"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

martedì 26 gennaio 2010

Dibattito sul Lago: si discute su un possibile referendum









Un referendum popolare sul progetto Edipower

Una proposta alle tre Amministrazioni rivierasche. Perché non affidare l’ultima parola sul progetto Edipower agli abitanti della Val del Lago con un referendum popolare? Una scelta di democrazia e trasparenza, che vincolerebbe sia gli amministratori sia gli amministrati, ponendo fine alla diatriba.

Claudio Polano Gemona

(Messaggero Veneto — 23 gennaio 2010)


Centrale di Somplago: i sindaci respingono l’ipotesi di referendum

TRASAGHIS. I sindaci di Trasaghis e Bordano respingono l'ipotesi di un referendum popolare sull'ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago, chiesta da alcuni cittadini anche in virtù delle quasi 9 mila firme raccolte dal Comitato di difesa e sviluppo della Val del Lago. «Sono perplesso – ha detto il sindaco di Bordano Colomba – in merito alla proposta di una consultazione popolare, per diversi motivi. Innanzitutto va ricordato che ai Comuni il Ministero chiedeva un apporto collaborativo e non un parere vincolante. Inoltre, l'iter per avviare tale procedura richiederebbe molto tempo e il termine stabilito per inoltrare questo apporto collaborativo è già scaduto lo scorso luglio». «L'ultima parola – ha aggiunto Colomba – non spetta certo ai Comuni interessati dal progetto presentato da Edipower bensì alla Regione e al Ministero, tant'è che le firme raccolte dal Comitato per la difesa della Val del Lago sono state depositate direttamente in sede regionale, affinché se ne tenga conto per la Valutazione d’impatto ambientale, e in sede di conferenza dei servizi». Ed è proprio alla Regione secondo il sindaco di Bordano Colomba «che sicuramente dispone di un ampio numero di tecnici qualificati, diversamente dai comuni che possono contare solamente sull'apporto di qualche impiegato, che spetta il compito di fare analisi più approfondite». Della stessa opinione anche il sindaco di Trasaghis, Augusto Picco. «I referendum si fanno su temi vincolanti ma in questo caso il parere dei Comuni interessati non è affatto vincolante». (d.v.)

(Messaggero Veneto — 24 gennaio 2010)

domenica 24 gennaio 2010

Dibattito sul Lago: raffronto con Edolo


Sindaci e un esperto in visita alla centrale elettrica di Edolo

BORDANO. I sindaci di Bordano Gianluigi Colomba e di Trasaghis Augusto Picco, assieme al professor Piero Pinamonti dell'Università di Udine, nei giorni scorsi hanno visitato la centrale Enel di Edolo in provincia di Brescia, per raccogliere alcuni elementi tecnici cruciali in previsione della conferenza dei servizi che sarà indetta per l'esame del progetto presentato da Edipower, per l'ampliamento della centrale di Somplago. « Trattasi – fa sapere il sindaco di Bordano – della più importante centrale idroelettrica d’Italia e tra le principali d’Europa della potenza di mille megawatt, ben 8 volte più grande della centrale di Somplago MW (megawatt). E come appunto la stessa centrale di Somplago se verrà realizzato il progetto presentato dalla Società Edipower, di cui si è recentemente molto parlato, la centrale di Edolo è dotata di impianto di pompaggio con il quale da un bacino di valle della capacità di quasi un milione e mezzo di metri cubi si provvede al trasferimento ai bacini di monte dell’acqua utilizzata per la produzione di energia elettrica nelle ore di maggiore richiesta »


LAGO DI CAVAZZO Nessun paragone con quello di Edolo

(Messaggero Veneto — 23 gennaio 2010)

Gli occhi sono nuovamente puntati sulla sorte del lago di Cavazzo. La recente visita compiuta dalle Amministrazioni di Bordano e Trasaghis al lago di Edolo sembra una foglia di fico per nascondere il loro “placet” a Edipower, confermando i timori di chi ha a cuore la sopravvivenza del più grande lago naturale della regione. Non ci sono punti d’incontro fra i due laghi, in quanto quello di Edolo ha le sponde cementificate ed è nient’altro che un grosso catino, riempito e svuotato alla bisogna da chi lo gestisce per produrre elettricità. Altra cosa è il nostro lago che, seppur non in forma smagliante, se passasse il progetto Edipower diventerebbe definitivamente un semplice contenitore d’acqua spesso fangosa e non già il complesso ecosistema attuale. Il problema di fondo di questo progetto di ulteriore sfruttamento del lago non è di natura tecnica, come si vorrebbe far credere, ma bensì ambientale. E da questo orecchio le amministrazioni comunali rivierasche, nonostante riunioni e prese di posizione qualificate (esempio quella dell’Ente tutela pesca del Fvg, che cassa senza mezzi termini il progetto), proprio non ci sentono. Far girare giornalmente su e giù per i due laghi (Verzegnis e Cavazzo) un milione e mezzo di metri cubi d’acqua sconvolgerebbe definitivamente il già precario equilibrio termico del Lago di Cavazzo. I sedimenti limosi depositati sul fondo dei due laghi sarebbero in perenne movimento, rendendo torbida l’acqua e i continui innalzamenti e abbassamenti di livello impediranno a buona parte della fauna ittica una normale attività vitale e di riproduzione. Inoltre, come si possa pretendere un’offerta turistica con queste condizioni ambientali (acque gelide e fangose), proprio non si capisce. Ora l’ultima parola spetta alla Regione, dove è arrivata la petizione, che con quasi 9.000 firme chiede di cassare questo devastante progetto, che se posto in essere ci farebbe perdere il lago che conosciamo, frequentiamo e amiamo.

Claudio Polano, Gemona

sabato 16 gennaio 2010

Affettuoso ricordo dei Cinema di Alesso, dal "Libertà" allo "Stelle":



E' stato presentato venerdì 15 gennaio, alle 20.30, nella sala dell'ex asilo, proprio sul luogo ove sorgeva il cinema, il video "Il cine a Dalès", espressamente dedicato alle esperienze del cinema ad Alesso.
Ogni paese ha infatti, nella memoria collettiva, un proprio "nuovo cinema Paradiso" dove, come nel film di Giuseppe Tornatore, premiato con l'Oscar, accanto e mediante la ricostruzione delle vicende di una sala cinematografica, è possibile giungere alla definizione di tanti tasselli di microstoria locale.
Ad Alesso c'è stato, nell'immediato dopo guerra, il cinema 'Libertà' e poi, dalla metà degli anni '50 sino al terremoto, il cinema 'Stelle'.
A quei cinema, al clima di quegli anni si rifà il video realizzato da Dino Ariis della Nn-media, col patrocinio del Comune di Trasaghis, il contributo del Centro di Documentazione sul Territorio e la collaborazione della Parrocchia di Alesso. Il video, intitolato "Il cine a Dalès. Una cjalada sul mont", ricostruisce le vicende dei cinema attraverso la rievocazione di quelle esperienze da parte di Zuan Cucchiaro (dalle prime esperienze pionieristiche degli anni '30 alle vicende del 'Libertà', indice del clima positivo instaurato alla fine della guerra, sino all'avvio della gestione Savoca con il cinema 'Stelle'), la testimonianza di quanti vi parteciparono come operatori (Viso Picco e Bruno Zilli), il ricordo di quanti vi partecipavano come spettatori (fra i tanti, Fanny Cucchiaro e Tonino Cucchiaro) per chiudere con l'intervento di Francesco Pazzaglia, che ha contribuito a recuperare e sistemare, dopo il terremoto, la macchina di proiezione.
Dopo il saluto del sindaco di Trasaghis Augusto Picco, l'introduzione è stata curata da Antonio Cucchiaro e Francesco Pazzaglia per la Parrocchia e da Pieri Stefanutti per il Centro di Documentazione. Una sala stracolma e applausi a scena aperta hanno accolto questo singolare "recupero della memoria" di una esperienza cara a tanti alessani.

sabato 9 gennaio 2010

Dibattito sul Lago: il parere di "Ladins dal Friûl"

Lât di Cjavaç: pe Edipower al sarès in regule!

Cjavaç - Il dopleament de centrâl idroeletriche Edipower di Somplât di Cjavaç nol presente aspiets di incompatibilitât ambientâl, anzit, ducj i studis e lis ricercjis fatis inte fase denant la presentazion dal iter par otignî chest dopleament a àn dât di viodi che il progjet al è compatibil cul ambient: a dî dut chest e je, naturalmentri, la stesse Edipower che il mês di Dicembar stât in doi incuintris publics davuelts a Cjavaç e Verzegnis e à tornât a confermâ lis sôs posizions. I incuintris a jerin stâts organizâts dai sindics dai doi comuns plui diretementri interessâts dal progjet, o sei Iuri e Sulli. Inmò lis cunvignis a àn viodût la partecipazion dal diretôr dai progjets di Edipower, Giuseppe Monteforte, dal responsabil idroeletric Roberto Gianatti, dal maiorent pe provincie di Udin de societât, Salvatore Marchese e dal professôr Gabriele Borsani docent di Ecologjie al Politecnic di Milan. Cuintri part a jerin i rapresentants de Legheambient regjonâl Zorç Cavallo e Marc Lepre.

O ricuardìn, par chei cence memorie, che la Edipower e je une societât privade pe produzion e distribuzion di energjie a control di capitai soredut lombarts, che a un ciert pont e à comprât lis centrâl idroeletrichis de Cjargne dal Enel, che prime lis veve compradis de Sade, che par realizâlis e veve in pratiche savoltât l’ambient de vals cjargnelis, cence che chenti no si rivàs a otignî dibot nuie: al è evident che ce che al tire il B.I.M. a son dome cagneris, vadì caritât pelose. Al ven di domandâsi parcè chescj implants no ju à comprâts la nestre Regjon, come che la Provincie autonome di Bolzan/Bozen e à comprât i implants dismetûts dal Enel, cun vantaç concrets pes industriis, pal artesanât e pal cumierç dal Sud Tirôl. Cussì almancul daspò i dams o varessin cuistât cualchi vantaç: e invezit nuie. Anzit, a vuelin jemplânus ancje di eletrodots par ogni dontri.

Chescj a son fats e no cjacaris di ostarie! Che cumò la Edipower e intindi completâ la opare di sfrutament des risorsis idrichis de mont furlane, al è naturâl, al è tal ordin di compuartament di une sane societât privade che e cîr di incressi il so patrimoni e i siei vuadagns. Che lôr a vegnin a contânus che nol cambie nuie e che dut al è compatibil e in regule al è ancje tant normâl. E sarès biele che nus contassin il contrari. Ma intant il lât di Cjavaç al è simpri plui in agunie, e chel di Verzegnis nol po nancje jessi plui clamât lât co si è ridot a une poce che e cambie continuementri di livel. A disin che si varà cualchi “contropartita”. Po ancje stai che e sedi vere. Ma po stai ancje che e vadi a finîle come la liende de Sade-Enel. E chestis “contropartite” bastarano a fâ front ae pierdite di imagjine che dal pont di viste turistic si varà di paiâ? Restant sul concret: cetancj gnûfs puescj di lavôr puartaraial in Cjargne chest dopleament de centrâl?

Dut câs la sensazion che si à su la piel e je chê che il sfrutament colonialist dal ambient e des risorsis naturâls cjargnelis al è cetant dûr di murî! Magari cussì no! (red).

(da: http://www.ladinsdalfriul.eu/ n. 1, zenâr 2010 )

venerdì 8 gennaio 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di D. Franzil




Riconoscimento riparatore


da: Messaggero Veneto — 07 gennaio 2010



Friulani, collaborate alla salvezza del nostro lago! Non permettete che scompaia a causa delle speculazioni private stimolate dalle centinaia di milioni di euro che lo Stato può regalare attraverso i certificati verdi ossia le sovvenzioni per gli impianti a energie rinnovabili. A Somplago, di Cavazzo, vi è una grossa centrale idroelettrica che capta l’acqua del lago di Verzegnis e la scarica nel lago dei Tre Comuni o di Cavazzo, sin dagli anni 50. Ha reso miliardi alla costruttrice Sade e per ultimo alla milanese Edipower. Questa, non contenta, vorrebbero potenziarla mediante il rimando dell’acqua al lago di Verzegnis nelle ore notturne, quando cioè la corrente costa poco perché meno richiesta. Il tutto avverrebbe, naturalmente, senza che alcuno si preoccupi minimamente né della gente né delle ricadute negative sull’ambiente, bensì ignorando anche i danni che l’impianto ha già provocato in più di mezzo secolo anche con l’appoggio di amministrazioni ottuse, disinformate, presuntuose e dispotiche. Il lago è stato biologicamente distrutto dal saliscendi del livello e dal deposito di una trentina di metri di fango portato attraverso la centrale. Prima era fiorente fonte di vita e sostentamento per la popolazione del circondario. Doveroso è un cenno storico su questa terra di emigranti: rassegnati, tenaci, fortemente radicati alle origini, che si sono fatti onore disperdendosi per l’Europa e non solo... La Grande guerra portò miseria nera e disgrazie. La seconda guerra mondiale uccise oltre cinquanta innocenti con l’eccidio di Avasinis, l’incendio di Interneppo e Bordano. Alesso fu bombardato vigliaccamente dagli inglesi poiché non vi erano più cosacchi! Seguì la pace che portò la devastazione della poca misera campagna di Alesso, con il passaggio dell’oleodotto e dell’autostrada. Naturalmente per il progresso dell’Italia. Il terremoto del ’76 aggiunse la sua parte a questa terra martoriata. Solo da questo disastro la gente ebbe un contributo; per tutto il resto, nessuno vide mai un quattrino! Orbene mi sorge una domanda: vogliamo solo parlare di democrazia e di equità, perché va di moda, oppure vogliamo averla veramente, praticarla e migliorarla? Allora, basta ipocrisia, sia dato a ognuno il suo. Per questo motivo invoco enti, uffici e autorità locali, regionali, nazionali e tutti i responsabili a non concedere mai l’esecuzione di opere d’interesse unilaterale e di anteporre sempre il bene per la comunità. Questo territorio ha già pagato a caro prezzo la storia e lo sviluppo economico italiano, ora ha diritto a un riconoscimento riparatore. La problematica insorta offre un’occasione da non mancare, poiché se è vero che abbiamo bisogno di energia, è anche giusto che tutti contribuiscano e non venga prodotta a danno di "pochi" per l’utile di molti, ossia dell’Edipower e degli italiani. Quindi è necessario che chi può provvedere provveda! A contributo di tutto ciò, ritengo che la soluzione tecnica di conciliazione per l’annosa diatriba lago-energia-ambiente possa essere la seguente: 1) Il lago deve ritornare tranquillo e naturale come un tempo; 2) occorre costruire una condotta stagna che porti l’acqua dalla centrale fin oltre l’emissario del lago; 3) bisogna realizzare una "vasca" opportuna, o bacino autonomo, nei pressi della centrale, senza travasi nel lago, adatta a far invertire il flusso idrico per rimandarlo a monte; 4) il bacino d’inversione, tutto artificiale o solo in parte, deve essere collegato con lo scarico a mezzo di una paratìa per regolare il deflusso a seconda delle necessità. Ritengo che sia questa una concreta soluzione di compromesso e non una fantasia, come qualcuno può malignare. Non ha alcun senso scaricare l’acqua nel lago, da cui se ne esce, è meglio accumulare l’acqua di riutilizzo delle ore di convenienza. Da questa riserva programmata, l’acqua può essere rimandata a monte o con l’energia di esubero, in certe ore, oppure con quella proveniente dall’esterno. Naturalmente l’operazione di riciclaggio conviene nelle ore di minor richiesta di energia e di notte, ossia quando la corrente costa meno. Si tratta di ottimizzare il funzionamento globale dell’impianto. La gente non si lasci incantare, prima sono da fare le opere a valle, poi quelle a monte. Occorre molta cautela! Soltanto in questo modo si può potenziare la centrale, ristabilire il livello delle acque, non inquinare e rigenerare l’ambiente. Di qui può rinascere la vita lacustre e ripartire il turismo. Realizzando queste opere tutta la valle potrà avere almeno un parziale risarcimento dei danni subiti in passato. Mi auguro che tutto ciò sia recepito, diversamente i nostri figli si ritroveranno un bel canale circondato da sabbie mobili al posto del lago. Dio voglia che ciò non succeda e si smuovano, invece, le coscienze al fine di operare nel miglior modo affinché questa terra possa rinascere non solo con giusto riconoscimento per la gente ma anche con la conseguente rivalutazione della democrazia.


Dino Franzil - Tarcento

giovedì 7 gennaio 2010

Dibattito sul Lago: attese nuove valutazioni tecniche




Trasaghis, sulla centrale il Comune aspetta le perizie

TRASAGHIS. «Se ci dovesse essere da parte di qualche tecnico qualificato un parere negativo in merito all’ampliamento della centrale di Somplago, il Comune di Trasaghis non darà il suo assenso al progetto». Parole di Augusto Picco, sindaco di Trasaghis che recentemente ha annunciato anche l’intenzione di indire una nuova assemblea pubblica che dovrebbe svolgersi ad Alesso verso fine mese. L’opera, lo ricordiamo, prevede l’installazione, nella già esistente centrale idroelettrica di Somplago, di due gruppi reversibili (per una potenza complessiva di circa 124 MW) e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km) in affiancamento a quella già esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il Lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. Nel frattempo l’amministrazione ha dato incarico a diversi tecnici, tra questi anche alcuni esperti dell’Università di Udine, di approfondire e studiare il progetto per esprimere in seguito un parere che sarà tenuto in considerazione. «Il Comune di Trasaghis – ha puntualizzato il sindaco – non ha mai avuto, sin dall’inizio, una posizione preconcetta ed è proprio per questo motivo che siamo intenzionati a sentire gli esperti. Le oltre 8 mila firme raccolte dal comitato per la difesa e lo sviluppo della Val del Lago, contrario al progetto presentato da Edipower, sono segno tangibile di un dialogo democratico che sta interessando il nostro territorio, ma la valutazione finale per la realizzazione o meno del progetto deve passare sopratutto attraverso la consultazione di tecnici ed esperti». Alcune perplessità in merito al progetto le aveva comunque espresse anche la Commissione Locale del Paesaggio che aveva evidenziato «la possibilità di un elevato aumento dell’erosione spondale a causa della variazioni di livello inserite nel progetto». Forti contrarietà rispetto ad alcuni aspetti ambientali sono stati evidenziati anche da Legambiente, mentre un secco “no” al progetto è arrivato dall'Ente Tutela Pesca.

Dario Venturini


venerdì 1 gennaio 2010

Ancora una volta, in piazza coi coscritti


Chissà cos'è che ancora una volta ti riporta in piazza, a mezzanotte del 31 dicembre, a far festa assieme ai coscritti? Sarà il commovente incedere degli ottantenni, o il fresco schiamazzo dei ventenni?

Fattosta che ogni volta ci si chiede cos'ha di speciale questa festa, perchè e come mai riesca a mantenersi viva e vitale, come riesca (senza pubblicità, ma con un fitto passaparola) a far arrivare ogni volta sempre più gente, i cui volti sono dapprima sconcertati, poi dubbiosi, infine presi dalla magia della not dai coscrits... e ogni volta ci si ritrova a dire "Fantats, tegnîla dura chesta fiesta, che a è una das rôbas che a dàn savôr al paîs"!