"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

mercoledì 29 febbraio 2012

Al Centro Servizi di Alesso la mostra "La casa da sfogliare"

Una mostra di gioco-libri per l'infanzia in una casa dove al posto del latte nel frigo c’è un libro tutto bianco. Sotto il letto, invece della polvere, raccolte di fiabe. Nel bagno, al posto di morbidi asciugamani, tante storie colorate. È “La casa da sfogliare”, la mostra di libri dedicati all’infanzia, ideata e realizzata dall’associazione culturale “0432”  in collaborazione con la libreria “Pecora nera”  e il Servizio Sociale dei Comuni. Un luogo dove imparare, giocando, che i libri sono importanti per crescere, fonte inesauribile di scoperte, emozioni, incontri. L’iniziativa si inserisce nel progetto “Nati per leggere” e si propone come obiettivo principale quello di avvicinare i bambini alla lettura e offrire spunti bibliografici ai genitori e a quanti si occupano di educazione (bibliotecari, insegnanti, animatori, referenti di servizi educativi, ecc).
La “Casa da sfogliare”, dopo essere stata visitata da diverse scolaresche,  sarà aperta al pubblico nella sala del Centro Servizi di Alesso  VENERDI' 2 MARZO e VENERDI' 9 MARZO dalle 17 alle 19. L'8 MARZO, inoltre, sempre dalle 17 alle 19, saranno presentate ATTIVITA' di NARRAZIONE, proposte dalle animatrici della Associazione culturale "0432"  per bambini e bambine dai 4 ai 10 anni (accompagnati da genitori o nonni).

martedì 28 febbraio 2012

Autostrada Belluno-Amaro. Si riapre la discussione

Alcune prese di posizione da parte di politici cadorini hanno suscitato la ferma reazione del movimento "Pas - Per Altre Strade". L'argomento (ripreso dal sito "Alto Friuli") è ancora quello della possibile realizzazione di un collegamento autostradale tra il Cadore e la Carnia.


Collegamento Carnia-Cadore,
la storia si riapre

Dopo l'ok del Governo al Via per il prolungamento dell'Autostrada A27 dell'Alemagna, il comitato Pas Dolomiti ritorna ad interrogarsi sull'effettiva utilità dell'opera che nella sua fase terminale ipotizza anche il raccordo con l'A23 attraverso la Val Tagliamento.Collegamento Carnia-Cadore, 
la storia si riapre
La Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente ha espresso parere favorevole al prolungamento della A27 - Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore. A renderlo noto nei giorni scorsi il presidente dei deputati della Lega Nord Gianpaolo Dozzo e i deputati leghisti Guido Dussin e Franco Gidoni, che con una recente interrogazione a risposta immediata hanno sollecitato il Governo ad una celere approvazione del progetto preliminare del primo tronco del prolungamento della A27.

«La realizzazione del prolungamento della A27 «Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore» - spiegano Dozzo, Dussin e Gidoni - è importantissima per la regione Veneto, in quanto l'opera è vista come un grande passo del Veneto e del bellunese verso l'Europa. L'opera non solo si presenta funzionale sia per il collegamento con l'Austria, in prosecuzione verso nord con la viabilità ordinaria, sia per il collegamento con la A23, in prosecuzione verso est con la futura bretella, ma è anche funzionale per il Cadore. Del resto - proseguono i deputati del Carroccio - il prolungamento della A27 rappresenta un supporto indispensabile per l'industria bellunese e veneta, ed è una soluzione improcrastinabile per porre fine alle lunghe code che si formano sulla strada statale 51 in certi periodi dell'anno, a causa dell'attuale troncatura dell'autostrada».

«Ora che la Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente si è espressa favorevolmente - concludono i parlamentari leghisti - ci auguriamo che il ministero delle Infrastrutture proceda nel più breve tempo possibile alla conclusione dell'istruttoria in modo che il Cipe possa approvare il progetto. Così la regione Veneto potrà finalmente indire la gara europea per la concessione dell'infrastruttura, la quale non costerà nulla ai cittadini in quanto interamente finanziata da privati attraverso il project financing».

QUESTA LA NOTA DEL COMITATO PAS DOLOMITI CARNIA-CADORE

“Fare per spendere”, una pratica consolidata che nel progetto del ponte sullo stretto di Messina (finalmente, e speriamo definitivamente, accantonato dal governo Monti) ha raggiunto la sua massima espressione, ma di cui troviamo conferma anche nel controverso piano di prolungamento dell’A27, attualmente al vaglio della Commissione regionale VIA della regione Veneto.

Se tale devastazione dovesse realizzarsi delle vicine valli del Cadore, anche la valle carnica dell’alto Tagliamento si dovrebbe preparare al pericolo incombente di vedere le ruspe distruggere i suoi versanti, i fiumi, le speranze di rinascita delle sue popolazioni. Il progetto in fase di approvazione VIA, prevede un nastro di asfalto della larghezza di 25 metri che da Pian di Vedoia, in Comune di Ponte nelle Alpi, si vorrebbe far proseguire su rilevato lungo il corso del Piave fino a Longarone e poi in un alternarsi di gallerie e viadotti fino a Macchietto, alle porte di Pieve di Cadore, una ventina di chilometri più a nord.

Un’opera questa, che con la scusa di fungere da by-pass per il paese di Longarone, renderebbe a pagamento gli ultimi tre chilometri dell’attuale autostrada A27 (oggi circonvallazione di Ponte nelle Alpi). Ma un’opera questa, che costituirebbe soprattutto un testa di ponte per lo “sfondamento a nord” reclamato a gran voce dalla classe imprenditoriale della pianura veneta. Infatti, una volta raggiunto Macchietto, dopo aver messo sottosopra la stretta valle del Piave e averla resa sostanzialmente impercorribile nei due sensi di marcia per uno o due lustri (la costruzione delle grandi opere comporta movimenti di terra, uomini e mezzi di proporzioni difficilmente immaginabili), i fautori dello sfondamento a nord si troverebbero davanti quattro possibili opzioni:
_ l’opzione zero, che a questo punto verrebbe presumibilmente scartata;
_ proseguire in direzione di Dobbiaco, per poi puntare su Monaco di Baviera, ammesso e non concesso che riescano a superare l’opposizione della Pusteria;
passare sotto il passo della Mauria per seguire un improbabile quanto irrazionale tracciato lungo la Carnia fino a raccordarsi con l’A23 a Tolmezzo;
_ forare le pendici del monte Cavallino, in Comelico, per sbucare sui verdi prati della Lesachtal, nelle Dolomiti di Lienz, Austria e trattati internazionali permettendo.

Al di là dei suoi possibili sbocchi, il progetto, nel suo insieme, fatica a stare in piedi.Sotto l’aspetto economico, i costi di costruzione sono esorbitanti rispetto ai flussi di traffico previsti (non solo per la tratta fino a Macchietto , ma anche nell’ipotesi che lo sfondamento a nord venga realizzato per intero) Sotto l’aspetto ambientale, non è accettabile nell’anno 2012, il forte e irreversibile impatto che subirebbero aree dolomitiche meritevoli di ben altro destino, e il cui futuro verrebbe pesantemente condizionato dall’infrastruttura. In sostanza vantaggi certi solo per pochi grandi costruttori proponenti il Project Financing - i soliti - e per i loro referenti nel sottobosco della politica.

Eppure queste legittime perplessità non sembrano neanche sfiorare il parlamentare della Lega Nord Diego Dussin, il quale ha affermato, rivolto al neoministro per i Rapporti con il Parlamento Dino Piero Giarda, che il prolungamento dell’A27 costituisce un collegamento strategico per il Bellunese e per il resto del Veneto, in particolare per le industrie locali che stanno mordendo il freno ( Il Gazzettino 2 febbraio 2012). Tanto più, ha insistito Dussin, che “l’impatto ambientale dell’opera sarebbe pari a zero, considerato come la maggior parte del collegamento sarà costituito da tunnel”; la dichiarazione sarebbe risibile se, una tale dimostrazione di incompetenza, non risultasse francamente inaccettabile da parte da un rappresentante delle Istituzioni.

Non sappiamo se il parlamentare della Lega Nord, di solito attenta alle identità locali, prima di sparare spropositi, abbia indagato a fondo i diversi aspetti delle realtà sulle quali l’autostrada andrebbe ad incidere, avvalendosi, per esempio, dei pareri competenti di ingegneri, urbanisti, architetti, storici del paesaggio e demografi non di parte; non risulta siano stati effettuate valutazioni costi- benefici, né studi di nessun tipo a supporto della tesi “autostrada = miglioramento delle condizioni economiche e del benessere delle popolazioni locali”. Il fiero alabardato, proseguendo nel suo intervento, ha dichiarato “diteci un sì e la costruiremo noi (l’A27) a casa nostra! ”, dove quella che lui definisce “casa nostra” è in realtà la casa dei Cadorini (o se preferisce dei Catubrini, tribù attestata già in epoca preromana), e forse dei Carnici (altra tribù montana), manifestando arroganza e volontà di prevaricazione, a conferma della poca considerazione in cui il centro tiene le aree periferiche.

E di questo atteggiamento sprezzante, può starne certo, gli abitanti delle terre alte non mancheranno di ricordarsi quando, archiviato il governo tecnico (che in realtà è il governo più politico che abbiamo avuto negli ultimi decenni) verranno chiamati ad esprimere nelle urne le loro scelte.


da:  http://altofriuli.com/in-primo-piano/collegamento-carnia-cadore---la-storia-si-riapre.htm

lunedì 27 febbraio 2012

27 febbraio: giornata friulana dei Diritti. O dei Diritti friulani?

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Comitato 482



27 febbraio: Giornata Friulana dei Diritti

Sono trascorsi 501 anni da quando – il 27 febbraio 1511 – a Udine si accese la scintilla della più grande rivolta popolare nella storia del Friuli. Fuori dalle mura cittadine la ribellione venne condotta nel nome delle “leggi antiche”, ossia dei diritti di autogoverno rivendicati dalle comunità rurali friulane. Per tale ragione il Comitato 482 ha scelto già da anni questa data come Zornade Furlane dai Dirits e, assieme ad altre realtà friulane, continua a celebrarla.
Il Comitato 482 è nato con lo scopo di difendere i diritti linguistici e nazionali delle diverse comunità che compongono il Friuli. Purtroppo siamo ancora lontani dal vedere tali diritti garantiti e, in alcuni casi, perfino riconosciuti. Questa giornata ci offre dunque ancora una volta l’occasione per rivendicarli con forza. Anche se l’ultimo anno ha visto alcuni timidi passi avanti da parte della Regione nell’applicazione delle leggi di tutela per friulano, sloveno e tedesco, il quadro generale rimane desolante. Solo per limitarsi ad alcuni diritti di base, si può ricordare che: la maggioranza dei bambini non ha ancora la possibilità di studiare la e nella lingua propria; nella gran parte delle amministrazioni pubbliche i servizi sono disponibili esclusivamente in italiano; la radiotelevisione pubblica non rispetta la pluralità linguistica prevista dalla legislazione italiana ed internazionale.
È però proprio nei momenti di crisi che si capisce meglio in quale direzione si sta procedendo e il quadro che si delinea sembra piuttosto chiaro. Da un lato si riducono le risorse per i diritti – il taglio operato dal governo Monti ai fondi per la legge sulle minoranze linguistiche è il peggiore mai visto, ma il discorso si estende anche ad altri diritti fondamentali – mentre dall’altro si insiste su progetti costosissimi che contrastano con gli interessi delle comunità locali, giustificandoli con vaghe promesse di sviluppo. Solo per restare in Friuli basta pensare a “grandi” opere – dal TAV all’autostrada Cimpello-Gemona, dagli elettrodotti aerei al raddoppio della centrale di Somplago – che non solo non fanno gli interessi dei friulani, ma mettono le mani nelle loro tasche imponendo nel contempo pesanti ipoteche al territorio friulano.
È una storia che purtroppo abbiamo vissuto fin troppe volte, ma ciò non vuol dire che sia inevitabile. Bisogna invertire questa logica di accentramento decisionale e di sottomissione agli interessi di pochi, avvicinando invece il più possibile le decisioni alla gente, sia su scala statale, che regionale. Portare i centri decisionali vicino ai cittadini non è solo un atto di democrazia, ma aiuta ad evitare sprechi. È per questo che la Regione deve pretendere dallo Stato più competenze e più risorse (attraverso le compartecipazioni), cominciando da scuola e “minoranze”. È per questo che la Regione deve trasferire più competenze e più risorse ai Comuni. Contrariamente a quanto vorrebbe far credere qualcuno, accrescere il livello di autogoverno locale diventa sempre più una necessità se non vogliamo rischiare di andare a fondo. Abbiamo il diritto ed il dovere, come popolo, di decidere il nostro futuro. Saremo capaci di farlo? Riusciremo a costruire un Friuli in grado di diventare davvero patria di diritti per tutte e per tutti? È una sfida che fa tremare i polsi, ma è quella che più di tutte merita di essere raccolta.

Udine, 26 febbraio 2012


Il portavoce del Comitato 482
Carlo Puppo
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(...)  Al è tai moments di crisi che si capìs miôr cuale che e je la direzion che si vûl cjapâ e il cuadri che o vin sot dai voi al somee avonde clâr. Di une bande si tain lis risorsis par garantî i dirits – il tai decidût dal guvier Monti pai fonts de leç su lis minorancis al è il piês mai viodût, ma il discors si pues slargjâ a cetancj altris dirits di fonde – e di chê altre si va dilunc a bati su progjets multimilionaris che a van cuintri dai interès des comunitâts locâls, motivantju cun promessis di svilup che ae prove dai fats no àn mani. Juste par restâ in Friûl, baste pensâ a chês “grandis” oparis – dal TAV ae autostrade Cimpel-Glemone, dai eletrodots aeris al dopleament de centrâl di Somplât – che no fasin dal sigûr i interès dai furlans, ma che a laran a pescjâ tes lôr sachetis e a metaran ipotechis pesantis su la lôr tiere.
Magari cussì no, e je une storie che o vin za viodût, ma no je sante scugne. Si à di savoltâ cheste logjiche di sotanance ai interès di pôcs e di centralizazion, par svicinâ plui che si pues lis decisions ae int. Intal Stât, compagn che in Regjon. Puartâ i centris decisionâi dongje dai citadins nol è dome un at di democrazie, ma al jude a evitâ straçariis. Al è par chel che la Regjon e à di fâsi dâ dal Stât plui competencis e plui risorsis (sot forme di aument des compartecipazions), a tacâ di chês su scuele e “minorancis”. Al è par chel che la Regjon e à di trasferî plui competencis e plui risorsis ai Comuns. Contrari di ce che cualchidun al volarès fâ crodi, incressi i nivei di autoguvier locâl al devente simpri di plui une necessitât se no volìn riscjâ di fâsi scjafoiâ. O vin il dirit e il dovê, come popul, di decidi dal nestri avignî. Sarìno bogns di fâlu? Sarìno in stât di fâ sù un Friûl che al puedi deventâ pardabon patrie di dirits par dutis e par ducj? E je une sfide di fâ tremâ lis venis, ma e je chê che plui di dutis e merete di jessi frontade.

Comitât – Odbor – Komitaat – Comitato 482
c/o “Informazione Friulana” soc. coop.
V. Volturno, 29          33100   Udin
Tel.: 0432 530614        Fax: 0432 530801       D.p.e.: com482@gmail.com 

domenica 26 febbraio 2012

Val del Lago sul Web. Escursione al Gran Pala

Dal Blog "Il Ravanatore" (http://ilravanatore.wordpress.com/2012/02/13/granpala-1347-m-un-monte-peloso/), la descrizione di una escursione al monte Gran Pala, dalla Val d'Arzino all'Armentaria e oltre.


Granpala 1347 m, un monte peloso

L’inverno 2012 scarso di neve per contro è piuttosto gelido e non invita a grandi imprese, d’altronde non si può essere sempre al top, allora fra le cime mai viste individuo sulla carta questa cima proponendola ai due compari disponibili. Saliamo la valle dell’Arzino fino a San Francesco e alla vicina frazione di Seletz, 395 m. Il parcheggio, a sinistra della strada si trova di fronte all’inizio della stradella con indicazioni per la Forca Armentaria (si potrebbe anche partire da Alesso, vicino al lago di Cavazzo). Dieci gradi sottozero alla partenza, ci vestiamo e partiamo rapidamente ben imbacuccati, trascuriamo un primo bivio a sinistra per procedere nel solco principale a saliscendi, fino al torrente dove la strada si esaurisce. Guadiamo il rio passando in sinistra orografica salendo una antica mulattiera ridotta a sentiero dalla vegetazione, con qualche passaggio franato in corrispondenza dei canaloni costeggiando sempre il ruscello con belle pozze  e cascatelle. Dove il corso si secca cambiamo versante per continuare sulla forestale (che arriva dalla valle del lago) fino alla forca dove ormai da qualche decennio non transitano più gli armenti, a un bivio scegliamo la destra arrivando a una bella casera ristrutturata ma chiusa a chiave. Qui non ci sono più né segni, solo labili tracce che si dipartono in varie direzioni, saliamo quindi la larga boscosa dorsale sovrastante, dove si assottiglia saliamo in cresta e al sole, poi si allarga nuovamente e troviamo la prima neve, il terreno diventa alquanto scivoloso sì che Ermanno si attarda a mettere i ramponi. Usciamo sul crestone Est, ricoperto da una bella faggeta e a destra guadagniamo infine la quota più alta, siamo ancora circondati dalla vegetazione, ma continuando qualche decina di metri ancora usciamo in terreno aperto, punto trigonometrico dell’IGM e da dove si gode di un bel panorama e il clima è più clemente. In discesa ci caliamo troppo velocemente e a destra, per rientrare sulla retta via siamo costretti a un lungo traverso su terreno alquanto impervio, arrivando alla stradina un centinaio di metri più a Est della casera. Il resto è senza storia, per il giro poco più di sei ore, soste comprese per i mille metri di dislivello. Per il dopogita la piacevole sorpresa dell’osteria di Manazzons, ottimi il merlot sfuso (ma di Prepotto), il formaggio salato e gli affettati. Gennaio 2012.

sabato 25 febbraio 2012

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - XIV

"Alesso e Dintorni", in 13 puntate, ha offerto una dettagliata informazione sulla progettata realizzazione della centralina sul Leale. E' stato un lavoro non semplice (provare per credere!) di reperimento dati, estrapolazione  e selezione degli stessi, sintesi. Chi ha seguito il discorso, auspicabilmente, dovrebbe avere ora le idee più chiare. In chiusura, è in attesa dei successivi sviluppi, è il caso di ricordare che, sul tema, è possibile presentare osservazioni alla Regione Friuli Venezia Giulia entro la prima settimana di aprile.




Il Blog prosegue nelle proprie finalità di informazione. Auspica l'attivazione di dibattiti e riflessioni ma non ha naturalmente la pretesa di suscitare alcunché.  Ai lettori la valutazione dell'utilità di tale lavoro. Alle coscienze individuali le decisioni operative. (A&D)

venerdì 24 febbraio 2012

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - XIII

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]

(...)

-  rapporto “attuazione della programmazione vigente - realizzazione delle opere in progetto/pianificazione energetica”: la realizzazione del Progetto definitivo di un nuovo impianto idroelettrico sul torrente Leale consente l’attuazione delle disposizioni contenute nella programmazione energetica regionale consentendo la produzione di energia da fonti alternative;
-  rapporto “attuazione della programmazione vigente - realizzazione delle opere in progetto/pianificazione comunale”: questa iniziativa contrasta con le indicazioni normative definite dalla pianificazione comunale del P.R.G.C. vigente che allo stato attuale non ammette questo tipo di realizzazioni in area E2, E3 ed E4.
Questo aspetto normativo, potrà essere “superato” qualora, alla fine dell’iter di Valutazione d’Impatto Ambientale, si determini una approvazione del progetto. Si tenga comunque conto che l’iniziativa ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 387/2003 risulta già allo stato attuale compatibile con la vigente pianificazione urbanistica comunale;
  rapporto “produzione di energia – risparmio energetico/pianificazione energetica”: il risparmio energetico indotto dall’immissione in rete di energia generata dall’impianto idroelettrico sul torrente Leale consente la sostituzione di fonti energetiche prodotte con combustibili fossili, con energia elettrica prodotta mediante fonti rinnovabili. Il principale impatto positivo sull’ambiente dell’iniziativa è l’opportunità di produrre energia elettrica rinnovabile e pulita.
  rapporto “realizzazione delle opere in progetto – rumore, polveri, emissioni atmosferiche – movimenti di inerti/aspetti faunistici ed ecosistemici”: in fase di cantiere la realizzazione delle opere causerà un’inevitabile disturbo temporaneo all’ecosistema locale e sulle componenti, aria, acqua,e suolo;
  rapporto “Minimo Deflusso Vitale/aspetti faunistici ed ecosistemici”: sulla base delle analisi puntuali condotte sul corso d’acqua, si può osservare un’incidenza non significativa delle opere in progetto rispetto agli elementi ambientali del torrente Leale. In questo contesto le componenti ambientali potenzialmente suscettibili di impatto sono state tecnicamente risolte con dei mirati indirizzi progettuali al fine di eliminare, mitigare, ma soprattutto contenere al massimo, i rischi con soluzioni tecniche adeguate (in particolare con i Deflusso Minimo Vitale con rilasci. ben superiori alle necessità e previsioni normative della LR 28/2001, modulate in funzione della portata in arrivo, che rispecchiano il comportamento “naturale" del corso d’acqua dove all'alternanza di morbida e di magra coincide il susseguirsi di fasi particolari del ciclo vitale). Lo studio condotto sul torrente Leale fornisce una ragionevole certezza scientifica, che consente di escludere il verificarsi di effetti significativi negativi sul sito di realizzazione della centralina idroelettrica ;
  rapporto “realizzazione delle opere in progetto/paesaggio di area vasta”: dal punto di vista paesaggistico l’opera in progetto può essere considerata come un intervento che “segna” inevitabilmente il territorio con un taglio della vegetazione per la posa in opera della condotta su una direttrice lineare di 3.200 metri. Vi è da precisare che questo elemento di perturbazione verrà in breve tempo “ricucito” con l’ausilio di tecniche di ingegneria naturalistica:
  rapporto “produzione di energia - risparmio energetico/energia - struttura socio-economica”: la disponibilità di quote di energia alternativa costituisce una ottima alternativa all’utilizzo prodotta da fonti fossili per il sistema produttivo e residenziale regionale che consente il risparmio di ca. 2.146 tep, ovvero tonnellate di petrolio ed evitare altresì l’immissione di sostanze inquinanti ed anidridecarbonica in atmosfera, pari a circa 7.441 ton CO2/anno;;
-  rapporto “occupazione indotta/struttura socio-economica”: l’apporto di manodopera per la realizzazione dell’opera non è particolarmente elevato, ma comunque significativo nella realtà territoriale d’intervento;
-  rapporto “attività economiche indotte/struttura socio-economica”: la disponibilità di energia alternativa prodotta in loco è strategica per il potenziale insediamento di nuove attività produttive e residenziali nell’area della Val del Lago;
-  rapporto “attività economiche indotte/, costi benefici”: dall’iniziativa in progetto sono da attendersi delle ricadute economiche ed occupazionali assai interessanti, che consentono una ulteriore possibilità di ricadute socio-economiche nell’ambito locale

In conclusione, tenuto conto anche degli impatti negativi, si rilevano le positività dell’iniziativa, molte delle quali a carattere permanente, il buon livello di misure mitigative degli impatti che già il progetto stesso presuppone (rinaturazione della componente vegetazionale successivamente alla realizzazione dell’opera, rispetto  rigoroso delle portate del Deflusso Minimo Vitale in seguito al prelievo di acque nel tratto tra l’opera di presa e quella di restituzione, attenzione agli aspetti esecutivi durante la fase di cantiere ecc.).  
Pertanto, l’opinione degli estensori dello Studio d’Impatto Ambientale è che le proposte contenute nel Progetto esaminato siano compatibili con riferimento agli aspetti ambientali ed antropici riguardanti il sito ed il suo intorno diretto 
Un altro aspetto che permette un giudizio complessivamente positivo riguarda le opportunità di sviluppo produttivo che l’iniziativa proposta andrà ad implementare con le relative ricadute sul piano economico/sociale.

[Fine della relazione]

giovedì 23 febbraio 2012

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - XII

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]

[La relazione tocca poi le tematiche dei COSTI e quella delle COMPENSAZIONI proposte in conseguenza alla realizzazione dell'opera].


Il costo di costruzione dell’impianto, è stato calcolato in € 8.450.000, così ripartiti:

  Quadro economico di spesa  
A Opere edile ed elettromeccaniche  
A.1 Opere civili  € 3.165.000,00
A.2 Impianti elettromeccanici  € 2.950.000,00
B Somme a disposizione  
B.1 Iva  € 1.235.445,00
B.2 Spese tecniche e generali  € 611.500,00
B.3 Acquisto terreni e servitù  €  40.000,00
B.4 Linea elettrica di connessione  €  75,000.00
  Totale costo impianto  € 8.450.000


Compensazioni 
A titolo di compensazione per l’uso di una risorsa del territorio, la società proponente l’impianto idroelettrico ha formalizzato un’offerta al Comune di Trasaghis, per destinare al medesimo una quota dei ricavi della vendita dell’energia elettrica, che potrà essere utilizzata ed impiegata per definire o realizzare delle misure di compensazione ambientale in loco.
Pensando ad un possibile percorso didattico / escursionistico, in corrispondenza dell’opera di presa e della centrale di produzione saranno realizzati pannelli  didattici con illustrazione dell’intervento realizzato, delle caratteristiche e funzionamento degli impianti idroelettrici, dell’importanza della produzione di energia rinnovabile, degli aspetti naturalistici del luogo, delle mitigazioni realizzate.
Nella facciata principale della centrale di produzione sono state predisposte due grandi vetrate fonoassorbenti, da cui il turista o lo studente può vedere e capire realmente come sono fatte le macchine idrauliche atte a trasformare l’energia idraulica in energia elettrica.
Dalla centrale e lungo il tracciato della condotta forzata, fino alla strada comunale, sarà realizzato un sentiero in cui un escursionista potrà percorre a ritroso tutto il tragitto che l’acqua fa dall’opera di presa alla centrale.

Conclusioni sulla compatibilità ambientale complessiva dell’intervento

  (...) Per quanto riguarda la scelta delle voci della tabella inerenti le “Azioni di progetto”, esse si rivolgono sia a tematiche usuali per questa tipologia di interventi ( realizzazione delle opere in progetto, attività economiche indotte, movimentazione d’inerti, rischi ecc.) che alle seguenti altre, specifiche del progetto RenoWa:
-  aspetti riguardanti la produzione energetica correlato con il relativo risparmio energetico di fonti non rinnovabili;
-  la priorità di mantenere in fase di esercizio sul torrente Leale il Minimo Deflusso Vitale, definito in sede progettuale al fine di non alterare in maniera irreversibile l’ecosistema del corso d’acqua.
Lo stesso criterio lo si è applicato per la determinazione delle voci relative alle “Componenti programmatiche,
socioeconomiche ed ambientali”, dove accanto alle consuete grandi categorie ambientali (suolo, acque, atmosfera, vegetazione, fauna, ecosistemi, paesaggio, ecc.) trovano posto voci quali:
-  gli aspetti socioeconomici e gli eventi incidentali, che non sempre vengono evidenziati negli studi d’impatto;
Gli impatti segnalati all’incrocio delle voci sopra descritte sono stati sinteticamente individuati sia sotto il profilo qualitativo che temporale e suddivisi in:
-  impatti non significativi o nulli, vale a dire che  azioni di progetto potenzialmente “impattanti” sono state prese in esame, ma non hanno rivelato all’esame approfondito negatività o positività significative;
-  impatti non significativi se alle previsioni progettuali verranno applicate opportune mitigazioni, i cui indirizzi sono segnalati nello Studio d’Impatto;
impatti negativi oppure impatti positivi;
-  impatti lievi oppure impatti rilevanti;
-  impatti reversibili a lungo termine oppure impatti non reversibili;
-  aspetti per i quali, allo stato attuale, non è possibile indicare solamente misure di mitigazione perché necessitano, ai fini di un definitivo giudizio di compatibilità, di un ulteriore approfondimento progettuale.
Il metodo della valutazione qualitativa degli impatti è stato preferito ad altri che, invece, tentano  una quantificazione degli stessi applicando dei “punteggi” ad ogni impatto; tale metodo non è stato prescelto sostanzialmente per due motivi:
-  per quanto elaborato sia il metodo di attribuzione dei punteggi, alla base di esso permane comunque una valutazione di carattere soggettivo da parte dell’esperto;
-  l’attribuzione di punteggi negativi e/o positivi agli impatti induce ad una somma algebrica degli stessi e a “totali” che vengono assimilati come conclusioni sulla compatibilità o meno dell’intervento: il che non appare corretto perché numerose serie di impatti non sono omologabili fra loro, vale a dire che, per esempio, un danno ambientale non può essere compensato da un intervento di mitigazione applicato ad un ambito del tutto estraneo al danno stesso.

[segue]

mercoledì 22 febbraio 2012

Il Gazzettino rende "onore al Blog di Alesso"


La rubrica "Blog notes" di David Zanirato, sul Gazzettino di oggi, richiama l'attività del nostro Blog, parlando addirittura nel titolo di "trionfo" e dando poi un pubblico "onore" all'attività.
Nello specifico, il caso trattato è quello dell'accostamento tra Belen e le farfalle di Bordano.
Con la soddisfazione per il riconoscimento, il Blog invita comunque a rileggere il post dell'altro giorno, con le considerazioni espresse sul ruolo della figura femminile e sul senso dell'impegno per la discussione sulle problematiche ambientali e culturali del territorio. (A&D)
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BLOG NOTES
Alesso trionfa con la farfallina Belen

Onore al blog di Alesso e dintorni, cjalcor.blogspot.com, che con un fotomontaggio pensato e realizzato al momento giusto, ha fatto fare a Bordano il giro del web. Venerdì scorso infatti sulla pagina facebook curata da Alessio Furlan, è stata pubblicata l'immagine scherzosa, in cui si associava il tatuaggio a farfallina esibito da Belen al festival di San Remo con la nota promozione di «Bordano paese delle farfalle». 
      L'immagine è stata condivisa da quasi 300 utenti del social network, (e anche una quarantina di altre condivisioni di un'altra pagina fb che ha preso l'immagine e proposta come sua). Non fa una piega nemmeno il commento finale, il vecchio proverbio popolare che dice «tira più un pelo di f... che un carro di buoi».


da: "Il Gazzettino", 22 febbraio 2012


Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - XI

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]


Paesaggio 
Il territorio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è caratterizzata da un'ampia diversità di paesaggi,  che sono influenzati da aspetti geomorfologici, climatici e delle modificazioni antropiche. L’area d’intervento  strutturalmente ricade a cavallo delle zone di alta pianura e l’area collinare attraversata del fiume  Arzino  all’altezza dello sbocco nella pianura friulana. 
Il Piano Territoriale Regionale della Regione Aut.  Friuli-V.G. adottato definisce che il comune di Trasaghis sia  interessato dai seguenti ambiti paesaggistici (vedi allegato 5b “Schede degli ambiti paesaggistici”).  
-  AP10 - Prealpi Carniche proprie 
-  AP32 - Corridoio fluviale del Tagliamento 
Mentre le aree contermini ricadono principalmente entro i seguenti ambiti paesaggistici 
-  AP17 - Rilievi collinari sovralluvionati conglomeratici e argillosi 
-  AP15 – Colline Moreniche del Tagliamento 
-  AP 16 – campo di Osoppo e paludi di Artegna 
In particolare, l’area di intervento ricade entro “l’Ambito Paesaggistico 10 - Prealpi Carniche proprie” -  caratterizza la parte posta a meridionale delle Prealpi Carniche per una superficie territoriale: 708  Kmq che incide per il 36% sul tipo di paesaggio prealpino e la centrale è posta quasi a ridosso del perimetro dell’ Ambito  Paesaggistico 32 - Corridoio fluviale del Tagliamento.. 
Livello di qualità’ paesaggistica: Medio: area in cui coesistono elementi di pregio e di degrado 

Valutazione complessiva degli impatti paesaggistici dell'opera e proposte di mitigazione 
Il confronto fra le caratteristiche generali del sito in relazione al Tipo paesaggistico cui appartiene, all'Unità  di paesaggio e quelle contermini il dettaglio degli elementi strutturali del paesaggio, porta a considerazioni  che ricalcano quelle già espresse in sede di analisi della vegetazione, vale a dire che sotto il profilo del  paesaggio il sito non riveste alcun carattere di eccezionalità rispetto all’area vasta considerata, ma anzi ne  ricalca esattamente alcuni dei caratteri individuati: essa infatti si presenta come un paesaggio  caratterizzato da una assoluta prevalenza delle formazioni boscate. 
Attualmente la composizione degli elementi del paesaggio può essere così sintetizzata: 
-  i centri abitati, Avasinis, Alesso e Peonis, si sono sviluppati lungo le strade principali di fondovalle, con un  nucleo storico centrale ed abitazioni sparse; 
-  zone artigianali ed industriali, collocate generalmente in zone pianeggianti, lungo le principali vie di 
comunicazione (es. zona produttiva di Trasaghis); 
-  zone coltivate ed orti attorno ai centri abitati; 
-  zone in abbandono e boschi in formazione nelle aree di connessione tra i centri abitati; 
-  fascia dei boschi in genere di proprietà privata (riconoscibili perché spesso coltivati a ceduo o 
abbandonati); 
-  fascia dei pascoli, attualmente in parte in abbandono e ricolonizzati dal bosco 
 Il sito non è attualmente oggetto di percorrenze abituali né di destinazioni d’uso ricreative, che 
potrebbero determinare un “plus valore” paesaggistico del luogo; anche le prossime strade vicinali non  sono oggetto di tale tipo di fruizione. Talvolta nei periodi estivi le sponde del torrente Leale sono 
frequentate da bagnanti, allorchè le rive del vicino torrente Palâr, presso la frazione di Alesso, sono troppo  affollate. 
La futura destinazione del sito ad area la destinata alla realizzazione di un impianto idroelettrico,  pur 
classificabile come “elemento detrattore” del paesaggio, non altera sicuramente in maniera significativa i  luoghi entro cui si colloca.  


Infrastrutture e viabilità 
L'area di intervento è ottimamente servita da una rete di assi stradali, tra cui i principali, sono: 
-  la s.r. 512 "del lago di Cavazzo", che collega Tolmezzo con Gemona del Friuli, attraversando gli abitati di  Cavazzo Carnico, Interneppo e Trasaghis con direzione Nord/Ovest – Sud/Est; 
-  la s.r. 463 "del Tagliamento", che collega Codroipo (s.s. 13 "Pontebbana" bivio Coseat) con Gemona del  Friuli, attraversando gli abitati di Dignano, S. Daniele del Friuli, Majano, Osoppo con direzione Sud/Ovest –  Nord/Est; 
-  s.p. 36 di “Bordano” che collega il ponte di Braulins, con Bordano e Interneppo;  
-  s.p. 63 “del Rivellino” che collega Osoppo con il ponte di Braulins 
-  la s.p. 41 "di Forgaria", che collega il confine della Provincia di Udine (s.p. 1) ponte Armistizio con Forgaria  e Trasaghis . 
-  la s.p. 49 “Osovana” che collega Colugna con Pagnacco, Buia e Rivoli di Osoppo; 
-  la s.p. 20 “del Glemonense”, che collega Magnano in Riviera, con Artegna, Gemona del Friuli e 
Ospedaletto;  
-  la s.p. 84 del “Ponte di Cornino” che collega S. Daniele del Friuli, con Cimano e Cornino. 
L’autostrada A.23 “Alpe Adria” attraversa per tutta la sia lunghezza la valle del Lago e il casello autostradale più  prossimo all’area d’intervento è posto a Gemona del Friuli. 
Subordinata a questa rete di direttrici principali  è presente una capillare viabilità a carattere comunale o  interpoderale, con spiccate caratteristiche di radiocentricità rispetto ai vari centri abitati. A livello gerarchico  inferiore rispetto a questa rete di rango secondario, esiste un'ulteriore serie di collegamenti viabili, a carattere  locale, che infittiscono la maglia stradale complessiva, consentendo i collegamenti puntuali tra tutti i centri  abitati e le frazioni dell'area oggetto di studio,  nonchè l'accesso ai terreni agricoli circostanti le aree  urbanizzate. 
L’autostrada A. 23 “Alpe-Adria” attraversa tutto il territorio comunale in direzione Nord – Sud. Il casello  autostradale più prossimo all’ambito comunale è quello di Gemona del Friuli.
La viabilità esistente, di livello secondario e locale, possiede caratteristiche geometriche e di movimentazione  di traffico adeguate alle esigenze della popolazione insediata. 
Per quanto concerne, la viabilità primaria vi sono  una serie di difficoltà strutturali nei vari collegamenti  esistenti.  
Per raggiungere il sito ove è localizzato il previsto impianto in progetto è possibile utilizzare come direttrice di  avvicinamento privilegiato la viabilità comunale, via Maggiore che si diparte dalla s.r. 512/via A. Diaz ad Ovest  di Trasaghis e che collega il Capoluogo comunale con le frazioni di Avasinis e più a Nord di Alesso che nel tratto  tra Avasinis ed il ponte sul torrente Leale prende il nome di via R. G. Mc Bride. 
L’area di cantiere verrà realizzata a Nord del ponte sul torrente Leale, con accesso da via R. G. Mc Bride  mediante una viabilità forestale in un’area pianeggiante.  

Valutazione degli impatti e cautele progettuali e mitigazioni 
Il carico di traffico sul sistema stradale locale dell’iniziativa produttiva in progetto sarà totalmente concentrato  nella fase di realizzazione dell’opera. 
Si tratta di una fase di cantiere stimata in circa 12 mesi in cui verranno fatti affluire i materiali e le maestranze  necessarie per la costruzione dei manufatti
Il quantitativo di materiali che verranno maggiormente utilizzati sono il calcestruzzo; che con ogni probabilità  potrà essere reperito presso l’impianto di betonaggio di betonaggio di Pineta, frazione di Osoppo distante circa  8 Km dal cantiere o in alternativa da quello di Flagogna, frazione di Forgaria del Friuli distante circa 15 Km dal  cantiere e la condotta forzata per la cui costruzione sarà necessario il trasporto della tubazione con circa 30  autoarticolati. 
La forza lavoro necessaria per la costruzione dell’opera è stimata in oltre 200 addetti nel corso dei  lavori,  pertanto nella peggiore delle ipotesi nel giorno con maggiori flussi di traffico, si presume che ragionevolmente,  potrebbero transitare di una decina di viaggi giornalieri (tra veicoli leggeri e veicoli pesanti). 
Sicuramente il carico di traffico indotto dall’iniziativa in progetto sul sistema stradale locale non  andrà ad  alterare il quadro complessivo della mobilità locale, peraltro piuttosto scarsa e comunque ciò avverrà vegli  orari lavorativi, tendenzialmente nel senso opposto a quello prevalente nei medesimi orari. 
In fase di esercizio, non essendoci manodopera impiegata per il funzionamento della centralina, il carico di  traffico sarà quasi nullo e si limiterà ai sopralluoghi programmati da parte di personale della ditta Renowa s.r.l.  
Si può affermare che l’assetto stradale e viabilistico rilevabile nella zona consente il raggiungimento dell’area  d’intervento da ogni parte del territorio regionale ed italiano.  
Si può affermare che la viabilità esistente di livello statale, regionale, provinciale e comunale è in genere  adeguata ed in grado di sostenere il minimo carico  ulteriore di traffico ipotizzato in fase di cantiere,  evidenziando che nell’ambito del bacino di utenza non sono presenti nodi e itinerari congestionati lungo l’asse  stradale della viabilità comunale via Maggiore e via R. G. Mc Bride.  
Il carico di traffico indotto dall’iniziativa in fase di esercizio sul contesto territoriale indagato sarà praticamente  nullo, per cui non si propongono per questa componente mitigazioni di sorta.


[Segue]

martedì 21 febbraio 2012

Como vuê. L'ultin di carnevâl

Martedì grasso, ultimo di carnevale. Per ricordare il senso della festa in una società contadina, diversa dall'attuale, rileggiamo alcuni passi dal "Boletin di Dalès" n. 54 del luglio 2010 nei quali Zuan Cucchiaro tratteggiava la festa da ballo nella sala del Pipul.

La ultima not di carnevâl, a miezanot, a entravin da denta las mascaras di Carnevâl e Carêsima, il prin dut plen di sunàis su pal vistît e chê âta vistida di blanc cun tun linzûl e, intas mans, un urinâr e un scôl. I doi a si disevin su di dut, e ancja cualchi petèz su robas dal paîs capitadas via pal an, su cualchi maridèz lât soramercjât, su cualchi muroset lât a clâr e via indevant sun chesta lienda. Dopo un pôc i doi malandrets a fasevin il bal riservât e a sparivin via pa not, cu la int che a si sprezava dal ridi. 


Il Contrast tra Carnevâl e Carêsima

Un dai moments che la int a si riguarda di pui da esperienza da sala dal Pipul al è che al ultin di Carnevâl, al vegniva fat il confront tra las mascaras di Carnevâl e Carêsima: al era un bota e rispuesta (il test origjinâl al ven di una puisia dal '600) tra Carnevâl (vistît como un mascarot ben passût) e Carêsima (cuntun linzûl su pa schena e un urinal plen di aga che, cuntun scôl, a "benediva" Carneval e ducj i presints par purgâ di dutas las fiestonas e las libertâts che la int a si era cjapada in timp di carnevâl, cenza nissun freno e nissun timôr). Dopo il contrast i doi personagjos  (interpretâts par solit di Venusto e Vitorio dal Blanc e ancja di Angjelo di Vanta) dopo vê fat un bal insiema e augurât un biel proseguiment, a gjavavin il disturb e i balarins a tiravin indevant fint a ora di molgi.
Disint grazie a Nemesi  di Cjandin e a Valter di Ninz, i publichin un toc dal contrast che a si disevin Carnevâl e Carêsima.    (Z.C.) 

Carnevâl: 
Dontri vignîso, o sûr,
Cussì palide e smuarte,
Secje come une tuarte,
Dontri sêso ?
Ce ûl dî, ce mai vêso,
Che làis dute pendant?
Fàisi culì indevant,
Contàime juste.
Mi plasares robuste
Vedèus, alegre e in ton,
Come che la stagion
Di unviar impuarte :
Ma vô ses cuasi muarte,
No vês nè spirt ne flât,
Just come un puar malat
Che al tire il pît.
Vedèso ce pulît
Che 'o sòi, cussi galant !
Jò passi il timp balant
La gnot e il dì.
Di fan no vuei murî;
Cjalàimi pur in ciere:
Mangj matine e sere
A panze plene.
Simpri a gustâ e a cene
Vigjel e bogns cjapons,
Fritulis e cjalzons
Uei su la taule.
E vô, madone Paule,
Se il vuestri non l' è tal,
Alzàiso lu bocal
Come jò fâs ?
Se us foss parsot il nas
Chel che ogni dì mi vanze,
No varessis la panze
Cussì sclagne.

Caresima: 
Sòi nudride in montagne,
Usade cun pazienze
A fâ simpri astinenze
Ritirade.
Paule no sòi clamade,
Ma Cresime e Dizun,
E mi cognoss ognun
Fedel Cristian.
Jò no ven di lontan,
E nancje sòi visine,
A cui che nol cjamine
Pal ver troi.
Ma intant di Pauli sòi
Divote a la dotrine,
E sot la discipline
Di lui vîf.
(…)

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - X

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]


Aspetti naturalistici, vegetazionali e colturali 


Il sito oggetto di esame si colloca in prossimità dell'alveo del torrente Leale e le vegetazioni rilevate sono state  puntualmente individuate. 
In prossimità delle opere di presa e nelle zone contermini si è in presenza di formazioni a faggeta submontana con Ostria, abbastanza frequente nel piano submontano ed anche montano se sui ripidi versanti ed esposizioni  favorevoli. La faggeta submontana tipica risulta arricchita in orniello, carpino nero, sorbi e talora altre latifoglie. 
Più in basso, sono presenti formazioni di Orno-ostrieti si tratta di una formazione dell'area pedemontana con prevalenza di carpino nero (Ostrya carpinifolia) cui si associano orniello (Fraxinus ornus) e, in subordine,  roverella (Quercus pubescens), farinaccio (Sorbus aria), acero campestre (Acer campestre.;  
Nella parte inferiore prevalgono popolamenti forestali con Pinete di pino nero. Queste formazioni risultano  particolarmente abbondanti soprattutto sui rilievi più prossimi alla vallata aperta, probabilmente per operazioni  di rimboschimento delle magre pendici erbose avvenute nel secolo scorso. La specie principale è il Pino nero  (Pinus nigra) cui si affiancano alcuni e elementi tipici degli ornoostrieti.


Interazioni tra progetto e ambiente 
L'intervento per la realizzazione dell'impianto in progetto, prevede diverse tipologie di azione in conseguenza  delle diverse condizioni orografiche del territorio, oltre a interessare alcune aree di cantiere per le opere di presa  e sistemi accessori e l'area per la realizzazione del fabbricato ospitante la centrale elettrica vera e propria. 


Posizionamento condotta  
La condotta verrà realizzata secondo le tavole progettuali secondo le seguenti tipologie: 
-  microtunnelling 
-  trincea su strade esistenti 
-  trincea a lato strada 
-  trincea su nuova strada 
-  posa con ancoraggi su versante 


Per quanto riguarda i primi tre interventi non verrà interessata alcuna tipologia vegetazionale in quanto le operazioni avverranno o in tunnel o lungo infrastrutture viarie esistenti. 
(...)


Aree di cantiere  
Per la realizzazione delle opere di presa verrà interessata solo limitati tratti di vegetazione pioniera sul greto del  torrente a prevalenza da Orno-ostrieto con piante dall'aspetto arbustivo ed in prossimità delle infrastrutture  esistenti. 
Il cantiere intermedio posto alla progressiva 1600 in prossimità del punto D, sarà realizzato a lato della viabilità  comunale esistente interessando limitate superfici  a vegetazione erbacea ed a vegetazione arborea ad orno- ostrieto. 
L'intervento per la realizzazione della centrale di produzione occuperà una zona posta a fondovalle a ridosso del  versante con una soluzione che minimizza gli impatti paesaggistici e permette di utilizzare per lo scarico un solco  esistente. Attualmente sull'area si può osservare una vegetazione prevalentemente arbustiva con presenza di  soggetti di pino nero, di pino silvestre e di latifoglie tra le quali prevale il Carpino nero e l'Orniello. 
Si ritiene che la riduzione della superficie boscata ricondotta al minimo per il parziale interramento del 
manufatto non alteri di fatto la situazione dell'assetto ecologico dell'ambito
Ad opere ultimate tutti i siti interessati dagli interventi dovranno essere oggetto di rinaturazione con preferenza  per la diffusione di vegetazioni erbacee di specie adatte al sito, e tecniche di ingegneria naturalistica.  
A corredo degli interventi dovrà essere predisposto un piano di manutenzione dei siti ripristinati, della durata di  almeno un biennio, con relativo collaudo finale delle opere a verde ed eventuale sostituzione delle fallanze.. 


Fauna 
L’area d’indagine risulta inserita in un contesto ambientale di ampio raggio che presenta alcune significative  peculiarità e risulta dotata di particolari valenze ecologiche, da un punto di vista faunistico, la realizzazione degli  interventi proposti, non fa prevedere modifiche ecotopiche tali da determinare l’allontanamento permanente delle specie censite, pertanto non vengono studiate particolari misure di mitigazione per questa componente
Si può prevedere che le presenze faunistiche potranno venire transitoriamente disturbate durante il corso dei  lavori e si sposteranno in zone in cui l’interferenza sarà meno sentita, ma difficilmente verranno definitivamente  allontanate dall’area.  
Si ritiene quindi opportuno che i principali interventi vengano realizzati per quanto possibile nel periodo  invernale, perché in tal modo si limita il disturbo agli accoppiamenti, alla deposizione delle uova e  all’allevamento della prole delle diverse entità presenti. 

[Segue]

lunedì 20 febbraio 2012

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - IX

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]


Di seguito vengono pertanto considerati gli elementi verso i quali sono prevedibili gli eventuali impatti, accompagnati da una valutazione sintetica dei singoli effetti riportata secondo la scala di valori seguente: 

Effetti potenziali  Descrizione Impatti prevedibili 


Inquinamento falde superficiali Il rischio potenziale è limitato. 


Alterazione linee di deflusso di corpi idrici Viene interessato solo il Leale dove si verifica un 
ridotta alterazione della portata che interesserà il  solo tratto sotteso, che, comunque grazie al D.M.V. 
e agli apporti di affluenti laterali sarà in parte  integrato 


Sintesi  I rischi effettivamente prevedibili non comportano  variazioni dello stato attuale e comunque possono  rientrare nei limiti concessi dalla normativa vigente  in materia di Minimo Deflusso Vitale
Impatto verificabile Presente, ma non significativo 


Ambiente idrico 

Effetti potenziali  Descrizione Impatti prevedibili 
Alterazione degli habitat  Non presente 
Riduzione aree di rifugio e alimentazione Non presente 
Presenza di barriere limitanti la diffusione Non presente, anche perché risultano numerosi gli 
ostacoli naturali ed in parte artificiali già esistenti. 
Presenza di elementi che determinano mortalità La mortalità per cause fisiologiche della fauna 
acquatica, non varierà rispetto alla situazione  attuale


Sintesi  I rischi effettivamente prevedibili non comportano  variazioni dello stato attuale e comunque possono  rientrare nei limiti concessi dalla normativa vigente  in materia di Minimo Deflusso Vitale. 
Impatto verificabile Presente, ma non significativo 
(...)




Fauna acquatica 

Effetti potenziali  Descrizione Impatti prevedibili 
Alterazione habitat di pregio Non presente 
Alterazione capacità di rinnovazione del  popolamento vegetale acquatico 
Non presente 

Introduzione di elementi che alterino  l’omeostasi del sistema produttivo e la  biodiversità 
Non presente 

Sintesi  La costruzione dell’opera di presa e della condotta  non producono un’alterazione significativa nella  struttura dell’ecosistema. 
Impatto verificabile Non presente 


Connessioni ecologiche 


Come già più volte ricordato, anche in questo caso si dovrà porre particolare attenzione nel corso degli interventi  necessari per la realizzazione dei lavori, fase, questa, che già da sola costituisce comunque un potenziale  pericolo per gli organismi animali presenti nel Leale, a causa della provocazione di inevitabili torbide artificiali ed  inaspettate (per gli organismi acquatici eventualmente residenti) soprattutto se le operazioni sono svolte in  inverno - ovvero quando di norma i torrenti come il nostro caso, possono essere in regime di magra- più o meno  importanti a seguito delle operazioni di cantiere, salvaguardando da morte i pesci (soprattutto gli stadi giovanili  come quelli attualmente immessi nel Leale) per soffocamento a causa del repentino eccesso di solidi sospesi in  acqua.  (...)
Gli impatti dovuti alla fase di esercizio della derivazione sono minimizzati dalla quantità e la variabilità dei rilasci,  unita ad ampi accorgimenti tecnici atti a garantire i rilasci in ogni condizione idrologica. 
Dal quadro analitico delineato si deduce con ragionevole certezza scientifica un’incidenza non significativa delle  opere in progetto rispetto agli elementi ambientali di interesse presenti del sito.  
Le componenti ambientali potenzialmente suscettibili di impatto sono state tecnicamente risolte con dei mirati  indirizzi progettuali al fine di eliminare, mitigare ma soprattutto contenere al massimo i rischi con  soluzioni  tecniche adeguate.  



[Segue]

domenica 19 febbraio 2012

Belen, Bordano e le farfalle. Riflessioni su un'immagine

Una noterella di costume (o scostumata?).
Venerdì, sulla nostra pagina facebook, abbiamo pubblicato un'immagine scherzosa, in cui si associava il tatuaggio a farfallina esibito da Belen al festival di San Remo con la nota promozione di "Bordano paese delle farfalle".
L'immagine ha avuto un notevole successo: più di 240 utenti di facebook l'hanno condivisa (e possiamo anche aggiungere una quarantina di altre condivisioni di un'altra pagina fb che ha preso l'immagine e proposta come sua).
Numerosi  anche i commenti, da quelli che hanno auspicato di "preparare il retino per catturare queste farfalle" a chi ha detto che "Belen in una serra a Bordano ci starebbe proprio bene" a chi ha cominciato a documentarsi dove diavolo fosse questo Bordano, a chi si è addirittura chiesto chi mai fosse questa Belen, messasi a utilizzare disinvoltamente il marchio di Bordano!
Tutto questo, oltre a porre delle riflessioni sul senso e sulle potenziali capacità della Rete, impone anche delle altre considerazioni.
Per esempio, il fatto che un Blog come questo continui da alcuni anni a offrire materiali di documentazione e riflessione sulle problematiche  della Val del Lago (con centinaia di pagine sul Lago, sulla centrale, sulla storia e la cultura, sull'ambiente....) con risultati certo assai significativi, ma senza innescare fenomeni "a reazione" come questi.
Un vecchio proverbio popolare dice che "tira più un pelo di f… che un carro di buoi". Qui, nello specifico,  siamo di fronte a una splendida depilazione, ma il concetto è probabilmente lo stesso.
Vogliamo provare a cercare di offrire e di trovare anche altri motivi di interesse?

Centralina sul Leale, materiali per la documentazione - VIII

[Prosegue l'analisi del "Riassunto non tecnico"  contenuto nella progettazione della centralina sul Leale]

La relazione offre poi un Quadro di riferimento ambientale, con dati su "Meteorologia e clima",  "Precipitazioni", "Temperature",   "Geologia, geomorfologia, idrogeologia, geotecnica".
Viene poi data una descrizione dei corsi d'acqua e delle sorgenti presenti nella zona presa in esame. Prosegue quindi con:

Valutazione degli impatti dell’opera sul sistema fluviale  

L’opera di presa nella soluzione progettuale presentata, è stata individuata nella porzione a valle della presa  acquedottistica del Comune di Trasaghis dalla sorgente Fontanuzas; da un punto di vista tecnico ed ambientale  l’ubicazione ben si presta alla realizzazione delle strutture derivatorie sia per la conformazione morfologica del  terreno, sia per la presenza di una strada esistente, con un impatto estremamente contenuto.  
Il manufatto proposto sarà costituito da uno sbarramento in calcestruzzo armato di altezza minima ammorsato  al fondo ed alle spalle direttamente sulla roccia affiorante.  
L’opera in progetto prevede la costruzione di una scala di risalita per l’ ittiofauna che, pur tecnicamente corretta  nella sua progettazione, considerata la natura dei  luoghi e la presenza a valle di molteplici ostacoli naturali  insormontabili per questa componente acquatica animale, si ritiene inutile ai fini ambientali; a tal proposito  questa soluzione verrà presa di comune accordo con l’E.T.P. 
Per quanto concerne la quantità idrica prevista per legge per il rilascio (D.M.V.), il criterio adottato ha tenuto  conto sia della risorsa idrica superficiale, sia e  soprattutto della tutela dei requisiti di qualità ambientale del  sistema lotico a valle. 
Il progettista ha cercato armonizzare i prelievi ed i rilasci previsti dalla vigente normativa attraverso la ricerca di  adeguate soluzioni costruttive dei manufatti e studiando in modo esaustivo le caratteristiche morfologiche del  corso d’acqua sotteso, cercando inoltre di risolvere unitamente sia i problemi della discontinuità idraulica, sia di  quella biologica, in modo da garantire sempre la continuità idraulica e biologica del corso d’acqua. 
Particolare attenzione è stata posta nello studio di tutte i possibili cause di disturbo al dispositivo atto al rilascio  del D.M.V. e sono stati adottati tutti gli accorgimenti possibili per evitare ogni possibile interferenza (paratoia  sghiaiatrice, protezioni, sensori di livello, controllo remoto, ecc…). 
Valutato attentamente il tratto sotteso del torrente Leale, caratterizzato in gran parte da un alveo 
marcatamente incassato in una forra di difficile accesso con un substrato di roccia affiorante, in cui sono presenti  diverse manifestazioni sorgentizie perenni, si ritiene che il D.M.V. stabilito in via transitoria dalla Legge regionale  27.11.2001 n. 28, pari a 44,16 l/s (4 l/s*kmq x 11.04 kmq di bacino imbrifero sotteso) sia sufficiente a mantenere  lo stato ecologico attuale del corso d’acqua

[Segue]