"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

sabato 27 marzo 2010

Dibattito sul Lago: da Cacitti a Rabassi



Centrale idroelettrica, tirata in ballo la Regione


Il Gazzettino, Giovedì 18 Marzo 2010 (d.z.)


"Se potessi decidere io sul futuro potenziamento della Centrale idroelettrica di Somplago, verificherei immediatamente la possibilità di poter coinvolgere direttamente anche la Regione nella realizzazione dell’opera. Questo permetterebbe comunque la realizzazione di un progetto valido sotto il profilo energetico e creerebbe la possibilità di un ritorno ancor maggiore per l’intero territorio e per i suoi cittadini". La posizione controcorrente arriva dal consigliere regionale del Pdl, Luigi Cacitti, che nei giorni scorsi ha incontrato i sindaci di Cavazzo Carnico, Dario Iuri, e di Verzegnis, Luciano Sulli, per alcuni approfondimenti in merito al progetto presentato da Edipower alla Regione. "Ho ritenuto utile organizzare questo incontro - spiega Cacitti - per ottenere da parte dei due amministratori locali le informazioni in maniera diretta e precisa. Ritengo di poter esprimere un pensiero positivo non tanto per i contenuti prettamente tecnici del progetto ma soprattutto per l’approccio adottato in fase di analisi e di studio. Già il fatto che le opere verranno realizzate tutte nel sottosuolo in parallelo alle condotte esistenti e che il prelievo ora previsto verrà limitato, la dice lunga sulla bontà delle scelte adottate. Su questo progetto qualcuno si già attivato in varie forme per contrastarne la realizzazione, probabilmente paventando situazioni e risultati catastrofici, spesso dimenticando che il vero depauperamento della montagna – conclude Cacitti - è già avvenuto anni fa, quando elettrodotti, gasdotti, oleodotti ed altre infrastrutture sono passate sul nostro territorio senza pagar dazio".




L’interesse e la comunità


Messaggero Veneto — 26 marzo 2010


Premetto di non voler difendere l’operato della Regione capace di farlo da sola, ma ai sindaci di Verzegnis, Cavazzo, Trasaghis e Bordano, viste le loro affermazioni sull’articolo del 16 marzo sul lago, vorrei ricordare che, se fosse dipeso solo dai loro pareri espressi con incomprensibile leggerezza, oggi Edipower avrebbe già messo le sue lucrose mani sul lago. Purtroppo questo pensiero traspare tuttora, dato che il sindaco di Verzegnis Sulli riafferma che l’opera non deturperà il territorio più di quanto non lo sia già oggi. Inoltre il sindaco di Cavazzo, volando un pochino troppo alto, ironizza sul perché Roma la pensi diversamente dalla Regione circa l’utilità dell’opera pur trattandosi della stessa maggioranza politica, dimenticando forse di chiedersi cosa ne pensi la minoranza regionale che, nei dibattiti pubblici, finora si è limitata a difendere strenuamente l’operato di sindaci, guarda caso, appartenenti direttamente o indirettamente allo stesso schieramento. Permane anche la curiosità di sapere quali siano gli affidatari di studi approfonditi nominati dai sindaci di Trasaghis e Bordano: studiosi tuttora a noi sconosciuti, pure speranzosi di non trovarci di fronte ai soliti esperti di turbine. Di confortante emerge che finalmente, forse, i sindaci si sono convinti dell’utilità di dover approfondire gli studi e sentire, pur delegando a ciò la Regione, anche il parere del popolo bue. Ma mi faccino il piacere, diceva il grande Totò! Ora non mi si venga a dire che sono il solito polemico; non mi dica qualche sindaco, come già fece quello di Cavazzo, che io debbo criticare solo l’operato del mio sindaco: e dico mio perché, pur non avendolo votato, ne rispetto la persona e la carica che ricopre. Basta con queste manfrine e non si sentano gli unti del Signore! Finalmente, insieme, senza aspettare inviti o tappeti rossi, siano capaci di mettersi a capo di un serio e democratico dibattito con tutta la gente su un tema d’interesse vitale, sia per le nostre valli sia per l’intero Friuli. Egregio signor sindaco Sulli, come direttamente ebbi a dirle, i lavori Edipower mi rammentano la costruzione di un wc dove la vaschetta è Verzegnis, il water il lago di Cavazzo e la rete fognaria ciò che resterebbe della Val del Lago e del Tagliamento: il nome di quello che verrebbe trascinato e decantato a valle lo lascio alla vostra fervida immaginazione. Su questo odoroso tema inviterei a soffermarsi anche il consigliere regionale Pdl Cacitti, dato che più lontano dal suo paesello anche lui sembra vedere e sentire solo ciò che vuole. Un intervento del genere non può essere affrontato con leggerezza e divisioni, ma con la compartecipazione della gente, di tutte le forze politiche regionali e confortato da studi approfonditi che mettano al riparo un bene che appartiene a tutti noi da sgradevoli sorprese. Pecunia non olet, dicevano i latini. Ma, se questo va bene per Edipower, certamente non vale per noi che in questo eventuale e futuro water dovremmo pur vivere. Un sanitario che puzzerà, ma non certamente per i soldi, che prenderebbero altre e "foreste" strade.
Dino Rabassi - Trasaghis

Dibattito sul Lago: l'opinione di D. Franzil e quella di R. Brunetti


Democrazia personalizzata


Messaggero Veneto — 22 marzo 2010


Oggi è diventato quasi di moda parlare di inquinamento e di necessità di salvaguardare l’ambiente, ma in realtà non si fa molto e si continua, invece, ad assistere a fatti di "democrazia personalizzata", per la quale ognuno tende a gestire le cose a suo piacimento e convenienza. Bersani ha liberalizzato il mercato dell’energia e tutti sostengono il libero mercato, come toccasana: purtroppo, oggi, nessuno lo vede come una sventura, tranne coloro i quali non riescono ad arrivare a fine mese. La Edipower milanese, che gestisce la centrale idroelettrica di Somplago, è una multinazionale legata a soggetti finanziari e industriali, italiani ed esteri, quali Unicredit, Edison e altri. Essa desidera potenziare la centrale, col pericolo di danneggiare ulteriormente l’idrografia della Carnia, e a tal fine ha richiesto la concessione per scavare una nuova condotta di ben otto chilometri nelle montagne. Tramite questa, intende realizzare il "riciclaggio" dell’acqua, cosa innaturale, dal lago di Cavazzo o dei Tre Comuni al lago artificiale di Ambiesta-Verzegnis. L’energia per il pompaggio la prenderà dalle centrali nucleari o da quelle termiche a combustibile fossile, entrambe altamente inquinanti per l’ambiente e dannose alla salute della gente. Si può dire che, tecnicamente, l’operazione è un assurdo, economicamente però l’azienda troverà il modo di guadagnarci sopra. La prima risorsa saranno i contratti di compravendita: acquistare energia "sporca" di notte a basso costo e, con la stessa acqua, produrre meno energia per venderla a caro prezzo, di giorno. Come se non bastasse, l’ormai vecchia legge a sostegno delle fonti energetiche rinnovabili offre sostegno con i "certificati verdi" a coloro i quali operano per ripulire il pianeta. Purtroppo questa legge non è ancora stata modificata e concede regalie, con strane discutibili motivazioni, anche a industrie altamente inquinanti fatta passare come "assimilate" alle fonti naturali. Sono cose, a dir poco, assurde. Il guaio è che paga sempre lui: Pantalone! L’Edipower pare possa ricevere ben 500 milioni di euro, però se andiamo a buon senso non dovrebbe averne più il diritto perché per ottenere energia pulita ricorre all’energia sporca e quindi dov’è la logica? Ognuno tragga le sue conclusioni, resta solo da esclamare: "libera nos Domine" dall’ingordigia causata da dio denaro e dal mercato libero! Ritornando al problema specifico del nostro lago: farlo scomparire rapidamente con il fango portato dal "riciclaggio" oppure lasciarlo vivere e magari curarlo? Al lago Ambiesta, causare il disfacimento erosivo delle rive per colpa del saliscendi continuo dell’acqua oppure conservare l’ambiente paesaggistico? Siamo a un bivio, ma è un dilemma solamente per i politici! La gente ha le idee chiare: approvare l’ampliamento significa danneggiare tutto e tutti, tranne l’azienda richiedente! Non può neppure concepire che possa ricevere sovvenzioni con lo scopo di realizzare un riciclaggio, energicamente sporco, che alla fine provocherà la distruzione ambientale su tutto il bacino e magari la rovina del sistema idrico. I Comuni e la Regione, specialmente, hanno titolo per opporsi e negare ogni concessione, ma sono titubanti e giustamente si spera lo facciano per approfondire il problema in modo obiettivo. La popolazione però, dopo tanti dibattiti e contestazioni, intende ribadire che non accetterà più vessazioni e servitù oltre a quelle già subite in passato e anzi pretende riparazione ai mali. Non tollererà speculazione alcuna, né di locali, né di estranei. Vuole e intende che il lago ritorni come un tempo e che sia rispettato l’ambiente, avendo già dato fin troppo all’Italia e subìto per essa. Inoltre, per le strade, si dice: se qualcuno ha intenzione di cambiare, in peggio ancora, la nostra vita, non faccia cosa fatta, venga avanti a dimostrare con fatti concreti, e non con relazioni partigiane, come stanno le cose, chi avrà vantaggi, chi soccomberà e perché! Poi, si tireranno le somme e le conseguenze. Questa, che riporto, è la voce della gente. Stiamo attenti, oggi di trogloditi ne sono rimasti ben pochi! Che sia tutto da rifare, come diceva l’amato Bartali, o sia tutto da moralizzare in questa società in declino dove il dio denaro pare la faccia sempre più da padrone... Ad meliora, l’ambasciatore ringrazia i lettori.
Dino Franzil - Tarcento





I cittadini sono contrari


Messaggero Veneto — 26 marzo 2010


Ho letto le dichiarazioni del sindaco di Cavazzo Carnico comparse su questo giornale e vorrei completarle dicendo che a essere contraria all’opera proposta da Edipower non è soltanto una forza politica che fa parte della maggioranza regionale, ma la stragrande maggioranza dei suoi amministrati. Infatti molti cittadini del comune di Cavazzo Carnico hanno sottoscritto la petizione dei comitati e non soltanto per esprimere le proprie perplessità e le proprie contrarietà, ma anche per criticare chi ha preso decisioni importanti senza consultare la popolazione se non a cose fatte.
Remo Brunetti- Cavazzo Carnico

sabato 20 marzo 2010

Dibattito sul Lago: presa di posizione dei sindaci


Somplago, parlano i sindaci


TRASAGHIS. Da una parte ci sono i Comitati, che punzecchiano i sindaci dei quattro paesi coinvolti nel progetto presentato da Edipower per l'assenteismo agli incontri di approfondimento svoltisi sul territorio cui si aggiunge l'accusa, rivolta sempre agli amministratori, di poca trasparenza e di voler “svendere” l'intera Val del Lago alla proponente in cambio di qualche compensazione e, contemporaneamente, di voler scaricare la responsabilità sulla Regione. Dall'altra, i sindaci di Trasaghis, Bordano, Cavazzo e Verzegnis che, dal canto loro, ognuno con il proprio distinguo, cercano compatti di respingere le accuse, rilanciando le proprie posizioni in attesa del Via che deve rilasciare la Regione, prima della conferenza dei servizi. «Siamo ben disposti – dicono Gianluigi Colomba e Augusto Picco, sindaci di Bordano e Trasaghis – ad ascoltare le proposte e le opinioni dei comitati spontanei che si sono formati sul territorio ma siamo infastiditi dai continui atteggiamenti di strumentalizzazione da parte di alcuni esponenti dell'attuale maggioranza di governo regionale e dei loro ripetuti attacchi istituzionali». «La Regione – continuano – dica la sua in modo definitivo e si faccia promotrice, viste anche le possibilità economiche, di studi di approfondimento. A oggi non ha fissato nemmeno un incontro informale con noi. Non sappiamo quale sia esattamente il numero dei nostri concittadini che hanno sottoscritto la petizione, perché le firme contro l'opera sono state consegnate giustamente in Regione visto che il lago ha rilevanza regionale, perciò l'interlocutore primario, che tra l'altro deve rilasciare il Via, rimane proprio l'ente regionale, cui secondo noi spetta anche il compito di indire o meno, su richiesta dei cittadini, una consultazione popolare. Dal canto nostro abbiamo affidato a esperti studi d'approfondimento, e se dovessero rilevare criticità saremo i primi a rivalutare la nostra posizione segnalandola in sede di conferenza di servizi». «Il territorio – spiega Luciano Sulli Sindaco di Verzegnis – se l'opera dovesse andare in porto non sarà deturpato più di quanto lo è già oggi». Al primo cittadino di Verzegnis fa eco Dario Iuri, sindaco di Cavazzo: «La cosa ridicola è che la contrarietà al progetto provenga dalle forze che governano la Regione, che sono poi le stesse che definiscono il progetto, a livelli più alti, un'opera strategica». (d.v.)

mercoledì 17 marzo 2010

Dibattito sul Lago: lettera aperta al presidente Tondo


Stop all'atteggiamento di coloniale sudditanza


da: Messaggero Veneto — 13 marzo 2010


Lettera aperta a Tondo


Egregio signor Presidente, mi permetto di inviarLe questa lettera aperta in considerazione della lunga presenza Sua e mia nella vita sociale, politica e istituzionale della Carnia, su posizioni politiche differenti, ma con rapporti improntati alla correttezza e al rispetto reciproco. A cavallo tra gli anni ’70 e ’80 sul Friuli terremotato era calato un progetto di notevole rilevanza territoriale: quello della diga di Pinzano. A proporlo era la Regione per contenere le piene del Tagliamento e dare sicurezza a Latisana e alla Bassa Friulana. La forte incidenza di tale progetto sul territorio spaccò il Friuli: il Latisanese lo sostenne, mentre i Comuni di Forgaria, Pinzano, Vito d’Asio, le Comunità Montane e la loro popolazione lo avversarono, dando vita a un acceso dibattito che investì le istituzioni, le forze politiche, le organizzazioni di categoria e l’intera società friulana. Lei certamente ricorda quel dibattito e la grande assemblea sul piazzale della Lima a Flagogna in cui alla fine del suo intervento il sindaco Cedolini fu colpito da malore e, ricoverato in ospedale, morì due giorni dopo, avendo difeso la sua terra e la sua gente. Si chiederà perché richiami quel progetto e quegli avvenimenti a 30 anni di distanza. Lo faccio nella convinzione che quella esperienza possa essere utile per assumere decisioni ben ponderate su un progetto attuale di altrettanta importanza territoriale: quello di Edipower Spa di potenziamento della centrale di Somplago mediante pompaggio. Quel progetto e quell’esperienza possono essere utili non solo perché avevano per oggetto lo stesso bene particolare "acqua", come lo ha il progetto Edipower, ma in particolare per il metodo con cui quel progetto fu gestito dalla Regione. Di fronte alle perplessità e alle opposizioni sollevate dalla proposta diga, l’allora presidente Antonio Comelli e l’allora assessore ai lavori pubblici Adriano Biasutti non insistettero nel considerare oro colato il progetto proposto dalla Regione, cioè da loro stessi, non offrirono "contropartite" ai Comuni interessati, ma ebbero il buon senso, da buoni democristiani, di accettare e favorire un confronto che ne verificasse la fondatezza, le possibili varianti e alternative, opzione zero compresa. Con questo scopo fu costituita una apposita "Commissione per l’esame della situazione idrogeologica del bacino del Fiume Tagliamento", presieduta dal prof. Giuseppe Machne, ordinario di idraulica dell’Università di Trieste, e di cui facevano parte, tra gli altri, docenti di idraulica del Politecnico di Milano, dell’Università di Padova, tecnici dell’assessorato dei Lavori Pubblici, il rappresentante della Regione Veneto, liberi professionisti tra cui l’ing. Aprilis per i Comuni dell’Arzino e l’ing. Foramitti per i Comuni di Latisana e della Bassa Friulana. La Commissione presentò un primo rapporto nel febbraio 1981, il rapporto finale nel dicembre 1982. Nel gennaio 1983 l’ing. Aprilis presentò una propria relazione di minoranza e l’ing. Foramitti un proprio rapporto finale. Ma la Regione andò oltre i rapporti di verifica del progetto e commissionò un modello idraulico tridimensionale in scala che riproduceva al vero il funzionamento del progetto, acquisendo così tutti gli elementi per una decisione ponderata sulla realizzazione o meno della diga. Così operarono, saggiamente, i governanti regionali della tanto vituperata "prima repubblica". E allora, Signor Presidente, io mi auguro che Lei adotti il metodo e l’esempio dei Suoi predecessori di allora Comelli e Biasutti e ponga fine a questo atteggiamento di coloniale sudditanza che considera oro colato tutto ciò che ci propina Edipower Spa circa il suo progetto. Progetto per importanza e ricadute pari a quello della diga di Pinzano e a quello attuale della terza corsia dell’autostrada. Non basta chiedere spiegazioni sul progetto Edipower alla stessa Edipower, la quale non può smentire se stessa e non può che dare spiegazioni confermanti il proprio progetto. Come i citati suoi predecessori, Lei ha tutti i poteri per affidare ad una commissione di qualificati specialisti del settore un autonomo studio del progetto, dei suoi reali impatti ambientali, delle alternative, opzione zero compresa. Ciò al di là della normale procedura di Via. Per rendere chiari e visibili gli impatti del progetto sul bacino di Verzegnis, sul lago di Cavazzo e la sua valle, sull’asta del Tagliamento, Lei ha tutti i poteri per commissionare la costruzione di un veritiero modello idraulico di funzionamento del progetto sì da rendere chiare e visibili a tutti le reali conseguenze dello stesso e avere tutti gli elementi per assumere una decisione fondata. E’ solo questione di volontà politica! Infatti, i costi di tali studi sarebbero a carico della proponente Edipower spa così come previsto dall’articolo 4 della Lr 43/1990. Il lago di Cavazzo, il più grande lago della regione, merita di essere preservato e migliorato per quanto ancora abbia mantenuto di naturale nonostante gli scriteriati interventi della Sade, dell’oleodotto e dell’autostrada. I sacrifici non devono cadere sempre sullo stesso territorio! E’ inaccettabile che si chieda un ulteriore sacrificio alla Val del Lago per favorire il progetto Edipower di pura speculazione finanziaria sul costo del kilowattora nelle differenti fasce orarie e che nel complesso consuma più energia (da combustibili) di quanta ne produca. Mi auguro che Lei, signor Presidente, voglia volare alto – perché ne ha le capacità e la possibilità – nonostante il volo basso degli amministratori locali che, attratti dal richiamo delle "compensazioni", sono finiti nella rete di Edipower e quindi in gabbia, diventandone i portavoce in loco. C’è da chiedersi come mai il Comune di Trasaghis abbia espresso un preventivo parere positivo appena un mese dopo aver ricevuto il progetto. ChiedendoLe di costituire un’apposita commissione di esperti indipendenti e di chiara fama per l’esame del progetto Edipower, del suo impatto, delle possibili alternative nonchè l’elaborazione di un modello idraulico di funzionamento del progetto, Le chiedo di compiere un atto che è normale nei paesi civili su progetti di grandi opere e che Comelli e Biasutti compirono in tempi di minore sensibilità ambientale. Un atto che faccia capire al potentato Edipower che il Friuli, ricostruito con tanta fatica, non è in vendita, né è una colonia in cui esercitare contemporaneamente le blandizie di non definite "compensazioni", interessate opere di beneficenza, promesse assunzioni mirate, pressioni politiche ai vari livelli, allo scopo di attuare un progetto speculativo che porta la ricchezza delle nostre acque a Milano nelle tasche dei noti azionisti di Edipower, lasciando sul territorio una vittima certa: il lago di Cavazzo e la sua valle. Quello che Le chiedo, signor Presidente, è un atto di dignità.
Franceschino Barazzutti già sindaco di Cavazzo Carnico

sabato 13 marzo 2010

Dibattito sul Lago: richiesto un nuovo progetto


«La Regione faccia esaminare il progetto Edipower»

UDINE. Un appello al governatore Renzo Tondo affinchè la Regione affidi a una struttura specializzata, con costi a carico della proponente Edipower Spa, come prevede la stessa legge regionale 43/90, un approfondito esame critico del progetto sull'ampliamento della centrale di Somplago e delle sue ricadute ambientali, cui si aggiunge la richiesta agli amministratori locali di indire una consultazione popolare. Questo quanto chiesto dai comitati per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento e per la difesa e sviluppo della Val del Lago, riuniti ieri in sala Kugy a Udine, nel palazzo della Regione di via Sabbadini. «Rivolgiamo un appello al presidente carnico Renzo Tondo – ha detto Franceschino Barazzutti del comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento – affinchè si adotti il criterio virtuoso utilizzato agli inizi degli anni '70 quando la stessa Regione propose il progetto per lo sbarramento a Pinzano per la difesa della bassa friulana dagli eventi di piena. Progetto ritirato dalla stessa Regione in seguito agli studi effettuati. Anche in questo caso, come allora fecero il presidente Biasutti e l'assessore ai lavori pubblici Comelli, si deve incaricare dei professionisti altamente specializzati per verificare le ricadute dell'opera sull'intera Val del Lago, sul lago stesso ma anche sul Tagliamento». Presto, come annunciato dal consigliere regionale Enore Picco, ma anche dai già sindaci di Trasaghis Dino Rabassi e Loredano Tomat, sarà organizzata una nuova assemblea pubblica dove saranno invitate a partecipare e a esporsi tutte le forze politiche: «Così che queste – puntualizza Barazzutti – dicano la loro sul progetto e si assumano le responsabilità davanti ai loro elettori». «Non siamo contrari a prescindere – ha detto Dino Rabassi – all'opera, però vogliamo che gli aspetti tecnici, molto carenti allo stato attuale, vengano approfonditi a carico della stessa proponente. La legge in questo senso parla chiaro: sono previsti oltre 400 mila euro per ulteriori verifiche». «Inoltre – ha detto Rabassi – l'opera è in contrasto con la legge regionale 152 del 2006, perciò mi auguro che chi di dovere intervenga». Nessuno ha verificato se ci sono delle alternative all'opera. Deve essere chiaro che se l'ampliamento dovesse essere realizzato, la scelta sarà definitiva e irrevocabile».
Dario Venturini

venerdì 12 marzo 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di C.Polano per l'E.T.P.


EDIPOWER: No anche dall’Etp al progetto

da: Messaggero Veneto, 6 marzo 2010


Anche l’Ente tutela pesca del Fvg, nel corso di una recente serata ad Alesso, tramite il suo biologo, ha bocciato pubblicamente e ufficialmente il progetto Edipower. Le diverse osservazioni al piano, alla presenza di un pubblico numeroso e attento (mancavano chissà perché gli amministratori della val del Lago), hanno riguardato l’impatto negativo che lo stesso avrebbe sulle comunità acquatiche del nostro lago, già pesantemente ridotte in specie e quantità, dopo l’avvio della centrale di Somplago nel 1959. Un’attività che ha trasformato il bacino da temperato caldo a freddo. Primo punto negativo evidenziato nella relazione è stata la variazione di livello che potrebbe essere di 1 metro secondo Edipower o più secondo il comitato. Comunque questa forte oscillazione diminuirebbe drasticamente la disponibilità di habitat riproduttivi e di svezzamento per tutte le specie sottoriparie. In ogni caso, a mio parere, il lago non dovrebbe mai scendere anche oggi, sotto il livello 194,50 (quota Sade), per mantenere un livello minimo nel canneto di Alesso, abitato prevalentemente da popolazioni ciprinicole, nonché loro ambiente riproduttivo. Fra l’altro, un’oscillazione giornaliera di livello (oggi settimanale) sfavorirebbe sia la deposizione delle uova sia il loro sviluppo e la sopravvivenza degli stadi giovanili dei pesci. E nello studio di impatto ambientale di Edipower tali aspetti non sono approfonditi in modo sufficiente, riguardo agli effetti del progetto sulla fauna acquatica. Inoltre, a causa del trasferimento continuo di ingenti masse d’acqua dal lago di Cavazzo a quello di Verzegnis e viceversa, scenderebbe notevolmente anche la temperatura delle stesse, già oggi molto bassa. Nel contempo aumenterebbe la torbidità, dovuta a questo continuo rimescolamento di acque e limo depositato sul fondo dei due bacini. Inoltre sarebbe prevista una diminuzione dei livelli del fitoplancton, già oggi talmente bassi da sfavorire chiaramente la comunità planctonica e le specie ittiche a essa legate. La maggiore disponibilità di detrito organico fine, considerato come effetto positivo del progetto, sarebbe annullata dalla diminuzione degli organismi filtratori e raccoglitori, per i quali è necessaria l’esistenza di fasce sottoriparie stabilmente allagate. Il biologo ha ritenuto quindi che le popolazioni ittiche più svantaggiate sarebbero quelle di carpa, tinca, persico reale, sanguinerola (già in forte calo), alborella e spinarello. In conclusione, l’Etp, sotto il profilo ambientale, ha dato un giustificato e scientifico parere negativo a questa ipotesi progettuale. Personalmente sollecito invece i politici e gli amministratori della val del Lago a pensare a ulteriori progetti di valorizzazione del lago, quali per esempio la riapertura del “taj dal lac”, l’antico emissario oggi chiuso, che metteva in comunicazione il bacino lacustre con il Tagliamento, permettendo così la risalita di numerose specie ittiche, in particolare dell’anguilla. Oppure il rimodellamento del canneto di Alesso, con serpentine e piccoli laghetti, dove l’acqua potrebbe riscaldarsi e quindi favorire la vita e soprattutto la riproduzione dei Ciprinidi, che necessitano per questo di temperature più elevate rispetto ai Salmonidi.
Claudio Polano Gemona

venerdì 5 marzo 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di Luigi Stefanutti


VAL DEL LAGO Le decisioni e la sostenibilità

da: Messaggero Veneto — 03 marzo 2010

"La devastazione dello spazio vitale naturale distrugge non soltanto l’ambiente esterno nel quale viviamo ma anche, nell’intimo dell’uomo, ogni rispetto per la bellezza e per la grandezza della creazione che lo sovrasta". Parole dell’etologo Konrad Lorenz! Questa affermazione si può adattare all’attuale situazione della Val del Lago? Io penso di sì! Non è stato sufficiente, infatti, aprire un dibattito serrato perché, per una pacifica e fruttifera convivenza, necessitano la buona volontà e la convinzione che la "verità" deve essere costruita sul consenso. Così, nonostante le forti prese di posizione della gente (un vero e proprio tsunami considerati gli strascichi astiosi emersi), gli amministratori (ma anche gli ex amministratori) dei nostri Comuni continuano imperterriti per la propria strada. È un "déjà-vu"! Una lotta per ritagliarsi un piccolo spazio di visibilità, una lotta, forse, solo per garantirsi la propria rielezione! Tutto questo mi avvilisce e mi mortifica come cittadino. Ma anche mi preoccupa. Non ci sono più nemmeno la preoccupazione e la necessità, per questi "politici di periferia", di "cavalcare" almeno l’onda. Tanto, e pare sia proprio questa la convinzione, la "gente" dimentica e presto. Questo vale sia per chi difende sia per chi attacca le scelte di fare del nostro lago solo una grande centrale elettrica. Così non c’è ascolto, non c’è un vero confronto e ognuno si arrocca sulle proprie posizioni. Tanto, prima o poi, lo tsunami passerà. Forse tutto ciò fa parte della "particolare cultura" di una certa classe di amministratori locali: qualche clientela, qualche cementificazione, qualche "passerella" proiettata verso il nulla, tanto per dire che l’ambiente è nel loro cuore, il patrocinio su qualche pubblicazione e il gioco parrebbe fatto! E quello che la gente può dare, per contribuire a scelte utili e qualificanti per il proprio futuro, non serve. Cogli l’attimo fuggente, pare solo questa la parola d’ordine di questi amministratori! Il resto: non serve! È una partita di scacchi, fatta da giocatori che forse a scacchi non sanno nemmeno giocare: ciascuno "elenca" la propria "lista" di cose fatte, ciascuno si richiama al "senso di responsabilità" e al proprio diritto (divino?, umano?) di decidere in perfetta solitudine, ciascuno illustra, con dovizia di particolari, le "pecche" dei propri avversari (così taceranno una volta per tutte!), ma quale sia stato il "loro" reale contributo allo sviluppo di un territorio, che altri ci invidiano, non lo dicono. Come non spiegano il "perché" non debba essere la gente a esprimersi e a decidere sul proprio futuro, tanto la gente si è già espressa: con il voto ogni 5 anni, e, per 5 anni, i problemi e le loro soluzioni non sono più "competenza" della gente. Se ne riparlerà, nella prossima campagna elettorale! Credo che questo "metodo", trentennale per la mia esperienza, un effetto l’abbia sortito: allontanarci dalla "cosa pubblica"! Tanto "fasin e disfin dut lor", è questa l’amara conclusione del popolo escluso! E così si prendono le decisioni, decisioni sul nostro futuro, decisioni sul nostro territorio, decisioni su come dobbiamo vivere noi e i nostri figli. Tanto "decidere così" è poco faticoso (non occorre pensare!) e anche poco rischioso: si rischia solo di passare da "maggioranza a minoranza" in un Comune, o di essere "pensionati", ma sempre con l’orgoglio di dire "io c’ero"! E i danni dell’assenza di un progetto serio, e la privazione, per generazioni, di una prospettiva, e la disillusione, la stanchezza e la sfiducia della gente, e il "poco interesse" dei giovani sul tutte queste cose? Solo piccoli incidenti di percorso, per questi nostri amministratori. Solo gli ingenui e gli sprovveduti, pare che sia proprio questa la loro convinzione, credono che queste cose siano importanti! Chi amministra, invece, il mondo lo conosce, sa come gira. Gira tanto per tornare sempre al solito punto di partenza! Tutto questo è un "costo sostenibile" per una comunità? Ai posteri l’ardua sentenza! E così, per scopi personali o di "clan", perdendo il contatto con la realtà in cui si è immersi, ma che non ci si preoccupa di conoscere (tanto non serve per "fini elettorali"!), si continua imperterriti, usando la gente quando serve, usando il potere quando la gente non serve. Un comportamento di una "classe dirigente" forse non proprio esemplare per i nostri giovani e per i nostri ragazzi"! Ma io, in fondo in fondo, sono ottimista e credo che (le parole non sono mie, ma di Enrico Berlinguer)... "noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo a servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una "prova" che può riempire degnamente una vita". Ma io appartengo alla categoria degli ingenui e degli sprovveduti!

Luigi Stefanutti - Alesso

giovedì 4 marzo 2010

Preoccupazione per la chiusura della Leader Pumps di Trasaghis

Trasaghis, Leader Pumps verso la chiusura

di Dario Venturini (da www.altofriuli.com )

Lo stabilimento di Trasaghis della Leader Pumps, l'azienda che produce pompe meccaniche nella zona industriale del paese pedemontano, chiuderà. Per i 67 operai intanto, si profila la cassa integrazione.
La Regione, l'Amministrazione comunale di Trasaghis, l'Rsu e i sindacati fanno quadrato attorno gli operai dello stabilimento di Trasaghis della Leader Pumps sui quali si addensano sempre più le nubi di un'imminente chiusura dell'ultima linea produttiva rimasta a Trasaghis e che a giorni dovrebbe essere trasferita a Bientina dove a sede la società. A breve perciò i 67 operai che negli scorsi mesi avevano manifestato affinchè la fabbrica che produce pompe per l'acqua non chiudesse, potrebbero trovarsi di fatto senza un lavoro. La decisione dei vertici aziendali è stata comunicata nel tardo pomeriggio di martedì alle Rsu e all'assessore alle attività produttive Luca Ciriani che ha accolto la notizia, come del resto anche il sindaco di Trasaghis Augusto Picco, con sgomento e rammarico. Uniti, hanno accusato i dirigenti della Leader Pumps di poca trasparenza in merito alle scelte aziendali. Con l'inizio del nuovo anno infatti, sembrava che la situazione evolvesse in positivo, sino a martedì pomeriggio. « La decisione unilaterale della Leader Pumps di chiudere lo stabilimento di Trasaghis – ha detto l'assessore regionale Ciriani – è grave. A loro avevamo proposto diverse ipotesi di rilancio, ed entro maggio, avremo dovuto analizzare i segnali di mercato ma questo accordo è stato disatteso e, ad oggi, rimane solamente la decisione dei vertici aziendali che ci pongono di fronte ad un fatto compiuto ». Sulla stessa lunghezza d'onda il Sindaco di Trasaghis, Augusto Picco: « L'azienda non rispettando i patti di collaborazione per i quali ci eravamo accordati ha dato un chiaro segno di poca trasparenza. Ora a rimetterci, come spesso succede in questi casi, sono gli operai dello stabilimento. A loro e alle loro famiglie piena solidarietà ». E se da una parte la Regione assicura di attivare tutte le procedure necessarie relative agli ammortizzatori sociali, cercando di reimbastire comunque un dialogo con la società, dall'altra parte il Comune, come annunciato dallo stesso Sindaco Augusto Picco, cercherà fin da subito nuovi imprenditori in grado di riassorbire gli operai che rimarranno senza lavoro. Ciriani e Picco concordano sulla necessità di stringere legami con le aziende che vengono ad insediarsi sul territorio, garantendo sostegni ma anche garanzie industriali e occupazionali.

Preoccupazione per la chiusura della Leader Pumps di Trasaghis

Trasaghis, Leader Pumps verso la chiusura

di Dario Venturini (da www.altofriuli.com )

Lo stabilimento di Trasaghis della Leader Pumps, l'azienda che produce pompe meccaniche nella zona industriale del paese pedemontano, chiuderà. Per i 67 operai intanto, si profila la cassa integrazione.
La Regione, l'Amministrazione comunale di Trasaghis, l'Rsu e i sindacati fanno quadrato attorno gli operai dello stabilimento di Trasaghis della Leader Pumps sui quali si addensano sempre più le nubi di un'imminente chiusura dell'ultima linea produttiva rimasta a Trasaghis e che a giorni dovrebbe essere trasferita a Bientina dove a sede la società. A breve perciò i 67 operai che negli scorsi mesi avevano manifestato affinchè la fabbrica che produce pompe per l'acqua non chiudesse, potrebbero trovarsi di fatto senza un lavoro. La decisione dei vertici aziendali è stata comunicata nel tardo pomeriggio di martedì alle Rsu e all'assessore alle attività produttive Luca Ciriani che ha accolto la notizia, come del resto anche il sindaco di Trasaghis Augusto Picco, con sgomento e rammarico. Uniti, hanno accusato i dirigenti della Leader Pumps di poca trasparenza in merito alle scelte aziendali. Con l'inizio del nuovo anno infatti, sembrava che la situazione evolvesse in positivo, sino a martedì pomeriggio. « La decisione unilaterale della Leader Pumps di chiudere lo stabilimento di Trasaghis – ha detto l'assessore regionale Ciriani – è grave. A loro avevamo proposto diverse ipotesi di rilancio, ed entro maggio, avremo dovuto analizzare i segnali di mercato ma questo accordo è stato disatteso e, ad oggi, rimane solamente la decisione dei vertici aziendali che ci pongono di fronte ad un fatto compiuto ». Sulla stessa lunghezza d'onda il Sindaco di Trasaghis, Augusto Picco: « L'azienda non rispettando i patti di collaborazione per i quali ci eravamo accordati ha dato un chiaro segno di poca trasparenza. Ora a rimetterci, come spesso succede in questi casi, sono gli operai dello stabilimento. A loro e alle loro famiglie piena solidarietà ». E se da una parte la Regione assicura di attivare tutte le procedure necessarie relative agli ammortizzatori sociali, cercando di reimbastire comunque un dialogo con la società, dall'altra parte il Comune, come annunciato dallo stesso Sindaco Augusto Picco, cercherà fin da subito nuovi imprenditori in grado di riassorbire gli operai che rimarranno senza lavoro. Ciriani e Picco concordano sulla necessità di stringere legami con le aziende che vengono ad insediarsi sul territorio, garantendo sostegni ma anche garanzie industriali e occupazionali.