"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 28 febbraio 2020

Conclusa al Lago l'esercitazione dei Vigili del Fuoco per il salvataggio in acqua

Vigili del Fuoco pronti al salvataggio in acqua: l’esercitazione al lago di Cavazzo
Vigili del Fuoco pronti al salvataggio in acqua: l’esercitazione al lago di Cavazzo
Vigili del Fuoco pronti al salvataggio in acqua: l’esercitazione al lago di Cavazzo
Terminato mercoledì 26 febbraio, nel comune di Trasaghis (UD), l’addestramento dei  Soccorritori Fluviali Alluvionali (SFA) dei  Vigili del fuoco del Comando provinciale di Trieste.
Provate attività di nuoto e manovre di conduzione Raft, ribaltamento e raddrizzamento, salita a bordo,  uomo al guinzaglio per recupero persona con gommoni  Raft nelle acque del  Lago di Cavazzo.


(https://www.triesteprima.it/cronaca/vigili-fuoco-salvataggio-esercitazione-cavazzo.html

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mercoledì 26 febbraio 2020

"Per salvare la Carnia: defiscalizzazione, incentivi, sostegno alla maternità e tariffe agevolate"

Riceviamo e pubblichiamo:

CARNIA: VECCHIE GENTI E NUOVE GENTI
.

"Recentemente mons. Angelo Zanello, titolare della parrocchia  di Tolmezzo, ha opportunamente gettato non un sasso ma un macigno nello stagno della politica della Carnia per provocarne la reazione, ma dal fondale, tranne l’intervento di Cortolezzis, sindaco di Treppo Ligosullo, null’altro è emerso, tant’è profondo il letargo.
      Invero  monsignor Zanello ha con ciò svolto un ruolo di supplenza, pienamente legittimo, a quello che in una situazione di normalità della vita politica sarebbe stato da tempo un dovere delle figure istituzionali del territorio.
     Proprio il fatto che i rappresentanti istituzionali e politici della Carnia non abbiano degnato di attenzione le dichiarazioni di mons. Zanello segnala che a quelli ben noti della nostra montagna va aggiunto l’ulteriore problema dell’indifferenza prodotta dall’accettazione dello status quo e dall’assuefazione allo stesso.
     Sostenendo che vanno importate nuove genti mons. Zanello non dice una “bestemmia”, anche perché oltre all’attualità ha presente la storia, storia – maestra di vita - che purtroppo non si studia più.
      La Carnia attuale è un sistema chiuso, accentuato dalla decadenza demografica e dal notevole invecchiamento,  in cui non circolano idee nuove. E le idee circolano anche nella misura in cui circolano le persone. L’emigrazione stagionale dalla Carnia verso l’Europa Centrale fu certamente un fattore negativo, ma va dato atto che gli emigranti  carnici a contatto con le idee ed esperienze avanzate in quei paesi le portavano al rientro nei loro paesi e così sorsero le società operaie, le casse mutue, le cooperative, i movimenti politici. In un organismo spossato per la perdita di sangue il primo trattamento medico è una trasfusione.
      Inoltre, la Carnia attuale presenta, oltre a un patrimonio edilizio disabitato, vaste aree allo stato di semiabbandono e abbandono addirittura nei fondovalle. In natura però vige una legge ferrea che non ammette il vuoto: o lo riempie l’uomo con le sue attività produttive o vi provvedono altri esseri viventi. Non tanto gli animali (ah i cinghiali!) quanto le piante che, pur non avendo gambe ma solo radici, colonizzano rapidamente la aree abbandonate  con specie solitamente infestanti.
     Nel mondo globalizzato in cui già si manifestano i segnali dei futuri cambiamenti climatici, in cui popolazioni  alla fame sognano terre da lavorare che diano loro un raccolto con cui vivere, non è ammissibile che terreni coltivabili, anche a causa di un eccessivo frazionamento fondiario che va superato con opportune ricomposizioni, restino abbandonati. In altri tempi il grido dei poveri era “la terra a chi la lavora!” , “tierra y libertad!” e in Russia “Zemljà i vòlja!”
     Il sindaco Cortolezzis ha fatto presente che per importare “nuove genti” bisogna che, innanzitutto, ci siano un lavoro e servizi di base: è un ragionamento fondato. Ma non è forse fondato anche il ragionamento che le “nuove genti”, che vogliono uscire dalla povertà e conquistarsi una vita migliore impiegando volontà, mente e braccia, producono ricchezza per sé e per la sofferente comunità d’inserimento?   
    A proposito del trascurato insegnamento della storia dovremmo ricordare come  in altri tempi l’Argentina favorì l’importazione di “nuove genti”,anche friulane, le quali svilupparono quel paese, così come fecero gli Stati Uniti d’America ed altri paesi.
    Ma restando in casa nostra dobbiamo ricordare che nella valle di Sappada  migrò una comunità germanofona, che altri insediamenti simili avvennero  in Friuli, che le terre comuni erano la dotazione assegnata alle “nuove genti” per il loro sostentamento.  
    La storia ci insegna che in quel cortile chiamato Mar Mediterraneo, sulle cui sponde  vissero popoli diversi e fiorirono civiltà che hanno segnato le tappe dell’umanità,  sin dai tempi remoti uomini e popoli si spostavano in cerca di terre su cui vivere meglio. Viene alla mente la parte dell’Eneide in cui Didone, regina di Cartagine, così accoglie Enea ed i suoi, profughi Troiani: “Se poi volete fermarvi nel mio regno, sappiate che questa nuova città è vostra: tirate a secco le navi, non farò nessuna differenza tra Punici e Troiani”.  Successivamente Enea ed i profughi Troiani approdarono alla foce del Tevere e fu…Roma! 
    Se la Carnia è dissanguata lo si deve al prevalere di una cultura urbanocentrica ed alle conseguenti politiche che ne hanno provocato la decadenza, che a sua volta genera indifferenza negli stessi montanari, dalla quale si esce con adeguati provvedimenti esterni ed iniziative interne.
    Per evitare di dover importare “nuove genti” tra i provvedimenti esterni c’è l’adozione improcrastinabile di una legge statale organica - sottolineo organica! - sulla montagna (l’ultima la n.1102 risale al 1971!) che la consideri  veramente una risorsa e preveda un sistema di defiscalizzazioni, incentivi, sostegno alla maternità, servizi adeguati, tariffe agevolate sulle bollette dell’elettricità (prodotta con le nostre acque!) e su quelle salatissime dell’acqua (nostra!), strumenti di reale autogoverno del territorio e delle sue risorse, le acque in particolare, quella del rubinetto compresa, ora gestita da Udine. 
    Sul fronte interno bisogna avere il coraggio di dire chiaramente ai cjargnei che, inzichè mugugnare nelle poche osterie rimaste, bisogna responsabilmente farsi carico dei problemi della propria comunità per risolverli. Bisogna recuperare un rapporto stretto con il proprio territorio, il valore ed il ruolo della seppur piccola  comunità in cui si vive, lo spirito della ricostruzione postsismica. O occorre forse un altro terremoto per darsi una scossa?"

Franceschino Barazzutti, già sindaco di Cavazzo Carnico



NOTA: ampia sintesi del comunicato è stata pubblicata anche sul "Messaggero Veneto" del 25 febbraio 

lunedì 24 febbraio 2020

Anche in Val del Lago ... comportamenti virtuosi anti Corona Virus

"Cuntune Ordenance urgjente, il Ministeri de Salût, in acuardi cul President de Regjon Autonome Friûl Vignesie Julie, par evitâ il sparniçament dal COVID-19, al à metût in vore misuris straordenaris, fatis par contrastâ l’evolvi de situazion epidemiologjiche in at." (S.F.F.)

In vigore dunque da oggi le norme per prevenire il contagio dal Corona Virus.
Primo atto visibile, oltre alla chiusura delle scuole, la cancellazione della serata di solidarietà con il Madagascar prevista per sabato a Trasaghis.

In attesa di tempi migliori, anche dal Blog si rinnova l'appello a mantenere comportamenti corretti in maniera da non pregiudicare la propria e l'altrui salute.





mercoledì 19 febbraio 2020

Uno "scampanotament" per i nuovi nati

La Parrocchia ed il Gruppo Alpini di Alesso segnalano che è attivo un nuovo servizio: lanciare il suono festoso delle campane ("scampanotament") per annunciare la bella novità di una nuova nascita.
Al verificarsi dell'evento, le famiglie che lo desiderano possono segnalare al n. 338 8601075 l'avvenuta nuova nascita, cui seguirà lo "scampanotament" per darne l'annuncio al paese.
Il servizio è gratuito; saranno comunque graditi un messaggio di ringraziamento al Gruppo Alpini e una piccola offerta per le necessità della Chiesa.


lunedì 17 febbraio 2020

Domenica si cammina attorno al Lago ... per Davide

Importante appuntamento di solidarietà quello previsto per domenica 23 febbraio. Ci si ritrova (meglio se in maschera) alle 9.30 nel parcheggio per la partenza di una passeggiata solidale finalizzata alla raccolta di fondi per aiutare Davide, un bambino gemonese in gravi difficoltà motorie, a sottoporsi a cure sofisticate sia in Italia sia all'estero.
La manifestazione viene proposta dalla associazione "Noi di Braulins" col patrocinio del Comune di Trasaghis e la collaborazione delle associazioni operanti sul territorio.




venerdì 14 febbraio 2020

Una società energetica regionale per sanare i guasti dell'idroelettrico

Riceviamo e pubblichiamo:

UNA POLITICA ENERGETICA REGIONALE
    
Ha fatto bene il neopresidente del Consorzio BIM Tagliamento, nonché sindaco di Ampezzo, Michele Benedetti  a sollevare il tema dell’applicazione nella nostra regione  dell’art.11-quater (Disposizioni in materia di concessioni di grandi derivazioni idroelettriche) della Legge Nazionale 11.02.2019 n. 12 (Legge Semplificazioni),  poiché  il settore idroelettrico investe ampiamente e pesantemente quasi tutti i corsi d’acqua del territorio montano della nostra regione, per il quale il provvedimento legislativo può essere uno strumento per una positiva svolta radicale.
   Ma vediamo, per punti, che cosa prevede questo provvedimento legislativo iniziando dall’aspetto più importante qual è il trattamento delle concessioni: “alla scadenza delle stesse  e nei casi di decadenza o rinuncia, gli impianti passano, senza compenso, in proprietà delle regioni, in stato di regolare funzionamento”. Questo è il dettato  fondamentale . Al  concessionario   è dovuto solo un indennizzo pari al valore non ammortizzato delle opere autorizzate. Le regioni possono assegnare  le concessioni così acquisite ad operatori economici mediante gara pubblica, (che significherebbe lasciare le cose come sono ora!) o a società a capitale misto pubblico-privato (sarebbe una mezza misura!) o a una propria società energetica (sarebbe la cosa giusta!) come avviene  con ottimi risultati nella Regione Autonoma Trentino Alto Adige.
      Conseguentemente i nuovi concessionari versano i  canoni concessori alla regione e non più allo stato. Inoltre sono previsti canoni aggiuntivi da destinare al finanziamento del  ripristino ambientale dei corpi idrici interessati dalla derivazione e misure di compensazione ambientale e territoriale da destinare ai territori dei comuni interessati dalla presenza delle opere idroelettriche  
     Con questo provvedimento legislativo viene riconosciuta alle regioni l’importante facoltà di disporre  “l’obbligo per i concessionari di fornire annualmente e gratuitamente alle stesse regioni 220 kWh per ogni kW di potenza nominale media di concessione, per almeno il 50 per cento destinata a servizi pubblici e categorie di utenti dei territori provinciali interessati dalle derivazioni.” Tale obbligo è da tempo vigente nel Trentino Alto Adige.
    Di fronte a così importanti ed innovativi poteri attribuiti alle regioni, sorge la domanda: come mai la nostra Regione non ha ancora adottato la propria legge attuativa di quella nazionale entro il termine massimo previsto del 31 marzo 2020? Né risulta che sull’argomento tuttora siano state depositate in consiglio regionale proposte di legge di gruppi politici o di singoli consiglieri o un disegno di legge giuntale. Ogni ulteriore ritardo sarebbe grave e minerebbe la credibilità politica.  
    Preoccupa il fatto che sugli interessanti scenari disegnati dalla legge nazionale  regni il silenzio in particolare proprio nei territori montani sui quali principalmente grava l’idroelettrico, mentre dovrebbe essere oggetto di dibattito e di iniziative nelle sedi istituzionali, nei partiti, nelle associazioni, nelle comunità, e perché no anche nei bar, con la volontà  di prendere nelle proprie mani il destino della propria terra, dove  sono presenti storiche presenze di cooperative idroelettriche centenarie che hanno garantito e garantiscono condizioni favorevoli agli utenti e sono depositarie di una preziosa esperienza gestionale.
   Tra le varianti di assegnazione delle concessioni acquisite va considerata la preziosa e consolidata esperienza della Provincia Autonoma di Trento, che attraverso la propria società energetica “Dolomiti Energia” ed altre società pubbliche gestisce le concessioni, come fa pure la Provincia Autonoma di Bolzano con la propria società energetica “Alperia”. Province che hanno saputo e voluto ben utilizzare ed ampliare i poteri della loro autonomia. Altrettanto deve fare la nostra Regione, dove purtroppo spadroneggiano società energetiche esterne, i cui azionisti di riferimento – si noti - sono Comuni, enti pubblici che incamerano all’attivo dei loro bilanci i profitti realizzati dallo sfruttamento della nostre acque.
    E’ ormai indilazionabile che la nostra Regione a statuto speciale di autonomia costituisca quanto prima una propria società energetica a capitale pubblico per assumere via via le concessioni. Non si capisce perché la proposta di legge n. 193 avente per oggetto “Costituzione della Società Energia Friuli Venezia Giulia – SEFV”, presentata il 27.02.2017  dai Consiglieri Revelant, Tondo, Riccardi, Colautti, Violino, Marsilio, Ciriani e Zilli sia rimasta senza seguito. Forse per fermarla è bastata  una letterina dell’Associazione dei derivatori “Elettricità Futura”?
     Occorre più coraggio politico. Tanto più che sono imminenti le scadenze del complesso idroelettrico della Val Tramontina di Edison , cioè della francese “Electricité de France”, costituito da 5 centrali, mentre nel 2029 scadranno  le concessioni del sistema idroelettrico del Tagliamento della lombarda a2a costituito dalle centrali di Ampezzo e di Somplago. Un sistema dinosauro incompatibile e insostenibile in quanto ha privato di tutte le acque la gran parte della Carnia e sconvolto il lago di Cavazzo o Tre Comuni, un sistema che va rivisto.
    E’ tempo che la nostra Regione a statuto speciale di autonomia decida se vuole doverosamente svolgere una propria politica energetica autonoma anche ricorrendo alle moderne tecnologie o se invece vuole continuare a rilasciare concessioni per centraline speculative che inaridiscono gli ultimi ruscelli, incentivate fra l’altro con i certificati verdi pagati dagli utenti attraverso le bollette,  e ad essere quindi colonia delle società multiutity esterne. Tanto più dal momento che l’idroelettrico sfrutta un bene comune per eccellenza come l’acqua che sta già diventando sempre più strategica e preziosa.


Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico