 29 ottobre 2010

Lago, quis custodiet custodes?

"Quis custodiet ipsos custodes?" è una locuzione latina tratta dalla VI Satira di Giovenale, che letteralmente significa: «Chi sorveglierà i sorveglianti stessi?». Vien da pensare a questa massima, passando quotidianamente sul ponte del canale Sade, poco prima dell'ingresso di Trasaghis, constatando come il livello di uscita dell'acqua dal lago vari continuamente, nell'arco di poche ore.
Recentemente, R. Brunetti ricordava che " la variazione del livello settimanale del lago si attestava per consuetudine di esercizio tra quota 194,70 e quota 194,10. Un’oscillazione settimanale di 60 centimetri contro una previsione di oscillazione giornaliera che va da 1 metro a 2 metri e mezzo. Come si fa a sostenere che non cambierà niente? "  Ma, anche: c'è qualcuno che controlla, già da oggi, l'andamento delle oscillazioni?

ore nove di un giorno qualunque



ore undici di un giorno qualunque



Davvero è tutto normale?

giovedì 28 ottobre 2010

FB ... e dintorni

Sul sito  "Carnia.La" (http://carnia.la/2010/10/20/barazzutti-se-il-pd-e-come-il-pdl/#comments2) è in corso un interessante dibattito che può riguardare anche le tematiche valdelaghine.
Tutto è nato da una dichiarazione di Franceschino Barazzutti pubblicata il 20 ottobre (anche sul Messaggero Veneto): "Se il PD è come il PdL", nella quale, tra l'altro, affermava:

I sindaci PD di Cavazzo e di Trasaghis, dopo aver reso improvvidamente parere positivo sul progetto Edipower, hanno chiesto alla Regione, come da tempo lo avevano fatto i Comitati, uno studio indipendente di tale progetto con elaborazione di un modello di funzionamento in scala. Una mozione con la medesima richiesta alla giunta è stata depositata in Consiglio regionale. Ebbene, i consiglieri regionali PD hanno una buona occasione di votare tale mozione dimostrando così che la richiesta dei loro sindaci non è una furbata tattica per far dimenticare il loro improvvido assenso ad Edipower. Diversamente è solo squallido tatticismo dei sindaci e dei consiglieri.

Sulle posizioni di Barazzutti  si sono scatenati i commenti (42 alla data odierna): tra questi proponiamo quelli riguardanti le vicende del Lago.




Pescatore 1
21 ottobre 2010, 19:20
Con grande soddisfazione vedo che Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo è ancora attivo e quindi posso ancor nutrir speranza di aver risposta alla domanda che gli sto ponendo da un anno a questa parte.
“Franceschino tu che conosci il lago di Cavazzo meglio delle tue tasche, mi spieghi se è vero che una volta il lago di Cavazzo era molto più grande?! E mi spieghi come mai dove una volta pescavo, oggi non c’è più acqua?! Cosa c’è al posto dell’acqua?!
Franceschino ti prego, rispondimi. Questa è la TRENTADUESIMA volta che te lo chiedo.

Alberto Boiti
21 ottobre 2010, 19:50
Molti, molti anni fa, la memoria non mi soccorre ma sicuramente più di venti, ci fu un convegno, di cui poi furono pubblicati gli atti, con molti interventi qualificati che già evidenziavano il fenomeno dell’erosione delle rive e la modifica dell’estensione della parte a canneto.
Forse che il degrado del lago è cominciato nel 1958 con l’inaugurazione della centrale SADE?
Pescatore 1
21 ottobre 2010, 20:00
Da voci di corridoio sembrerebbe che qualche cosa sia capitato anche durante il periodo del terremoto del 1976 e chi meglio di Franceschino ci può dire qualche lume?! Dai Franceschino tu che conosci il lago di Cavazzo meglio delle tue tasche dammi risposta, ti supplico! (TRENTATREESIMA VOLTA CHE PONGO QUESTA DOMANDA).
Euristica
22 ottobre 2010, 00:09
@Pescatore1
Si narra che nel freddo inverno del 1975, un nutrito gruppo di anatre sia rimasto più a lungo del dovuto sul lago di Cavazzo, un’improvvisa gelata le ha bloccate mentre riposavano sul pelo dell’acqua… beh alla fine sono volate via portandosi dietro il lago attaccato alle zampe.
Non me ne voglia Salinger.
Pasquale D'Avolio
22 ottobre 2010, 12:22  
(...) Ultima considerazione sul lago di Cavazzo; ho abbastanza anni per ricordare l’opposizione di Barazzutti e del PCI provinciale al viadotto sull’autostrada che avrebbe “deturpato” la valle (ci furono manifestazioni al riguardo nel 1972/73 se non ricordo male). Le cose mi pare non siano andate in quel senso. Qualche anno dopo, aggiungo, Barazzutti divenne amministratore di Autovie Venete contro cui aveva combattuto anni prima. O non è così?
Franceschino barazzutti
23 ottobre 2010, 23:37
Caro pescatore, non ti ho risposto prima perchè io, oltre ad essere un esponente della prima repubblica sono anche un uomo all’antica e imbranato con il computer e con questi blog, pertanto ho dovuto aspettare il rientro di mio figlio per farmi insegnare come risponderti. Prima risposta: se sei un vero pescatore locale non è ammissibile che tu non sappia perchè la superficie del lago di cavazzo si sia ridotta. In casa tua nessuno ti ha mai accennato alla costruzione della centrale SADE nei primi anni ’50? Seconda risposta: cerca in biblioteca gli atti di un convegno sul tema lago svoltosi ad Alesso il 12 e 13 sett. 1987. Titolo: Obiettivo lago. Lì c’è tutto. Siccome non mi piacciono gli anonimi, se il tuo interesse è reale e se ti fai personalmente vivo allo 0433-2884 forse posso provare a travarti una copia. Al prof. D’avolio, che per la seconda volta sostiene che l’autostrada non ha fatto male alla Val del Lago propongo un incontro dibattito ad Alesso sul tema: avrà così modo di sentire che cosa ne pensa la gente dell’autostrada e di quelli che la pensano come lui. Oppure, provi a vivere a somplago sotto il viadotto.
Mi dispiace che gli interventi sul mio scritto siano andati tutti fuori tema: il tema non sono i due forni democristiani, ma l’elettrodotto, la central di somplago e le posizioni del PD. Capito?
Franceschino barazzutti
26 ottobre 2010, 00:18
E allora, anonimo Pescatore, dove ti nascondi? Ti ho risposto cortesemente, ti ho lasciato il mio telefono, sono disposto anche a cercare di procurarti il libro “Obiettivo lago”, ma tu ti nascondi. Hai paura di mostrarti come a firmarti. Sei solo uno in malefede. Sei uno a cui non serve il libro sul lago, ma un manuale di buona educazione. Barazzutti



sabato 23 ottobre 2010

Val del Lago, energia vo' cercando ... - 1

Ricordate la lettera di "Carnia in Movimento" di qualche settimana fa? Stabiliva un inquietante parallelismo tra le vicende dei progetti dell'elettrodotto e del raddoppio della Centrale. Ora, sempre in tema di abbinamento di tematiche, il signor Fausto Marchetti di Osoppo, sul  Messaggero Veneto del 22 ottobre 2010, lega il tema del progettato parco eolico di Trasaghis a quello dell'approvazione del progetto Edipower: "Essendo nato e residente a Osoppo, ritengo di conoscere molto bene il territorio del comune di Trasaghis e le sue caratteristiche morfologiche e ambientali. Vorrei che il signor Picco, o chi per lui, mi chiarisse il luogo, o la zona, dove dovrebbe sorgere detto impianto, visto pure che stiamo sempre parlando di tralicci alti una trentina di metri,con enormi pale rotanti, che necessitano di flussi eolici importanti e più costanti possibile. Zone adatte potrebbero essere le piane prospicienti Alesso (con occupazione della poca campagna ancora coltivata). Le zone rivierasche a sud del lago (con impatto ambientale e paesaggistico devastante). La zona industriale e artigiana di Trasaghis (con logica limitazione delle aree per nuovi futuri impianti produttivi). La zona riparea o addirittura golenale del fiume Tagliamento (zona Sic e di tutela ambientale). È indubbio che strutture in movimento di detta mole possano essere un reale pericolo per le popolazioni di grifoni della zona, tra l’altro uniche in ambito alpino e invidiate a livello europeo anche per il movimento turistico (oltre che naturalistico) che esse generano. Tutti ormai sappiamo come negli ultimi anni lo sfruttamento delle presunte energie rinnovabili a scopo elettrico e idroelettrico abbia raggiunto quote elevatissime spinto più da certificati verdi e mera speculazione che reale necessità vista la diminuzione della richiesta complice pure la crisi economica che ha falcidiato enormemente i maggiori richiedenti. Ma ciò che è ancor più strano è come il signor Picco, con le varie amministrazioni di Trasaghis, Alesso e Cavazzo Carnico, abbia beatamente approvato il mega-progetto Edipower per il potenziamento della centrale di Somplago sul lago dei Tre Comuni che se messo in opera distruggerà in maniera definitiva il più grande lago naturale del Friuli. Che con questo nuovo impegno detta amministrazione voglia eroicamente farsi carico di tutto il fabbisogno elettrico regionale? Che si sia davvero di fronte ai nuovi cavalieri templari sempre e solo propensi al bene e alle necessità comuni? Il tutto naturalmente ignorando novemila firme contrarie, il disappunto dei residenti, l’opera di vari comitati spontanei nati allo scopo di salvaguardare questo capitale, supportati con studi da parte di ingegneri e geologi che hanno messo gratuitamente a disposizione le loro elevate competenze. Rimane il fatto che progetti del genere, in zone ristrette, a elevato rischio sismico, geologico e naturalistico, debbano essere sempre preceduti da accurati studi di fattibilità e compatibilità ambientale, studi commissionati a terzi a scanso di ogni dubbio e possibile collusione. 

I lettori del Blog possono naturalmente, se vogliono, commentare il contenuto e lo stile della lettera.
"A&D" cerca di proporre una riflessione di carattere più generale.
Stiamo tutti seguendo l'evoluzione delle "questioni" Edipower, Elettrodotto, Parco Eolico, ben note anche ai frequentatori del Blog. Se vogliamo aggiungere carne al fuoco ricordiamo la questione ancora in piedi del prelievo idrico chiesto dal Consorzio Ledra Tagliamento;  la richiesta avanzata da privati di  realizzare una centralina  su canale Sade  e sul Leale… Alle diverse proposte (più o meno utilitaristiche) avanzate si è solitamente risposto con l'anglosassone "not in my country": faseitlu là ch'j volês, ma no culì.
"A&D" lancia allora una proposta: DITECI QUALI SONO, SECONDO VOI,  LE IDEE, DA TRASFORMARE IN PROGETTO, PER  UN'IPOTESI CHE  METTA D'ACCORDO (almeno secondo un compromesso accettabile) LA FAME D'ENERGIA COL RISPETTO AMBIENTALE. Ma non in Kazachistan, né a Sidney. Culì, dal puint di Avons fint a chel di Braulins.
Tra i lettori ed i frequentatori del Blog ci sono persone sensibili alle tematiche ambientali, persone che hanno delle notevoli competenze tecniche… proviamo a fornire (con i commenti o meglio ancora con un messaggio articolato di posta elettronica) un contributo di idee,  mettiamo in piedi un "pensatoio della Valle del Lago"…. Provìno?

venerdì 22 ottobre 2010

Lago, cronache dalla passeggiata - VII ... e una riflessione

"Alesso & Dintorni" è un piccolo Blog di paese. Non ha i passa 630 iscritti di "Giro Giro lago" (nato per proporre una manifestazione da Guinnes dei primati attorno al Lago e trasformatosi in supporter della passeggiata), non ha i quasi 90 iscritti di "Cheidiladalaghe" (nati da una costola dei comitati attorno al gruppo che ha firmato la famosa "lettera aperta" di qualche mese addietro), non ha la bella, complessa struttura grafica di "Salviamo il lago", organo ufficiale dei Comitati su Internet.

Qualche pregio, però, ce l'ha: sulla faccenda della "Passeggiata", per esempio, non vi ha lasciati soli.  Dopo aver inizialmente riflettuto su fatto che la programmazione dell'iniziativa andasse a rilento, "A&D" ha pubblicato   cinque pagine di anticipazioni, un fotoservizio a poche ore dalla chiusura della manifestazione, e sei pagine (questa è la settima) di resoconti e commenti. Pensate sia stato un lavoro utile?


Le fasi classiche di ogni lavoro prevedono la progettazione, lo svolgimento e la verifica. Ci si è interrogati abbastanza, a consuntivo, sul senso, sui numeri, sulle prospettive della manifestazione? 
Chi è passato dalla passeggiata sul Lago alle passeggiate sul Web  ha di che rimaner perplesso: pochi i commenti su "Giro Giro Lago", attribuibili soprattutto ad un'unica persona, nessuno  su "Cheidiladalaghe", il cui ultimo post risale al 7 ottobre, neanche una riga di consuntivo sul sito dei Comitati, che non viene aggiornato dal 10 ottobre…. Di quel che si è discusso, di quel che ha riferito la stampa, ha parlato quasi solo "A&D".

A dire il vero i Comitati un'analisi della manifestazione hanno provato a farla, ma  non sul sito, non sulla stampa, ma attraverso un volantino cartaceo.
"A&D", nell'ottica del lavoro di   costituzione di uno "scaffale virtuale", propone al popolo del web anche la riproduzione del volantino, perché è giusto che chi segue le vicende da lontano (anche a Sidney…), possa trovare  elementi di aggiornamento della discussione.

C'è comunque la sensazione che tutto corra troppo in fretta: la passeggiata è stata archiviata rapidamente (forse perché non ha dato i risultati sperati?) e già sono posti nuovi obiettivi: la costituzione di un "fronte comune" tra i comitati, l'avvio della via giudiziaria delle diffide….

Come sempre, lo spazio-blog è aperto per raccogliere idee e riflessioni anche su questi temi.

giovedì 21 ottobre 2010

Lago, i Comitati diffidano - I

Centrale, partono le diffide

(Il Gazzettino, Giovedì 21 Ottobre 2010)

L'intervento per il raddoppio della centrale Edipower di Somplago, da tempo al centro di dibattiti tra comitati, la direzione della centrale e gli enti coinvolti, prende le vie legali. Il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento e il Comitato a difesa e sviluppo del lago dei Tre Comuni hanno dato mandato allo studio legale Franco Giunchi di Udine di inviare una diffida a tutti i soggetti coinvolti nell'opera che già si sono espressi o si devono esprimere a riguardo. Come risaputo, sono forti le preoccupazioni dei Comitati in merito all'impatto che quei lavori avranno sul territorio, e nell'avvalorare la diffida, sono stati presi in considerazione gli studi realizzati dai geologi Roberto Cella e Dario Tosoni e dal ingegner Dino Franzil, che già nei mesi scorsi erano stati resi pubblici. Prendendo proprio ad esame tali relazioni tecniche, l'avvocato Giunchi nella sua missiva sottolinea che il progetto «presenta forti elementi di criticità e se realizzato nell'immediato, senz'altro arrecherà gravi danni all'ambiente e a medio e lungo termine porrà ulteriori imponderabili rischi, sia per l'ambiente che per la pubblica incolumità». Non solo: nella stessa diffida si sottolinea che l'intervento, oltre ad avere effetti negativi sull'ambiente senza portare ad un maggior consumo di energia, avrà «l'unico positivo effetto di consentire alla società richiedente elevatissimi introiti, a spese della comunità, in virtù di cospicui contributi pubblici, dalla differenza di prezzo fra consumi diurni e notturni, e dell'acquisizione di certificati verdi per l'energia cosidetta pulita prodotta di giorno utilizzando l'acqua in discesa». Sono ben diciotto, fra enti e direzioni, i destinatari della diffida avviata dai comitati: i Ministeri per l'ambiente e per i beni e le attività culturali, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Provincia di Udine, i Comuni di Cavazzo Carnico, Bordano, Trasaghis e Verzegnis, l'Autorità di bacino dei fiumi dell'Alto Adriatico, l'Arpa, l'Ente Tutela Pesca, la Soprintendenza ai beni archiettonici, l'Ispettorato Ripartimentale delle foreste, e le direzioni regionali della pianificazione territoriale, delle risorse agricole e forestali, e della mobilità, energia e infrastrutture di trasporto. «In sostanza - dice Franceschino Barazzutti dei comitati - noi abbiamo avvisato le autorità competenti sui rischi che si corrono, non solo a parole ma con studi concreti realizzati da professionisti. Chi approverà la realizzazione di quell'intervento dovrà prendersi le sue responsabilità sugli effetti che essa avrà sul territorio».
(Piero Cargnelutti)

I problemi che sorgerebbero secondo i comitati

(Il Gazzettino, Giovedì 21 Ottobre 2010)

TRASAGHIS - (pc) Queste le criticità del raddoppio della centrale secondo i comitati: costruzione di una nuova galleria da 8,5 km che sconvolgerà le sorgenti che servono Cesclans, Somplago, Mena, Interneppo e Bordano; allocazione del materiale che sarà estratto; prelievo e scarico dell'acqua sul lago che porterà ad un abbassamento e un successivo innalzamento delle acque, con gravi effetti su flora, fauna, intorpidimento delle acque e temperatura del lago; riversamento di enormi quantità di acqua a Verzegnis con variazioni del bacino di oltre 26 metri.

Lago, cronache dalla passeggiata - VI

Il n. 16 del  quindicinale di informazione "par furlan" «Il Diari» (il cui pdf è anche scaricabile dal sito www.ildiari.eu ) ha dedicato un articolo alla "spassizade", svoltasi in una "zornade lusorose e clipe", caratterizzata dal momento in cui "a son stâts liberâts par aiar i balons inclorîts cul invît a volei bon, a difindi e a valorizâ il lâc" e conclusasi con une "spassizade di un ôr a di chel altri dal lât".

mercoledì 20 ottobre 2010

Lago e Val del Lago, il parere di "Luci"

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione di "Luci" che  rileva come sia necessario un riesame critico delle vicende del territorio negli ultimi decenni, soprattutto per trovare però nuove chiavi di lettura per il futuro. E' un contributo importante (anche per ciò che lascia intuire tra le righe) su cui invitiamo i lettori a discutere. (A&D)



Da un pò di tempo, seguo il vostro blog,l'iniziativa è senz'altro lodevole ma ha un difetto: la discussione è monotematica, sarebbe opportuno che tutte le problematiche in essere della Valle del Lago trovassero spazio.
Il lago,la centrale,i progetti di Edipower,è solo uno dei temi: ci sono anche il Lavoro, le poche fabbriche insediate che chiudono,l'ambiente sempre più  degradato, i nostri paesi che si svuotano, le prospettive per i nostri giovani.
Una cosa che si potrebbe fare,che prospettai anche al nostro Sindaco, sarebbe quella di indire un concorso  idee ,con premio in denaro per i migliori tre, per la riqualificazione della  parte sud del Lago, perchè,centrale pompa o non pompa, il problema resta, ma anche su altri temi.
Sarebbe facile per me   scivolare nella polemica, sono uno che il lago l'ha visto come era, e com'è adesso,non solo in fotografia, e conosco molto bene i personaggi che oggi vanno per la maggiore.
Spero di continuare il dialogo con voi.
     Luci

martedì 19 ottobre 2010

Lago, l'opinione di R. Brunetti

SOMPLAGO. Serve un parere indipendente

da: Messaggero Veneto — 18 ottobre 2010

Vorrei brevemente correggere quanto affermato dai tecnici di Edipower durante la presentazione del progetto di ampliamento della centrale di Somplago agli industriali tolmezzini. Secondo quanto affermato, la nuova opera non modificherebbe i livelli massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e di Verzegnis. In particolare, per il lago di Cavazzo si prevede un’oscillazione massima giornaliera di un metro (anche se nel progetto compare anche la cifra di due metri e mezzo). Eppure gli ingegneri Riccardo Agostini ed Edmondo Joanilli in una relazione sull’utilizzazione idroelettrica dell’Enel nel Tagliamento e gli aspetti ambientali del lago di Cavazzo, presentata nel settembre del 1987 e poi pubblicata sul volume “Obiettivo lago’ nel 1989, scrivevano che la variazione del livello settimanale del lago si attestava per consuetudine di esercizio tra quota 194,70 e quota 194,10. Un’oscillazione settimanale di 60 centimetri contro una previsione di oscillazione giornaliera che va da 1 metro a 2 metri e mezzo. Come si fa a sostenere che non cambierà niente? Fidarsi delle rassicurazioni di Edipower è un po’ come chiedere all’oste se il suo vino è buono. È perciò urgente che la Regione Friuli Vg, prima di decidere della sorte di un bene pubblico come è il lago di Cavazzo o dei tre comuni, e della futura qualità della vita delle popolazioni rivierasche, richieda a professionisti qualificati e indipendenti uno studio sulle conseguenze del progetto Edipower come è peraltro previsto dalla legge.

Remo Brunetti  - Cavazzo Carnico

lunedì 18 ottobre 2010

Lago, cronache dalla passeggiata - V

"Mobilitati": la "Vita cattolica" dedica la copertina e un'intera pagina alla "passeggiata sul lago"


Il numero 40 de "La Vita cattolica" del 16 ottobre dedica alla manifestazione di domenica 10 sul lago una grande foto in prima pagina, col titolo "Mobilitati" e un'intera pagina, la 13, a diversi servizi dell'inviata Monika Pascolo: la cronaca della manifestazione nell'articolo "Mille no per l'ampliamento della centrale" e l'intervista ad alcuni dei manifestanti  nei pezzi "Tutti concordi: «Non assisteremo in silenzio alla rovina del lago»" e "Quando le acque di  Cavazzo erano il paradiso dei pescatori".

domenica 17 ottobre 2010

Riparlando di eolico nostrano (aggiornato)


Riprende la discussione, sempre a proposito di energia, sull'ipotizzato  allestimento di un "parco eolico" nelle "Gravatas" di Trasaghis.  Le  riserve, come nei mesi precedenti, vengono dagli amministratori di Forgaria, preoccupati per l'impatto della struttura con il volo dei grifoni che fanno riferimento alla riserva di Cornino. Ai due articoli pubblicati domenica, si aggiunge in calce anche l'ulteriore replica di Forgaria.





Pale eoliche, grifoni in pericolo
Da: Messaggero Veneto — 15 ottobre 2010


FORGARIA. Vola sempre più alto la riserva naturale del lago di Cornino con la sua colonia di grifoni, l’unica di tutto l’arco alpino. Ai 140 esemplari osservati recentemente dal personale dell’area protetta, se ne sono infatti aggiunti tre nei giorni scorsi andando a ingrossare le file della popolazione rapace che in quest’angolo di Friuli ha trovato il suo habitat ideale. Un “sistema” che ora rischia d’esser messo a repentaglio – come recentemente “denunciato” dagli amministratori forgaresi – per via del progettato parco eolico che una ditta privata vorrebbe realizzare a Trasaghis con il placet del Comune. Pare infatti che il movimento delle pale sia particolarmente pericoloso per l’incolumità degli avvoltoi. «Il rischio è che vadano a schiantarsi contro le pale e ne restino vittime. Un paio di decessi l’anno e a Forgaria di grifoni non ce ne sarà più uno in meno di un decennio», aveva dichiarato con preoccupazione il vicesindaco di Forgaria, Enrico Frucco, che in qualità di delegato alla riserva naturale sta seguendo da vicino l’evolversi della vicenda e che giorni fa ha accolto i “suoi” tre nuovi ospiti assieme al responsabile faunistico Fulvio Genero. Per ora la colonia continua dunque a crescere. I tre volatili, che provengono dal monte Bondone, in provincia di Trento, dove per anni sono stati accuditi in voliera nel centro di ecologia alpina, a Forgaria sono stati sistemati nella nuova maxi voliera (realizzata grazie ad un finanziamento comunitario) così da poter essere osservati da vicino dai visitatori. «Si tratta di soggetti che a causa di precedenti ferite non possono essere liberati – spiega Genero -. Per questo sono stati sistemati in voliera, dove i visitatori, specie i tanti studenti che ogni anno visitano la riserva, potranno ammirarli da vicino». Si tratta di avvoltoi di dimensioni importanti, basti pensare che possono arrivare a sforare i tre metri di apertura alare, meritandosi l’appellativo di giganti dell’aria. Chi ha un po’ di familiarità con la val Tagliamento e in particolare con l’altipiano di monte Prat è abituato a vederli sorvolare la zona. Grazie ai tre nuovi ospiti ora sarà possibile scoprire questi uccelli anche da vicino. Partiti da Trento, i “nuovi” grifoni sono stati sottoposti a una serie di controlli sanitari nel parco “Natura viva” di Bussolengo, prima di proseguire per Forgaria ed essere accolti con tutti gli onori alla riserva naturale di Cornino dove come detto di recente sono stati contati 140 grifoni. Di questi 14 sono piccoli, nati dalle coppie che nidificano in zona a dimostrazione di come la specie si sia radicata in quest’area del Friuli e sia al contempo divenuta un punto di riferimento per la migrazione. «L’acquisizione di questi tre nuovi esemplari – dichiara il vicesindaco Frucco – rappresenta un’altra operazione importante per la valorizzazione della riserva naturale in cui l’amministrazione comunale crede fermamente, sia per il grande interesse ecologico e scientifico che il progetto riveste, sia per i suoi risvolti in termini di turismo e sviluppo dell’area».
(Maura Delle Case)



Alla presa di posizione degli amministratori di Forgaria, supportati dal parere dei tecnici che operano nella riserva, ha risposto il sindaco di Trasaghis lamentando l'assenza di indagini scientifiche tali da confermare l'effettivo pericolo.



Il sindaco: non ci sono studi che indichino rischi per i grifoni con il parco eolico


Da: Messaggero Veneto — 16 ottobre 2010


TRASAGHIS. «A oggi non esiste alcuno studio in grado di poter affermare che gli impianti eolici in fase di progettazione a Trasaghis sarebbero trappole mortali per i grifoni della riserva naturale del Lago di Cornino». Lo afferma il sindaco di Trasaghis Augusto Picco, in risposta alle dichiarazioni del vicesindaco di Forgaria Enrico Frucco e del responsabile faunistico della riserva Fulvio Genero, secondo cui la realizzazione del parco eolico metterebbe a repentaglio i 143 esemplari presenti nel sito a tal punto da poter prospettare un’estinzione completa della popolazione. «Una previsione catastrofica basata soprattutto sulle sensazioni e non supportata – secondo il primo cittadino di Trasaghis – da dati oggettivi o da studi effettuati sul territorio». «Lo scorso 11 agosto la Regione, all’interno della procedura di Via, aveva richiesto alla proponente un approfondimento sulla presenza e la modalità di volo dei Grifoni da Forgaria a Trasaghis – spiega Picco –. La richiesta è stata perciò inoltrata da Enercom al Comune di Forgaria. La proponente chiedeva di poter avere accesso a dati bibliografici specifici, eventualmente disponibili nell'ambito delle attività di osservazione svolte alla Riserva, al fine di approfondire la valutazione dell'impatto sulla locale popolazione di grifoni e dell'efficacia delle misure di mitigazione proposte. Alla richiesta però il Comune di Forgaria ha risposto di non essere ancora in possesso di questi dati, perciò, allo stato attuale, l’eccessivo allarmismo sbandierato non trova nessun tipo di fondamento». Il Comune di Trasaghis come ricorda lo stesso sindaco aveva già chiesto a suo tempo alla Regione un monitoraggio più ampio e osservazioni tecniche anche in virtù delle criticità evidenziate nella procedura di Via. «Il documento – puntualizza Picco – evidenzia come il passaggio sotto i 100 metri di Grifoni o di altri uccelli nella zona sia molto limitato». (d.v.)




Da Forgaria dura replica a Trasaghis: le pale eoliche uccidono i grifoni



Messaggero Veneto — 17 ottobre 2010


FORGARIA. «Non accetto che venga messo in discussione il percorso fatto dalla nostra amministrazione comunale assieme agli esperti faunistici sull’impatto che il parco eolico progettato in comune di Trasaghis avrebbe sulle popolazione rapace della nostra riserva naturale». Dura la risposta del sindaco di Forgaria, Pierluigi Molinaro, alle recenti affermazioni del collega Augusto Picco secondo il quale le valutazioni (negative) degli amministratori forgaresi in ordine all’effetto che il parco eolico avrebbe sui grifoni sarebbero “catastrofiche”, «basate soprattutto sulle sensazioni e non su dati oggettivi e studi effettuati sul territorio». «Altro che mancanza di dati – replica Molinaro -. Abbiamo in mano le valutazioni fortemente negative effettuate dal responsabile della nostra riserva che abbiamo trasmesso a tutte le parti interessate. Le nostre evidenze – continua il sindaco – sono dettate da rapporti di professionisti del settore che ci inducono, grazie a dati e documenti, a dire un sonoro “no” al parco eolico, ritenuto pericoloso per i grifoni. Non importa per quanti. Perderne anche uno solo sarebbe un grave danno». «Questa è la nostra posizione – ribadisce Molinaro -, per altro già formalizzata alla Regione, cui abbiamo inviato il nostro parere contrario all’autorizzazione accompagnato da una dettagliata relazione, affinché l’ente regionale possa esprimersi a ragion veduta considerando poi che si tratta di uno dei principali finanziatori della riserva». La palla è dunque in mano alla Regione, che ora dovrà esprimersi in merito al progetto dando o meno l’autorizzazione a procedere. Frattanto la popolazione della riserva continua a crescere. Numeri importanti, che premiano un lavoro lungo vent’anni e costato l’importante cifra di circa 2 milioni di euro. «Abbiamo a cuore il futuro della riserva – dichiara il vicesindaco Enrico Frucco -, non solo per tutti i soldi che sono stati spesi, ma anche perché rappresenta un’importante occasione di sviluppo turistico per le nostre comunità viste le migliaia di visitatori che attrae ogni anno. Non siamo ovviamente contrari alle energie pulite, ma solo se le due cose non entrano in conflitto. Insomma – conclude il vice di Molinaro – se da Trasaghis sapranno darci precise garanzie per i nostri rapaci allora cadranno tutte le nostre obiezioni. Qui non si tratta di farci battaglia tra amministrazioni comunali, ma di difendere un bene comune qual è la riserva naturale del lago di Cornino, l’unica colonia di grifoni di tutto l’arco alpino». ( m.d.c. )



Come sempre, i lettori del Blog possono intervenire con i loro contributi di riflessione sul tema.

sabato 16 ottobre 2010

Lago, cronache dalla passeggiata - IV

Cronache dalla passeggiata pubblicate lunedì scorso sul portale dell'Arcidiocesi di Udine a firma di Monika Pascolo:


In centinaia per dire no al raddoppio della centrale   versione testuale
Ieri a Cavazzo la manifestazione dei comitati contrari al progetto di Edipower

CAVAZZO (11 ottobre, ore 13) - Quasi mille persone da tutto il Friuli, giovani e meno giovani e tantissimi famiglie, ieri al lago di Cavazzo, per la passeggiata organizzata dai due comitati che si battono per stoppare il progetto della ditta Edipower, che prevede il raddoppio della centrale idroelettrica di Somplago (FOTOGALLERY).
 
Tutti pazientemente in fila davanti ai banchetti allestiti a due passi dall'acqua per lasciare la propria impronta digitale. Un segno per dire: «L'ho salvato anch'io». E prima della passeggiata, con destinazione orto botanico dove è esposta una rassegna di immagini del lago e della sua storia, gli esponenti dei comitati del no hanno fatto il punto della situazione. Si è ribadito che la protesta andrà avanti perché il lago non deve diventare una palude, a causa della continua variazione del livello delle sue acque, destino inevitabile nel caso di raddoppio dell'impianto.
 
E un cielo azzurro, ieri pomeriggio infatti sopra al lago non c'era neanche una nuvola, è stato colorato dal volo simbolico di palloncini colorati che hanno portato in alto il messaggio «Salviamo il lago».
Monika Pascolo




(da: http://s2ew.udine.chiesacattolica.it/arcidiocesi_di_udine__il_portale_online_/archivio_notizie/00004208_Oltre_500_per_dire_no_al_raddoppio_della_centrale.html )

giovedì 14 ottobre 2010

Lago, un insolito abbassamento di livello

Parecchi, dopo la passeggiata di domenica scorsa, hanno notato un brusco abbassamento del livello del lago. Più di qualcuno ha pensato a "prove tecniche" di Edipower....
In realtà, come si è capito dopo dalla stampa, si è trattato di un abbassamento concordato per procedere ad una sorta di "Potatura" delle alghe, cresciute in maniera abnorme.





Trasaghis, cominciato lo sfalcio delle alghe nel lago dei Tre Comuni

TRASAGHIS. Sono cominciate le operazioni di sfalcio delle alghe presenti all’altezza dei camping di Trasaghis e che si estendevano sino all’ex hotel “Al lago” e nella zona della spiaggia, quella per intendersi che costeggia la riva est del lago dei Tre Comuni. Un intervento necessario, come conferma lo stesso sindaco Augusto Picco, richiesto dagli operatori turistici che lavorano in zona: «Erano stati gli stessi operatori a contattarci – spiega – per la presenza di alghe sulle rive del lago, dove l’acqua non è molto alta, particolarmente fastidiose per i bagnanti a causa dei forti odori che queste emanavano». «L’amministrazione – continua Picco – si è presa a cuore la problematica e si era assunta l’impegno di risolvere al più presto il problema». Grazie a un macchinario particolare, una sorta di falciatrice subacquea, nel giro di pochi giorni le alghe saranno estratte dalle zone in cui sono presenti. L’intervento costerà all’amministrazione comunale all’incirca 5 mila euro. «Anche in questo caso – tranquillizza il sindaco – la presenza di alghe è del tutto normale, come nella normalità rientrava del resto anche la macchia oleosa di un centinaio di metri comparsa lo scorso mese sulla superficie del Lago nei pressi della riva ovest, di origine animale e vegetale. Il responso è arrivato al Comune di Trasaghis qualche settimana fa, dopo che l'Arpa aveva analizzato i campioni raccolti durante il sopralluogo». La Regione inoltre, ha da poco espresso giudizio eccellente sulle acque del Lago dei Tre Comuni. Questo sia per quanto riguarda il lato s/w località “Rio da Cout di fronte camping” che in località “ultima fontana pubblica” . Dario Venturini


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Va comunque considerato il fatto che l'abbassamento in questione si aggirava sui 40 centimetri, e risultava già preoccupante anche se lontano dal previsto calo di un metro (secondo la stima di Edipower) e ancor più distante dai due metri e mezzo di calo previsti dai tecnici dei comitati in caso di attuazione del progetto Edipower!

martedì 12 ottobre 2010

Lago, cronache dalla passeggiata - III


Anche il sito 

"InformaSerenissimaRassegna Stampa Ragionata e Senza Filtro" - ha dedicato un servizio alla manifestazione di domenica sul Lago

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No all'Edipower, salvate il lago dei "Tre Comuni"

 da:  http://www.informaserenissima.it/ lunedì 11 Ottobre 2010 - Ambiente
No all'Edipower, salvate il lago dei Passeggiata sul lago; manifestazione organizzata per la lotta contro il progetto dell'Edipower che intende pompare le acque di notte verso il bacino di Verzegnis per poi produrre energia di giorno.

E' stata disputata nella giornata di domenica, una "Passeggiata sul lago", manifestazione organizzata dal Comitato, che da mesi lotta contro il progetto dell’Edipower che intende pompare le acque di notte verso il bacino di Verzegnis per poi produrre energia di giorno. Le elevate fluttuazioni di livello delle acque, l’ingresso di fanghi e le conseguenze sulla stabilità dei versanti dei due bacini interessati stanno creando un forte movimento d’opinione contrario all’iniziativa.

Ieri alla manifestazione, erano presenti molti esponenti del mondo ambientalista e dei comitati impegnati su diversi fronti per salvaguardare l’ambiente del Friuli Venezia Giulia. Da sottolineare la presenza del deputato Manuela Di Centa (non è mancato qualche fischio da parte di chi ha contestato la sua assenza sul tema nei mesi scorsi) e il consigliere regionale della Lega Nord Enore Picco.

“Per poter dire l’ho salvato anch’io, lascia un segno anche tu, il lago è di chi lo ama” era lo slogan della manifestazione e a giudicare dal grande foglio bianco che gli organizzatori avevano allestito su un banchetto, riempito dalle impronte digitali e dalle firme di centinaia di persone, davvero in tanti hanno voluto lasciare un segno per dire che il lago non può essere sacrificato.