"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 28 febbraio 2012

Autostrada Belluno-Amaro. Si riapre la discussione

Alcune prese di posizione da parte di politici cadorini hanno suscitato la ferma reazione del movimento "Pas - Per Altre Strade". L'argomento (ripreso dal sito "Alto Friuli") è ancora quello della possibile realizzazione di un collegamento autostradale tra il Cadore e la Carnia.


Collegamento Carnia-Cadore,
la storia si riapre

Dopo l'ok del Governo al Via per il prolungamento dell'Autostrada A27 dell'Alemagna, il comitato Pas Dolomiti ritorna ad interrogarsi sull'effettiva utilità dell'opera che nella sua fase terminale ipotizza anche il raccordo con l'A23 attraverso la Val Tagliamento.Collegamento Carnia-Cadore, 
la storia si riapre
La Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente ha espresso parere favorevole al prolungamento della A27 - Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore. A renderlo noto nei giorni scorsi il presidente dei deputati della Lega Nord Gianpaolo Dozzo e i deputati leghisti Guido Dussin e Franco Gidoni, che con una recente interrogazione a risposta immediata hanno sollecitato il Governo ad una celere approvazione del progetto preliminare del primo tronco del prolungamento della A27.

«La realizzazione del prolungamento della A27 «Passante Alpe Adria-Belluno-Cadore» - spiegano Dozzo, Dussin e Gidoni - è importantissima per la regione Veneto, in quanto l'opera è vista come un grande passo del Veneto e del bellunese verso l'Europa. L'opera non solo si presenta funzionale sia per il collegamento con l'Austria, in prosecuzione verso nord con la viabilità ordinaria, sia per il collegamento con la A23, in prosecuzione verso est con la futura bretella, ma è anche funzionale per il Cadore. Del resto - proseguono i deputati del Carroccio - il prolungamento della A27 rappresenta un supporto indispensabile per l'industria bellunese e veneta, ed è una soluzione improcrastinabile per porre fine alle lunghe code che si formano sulla strada statale 51 in certi periodi dell'anno, a causa dell'attuale troncatura dell'autostrada».

«Ora che la Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente si è espressa favorevolmente - concludono i parlamentari leghisti - ci auguriamo che il ministero delle Infrastrutture proceda nel più breve tempo possibile alla conclusione dell'istruttoria in modo che il Cipe possa approvare il progetto. Così la regione Veneto potrà finalmente indire la gara europea per la concessione dell'infrastruttura, la quale non costerà nulla ai cittadini in quanto interamente finanziata da privati attraverso il project financing».

QUESTA LA NOTA DEL COMITATO PAS DOLOMITI CARNIA-CADORE

“Fare per spendere”, una pratica consolidata che nel progetto del ponte sullo stretto di Messina (finalmente, e speriamo definitivamente, accantonato dal governo Monti) ha raggiunto la sua massima espressione, ma di cui troviamo conferma anche nel controverso piano di prolungamento dell’A27, attualmente al vaglio della Commissione regionale VIA della regione Veneto.

Se tale devastazione dovesse realizzarsi delle vicine valli del Cadore, anche la valle carnica dell’alto Tagliamento si dovrebbe preparare al pericolo incombente di vedere le ruspe distruggere i suoi versanti, i fiumi, le speranze di rinascita delle sue popolazioni. Il progetto in fase di approvazione VIA, prevede un nastro di asfalto della larghezza di 25 metri che da Pian di Vedoia, in Comune di Ponte nelle Alpi, si vorrebbe far proseguire su rilevato lungo il corso del Piave fino a Longarone e poi in un alternarsi di gallerie e viadotti fino a Macchietto, alle porte di Pieve di Cadore, una ventina di chilometri più a nord.

Un’opera questa, che con la scusa di fungere da by-pass per il paese di Longarone, renderebbe a pagamento gli ultimi tre chilometri dell’attuale autostrada A27 (oggi circonvallazione di Ponte nelle Alpi). Ma un’opera questa, che costituirebbe soprattutto un testa di ponte per lo “sfondamento a nord” reclamato a gran voce dalla classe imprenditoriale della pianura veneta. Infatti, una volta raggiunto Macchietto, dopo aver messo sottosopra la stretta valle del Piave e averla resa sostanzialmente impercorribile nei due sensi di marcia per uno o due lustri (la costruzione delle grandi opere comporta movimenti di terra, uomini e mezzi di proporzioni difficilmente immaginabili), i fautori dello sfondamento a nord si troverebbero davanti quattro possibili opzioni:
_ l’opzione zero, che a questo punto verrebbe presumibilmente scartata;
_ proseguire in direzione di Dobbiaco, per poi puntare su Monaco di Baviera, ammesso e non concesso che riescano a superare l’opposizione della Pusteria;
passare sotto il passo della Mauria per seguire un improbabile quanto irrazionale tracciato lungo la Carnia fino a raccordarsi con l’A23 a Tolmezzo;
_ forare le pendici del monte Cavallino, in Comelico, per sbucare sui verdi prati della Lesachtal, nelle Dolomiti di Lienz, Austria e trattati internazionali permettendo.

Al di là dei suoi possibili sbocchi, il progetto, nel suo insieme, fatica a stare in piedi.Sotto l’aspetto economico, i costi di costruzione sono esorbitanti rispetto ai flussi di traffico previsti (non solo per la tratta fino a Macchietto , ma anche nell’ipotesi che lo sfondamento a nord venga realizzato per intero) Sotto l’aspetto ambientale, non è accettabile nell’anno 2012, il forte e irreversibile impatto che subirebbero aree dolomitiche meritevoli di ben altro destino, e il cui futuro verrebbe pesantemente condizionato dall’infrastruttura. In sostanza vantaggi certi solo per pochi grandi costruttori proponenti il Project Financing - i soliti - e per i loro referenti nel sottobosco della politica.

Eppure queste legittime perplessità non sembrano neanche sfiorare il parlamentare della Lega Nord Diego Dussin, il quale ha affermato, rivolto al neoministro per i Rapporti con il Parlamento Dino Piero Giarda, che il prolungamento dell’A27 costituisce un collegamento strategico per il Bellunese e per il resto del Veneto, in particolare per le industrie locali che stanno mordendo il freno ( Il Gazzettino 2 febbraio 2012). Tanto più, ha insistito Dussin, che “l’impatto ambientale dell’opera sarebbe pari a zero, considerato come la maggior parte del collegamento sarà costituito da tunnel”; la dichiarazione sarebbe risibile se, una tale dimostrazione di incompetenza, non risultasse francamente inaccettabile da parte da un rappresentante delle Istituzioni.

Non sappiamo se il parlamentare della Lega Nord, di solito attenta alle identità locali, prima di sparare spropositi, abbia indagato a fondo i diversi aspetti delle realtà sulle quali l’autostrada andrebbe ad incidere, avvalendosi, per esempio, dei pareri competenti di ingegneri, urbanisti, architetti, storici del paesaggio e demografi non di parte; non risulta siano stati effettuate valutazioni costi- benefici, né studi di nessun tipo a supporto della tesi “autostrada = miglioramento delle condizioni economiche e del benessere delle popolazioni locali”. Il fiero alabardato, proseguendo nel suo intervento, ha dichiarato “diteci un sì e la costruiremo noi (l’A27) a casa nostra! ”, dove quella che lui definisce “casa nostra” è in realtà la casa dei Cadorini (o se preferisce dei Catubrini, tribù attestata già in epoca preromana), e forse dei Carnici (altra tribù montana), manifestando arroganza e volontà di prevaricazione, a conferma della poca considerazione in cui il centro tiene le aree periferiche.

E di questo atteggiamento sprezzante, può starne certo, gli abitanti delle terre alte non mancheranno di ricordarsi quando, archiviato il governo tecnico (che in realtà è il governo più politico che abbiamo avuto negli ultimi decenni) verranno chiamati ad esprimere nelle urne le loro scelte.


da:  http://altofriuli.com/in-primo-piano/collegamento-carnia-cadore---la-storia-si-riapre.htm

2 commenti:

  1. Mah ,io credo che questa autostrada serva solo,se costruita ,a chiudere il "il giro turistico ed enogastronomico " dei veneti.Non capisco l'utilità di collegare con una nuova autostrada la Carnia al Cadore..se proprio vogliono raggiungere L'Austria ,inutile fare il giro per Amaro,e che poi un autostrada porti sviluppo,benessere..basta visitare la val canale ,da Moggio a Tarvisio..Oppure c'è qualche nostalgico che vuole ricordare la vecchia sigla stampata sui camion delle truppe alpine presenti in zona (TCC)..non Truppe Carnia Cadore ,bensì Tratto (autostradale ) Carnia Cadore.Ora basta divagazioni e riflettiamo un momento sul prezzo della benzina ,del gasolio e della crisi finanziara ..Forse è più conveniente mettere a posto quelle statali che uniscono le due regioni che fare un opera faraonica ,utilizzata solo per giri turistiti ed enogastronomici .Io non vedo altre "ragioni" per costruire questa importante arteria.."Ai posteri ardua sentenza" Saluti

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  2. secondo me l'autostrada sarebbe utilissima.

    principalmente per rendere il traffico più scorrevole nell'alto veneto e raggiungere le varie localita anche turistiche più velocemente senza l'inferno delle strade statali e regionali che in veneto , sopratutto nelle zone montane fanno veramente pieta (strette e molto lunghe a causa dei tornanti). con cio' si toglierebbe anche traffico pesante, lunghe code e inquinamento dai paesini di montagna e a permettere ai turisti che efettivamente vogliono viaggare "in pace" di godersi il paesaggio!

    terzo: l'autostrada correrebbe gran parte in galleria e non darebbe fastidio a nessuno, per il tracciato fuori per qualche metro di verde cementato in una valle si potrebbe risolvere con dei pannelli mimetici stile pannelli antirumore.


    in ogni caso siamo nel 2012: il traffico aumenta ogni giorno, il petrolio pure . se i classici verdi vogliono che nei centri abitati l'aria diventi irrespirabile, lo smog aumeti a causa delle code ecc e che in montagna si vedano ancora transitare tir che rendono le strade ancora più sgangerate di quelle che sono bloccate pure il progetto!

    se invece da venezia volete raggiungere l'alto bellunese in poche ore e non in mezza giornata per godersi una giornata all'aria aperta in alta montagna e a permettere alle aziende di ridurre i costi di produzione e evitare la loro chiusira per poi spostarsi fuori provincia o addirittura fuori regione lasciate andare avanti il progetto.

    stessa identica minestra per l'ampliamento della centrale idroelettrica di somplago (UD)

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