"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 30 novembre 2009

Lago: indagine sulla proliferazione delle alghe

Alghe nel lago: indagini dell' Arpa





(dal Messaggero Veneto del 29 novembre 2009)

TRASAGHIS. Sentiti i pareri di alcuni esperti sia regionali che nazionali, l’Arpa ha comunicato nei giorni scorsi al Comune i risultati del sopraluogo al Lago dei Tre Comuni effettuato lo scorso agosto, in merito alla presenza di alghe segnalata da molti cittadini. Secondo l’ente la macroalga presente sul Lago dei Tre Comuni sarebbe tipica dei laghi simili al bacino più grande naturale presente nella nostra Regione, ma per confermare le cause scatenanti di un così importante sviluppo, gli esperti si riservano di condurre ulteriori indagini. «L’abnorme sviluppo della popolazione macroalgare – si legge nella nota inviata al Comune – osservato nel corso del sopraluogo, con talli che raggiungevano anche quasi i tre metri di altezza fino a giungere in superficie, può essere imputabile a diverse cause sia meteoclimatiche dovute a lunghi periodi caratterizzati da elevata irradianza al fondo, sia ecologiche causate dalla diminuzione della comunità ittica erbivora autoctona tipica dell’ambiente lacustre. In base all’ecologia della specie, si esclude una correlazione tra la crescita anomala e possibili fenomeni di eutrofizzazione del corpo idrico». Dall’analisi tassonomica del campione biologico è stata riconosciuta la specie “Chara rudis”, alga tipica macrofita profonda lacustre. «Sulla questione il sindaco di Trasaghis Augusto Picco, va cauto:« Innanzitutto – ha detto il primo cittadino – prendiamo atto che a quanto pare tutto rientra nella norma. Attendiamo anche gli ulteriori approfondimenti che l'Arpa intende fare, dopodichè vedremo se e come sarà possibile limitarne la proliferazione ».

Dario Venturini

lunedì 23 novembre 2009

Dibattito sul Lago: a Cjavaç a disin ....


Une multinazionâl, cuatri comuns e un lâc

Cualchi an indaûr, in Bolivia, lis multinazionâls a èrin rivadis a jessi paronis su dutis lis aghis di chê republiche. A gjavàvin vie l’âghe dai flums par vuadagnâ cul cumierç da corint e a fasèvin pajâ unevôre cjare l’âghe di bevi. E no paronavin dome su pes aghis, ma ancje sul petroli e sul gâs. Ma une biele dì i Bolivians si son dismots e àn fat cori chestis multinazionâls, . Tornâts a jessi parons des lôr risorsis, i bolivians a stabilìrin che l’âghe a veve di tornâ a jessi di ducj, e che, tanche ben di ducj, no podeve jessi né comprade né vendude. Anzit, a lis piçulis comunitâts, che a erin stadis chês plui talpassadis des multinazionâls, ur vignì lassât par simpri il dirit di doprâ lis aghis dai lôrs teritoris. Magari cussìno, l’Italie no è la Bolivie, o miôr a sta deventant cemût che a ere la Bolivie prin de rivoluzion. Chenti l’âghe a è sì formalmenti di ducj, ma il Stât al cêt ai privâts il dirit di doprâle e di fâ centrâls come chê che a è stade fate da Sade tal cincuantevot a Somplât, sujant i rius e i flums di miege Cjargne, e che vuei la multinazionâl Edipower a vûl ingrandî. Tes cjasis e tes ostariis dai nestris paîs si discor dibot dome di chest progjet:"Astu savût che Edipower a pensa di meti su dôs gnovas turbinas par pompâ su, cun tuna gnova galaria, l’âga dal lâc di Cjavàç tal chel di Verzegnas par sfrutâ plui voltis la stesse âga?"."Ai savût, a son fûr cul cjâf, ma sàno a ce dams che si va incuintra cun chescj lavôrs?"."S’impensaiso che a Cesclans cuant che an fata chealtra galaria l’âga dal fontanon a è calada?"."No nus lassaran migo cence âghe di bevi nô e Bordan?". "E il paltan? Veiso pensât al paltan ch’al è vignût ju in ducj chescj agns, e che cumò cun dôs galariis al vignarà jù ancjemò di plui?"."E dut chest massedament continuo di aga, 9 metros di variazion di livel a Vergegnas e 1 metro e passa tal lâc di Cjavàç?". "Veiso idèe da fuarce che an 110 metros cubos al secont?"."Chest al è il colp di gracie pal lâc". " A mi l’ingignîr mi a spiegât che l’aga cussì a sarà ancjemò plui freida, ben cuatri grâts di mancul". "Astu firmade la petizion?"."Sì, gjavant chei che a lavòrin par Edipower e chei che a son ta aministrazion comunâl, a àn firmât ducj". Dut câs Edipower a fat i siei conts e ancje se il cost des vôris al è stimât tra i novante e cent milions di euros, a calcole di vuadagnâ 500 milions di euros in 15 agns. Simpri però che la vôre a vegni fate, parcè che lis resistencis a di chest progjet a son tantis. Ducj però a son convints che se chest progjet al larà in puart, al savoltarà dal dut il lâc. E se al è stât un timp là che lis aministrazions comunâls si pisclàvin pal so non , cun chestis oparis il lâc, dopo vei pierdudis lis sôs cualitâts, al pierdarà ancje chel. Nol sarà plui il lâc di Cjavàç o dai trei comuns, ma dome la grande poce di Edipower.

Remo Brunetti

venerdì 20 novembre 2009

Dibattito sul lago: un parere da Interneppo


Non deve diventare questione di cortile


Volevo riprendere il pensiero del signor Nevio Candolini per esprimere, in merito alla questione lago, il mio punto di vista. Apprezzo sinceramente l’appello all’unione di intenti per salvare il lago e condivido totalmente il senso di emergenza che Candolini sa rappresentare quando fa riferimento alla situazione venutasi a creare a proposito della sopravvivenza del Lago di Cavazzo o dei tre Comuni anche se, a onor del vero, debbo dissentire circa lo scontro tra vecchi e nuovi amministratori. Il concreto pericolo, infatti, è che tutto il discorso sul lago sia ridotto a una questione di cortile, rischiando di sviare l’attenzione della gente e dell’opinione pubblica da un problema serissimo (la minaccia di definitiva devastazione del lago) a uno artificioso (le sterili beghe tra vecchi e nuovi amministratori). Pur comprendendo come sia facile cadere in questo equivoco, debbo però aggiungere che qui non si tratta né di campagna elettorale (le amministrazioni comunali di Cavazzo e Trasaghis sono state elette la scorsa primavera e quella di Bordano soltanto due anni fa) e nemmeno di desiderio di rivalsa da parte di ipotetici sconfitti, stante che nessuno di coloro i quali si sta impegnando in questa battaglia nemmeno si è candidato alle elezioni. Non voglio annoiare chi legge riproponendo quanto è già stato sin qui detto sull’argomento (chi è intervenuto prima di me ha esposto fin troppo chiaramente tutte le ragioni per cui è giusto sostenere questa iniziativa), ma qui si tratta di chi vuole o non vuole salvare il lago e, purtroppo per noi cittadini, le tre amministrazioni rivierasche sono tutte propense a far attuare all’Edipower il suo progetto. Moltissimi abitanti dei tre comuni, invece, come lei, signor Candolini, e come me, ritengono di dovervisi opporre in quanto pensano – parafrasando uno spot pubblicitario televisivo – che non tutto si può comprare e, per quante «compensazioni e mitigazioni» possa Edipower mettere sull’altro piatto della bilancia, il resto non si possa acquistare nemmeno con mastercard. Non si tratta di briciole o soldoni; deve passare l’idea che non tutto può avere un prezzo, non tutto può essere oggetto di mercificazione. Va da sé che gli attuali amministratori sono stati più volte invitati – anche pubblicamente – a unirsi alla causa pro lago, ma nessuno di essi ha inteso raccogliere l’invito, forse perché interpretato come un passo indietro (che se anche così fosse rappresenterebbe un atto di grande onestà intellettuale) rispetto alle decisioni formalmente già assunte o forse per chissà quale altro motivo. In ogni caso, vedendo come ormai stanno le cose, dubito che potremo contare sul loro supporto che, ripeto, qualora ci fosse, sarebbe assolutamente prezioso, auspicabile e benvenuto. Quindi chi vuole difendere il lago da questo ennesimo possente attacco (qualcuno l’ha definito Davide contro Golia stanti gli interessi in campo) troverà porte aperte da ogni parte arrivi, purché semplicemente lo voglia. E questo vale soprattutto per gli amministratori, nuovi o vecchi (come me) che siano, proprio per scongiurare come giustamente lei dice, signor Candolini, le inevitabili ripercussioni – ancor prima che sull’ambiente – sul già debole tessuto sociale delle nostre comunità.

Valter Stefanutti ,già vicesindaco del Comune di Bordano - Interneppo


(Dal Messaggero Veneto del 18 novembre 2009)

lunedì 16 novembre 2009

Dibattito sul Lago: il parere di G.C. Pillinini


In merito alla "rinaturalizzazione" del lago (la possibilità cioè di ripristinare, almeno in parte le condizioni antecedenti l'entrata in funzione della centrale), molto interesse hanno suscitato le proposte del'Ingegner Giancarlo Pillinini, di cui si trascrive un sunto.


Vorrei contribuire al dibattito sul prospettato potenziamento della centrale Edipower a Somplago cercando di valutare anche alcuni aspetti tecnici della questione, anche sulla base delle ricerche che effettuai per la tesi di laurea nel lontano 1990. Per avere un quadro complessivo credo sia utile riassumere le condizioni ambientali del lago prima e dopo la costruzione della centrale, operativa dal 1957. Consideriamo il periodo estivo, quello più importante sia per gli aspetti eco-biologici sia per la fruizione turistico-ambientale. La situazione naturale ci è nota dalle misure rilevate più di cent’anni fa dal prof. Marinelli: nel lago si formava in estate una forte stratificazione termica, con uno strato superiore di circa 8-10 m di spessore con temperature medie di 20-22°C e massime di 26-28°C in superficie. Questo strato di acqua calda, più leggera, si formava grazie all’irraggiamento solare e alla stabilità delle masse idriche, dato che il limitato apporto dei torrenti affluenti nel lago comportava un ricambio completo delle acque molto lento, ogni 10-12 mesi circa. Queste condizioni favorivano lo sviluppo di un sistema biologico estremamente ricco che, tra l’altro, rendeva il lago pescosissimo (voglio ricordare qui mio nonno Fortunato che faceva parte della quarantina di pescatori di mestiere che lavoravano sul lago). La messa in funzione della centrale ha comportato un afflusso nel lago di acque fredde provenienti dal bacino di Sauris, dal Tagliamento prelevato a Caprizi, dal Degano prelevato a Ovaro e da altri torrenti minori, riversate nel bacino di Verzegnis e da lì nel nostro lago. La temperatura massima dell’acqua scaricata nel lago (immessa a livello superficiale sulla riva nord) si aggira in estate attorno agli 11-12°C, con portate medie annuali di circa 20 metri cubi il secondo, ricambiando totalmente le acque del lago ogni 7-15 giorni. Il risultato è che le basse temperature e il veloce ricambio hanno drasticamente impoverito l’ecosistema naturale, assimilandolo a quello di un lago di alta quota: la temperatura in superficie, a esempio, raggiunge oggi al massimo i 17-18°C, mentre nel lago di Sauris – posto a 980 m slm – misurammo più di 19°C! La ricerca rivelò l’esistenza di una stratificazione termica ridotta, ma stabile, non alterata nemmeno da temporali o forti venti, poiché la differenza di densità tra acque fredde e calde e la bassa velocità di spostamento impedivano i moti turbolenti e i mescolamenti fra gli strati. In particolare si evidenziò che i flussi delle acque in entrata e in uscita avvenivano in modo regolare senza rimescolamenti: l’acqua fredda in entrata si inabissava in profondità muovendosi lungo il fondale, mentre dal canale superficiale emissario posto sulla riva sud-est fuoriuscivano solo le acque più calde superficiali. Questo regime idraulico comporta la completa dissipazione dell’enorme quantità di energia termica solare assorbita dal lago, pari ogni giorno – in agosto – a 3,3 miliardi di Kcal (dato ricavato dalla differenza misurata di temperatura tra l’acqua in uscita e in entrata – in media! 3,7°C – con una portata media in quel mese di 10,6 metri cubi il secondo). Se, per ipotesi, si riuscisse a scaricare dal lago solo lo strato delle acque fredde (a una profondità di almeno 6-8 m) si otterrebbe in 10 giorni un aumento di almeno 6° di temperatura, raggiungendo i 23°C in superficie. Ecco che si presentava di concreta fattibilità l’ipotesi di rinaturalizzazione del lago, che credo meritasse più approfondite valutazioni. Lo scenario futuro prospettato da Edipower prevedrebbe il ripompaggio notturno di 1,17 milioni di metri cubi di acqua dal nostro lago (corrispondente a un abbassamento del livello di 1 m) fino al lago di Verzegnis (dove invece il livello si alzerebbe di ben 9 m!), utilizzando sia la galleria esistente (scavata per 8,5 km nella montagna) sia realizzando una nuova galleria parallela all’esistente (il cui scopo, per inciso, non è ben chiaro poiché, a fronte di un costo astronomico, servirebbe solo a ridurre le perdite di energia “per attrito” durante il percorso dell’acqua tra Verzegnis e Somplago e viceversa). Il volume d’acqua accumulato di notte a Verzegnis sarebbe scaricato di nuovo nel lago il giorno seguente, con una portata massima di altri 55 metri cubi il secondo, che sommata a quella attuale di 66 raggiungerebbe un massimo di 111 . Cosa accadrebbe quindi alle condizioni termiche/idrodinamiche del lago prima descritte? A questo aspetto fondamentale il corposo studio di impatto ambientale allegato al progetto dedica poche righe: si ammette che sarebbe ripompato a Verzegnis lo strato superficiale più caldo, dove entrando nel bacino alla profondità di circa 25 m si rimescolerebbe con le acque più fredde raffreddandosi; il giorno dopo da Verzegnis la somma delle portate attuali più quelle pompate di notte affluirebbero nel lago di Cavazzo, con una tendenza (a causa della maggior portata) a ridurne la stratificazione e a omogeneizzare la temperatura dello strato superiore, abbassando ulteriormente la temperatura superficiale. Nel progetto inoltre non si fa alcun cenno ai sicuri effetti di ulteriore raffreddamento delle acque durante il transito di andata e ritorno nelle gallerie scavate nella roccia (la temperatura delle rocce profonde è simile a quella media annuale dell’aria esterna, circa 8-10°). Manca insomma una valutazione approfondita delle condizioni termo-idrodinamiche dell’intero sistema. A fronte di queste carenze si resta perciò sorpresi nell’apprendere dell’affrettato parere positivo espresso sul progetto dalle amministrazioni dei tre comuni rivieraschi, anche tralasciando le problematiche connesse alle oscillazioni di livello, alle incognite sui sistemi biologici etc. La società Edipower parla di compensazioni ambientali intendendo il rinverdimento della enorme mole di detriti rocciosi che, provenienti dallo scavo della nuova galleria, saranno riversati a mezza costa sul fianco della montagna sopra Somplago: non sembra un grande sforzo! A mio avviso le vere compensazioni ambientali che potrebbero realmente migliorare le condizioni del lago di Cavazzo (per quello di Verzegnis temo ci sia poco da fare) sono due: 1) la creazione delle opere per l’ingresso e l’uscita in profondità delle acque (a esempio mediante dragaggio di approfondimento dei canali esistenti e posa di barriera con sfioro subacqueo), eventualmente previ test su modelli in sito a scala ridotta; 2) la riattivazione sulla riva di Alesso del canale Tai, emissario naturale del lago confluente nel torrente Leale, al fine di consentire di nuovo la risalita al lago della fauna ittica, come proposto anche dall’Ente tutela pesca. Se il progetto dell’Edipower sarà approvato credo che su un costo stimato di 100 milioni di euro possa essere a buon diritto preteso dalle amministrazioni locali e regionali una quota dell’1-2% aggiuntiva per un serio ripristino ambientale. Se, come spero, il progetto non passerà, resta comunque aperto il problema della rinaturalizzazione del lago, che auspico sia finalmente affrontato, soprattutto in considerazione del valore ambientale del nostro lago, principale bacino naturale in regione.

Giancarlo Pillinini

domenica 15 novembre 2009

Spettacolo teatrale per sostenere la ricerca oncologica


La Società Operaia Mutuo Soccorso di Alesso, in collaborazione con il Comune di Trasaghis, Comunità Montana del Gemonese-Canal del Ferro-Val Canale, il gruppo Corale di Alesso e A.U.S.E.R. Val del Lago, ha organizzato una serata teatrale allo scopo di raccogliere dei fondi da destinare all’Associazione Oncologica Alto Friuli.
La manifestazione si è tenuta sabato 14 novembre presso il centro servizi di Alesso, con l’esibizione della compagnia teatrale di Artegna "I pignots". La compagnia teatrale di Artegna collabora da tempo con la Società Operaia di Alesso e ha quindi riproposto la commedia scritta da Anna Maria de Monte e recitata interamente in friulano dal titolo "Bastian e l’edilizie ecologjche". L’intero ricavato della serata, che ha previsto un' offerta libera all’ingresso, verrà devoluto interamente all’Associazione oncologica Alto Friuli. L’Associazione svolge la propria attività sul nostro territorio, con l’obiettivo di aiutare le persone ammalate di tumore in tutte le loro esigenze, dal punto di vista terapeutico e dal punto di vista umano, dando sostegno anche ai famigliari, migliorando la qualità di vita all’interno della struttura ospedaliera, finanziando l’acquisto di strumenti diagnostici e terapeutici. Favorisce inoltre un attività di aggiornamento rivolta al personale sanitario per trasmettere le più moderne acquisizioni scientifiche in campo oncologico. La Società Operaia di Alesso svolge la propria attività a favore del sociale ed è da sempre sensibile a questi temi che riguardano tutte le fasce della popolazione

venerdì 13 novembre 2009

Trasmissione di Telefriuli sugli stavoli di Alesso


La trasmissione "Sentieri natura" di Telefriuli del 13 novembre è stata in gran parte dedicata alle montagne di Alesso, ai sentieri che la percorrono e ai resti degli stavoli, ultimi testimoni di quella che è stata definita una autentica "civiltà".

In studio, col conduttore Ivo Pecile, a parlare degli stavoli dalessàns è intervenuto Luigi Stefanutti "Filosin" il quale, in diversi interventi, ha spiegato i tempi e le modalità di funzionamento di questi centri di aggregazione, pilastri dell'economia montana sino a pochi decenni fa, soffermandosi anche a descrivere il fenomeno della transumanza estiva verso le malghe carniche.

giovedì 12 novembre 2009

Dibattito sul Lago: l'opinione di N. Candolini



L’unione è necessaria


Messaggero Veneto — 11 novembre 2009 pagina 18


Vorrei esprimere il mio pensiero a proposito del problema dell’ampliamento della centrale idroelettrica del lago di Cavazzo. Vi sono stati molti interventi pro e contro la suddetta "opera" targata Edipower Spa e, con amarezza, ho notato uno scontro tra vecchi e nuovi amministratori locali. Non desidero entrare nel merito di queste controversie e di chi ha ragione e chi no, ma voglio rivolgere, semplicemente e umilmente, un appello a tutti gli amministratori della vallata a far fronte comune contro un nuovo attacco sferrato nei confronti del nostro lago. Le piccole beghe di paese vanno bene in tempo di pace, anche perché le giornate sono lunghe. Invece, in tempo di guerra, di emergenza, come quello che stiamo vivendo, non deve essere dato spazio a "querelle" che non portano a nulla se non a esasperare gli animi uno contro l’altro, favorendo il "nemico". Tutti noi, cittadini di queste comunità che si affacciano sulle sponde del lago, assieme ai propri sindaci, vecchi e nuovi, dobbiamo unirci contro l’ennesimo tentativo di "affossamento" del nostro territorio e del nostro lago. Tutti noi, anche coloro i quali si sono espressi a favore o, perlomeno, si sono dimostrati pedissequamente consenzienti, in cuor nostro sappiamo che il progetto dell’Edipower è estremamente dannoso per l’equilibrio ambientale, con ripercussioni anche di tipo sociologico sulle comunità. Questo è un fatto oggettivo. Per la soggettività vi sono mille scuse.
Nerio Candolini - Interneppo di Bordano

mercoledì 11 novembre 2009

Dibattito sul Lago: l'opinione di F. Barazzutti


Il tesoro nascosto del lago di Cavazzo

da: Messaggero Veneto — 09 novembre 2009 pagina 15

Contributo al dibattito di FRANCESCHINO BARAZZUTTI *

Nel lago di Cavazzo c’è un tesoro. Un tesoro la cui estrazione rende un utile di circa 500 milioni di euro in soli 15 anni. Una cifra già sbalorditiva, tralasciando gli anni successivi. Il tesoro è costituito semplicemente dall’acqua del lago e da quella, gelida, che in esso viene scaricata, dopo essere turbinata e trasformata in kw dalla centrale di Somplago, alla quale perviene in gallerie lunghe decine e decine di km dalle 33 prese che hanno inaridito i corsi d’acqua della Carnia occidentale. Ma chi sarà mai il mago che ha scoperto tale tesoro? Si chiama Edipower spa, proprietaria e gestrice della centrale idroelettrica di Somplago, oltre a quella di Ampezzo, avendole acquistate pochi anni fa dall’Enel in seguito alla privatizzazione. Ma chi mai avrà la bacchetta magica per estrarre questo tesoro? E come? A questo ci pensa, ancora, Edipower spa. Lo fa mediante un progetto di potenziamento della centrale di Somplago. Tale progetto prevede, in aggiunta alle tre turbine già in funzione, l’installazione di due turbine reversibili idonee a produrre energia nelle ore di punta e a pompare l’acqua dal lago di Cavazzo al bacino di carico di Verzegnis nelle ore di bassa richiesta. Il progetto prevede inoltre la costruzione di una nuova galleria tra il lago e il bacino con conseguente stoccaggio in sito di 220.000 mc di materiale di scavo. Il progetto, trovando fondamento nelle incentivazioni rilasciate dal Gestore del mercato elettrico per la produzione di energia da fonti rinnovabili e nella differenza tra l’elevato prezzo di mercato del kwh nelle ore di punta e quello, di molto inferiore, delle ore di bassa domanda, rappresenta principalmente una pura speculazione economica. Infatti, mentre il progetto consente una maggiore produzione nelle ore di punta, il bilancio complessivo dell’energia prodotta/consumata è negativo poiché il pompaggio preleva il 27% in più di energia dalla rete nazionale, prodotta da centrali termoelettriche a emissione di CO2 o importata. Significa che per produrre nelle ore di punta 1 kwh di energia "pulita" si spende 1,27 kwh di energia prodotta da fonti fossili o importata. La realizzazione di tale progetto comporta l’incremento dello scarico nel lago dagli attuali 66 a 110 mc/sec., la continua oscillazione del livello del lago superiore a quella dichiarata di 1 m con conseguenze sulla tenuta delle rive, la continua movimentazione delle acque e dei fondali e quindi dei fanghi con conseguente torbidità, l’ulteriore abbassamento della temperatura dell’acqua del lago, l’alterazione dell’ecosistema con riflessi negativi sull’ittiofauna, il completo assoggettamento del lago allo sfruttamento idroelettrico. Già, ma che cosa volete che siano questi inconvenienti rispetto al tesoro che si estrae! Dalla lettura del fascicolo di Edipower di presentazione del progetto si apprende che lo stato del lago non peggiorerà, ma, addirittura, migliorerà! E così, l’estraendo tesoro di sì strabiliante valore ha attratto su di sé tutta l’attenzione mettendo il lago, poveretto, nell’ombra. Le briciole di quel tesoro, da Edipower abilmente mostrate ai sindaci in questi tempi di magri bilanci comunali, li hanno portati a rendere affrettati pareri favorevoli, a sostenere che l’impatto del progetto sul lago è pari a zero e che, quindi, nulla sarebbe cambiato, mentre pari a zero è stata la trasparenza con cui essi hanno gestito le trattative con Edipower. Trasparenza zero da fare scrivere al sindaco di Cavazzo, a un anno dal ricevimento del progetto, che sarebbe stata sua "premura dare ampia informativa quando la giunta comunale lo riterrà opportuno", cioè ad arbitrio suo e a cose fatte! E, come se ciò non bastasse, aggiungere "per cortesia, lasciateci lavorare!". Trasparenza richiede invece che i sindaci dicano chiaramente che cosa abbiano concordato con Edipower, quali mitigazioni degli impatti ambientali, quale ammontare delle compensazioni monetarie, quali opere, quanti posti di lavoro e quant’altro. Questi non sono argomenti che riguardano l’intera comunità. Ma se l’impatto è zero, come sostengono Edipower e i sindaci, perché mai allora nelle deliberazioni dei Comuni si chiedono mitigazioni degli impatti e "compensazioni"? È una contraddizione. I casi sono due: se ci sono le mitigazioni e le compensazioni vuol dire che l’impatto negativo c’è, se non c’è impatto negativo non hanno motivo di esserci le mitigazioni e le compensazioni, considerato che Edipower non è un ente di beneficenza. La Regione non può limitarsi all’esame del progetto Edipower solo dal punto di vista della Valutazione d’impatto ambientale, che deve essere molto severo, lasciando soli i piccoli Comuni interessati a gestire tale progetto, più grande di loro, ma lo deve esaminare in tutti i suoi aspetti. La Regione non può nascondersi dietro "la legge del mercato" ed essere indifferente di fronte al tesoro che si vuole estrarre dal lago di Cavazzo e che, lasciando in loco qualche briciola e il lago definitivamente rovinato, finirebbe altrove, agli azionisti di Edipower: alla Edison in gran parte posseduta da Edf (Electricité de France), a Alpiq delle banche svizzere, a Iride municipalizzata di Torino e Genova, a A2A municipalizzata di Brescia e Milano. Sarebbe la ricchezza delle acque della nostra montagna che verrebbe, ancora una volta, portata via. Quanto diverso sarebbe stato lo scenario se ad acquistare dall’Enel le centrali di Somplago e di Ampezzo fosse stata una cordata locale costituita dalla Regione e dagli imprenditori regionali! Sarebbe stato possibile un approccio all’uso più diversificato dell’acqua oltre a una maggiore attenzione all’ambiente e al territorio. Ma qual è il vero, reale, naturale, duraturo tesoro, non trasformabile in ricchezza che viene portata via altrove ad arricchire chi è già straricco? È lo stesso lago di Cavazzo! E allora, basta violenze al lago e alla sua valle. Già troppe ne sono state preparate: centrale, tralicci, oleodotto, autostrada. Un terremoto prima del vero sisma del 1976. La Regione e i Comuni non possono lasciarlo completamente assoggettato allo sfruttamento idroelettrico. Occorrono un piano e una legge regionale di tutela e di valorizzazione del lago e della sua valle che li ponga in sistema con le significative presenze storiche, culturali e ambientali del territorio circostante.
* già sindaco di Cavazzo Carnico, già consigliere regionale

domenica 8 novembre 2009

Dibattito sul Lago: ancora sull'intervento dell'assessore De Anna



L'assessore e la centrale: "Ascolteremo le comunità"

da: Il Gazzettino, 6 novembre 2009

"Il parere che il presidente Tondo andrà a dare in sede di Via nazionale terrà conto oltre che della posizione dei sindaci, anche delle istanze e delle aspettative, se in contrasto, dei cittadini di questi territori". L’assessore regionale all’ambiente Elio De Anna lo ha garantito ieri sera ad Alesso di Trasaghis davanti alla popolazione della Val del Lago, riunita dal consigliere regionale della Lega Nord Enore Picco per un confronto sul progetto Edipower di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago. "La Regione non ha espresso ancora parere favorevole o contrario alla Via nazionale perché non è stata messa ancora nelle condizioni di avere tutte le garanzie per la salute dei cittadini che è la cosa più importante; oggi – ha spiegato De Anna davanti ad una vasta platea - abbiamo una serie di documenti, per poter portare avanti l’iter serve il parere dei sindaci ma vogliamo sentire anche la voce di quei cittadini che non la pensano allo stesso modo dei loro amministratori; c’è una fase di valutazione e di confronto, poi chi deve assumere le decisioni lo farà".
Intanto prosegue la raccolta di firme in difesa delle acque della montagna lanciata da Picco che è già giunta a circa tre mila sottoscrizioni.

sabato 7 novembre 2009

Dibattito sul Lago: il parere dell'assessore De Anna



I comitati alla Regione: no all' ampliamento della centrale

TRASAGHIS. Il Comitato per la difesa e lo sviluppo della Val del Lago chiede alla Regione di bloccare il progetto per l’ampliamento della centrale di Somplago e lo fa attraverso una raccolta firme che ha già superato quota 2500 adesioni. Questo quanto emerso ieri durante l’assemblea pubblica indetta dal consigliere regionale Enore Picco della Lega Nord, cui ha partecipato, raccogliendo aspettative, perplessità, suggerimenti da presentare poi al presidente della Regione Renzo Tondo, anche Elio De Anna, assessore regionale all’ambiente. Poco prima di ascoltare le tante persone radunatesi al centro sociale di Alesso di Trasaghis, l’assessore De Anna ha detto la sua in merito al progetto presentato da Edipower. «La Regione non ha espresso un parere al Via nazionale perchè non è stata messa in condizione di valutare sopratutto se esiste un possibile rischio per la salute dei cittadini, che va ovviamente tutelata e che è la cosa più importante. Ciò non significa che la Regione è contraria o favorevole al progetto. Ho preso parte all’assemblea perchè sul tavolo del Via nazionale la Regione verrà chiamata ad esprimere un parere. Oggi abbiamo nuovi documenti che ci permetteranno serenamente di fare una valutazione, però per esprimere un giudizio dobbiamo prima acquisire il parere dei sindaci dei Paesi interessati al progetto. Ovviamente si deve tener conto anche delle aspettative e delle perplessità della gente». «Siamo davanti a un progetto presentato per il ricavo di energia – riprende l’assessore regionale all’smbiente De Anna – che non ha eguali nel mondo, e questo ci obbliga a valutarlo in una determinata maniera. Come per gli altri progetti ci sarà una fase di discussione, una di confronto e poi chi deve decidere lo farà assumendosi di fatto le proprie responsabilità» . Durante l’incontro il consigliere regionale Enore Picco ha espresso nuovamente la sua contrarietà al progetto. «Siamo in una fase in cui vogliamo capire cosa comporterà per la nostra valle questo intervento, anche alla luce di 50 anni di esperienza e di danni. È da un anno e mezzo che si parla del progetto e ancora Edipower non ha presentato alla gente quello che vorrebbe realizzare, e questo è strano». Poi il consigliere regionale della Lega Nord ha rincarato la dose. «Il progetto di Edipower potrebbe produrre più danni del terremoto: da quello che abbiamo visto e analizzato, ma anche da come la società sta portando avanti questa esperienza di disinformazione non potrà che creare grossi problemi per tutta la valle. Il terremoto ha distrutto le case, ma quelle si possono ricostruire mentre con un intervento del genere c’è solo distruzione. Non si può ricostruire dopo aver di fatto cancellato un ambiente naturale, dobbiamo difendere i giovani e il loro futuro. Sarebbe più opportuno sviluppare per il Lago un importante discorso turistico».
Dario Venturini

giovedì 5 novembre 2009

Dibattito sul Lago: l'assessore De Anna all'assemblea di Alesso

Giovedì 5 novembre l'assessore regionale all'ambiente Elio De Anna ha partecipato ad Alesso ad un'assemblea indetta dal consigliere regionale Enore Picco.

Ha ascoltato gli interventi di operatori turistici, pescatori sportivi, amministratori, semplici cittadini in merito alle conseguenze per il lago qualora venisse attuato il progetto di potenziamento della centrale.

L'assessore De Anna ha auspicato che le diverse istanze vengano raccolte e presentate ai Comuni, gli organismi istituzionalmente delegati al rapporto con la Regione.




Nei prossimi messaggi, ulteriori dettagli sui contenuti dell'assemblea.

lunedì 2 novembre 2009

Dibattito sul Lago: Polano propone un referendum

Interviene nuovamente nel dibattito sul potenziamento della centrale di Somplago Claudio Polano, per diversi anni consigliere dell'Ente Tutela Pesca. La sua proposta mira a una estesa consultazione della popolazione per l'espressione di un parere.



«È il caso di indire un referendum »


Il ventilato progetto Edipower di ripompare l’acqua del lago di Cavazzo o dei tre Comuni nel lago di Verzegnis, per aumentare a Somplago la produzione di elettricità, registra continui botta e risposta e anche i recenti interventi a mezzo stampa rilanciano una polemica, spesso personale, che monta continuamente. Sono stato per molti anni consigliere dell’Etp, ho sempre avuto a cuore le sorti del nostro lago e perciò vorrei tentare di riportare la questione nella sua corretta dimensione, che è quella che alla fine permetterà oggettivamente di far dire, a chi di dovere, se l’opera prevista sia sostenibile o meno dall’ecosistema lacuale nella sua globalità e/o a quale prezzo. Questa estate, l’Ente tutela pesca si è espresso sul progetto, con un proprio parere (negativo), partendo dalla constatazione che il lago ha subìto profondi cambiamenti, in seguito alla realizzazione nel 1959 della centrale di Somplago, il cui scarico di acque fredde di provenienza alpina ha determinato una significativa diminuzione della temperatura delle stesse, trasformamdo il più grande lago naturale della regione da temperato caldo a bacino freddo. L’ulteriore rimescolamento e immissione di acque, previste dal progetto, che andranno giornalmente su e giù nelle condotte, vecchie e nuove, tra Somplago e Verzegnis, non potrà che peggiorare la situazione, come è stato dimostrato anche in un recente incontro pubblico, promosso dai Comuni di Trasaghis e Bordano. L’aumento giornaliero delle oscillazioni di livello renderebbe inoltre sostanzialmente inutilizzabile una parte della fascia sottoriparia del lago. Fascia, va sottolineato, dove si concentra prevalentemente l’attuale vita vegetale e animale, in quanto ormai buona parte del fondo lago è coperta dal limo proveniente dai torrenti captati a monte di Verzegnis. Perdipiù, l’aumento di frequenza delle oscillazioni del livello, oltre ad aumentare l’erosione spondale, comprometterebbe la deposizione delle uova delle principali specie ittiche presenti, il loro sviluppo e la sopravvivenza degli stadi giovanili dei pesci, soggetti a moria per asciutta o per lo stress che avrebbero per inseguire il livello dell’acqua. In seguito alle continue variazioni di livello, diminuirebbe anche il già scarso fitoplancton, che porterebbe a un ulteriore, estremo impoverimento delle specie planctonofaghe e più in generale dell’ambiente. Ci sarebbe infatti di conseguenza una diminuzione dei macroinvertebrati bentonici e di riflesso una minore disponibilità alimentare per tutti gli altri organismi. Cosa succederà poi in periodi di siccità? Esisterà ancora il canale emissario, che alimenta il Leale e gli permette di confluire nel Tagliamento a Peonis? O l’acqua sarà trattenuta nel bacino, con le conseguenze che, a esempio, abbiamo vissuto questa estate in occasione dell’ultima asciutta? Domande che esigono una risposta! Ma torniamo al nostro lago. Soprattutto, sarà necessario garantire allo stesso, adesso e sempre, un livello minimo, (quota 194,50 Sade), per evitare che vada in asciutta il canneto di Alesso, dove vive o meglio sopravvive una popolazione di Ciprinidi e Percidi. Magari nello stesso canneto, in un’auspicabile futura rinaturalizzazione del lago, potrebbe essere creata una serpentina di attraversamento dello stesso, intervallata da specchi d’acqua di diversa dimensione e profondità, dove le acque, potrebbero riscaldarsi e permettere una biodiversità tale da invertire l’attuale scarsa possibilità di sopravvivenza e riproduzione. La riapertura, magari in scala ridotta, tecnicamente fattibile, dell’antico "taj lal lac", l’emissario naturale del bacino lacustre, potrebbe essere un ulteriore intervento di riqualificazione dello stesso, rimettendo come un tempo in comunicazione il lago con il bacino del Tagliamento, tramite il torrente Leale. Una via d’acqua e di pesci, in particolare dell’anguilla, specie oggetto recente di una Direttiva comunitaria di salvaguardia, che permetterebbe un ulteriore ripopolamento naturale dell’ambiente lacuale. Ecco perciò la mia proposta ai Comuni rivieraschi di far effettuare anche uno studio di carattere ambientale sull’impatto di questo progetto e poi, alla luce dello stesso e di tutte le altre considerazioni che riterranno opportune, decidere se è preferibile perdere un altro pezzo del nostro lago a fronte delle eventuali compensazioni, che sono già state presentate a vario titolo. Mi permetto infine di fare una proposta, in nome della democrazia e della partecipazione. Perché non indire, in seguito alla petizione in corso e dopo opportuni dibattiti pubblici sui vari aspetti del progetto, un referendum popolare nei Comuni della Val del Lago? Così facendo, la popolazione potrà liberamente dire se vuole o meno questo intervento, con tutto ciò che ne consegue. La volontà popolare così espressa dovrà essere serenamente accettata da tutti, amministratori e amministrati, e potrà mettere fine a una diatriba che, a mio parere, ha già causato troppe divisioni e danni.

Claudio Polano Gemona


(dal "Messaggero Veneto" del I novembre 2009)

domenica 1 novembre 2009

Dibattito sul Lago: presentata un'interrogazione in Regione



Il Consigliere regionale Enore Picco tuona contro il progetto Edipower di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago "che rischia di fare più danni di un terremoto". Il rischio di una "devastazione ambientale" fa il paio con un profitto nullo per la comunità dell'Alto Friuli: "di questa energia di Somplago sul territorio regionale non rimane neanche un kilowatt", ha denunciato il consigliere regionale della Lega Nord in una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il capogruppo Narduzzi e l'assessore Violino. Picco ha rivolto un'interrogazione all'assessore all'Ambiente De Anna per chiedere se la Giunta regionale è a conoscenza di tutte le implicazioni. Il piano prevede "il raddoppio da 66 a 110 metri cubi al secondo della portata d'acqua turbinata e scaricata nel lago di Cavazzo", la cui oscillazione del livello dell'acqua è "tutta da verificare. Il livello del lago, in base al progetto, andrà su e giù di un metro, ma secondo i nostri tecnici – ha aggiunto il rappresentante leghista – si deve parlare del doppio". Contro il progetto Edipower sono state avviate alcune raccolte di firme e le sottoscrizioni sono già arrivate "almeno a quota 1300-1500". La Lega Nord ripropone l'attualità di un volume pubblicato nel 1981, "Fatti e misfatti Sade- Enel in Carnia" di Lucio Zanier per indicare quali sono le strategie energetiche che creano rischi. "Le malefatte di cinquant'anni non ce le possono far ridigerire. Io non chiedo di piantare la pietra tombale sul piano della centrale – ha precisato Picco -, ma quanto meno che vengano rispettati il territorio e i cittadini". Secondo il consigliere leghista, "per ottenere il disco verde dalla Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e i soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Ora le amministrazioni locali devono lavorare d'accordo. Il pericolo che si corre è di desertificare la montagna e di trasformare i laghi di Cavazzo e di Verzegnis "in delle pozzanghere".

(da "Il Gazzettino" del 30 ottobre 2009)