"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 30 aprile 2018

Mercoledì la commemorazione del 2 maggio di Avasinis

Il Comune di Trasaghis ha diffuso il programma della commemorazione del 73° anniversario dell’eccidio perpetrato nella Frazione di Avasinis il 2 Maggio 1945 da truppe nazifasciste in ritirata.

Programma per Mercoledì 2 Maggio 2018

ore 10.15 Centro Sociale: Raduno

ore 10.30, Chiesa Parrocchiale: Celebrazione Santa Messa

Seguirà, alle 11.30, presso il Cimitero Monumentale “Martiri 2 Maggio 1945” la Cerimonia Ufficiale con l’intervento di:
Augusto Picco, Sindaco di Trasaghis.
Adriana Geretto, Presidente Provinciale Ass. Nazionale Vittime Civili di Guerra.
L'Orazione ufficiale sarà tenuta da:

Lorenzo Cozianin dell’Anpi provinciale


Una sintesi della "Questione Avasinis", dalle prime fonti documentali al panorama delle testimonianze orali sino, alle ultime, recenti  ricerche di Stefano Di Giusto e Tommaso Chiussi (che, dopo aver pubblicato negli Stati Uniti il libro "Globocnick's men", presentano una sintesi dei loro studi mettendo assieme e confrontando, sulle pagine della rivista dell'Ifsl, tre eccidi nazifascisti: Forni di sotto, – Lipa- Avasinis: nuovi elementi su tre rappresaglie fasciste, in Storia contemporanea in Friuli, n.47, pp. 93-136),  è contenuta in un articolato testo di Laura Matelda Puppini appena pubblicato sulla Rete: http://www.nonsolocarnia.info/laura-matelda-puppini-avasinis-2-maggio-1945-e-fu-una-strage-di-vecchi-donne-bambini/ 


domenica 29 aprile 2018

Obiettivo su Bordano & Interneppo – 8 – Per la riscoperta di Aloisio Picco

Aloisio Picco: un letterato interneppano nel turbinio del Risorgimento

La ricerca di questo mese, più che definirla tale, la intenderei piuttosto come uno spunto da cui potrebbero partire ricerche vere e proprie, anche da altri studiosi. Anzi spero siano soprattutto altri a voler approfondire, in quanto la poesia non è proprio l’ambito letterario che mi è più affine come conoscenze teoriche. Sì perché è proprio di un poeta che stiamo parlando, ma questa volta non di mio nonno Ugo Rossi, bensì di un suo compaesano del secolo precedente, un misterioso ed irrequieto personaggio della prima metà dell’Ottocento: è l’archetipo del sanguigno patriota e letterato risorgimentale, è Aloisio Picco. L’entità delle informazioni biografiche rintracciate, inoltre, è del tutto insufficiente a disegnare un profilo anche soltanto sintetico, ma certamente rende almeno un’idea di quale inusualità risiedesse in questo nostro antenato. Basandomi soltanto sulle informazioni rintracciate in rete, ho potuto in primis accorgermi di una vera e propria contraddizione nella sua condizione umana, ossia il fatto di essere un talentuoso scrittore, e per questo anche collaboratore per alcuni periodici, ma anche di vivere in uno stato decisamente miserrimo, che poi rifletteva quello dei villaggi pedemontani dell’epoca come Interneppo. Il contemporaneo giornalista e studioso della Filologica Friulana Elio Varutti così infatti lo descrive: “Puar tant che il pedoli. Al veve «parfin li scarpis rotis», ma al jere plen di braure”. Il contesto storico in cui si ritrovava immerso era quello dei grandi moti del 1848, in pieno Risorgimento, e il fervore che ubriacava gli animi dei giovani italiani era massimo anche tra gli intellettuali e militanti friulani. Picco, carbonaro com’era, rientrava in questa cerchia, tanto che si trovò a far parte della prima redazione del foglio periodico di stampo patriottico “Il Friuli”, che uscì per la prima volta il 2 novembre 1848, firmato dal suo amico Camillo Giussani. Il momento era cruciale per l’immediato futuro di un possibile primo embrione di Italia libera e unita, in quanto è vero che Custoza si era già abbattuta da alcuni mesi sul sabaudo Carlo Alberto, provocando il primo grande stop alla sua campagna, ma Novara, ossia la resa dei conti a favore di Radetzky, sarebbe arrivata solo nella primavera dell’anno successivo. Oltre a Picco e Giussani, molti altri erano i carbonari in redazione: Giovanni Turchi, Luigi Gabriele Pecile, Pier Viviano Zecchini, Guglielmo Rinoldi, Jacopo Zambelli. Per un giornale dal titolo tanto semplice quanto identitario, la sede poteva essere soltanto Udine; infatti l’ufficio si collocava nella Cartoleria Trombetti-Murero, in Contrada San Tommaso, attuale Via Cavour e quindi in pieno centro ed anzi a pochi metri dalla sede del Comune. Non possiamo sapere se Picco fosse pienamente soddisfatto dell’attività del giornale, in quanto la vena chiaramente patriottica veniva in un certo senso sterilizzata da uno stile asettico e neutrale, assolutamente non schierato e che poggiava i suoi pilastri non nel sentimento e nella passione, di cui un convinto carbonaro romantico come il nostro Aloisio si caricava, ma nella ragione. Quasi una sorta di impostazione post-illuministica e pre-positivistica, il Risorgimento raccontato razionalmente e senza sbavature passionali. Questo duplice aspetto, patria e ragione, è molto ben individuabile nella presentazione che la redazione stessa propose ai lettori in primissima pagina nella prima uscita del foglio. Dopo aver infatti messo in guardia e ricordato i danni che l’enfasi di un giornalismo partigiano già aveva provocato in Europa, si dice questo: “La parola non sia dunque strumento né del dispotismo, né dell’anarchia. Nello stato intermedio solamente, dove regna la Ragione, vi ha il mezzo di continuare ad effettuare l’opera della civiltà universale. E la parola che viene indirizzata al popolo dal Giornalismo sia sempre l’ingenua espressione della Ragione; altrimenti gli inganni sarebbero mille e mille”. È anche chiarito il motivo dell’indisponibilità a trattare di idee politiche: “Ma della polita pratica propriamente poco potremo dire, perché un Giornale di una Città di Provincia non deve avere un colore suo proprio: quest’è un vocabolo del linguaggio delle passioni estreme”. Ma “Le colonne del nostro Foglio periodico riporteranno scritti di que’ valenti uomini che onorano co’ loro studi questa patria”. Questo periodico durerà quattro anni, fino al 1851. 
Per quanto riguarda invece le sue opere poetiche, ho scovato, tramite ricerca in internet del suo nome (che in vero si ritrova maggiormente nella versione “Aloisio Pico”, con una sola “c”), alcuni testi anche molto differenti tra loro per tema e lunghezza, ma accomunati da una energia a tratti stemperata da una profonda malinconia. In questo caso la fonte è di parecchio posteriore alla sua morte, e si parla di un altro giornale friulano, “Pagine Friulane”, “periodico mensile di storia, letteratura e volk-lore friulani”. I testi riferibili ad Aloisio su cui mi sono concentrato sono cinque, anche se se ne trovano di più, e appartengono alle seguenti uscite: 15 aprile 1888, 22 luglio 1888, 17 febbraio 1889, 26 aprile 1891, 18 dicembre 1892. Gli screen di un paio di questi testi, direttamente dai fogli delle “Pagine Friulane”, sono presenti qua come foto. 
Il primo è una toccante ballata di 15 quartine in rima baciata, si intitola “Rosella”; come tutti gli altri (meno il penultimo) non è datata ma pare essere dedicata alla sorella del poeta, Rosella appunto, da questi vegliata in quanto non più facente parte del mondo dei vivi. 
Il secondo invece è una poesiola, un sonetto per la precisione, e quindi composto da due quartine e due terzine: le quartine sono a rima alternata, mentre le terzine si presentano CDC – DEE. È intitolato “Napoleone al passo del “San Bernardo”. Pare un’ode alla calata di Napoleone nella Repubblica di Venezia, che conobbe proprio a causa sua la fine. Non sarebbe affatto strano questo entusiasmo nei confronti del portatore dei principi della Rivoluzione Francese in una terra, il Friuli, che ancora a fine Settecento era soggiogata all’Ancien Régime, ormai corrotto e decadente, dei Dogi. D’altra parte, come sappiamo, il Risorgimento altro non fu che il “primogenito” della Rivoluzione, nato per combattere la Restaurazione. 

Come terza composizione, abbiamo una poesia in otto strofe di sei versi, “Il cuore umano”. In essa Aloisio non solo esalta le virtù di quest’organo umano, cui attribuisce facoltà che oggi sappiamo essere di esclusivo esercizio del cervello, ma anche si preoccupa del suo destino, chiedendogli, per esempio, a un certo punto se Dio lo risveglierà alla fine dei tempi. In questo l’autore pare proprio figlio del Romanticismo, che esaltava il valore dell’emozione profonda nell’esistenza umana. Probabilmente quelle preoccupazioni di fine ingloriosa del cuore erano rivolte anche al suo, che ancora batteva pieno di entusiasmo per gli ideali risorgimentali. 
L’ultimo testo (il quarto lo cito successivamente), che essendo più lungo degli altri non riporterò in foto ma che invito a leggere direttamente nella fonte, andrebbe meglio analizzato e mi limito a segnalarlo. Si chiama “Il notomico ed il cadavero ovvero la sapienza divina ed umana”. In pratica in strofe è riportato un ipotetico dialogo tra lo spirito che abitava il corpo di una giovane, morta di crepacuore per la scomparsa del suo amato, e un medico che sta per sezionare il cadavere. Prima che il medico possa cominciare, lo spirito anima l’immobile bocca del corpo e dice che non gradisce la violazione delle sue carni. Il medico, avendo a che fare con un’entità ultraterrena, la interroga sul destino dell’anima, ed essa gli dice che risponderà alle sue domande a patto che non proceda con l’operazione. Un dialogo serrato e non privo di tensioni porta il saccente medico a chiedere ripetutamente “Cos’è Dio?”, ma senza ricevere la risposta che si attendeva. È appunto l’impossibilità da parte della sapienza umana di poter interagire con quella divina, corrono su due filoni separati, non ci comprendono. Per concludere, sarebbe da ricordare anche la collaborazione di Aloisio con un periodico veneziano assai valido per la trattazione di temi musicali e teatrali. Era “Il Gondoliere”, che iniziò ad uscire il 6 luglio 1833 su impulso dell’editore e tipografo Paolo Lampato e che era figlio di un’altra rivista, dell’anno precedente ed avviata dallo stesso personaggio, “La moda”, in cui già si pubblicavano, oltre che articoli di moda, anche testi di letteratura colta, poesia e racconti. Nel ’34 a Lampato subentrò Luigi Arminio Carrer, il quale relegò la moda in secondo piano per dare più spazio a storia e letteratura. Già dall'inizio esisteva una rubrica, “Teatri”, dedicata alle attività teatrali veneziane e venete in generale, ma dal ’34 il suo ampliamento, il passaggio della rivista dal formato piccolo a quello grande e l’aumento del numero di uscite (da settimanali a bisettimanali) incrementarono gli articoli su temi musicali, ed i contributi arrivavano da letterati non solo veneti ma anche di altre parti d’Italia. Alcuni rimanevano anonimi, altri si firmavano con acronimi, altri col vero nome, altri ancora con pseudonimi, e tra questi vi era il nostro interneppano. Si firmava infatti “Aloisio Pico da Interneppo”. Si ricorda il suo carme “In morte del sommo violinista Nicolò Paganini”, uscito il 23 novembre 1844. La rivista fece uscire il suo ultimo numero il 16 febbraio 1848, proprio l’anno in cui fu fondato “Il Friuli”. 
E qui menziono anche l’ultima opera che ho reperito, l’unica datata tra le cinque presenti in “Pagine Friulane”. Si tratta sempre di un carme, e l’ho lasciato alla fine perché anche questo è dedicato, come il precedente, a un grande artista all’epoca recentemente scomparso, il pittore udinese Odorico Politi. “Al sommo pittore Odorico Politi” è datato 10 dicembre 1846. Come avrete ben capito, Aloisio non parlava della sua terra, non la menzionava tra le righe, la sua produzione appartenne culturalmente a un ambiente decisamente cosmopolita, come infondo è quello dell’arte in tutte le sue forme. Probabilmente anche per questo se n’è persa la memoria da noi, tanto che nessuna sua opera rientra nella “Raccolta di poesie della Valle del Lago e dintorni”, curata da Ugo Rossi ed edita nel 1975. In essa infatti i testi riguardano proprio questo ambito geografico, non spaziano su altro. Non ho avuto altrettanta fortuna nel trovare la data di morte di Aloisio, che infatti mi rimane ignota (sarebbe da cercare negli archivi), ma sicuramente doveva essersi inserita sempre in questi tumultuosi anni ’40 dell’Ottocento o a cavallo coi ’50. Proprio grazie alla ricerca di Elio Varutti sulla storia dei suicidi in Friuli, possiamo almeno intanto sapere che morì per sua stessa mano. Varutti infatti, all’inizio del capitolo “Il suicidi romantic tal Risorgiment”, esordisce con “Isal pussibil di taiâsi il cuel pe miserie e pe patrie taliane?”. Riporto per intero la breve parte in cui si parla dei motivi e delle modalità del suo gesto. L’autore a sua volta ha attinto dai testi di tali Bono (1888) e Pilosio (1955): “Aliosio Picco nol à resistît ae so situazion politiche e economiche. Cheste ultime e jere veramentri grivie. Lis cronachis a disin che «al si jere seade la gole cuntun rasôr in Cjase Berretta, indulà che al jere ospitât, e somee par caritât…»”. Anche in questo caso non si precisa il paese, di certo non Interneppo e nemmeno Bordano. Se siamo in Friuli, potrebbe trattarsi della villa nobiliare di Lauzacco, a sud di Udine e oggi in Comune di Pavia di Udine, ma quella “r” di troppo non mi convince; potrebbe essere stato in Veneto. Senza la pretesa di dare alcun giudizio ulteriore, vista appunto la scarsa documentazione reperibile in rete di cui mi sono servito, c’è da dire che la sua tragica fine infondo collima con una vita che pare sia stata all’insegna di una continua e tormentata ricerca di quei valori che potessero riscattare la sua terra e l’animo dell’uomo. Lancio dunque un appello affinché la figura di questo dimenticato patriota e letterato locale, straordinariamente colto per l’ambiente comunitario da cui proveniva (nei suoi scritti ho trovato riferimenti a Dante e Manzoni), possa venir scandagliata con miglior efficacia e perizia di quanto la grezza ricerca di un semplice appassionato di storia locale come me possa fare.
                                                                                                                                     Enrico Rossi

Fonti principali:

  • Ricerca “Il suicidi dai furlans”, Elio Varutti, 2009
  • Ricerca “La musica nei periodici veneziani della seconda metà del Settecento e dell’Ottocento”, Maria Girardi (non datata)
  • Numeri de “Pagine Friulane” e de “Il Friuli” già menzionati nel testo


sabato 28 aprile 2018

I candidati e il Lago: bilancio dell'iniziativa

Da più di otto anni il Blog "Alesso e Dintorni"  offre spazi informativi e possibilità di discussione attorno alle problematiche che interessano la Valle del Lago (Comuni di Bordano, Cavazzo e Trasaghis).

Avvicinandosi la data della consultazione elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale è stato chiesto ai candidati nella Circoscrizione di Tolmezzo (quando è stato possibile contattarli tramite email o pagina facebook) di rispondere a una domanda sulle principali tematiche che riguardano la Valle del Lago, chiedendo di esprimere un parere sugli scenari che si pongono dopo che la Regione, nell’art. 11 della L.R. 6 febbraio 2018 n.3  ha previsto l’indizione di un concorso internazionale di idee per individuare le azioni di mitigazione dei danni provocati dalle immissioni di acqua fredda e fangosa nel lago, al fine di consentirne la rinaturalizzazione e la conseguente valorizzazione ambientale e turistica. Ai candidati è stato chiesto anche di dichiarare la eventuale propria disponibilità, qualora eletti, a “interessarsi alle problematiche per la salvaguardia del Lago di Cavazzo / Tre Comuni”.

Alla raccolta di pareri hanno risposto Erica Gonano e Sandro Venturini del Partito Democratico, Barbara Zilli, Luca Boschetti  e Stefano Mazzolini della Lega, Paolo Urbani di Forza Italia, Sergio Buzzi di Autonomia Responsabile, Claudia Di Lenardo del Movimento 5 Stelle, Olga Passera e Domenico Romano (oltre al segretario Massimo Moretuzzo) del Patto per l’Autonomia. Altri candidati, pur avendo preannunciato un intervento sul tema, non hanno dato seguito alla promessa.

Si è trattato quindi di un dibattito a più voci, anche se solo attraverso un confronto sul web, ma significativo per continuare a porre l’attenzione sulle problematiche del più vasto lago naturale della Regione.
Le pagine sono state molto seguite (nella colonna di destra si può trovare anche l’indicatore di quali interventi abbiano suscitato maggiore interesse) anche se, a onor del vero, non hanno innescato molti commenti.
Si è trattato comunque di una iniziativa significativa della quale, necessariamente, si dovrà tener conto nel disegno delle prossime “politiche” sul e per il Lago.

                                                                                                            A&D


venerdì 27 aprile 2018

I candidati e il Lago - XI - Stefano Mazzolini

L'undicesima  risposta alla richiesta del Blog rivolta ai Candidati al Consiglio Regionale per conoscere l'opinione sulla situazione  del Lago e la disponibilità a contribuire alla soluzione delle diverse problematiche, viene da Stefano Mazzolini, candidato alla carica di Consigliere per  la Lega.

Lago dei Tre Comuni: una risorsa dimenticata.
Negli ultimi anni la Regione ha trascurato, sia economicamente sia dal punto di vista ambientale, una risorsa importante come il Lago dei Tre Comuni; otre a essere oggetto di discussioni e studi tecnici approfonditi, condotti con l’appoggio simultaneo di Comitati ed amministrazioni locali ma non della Regione, il Lago dev’essere tutelato e rinaturato mediante progetti seri e condivisi che nascano e vengano seguiti dall’Amministrazione regionale.
Personalmente ritengo fondamentale l’attività svolta dai comitati e da privati cittadini, e se sarò eletto in Consiglio regionale sarà mia cura sostenere la proposta di un concorso di idee per la valorizzazione e rinaturalizzazione del lago, che si basi su un’analisi di fattibilità e sostenibilità economico- ambientale.
Affinché il Lago sia tutelato è necessario che tutti i cittadini lo possano conoscere, frequentare e usufruiscano dei servizi a esso collegati: dal punto di vista turistico, quindi, è necessario che i percorsi sia ciclistici sia pedonali che circondano il Lago vengano resi fruibili, mediante ad esempio il collegamento con la Ciclovia Alpe Adria, ma soprattutto che vengano mantenuti in maniera ottimale.  Non deve necessariamente trattarsi di un progetto ambizioso e dispendioso, quanto piuttosto di un progetto realizzabile nell’immediato e che possa principalmente sposarsi con la valorizzazione del territorio e con le aspettative della popolazione. Puntare sul turismo sportivo (penso alla canoa e agli sport che possono essere praticati sull’acqua) garantisce il rispetto dell’ambiente ed al contempo ha impatti positivi sulle attività locali: bar, ristoranti, campeggi ed altre strutture ricettive, che andranno coinvolti in prima persona e sostenuti sia finanziariamente sia logisticamente.
                                                                          Stefano Mazzolini




Come sempre, ai lettori è rivolto l'invito a intervenire e commentare.

giovedì 26 aprile 2018

Stasera un incontro sul futuro del Lago

Questa sera le tematiche sul futuro del Lago verranno affrontate in un incontro con Franceschino Barazzutti e con Domenico Romano, candidato alle regionali per il Patto per l'Autonomia.
L'incontro avrà luogo ad Alesso presso la pizzeria "Da Lodo" alle 20.


Lago, Bordano e Trasaghis favorevoli al concorso per il by-pass (II)

Anche il "Messaggero Veneto" di ieri ha dato notizia del parere favorevole dei sindaci di Bordano e Cavazzo all'indizione di un concorso internazionale per studiare le possibilità di dare realizzazione al by-pass per portare fuori dal Lago le acque fredde scaricate dalla centrale.


Nell'articolo non c'è una parola sulle attestazioni di contrarietà espresse in merito dalla Amministrazione comunale di Cavazzo. Non è però una omissione dell'articolista, giacché il comunicato diramato dai sindaci di Bordano e Trasaghis è esso stesso "felpato", evita di esprimersi criticamente, sottolineando però, per chi vuol capire, che "è necessario l'impegno di tutti", che serve "un supporto scientifico di alto profilo" che non si può "sfruttare il nostro lago solo per un mero ritorno economico".
Si auspica quindi di conoscere una presa di posizione ufficiale del Comune di Cavazzo in merito.
Poi, speriamo, sarà la volta di tornare a parlare assieme e confrontarsi.
(A&D)

mercoledì 25 aprile 2018

Avasinis, il nuovo centro polifunzionale

Nei giorni scorsi è stato inaugurato al Avasinis il nuovo centro polifunzionale ottenuto nell'ex edificio della latteria grazie all'intervento della Pro Loco che vi ha investito i fondi raccolti durante le feste del lampone e del mirtillo per ottenere "il museo dell'arte casearia" e il "centro polifunzionale".
I momenti principali della inaugurazione in una carrellata fotografica dalla pagina fb della Pro loco "Amici di Avasinis":

La benedizione della struttura da parte di don Giulio

L'intervento del Presidente del Consiglio regionale Iacop

Parte del pubblico intervenuto

Il "museo dell'arte casearia"

L'esterno dell'edificio ristrutturato


Nel dare l'annuncio della inaugurazione, il "Messaggero Veneto" ha aggiunto una anticipazione: "l'attuale Presidente Giovanni Rodaro ha già comunicato che non si ricandiderà a maggio quando terminerà il suo attuale impegno: in paese c'è chi non esclude che il prossimo anno si proponga come candidato sindaco di Trasaghis".
Molto probabilmente, è una notizia di cui si riparlerà.

martedì 24 aprile 2018

Lago, Bordano e Trasaghis favorevoli al concorso per il by-pass

Proprio ieri si ribadiva sul Blog il desiderio di conoscere la posizione delle Amministrazioni comunali di Bordano e Trasaghis in merito al concorso di idee per valutare la possibilità di realizzare il by pass nel lago, dopo la contrarietà espressa dal Comune di Cavazzo. Ebbene, è stata diramata una nota congiunta che conferma la positività dell'idea di trovare valutazioni tecniche all'ipotesi del by-pass. Le cose, dunque, cominciano a chiarirsi.
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Lago di Cavazzo, i sindaci di Bordano e Trasaghis dicono sì al concorso di idee 


I sindaci di Bordano Ivana Bellina e Trasaghis Augusto Picco intervengono in merito al riacutizzarsi dello scontro relativo al Lago di Cavazzo.
“Riteniamo che la Regione, grazie all’impegno bipartisan di molti consiglieri regionali e dell’impegno dell’Assessore Sara Vito, insieme agli uffici regionali, abbia fatto bene ad indire un concorso di idee, finanziandolo con 50000,00 euro, con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del Lago dei Tre Comuni e di garantirne la fruibilità, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque – affermano i due primi cittadini -. Vi sono in ciò solo elementi positivi, con la volontà di trovare soluzioni di alto profilo e di carattere internazionale per il recupero del lago sia dal punto di vista ambientale che turistico, due aspetti che non possono derogare l’uno dall’altro, non essendoci la volontà da parte nostra di sfruttare il nostro splendido lago solo per un mero ritorno economico”.
“E’ pertanto necessario che l’impegno di tutti, Enti, Associazioni, Comitati, cittadini ed aziende coinvolte, sia rivolto unitariamente a far si che si possa realizzare un progetto di recupero e rinaturalizzazione da un lato e di sviluppo turistico dall’altro – proseguono Bellina e Picco – . Non vi sono, a nostro avviso, in considerazione della caratteristica molto tecnica di quanto viene discusso, ovvero il  by-pass, elementi per ritenere che un tipo di progetto piuttosto che un altro possano essere ritenuti validi o meno da un’amministrazione comunale senza un supporto scientifico di alto profilo. Pertanto il concorso di idee è certamente la soluzione appropriata”.
Ci auguriamo quindi – concludono i sindaci di Bordano e Trasaghis – che si possa addivenire a soluzioni condivise per il bene del nostro territorio senza alcuna preclusione, con la speranza che sia venuto il momento di una forte condivisione di intenti che impegni tutti verso un risultato rapido e definitivo”.

Ai lettori del Blog: ce pensàiso?

domenica 22 aprile 2018

Lago, il Comune di Cavazzo contrario all'ipotesi by-pass? (III)

Lago di Cavazzo, nuovo scontro sul by-pass


Si riapre lo scontro sul futuro del Lago di Cavazzo. La legge Regionale 6 febbraio 2018 n.3 all’art. 11 (Disposizioni per il recupero della naturalità del lago dei tre Comuni) prevede: “Al fine di recuperare le condizioni di naturalità del Lago dei Tre Comuni e di garantirne la fruibilità, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, l’Amministrazione regionale, anche mediante l’applicazione dell’ articolo 12 della legge regionale 11/2015 , è autorizzata, anche in delegazione amministrativa alle UTI competenti per territorio o al Comune capofila, a indire un concorso di idee, mediante le procedure previste dalla normativa di settore, per la predisposizione di un documento che contenga una valutazione di fattibilità di possibili azioni di mitigazione, anche finalizzato alla rinaturalizzazione e valorizzazione ambientale e turistica, comprensiva di una valutazione costi/benefici delle possibili alternative agli usi specifici esistenti”.
Per dare attuazione a tale concorso di idee, la cui elaborazione e gestione è stata dai Comuni affidata all’UTI Gemonese, il 5 aprile scorso presso la sede udinese della Regione si è svolta una riunione su invito dell’assessore all’ambiente ed energia Sara Vito esteso ai sindaci di Bordano, Cavazzo Carnico, Trasaghis, al presidente dell’UTI, al consigliere regionale Revelant e a Franceschino Barazzutti.
In tale sede il Comune di Cavazzo Carnico, rappresentato dal sindaco Borghi e dal vicesindaco Iuri, si è espresso contro il progetto del canale di “by-pass”,  ipotizzato all’interno del Piano regionale di Tutela delle Acque come soluzione “per mitigare l’impatto dello scarico della centrale di Somplago sul lago con lo scopo di recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e di garantirne la fruibilità”.
Per l’amministrazione comunale l’equilibrio del lago c’è già, il progetto del by-pass lo turberebbe mentre è la centrale che consente di poter utilizzare le sponde. Si tratterebbe di un progetto faraonico che nessuno finanzierebbe, ha fatto sapere il sindaco Borghi e l’obiettivo invece è quello di ottenere risorse per promuovere turisticamente la valle.
Diversa invece la posizione dei Comitati, i quali ricordando che “la centrale idroelettrica di Somplago, entrata in funzione negli anni ’50, ha profondamente sconvolto il lago abbassandone il livello, riducendone la  superficie, mutandone il contorno, scaricandovi le acque gelide e portatrici di fango derivate dai corsi d’acqua
della Carnia” ricorda quanto scriveva nel proprio studio l’ingegner Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi di Bordano, Cavazzo Carnico, Trasaghis, dal Consorzio BIM e dalle Comunità Montane della Carnia e del Gemonese Canal del Ferro Valcanale di una “Perizia di valutazione del progetto Edipower” datata 28 gennaio 2011: “considerando la situazione attuale con gli impianti esistenti, si avrà che il Lago di Cavazzo presumibilmente tra 110 anni sarà riempito”. L’ing. Dino Franzil nel suo studio “Lago, Energia, Ambiente” del marzo 2012 a pagina 27 così scriveva: “sulla base delle valutazioni precedenti con l’apporto di fango dell’attuale centrale gli anni tecnici di esistenza del Lago sono: 105,4 anni”. Le ricerche condotte recentemente dall’Istituto di Scienze Marine (ISMAR) del CNR confermano che il fondale è ridotto a una lunare distesa di fango accumulato con notevoli spessori variabili a seconda delle correnti”.


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Son diversi giorni che la notizia circola: sulla rete, sulla stampa, attraverso i volantini dei Comitati.
Reazioni: nessuna, in nessun senso, in nessun modo. 
Anche questo è un elemento che può forse fare preoccupare.
A&D

sabato 21 aprile 2018

I candidati e il Lago - X - Sergio Buzzi


La decima  risposta alla richiesta del Blog rivolta ai Candidati al Consiglio Regionale per conoscere l'opinione sulla situazione  del Lago e la disponibilità a contribuire alla soluzione delle diverse problematiche, viene da Sergio Buzzi, candidato alla carica di Consigliere per  Autonomia Responsabile.

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Mi scuso per il tempo trascorso dalla richiesta del Blog, ma ritengo che, soprattutto su tematiche così importanti, sia  sempre bene approfondire.
Come sapete sono candidato nelle file di Autonomia Responsabile, movimento che già in passato si era interessato alla vicenda intervenendo più volte sulla stampa, con Ordini del giorno ed emendamenti in consiglio regionale a prima firma del consigliere Roberto Revelant, sia per ridare un ruolo da protagonista alla Regione in materia di idroelettrico sia per rilanciare e valorizzare il territorio della Val del Lago, ottenendo solo a fine legislatura l’importante risultato già richiesto 4 anni prima, di indire un concorso di idee internazionale che possa servire ad individuare le soluzioni più opportune per risolvere diverse criticità e per individuare le soluzioni per lo sviluppo anche economico del contesto.
Auspichiamo che i rilievi dell’ISMAR diano quanto prima un esito sullo stato di salute del lago a 60 anni dalla realizzazione della centrale. Elementi indispensabile per comprendere in quale direzione procedere e necessari per individuare eventualmente quali possano essere le soluzioni più appropriate per risolvere alcune criticità evidenziate dai comitati. Il piano di tutela delle acque prevede di valutare la possibile realizzazione di un bypass per la rinaturalizzazione del lago; il concorso internazionale potrebbe invece proporci soluzioni alternative, o diversamente confermarci che questa possa essere l’unica soluzione, se necessaria.
E’ chiaro che sia il concorso di idee sia la visione debba avere un approccio più lungimirante per questa straordinaria risorsa naturalistica, legato da una parte allo sviluppo della Valle del Lago ma allo stesso tempo a dare risposte anche alle esigenze del settore agricolo, che ha individuato nello scarico del canale Sade una fonte di approvvigionamento per garantire un ulteriore apporto d’acqua che riesca a dare risposta alle emergenze siccità che provoca notevoli danni al settore ed all’economia regionale. Tale intervento favorirebbe, di riflesso, un maggior deflusso minimo vitale alla presa di Ospedaletto, consentendo anche al fiume Tagliamento di ridurre notevolmente i rischi di secca che quasi annualmente si verificano.
Solo un opera che dia risposte a più settori potrà garantirsi anche i finanziamenti necessari alla sua realizzazione, siano essi di natura regionale, nazionale ma anche europea.

distinti saluti
Sergio Buzzi
Candidato di Autonomia Responsabile 



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Come sempre, i lettori sono invitati a intervenire con osservazioni e commenti.

Lago, il Comune di Cavazzo contrario all'ipotesi by-pass? (II)

Via il fango dal lago ma il Comune dice no

L’opera serve per deviare gli scarichi. Il sindaco: prima lo sviluppo della valle I Comitati: l’ente finge di non sapere che il bacino c’era prima della centrale

venerdì 20 aprile 2018

I candidati e il Lago - IX- Paolo Urbani

I candidati e il Lago - IX- Paolo Urbani

La nona  risposta alla richiesta del Blog rivolta ai Candidati al Consiglio Regionale per conoscere l'opinione sulla situazione  del Lago e la disponibilità a contribuire alla soluzione delle diverse problematiche, viene da Paolo Urbani, candidato alla carica di Consigliere per  Forza Italia.
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Nel mio ruolo di sindaco [di Gemona] ho sempre cercato di promuovere e valorizzare la salvaguardia dei nostri territori, a partire dai luoghi simbolo come il Lago di Cavazzo o Lago dei Tre Comuni.

È in quest’ottica che, grazie alla collaborazione con la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Udine, è nato il progetto “Sportland - La natura del benestare”, che ha avuto la capacità di unire oltre venti Comuni coniugando il potenziale turistico e paesaggistico delle nostre comunità con la necessità di sensibilizzare i cittadini e soprattuto i nostri ragazzi all’adozione di uno stile di vita sano. Ed è in questa stessa direzione che si inserisce il percorso di rinaturalizzazione del Lago, dalla cui riuscita dipende non solo il futuro del bacino ma anche quello dei comuni limitrofi. 

Oggi è importante che ciò che è stato costruito in questi anni non venga solo difeso ma ampliato e rafforzato costantemente nei suoi effetti positivi e virtuosi per tutto il territorio. 

Il Lago è già diventato punto di riferimento e fulcro strategico per il progetto “Sportland” grazie alla sua posizione centrale e alle sue straordinarie potenzialità naturalistiche e oggi può e deve rientrare in un disegno ancora più ampio, riguardante non solo il nostro comprensorio ma l’intera Regione.

Il rilancio della montagna e dell’intero Friuli Venezia Giulia passa inevitabilmente dalla sintesi tra la promozione delle nostre tradizioni e specialità enogastronomiche e il potenziamento a livello internazionale della capacità di attrazione turistica, legata alla valorizzazione delle meraviglie paesaggistiche di cui il Lago di Cavazzo è uno dei simboli.
                                                                                                   Paolo Urbani


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Come sempre, i lettori sono invitati a intervenire con osservazioni e commenti.

giovedì 19 aprile 2018

I candidati e il Lago - VIII - Domenico Romano

L'ottava risposta alla richiesta del Blog rivolta ai Candidati al Consiglio Regionale per conoscere l'opinione sulla situazione  del Lago e la disponibilità a contribuire alla soluzione delle diverse problematiche, viene da Domenico Romano, candidato alla carica di Consigliere per il Patto per l'Autonomia.
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Rispondo volentieri alla vostra richiesta a proposito della problematica del lago di Cavazzo, precisando che il mio pensiero parte da molto lontano e cioè dal giorno in cui, in seno al direttivo Bim Tagliamento, abbiamo trovato le risorse per finanziare lo studio realizzato nel 2010 dall’ing. Franco Garzon e del quale condivido il contenuto. Pertanto la problematica è da me molto sentita e mi auguro di potermene occupare più approfonditamente in Consiglio Regionale, qualora eletto, ponendo una forte attenzione all’iter previsto dal Piano regionale delle Acque e conseguentemente alla formulazione del bando per il concorso di idee per la valutazione di fattibilità del bypass. E’ interesse di tutti rinaturalizzare il lago di Cavazzo e riportarlo a com’era prima della costruzione degli impianti di derivazione.
Intendo inoltre approfondire la tematica relativa al rinnovo delle grandi concessioni di derivazione che già ho avuto modo di trattare in Giunta nazionale di Federbim, di cui sono membro. Va detto che la Regione Autonoma Friuli – Venezia Giulia dovrebbe occuparsi della gestione diretta della risorsa idrica, considerando l’opportunità di chiedere una modifica allo Statuto di Autonomia – vedi Legge 27 12 2017 n. 205, art. 1, comma 233 della Provincia Autonoma di Trento – al fine di giungere ad una gestione diretta, con l’istituzione di una società pubblica regionale, che possa occuparsi dei bandi per il rinnovo delle grandi concessioni. Pertanto addivenire ad un modello di sviluppo e di una nuova strategia di gestione dell’idroelettrico che tenga conto non solo delle ricadute economiche delle produzioni energetiche ma anche di un controllo diretto sull’ambiente, correggendo i noti difetti che tanto condizionano l’ecosistema montano, senza dimenticare il potenziale turistico di tutti i nostri bacini, che vanno valorizzati in forma più sostenibile e virtuosa a vantaggio delle popolazioni locali.


                                                                            arch. Domenico Romano


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