"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

venerdì 31 agosto 2012

Le pavees di Bordano contribuiscono a salvare le foreste

Il sito "Villaggio globale" ha pubblicato un articolo del medico veterinario dott.ssa Pallante sull'attività della "Casa delle Farfalle" di Bordano che ne  sottolinea l'importanza e la specificità.
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L'impegno della Casa delle Farfalle di Bordano
Allevare farfalle per salvare foreste
Allevare farfalle non è solo una splendida attività, ma un progetto che permette di salvare le foreste in pericolo. Le farfalle ospitate nelle case delle farfalle di tutto il mondo provengono da allevamenti distribuiti in vari paesi tropicali

Maurizia Pallante, Medico Veterinario


Sappiamo che per ogni minuto che passa, ben 28 ettari di foresta tropicale vengono distrutti dall'azione dell'uomo. Se questo numero, così allarmante, dovesse rimanere tale, in soli 25 anni si assisterebbe alla totale estinzione delle foreste pluviali. I territori più a rischio appartengono ai governi più poveri, così gravati da enormi problemi politici e sociali, da non lasciare spazio alcuno alle questioni ambientali.
Foto: Foto scattate da Sturman Anica il 17 agosto 2011Se è pressoché impossibile pensare che lo sviluppo umano non abbia alcun impatto ambientale, è tuttavia ipotizzabile una programmazione razionale e sostenibile dello sfruttamento delle foreste, che miri a garantire anche un'adeguata distribuzione delle risorse.
Al contrario di ciò che può sembrare, ciò che più toglie spazio alle foreste sono le coltivazioni. Questo accade perché il suolo su cui cresce una foresta pluviale, come ad esempio quella amazzonica, è così povera di nutrienti da sostenere una coltivazione solo per un paio di anni. Tanta sterilità è dovuta all'elevata piovosità che, dilavando i terreni, ne sottrae i nutrienti fondamentali per lo sviluppo della vegetazione: tagliando una foresta pluviale, quindi, non si ottiene un prato, bensì un deserto.
Secondariamente alle colture, una delle principali cause di distruzione delle foreste tropicali è l'estrazione del legname, problema che non è rappresentato solo dal taglio degli alberi, ma anche dalle costruzioni delle strade realizzate a questo scopo. Le nuove vie rendono possibili gli insediamenti di coloni che, per coltivare, radono al suolo le foreste vergini una volta inaccessibili.
Infine, l'allevamento di bestiame, aumentato in modo esponenziale solo negli ultimi decenni, ha contribuito alla distruzione di vastissime aree di foresta, soprattutto in Sud America. Da queste zone, ormai convertite a pascoli, provengono la maggior parte delle carni bovine impiegate nella ristorazione occidentale, americana ed europea.
Come contribuire, allora, alla salvaguardia di queste foreste, se non in modo ecocompatibile e sostenibile?

Foto: Stefano Pregarc

22.04.2011

www.photographarte.comLa risposta arriva dalla Casa delle Farfalle di Bordano. In provincia di Udine, questo magico giardino sorge nel cuore del Friuli, tra le spettacolari montagne che preludono le Alpi. Un angolo di lussureggiante natura esotica con piante ed animali dalle forme e colori sorprendenti fa da sfondo alle migliaia di farfalle presenti, tutte libere di volare. Il percorso allestito permette di conoscere meglio la realtà dell'Amazzonia, le ricche foreste pluviali asiatiche e le misteriose jungle africane. Oltre alle ampie serre climatizzate che coprono 1.000 metri quadrati, la Casa delle Farfalle comprende diverse mostre tematiche, un giardino esterno per le farfalle autoctone e un centro didattico con laboratori, aree video e postazioni interattive per giocare, imparare e confrontarsi su ciò che si è appreso durante la visita.
Allevare farfalle non è solo una splendida attività, ma un progetto che permette di salvare le foreste in pericolo. Le farfalle ospitate nelle case delle farfalle di tutto il mondo provengono da allevamenti distribuiti in vari paesi tropicali. Per questa ragione, negli ultimi anni, sono nate diverse butterfly farm che, producendo e vendendo migliaia di crisalidi, hanno creato un'economia alternativa che spesso ha sostituito le attività più tradizionali di allevamento e coltivazione.
Foto: Stefano Pregarc

22.04.2011

www.photographarte.comOgni anno la Casa delle Farfalle di Bordano acquista 25.000 crisalidi da allevamenti tropicali, contribuendo a mantenere queste attività eco-sostenibili ed assicurandosi che un'equa percentuale degli introiti venga riconosciuta direttamente agli allevatori. Visitare una casa delle farfalle permette alle butterfly farm di esistere e rappresenta un concreto aiuto per le foreste e per gli uomini che vi abitano.
E non è tutto, perché le farfalle stanno anche dalla parte delle donne. InCosta Rica è attualmente in atto un importante progetto che, grazie all'allevamento delle farfalle, fornisce lavoro a moltissime donne, la categoria più svantaggiata. Fino ad oggi il commercio di crisalidi ha dato a decine di loro una casa ed un lavoro, assieme ad una vita dignitosa ed indipendente.
Fra le attività organizzate a Bordano per tutelare i produttori di crisalidi del sud del mondo c'è il Mozambico day, fissato nella giornata del prossimo 9 Settembre 2012.
Foto: Chiara Cusati, in data 18 Agosto 2012.Il Mozambico, Stato africano così ricco di risorse naturali, registra una condizione di estrema povertà in più del 65% della sua popolazione. Per questa ragione, l'organizzazione onlus Time for Africa sta realizzando un progetto per migliorare le condizioni di vita di alcune comunità, attraverso lo sviluppo sostenibile di piccole economie locali. La Casa delle Farfalle di Bordano contribuirà al progetto con la realizzazione di una butterfly farm, che fornirà alla popolazione locale una fonte di reddito sostenibile ed eco-compatibile. Nella giornata riservata alla festa del Mozambico verranno raccolti i fondi destinati a questo progetto e si potrà cogliere l'occasione per assaporare alcuni fra i piatti tipici di questo paese.




Quel che si muove ... sul San Simion. Tradizionale festa della I domenica di settembre

Domenica 2 settembre si rinnova il tradizionale appuntamento con la salita al San Simeone, in quello che, un tempo, veniva chiamato "l'avòt", il pellegrinaggio rituale alla chiesetta per il ringraziamento della positiva chiusura della stagione agricola.
Alle ore 11.00 sarà celebrata la Santa Messa. 
La Pro Loco di Bordano e Interneppo informa che "dalle 12.30 i fornitissimi chioschi cucineranno pastasciutta e grigliata per passare, come da tradizione, una giornata in compagnia. Al pomeriggio seguirà "il tir cun la fionde". Si ricorda che, per una viabilità meno trafficata, la strada sarà percorribile per salire fino alle 13.00 e dalle 14.00 si potrà scendere!".
 

giovedì 30 agosto 2012

Quel che si muove a ... Bordan. Camper? No, grazie


Bordano, niente caravan nel parco dei laghetti

 BORDANO Niente sosta per caravan e autocaravan nel parco dei laghetti, a Bordano. Lo ha deciso l’amministrazione Colomba approvando un’ordinanza che di fatto ne riprende una simile, emessa nel luglio dello scorso anno: in pratica, camper e simili non potranno più sostare in quella zona e ciò per motivi puramente igienico-sanitari, pena una sanzione di 250 euro con obbligo di sgombero immediato. Dal canto suo, il Comune ha già provveduto a inviare tale ordinanza al prefetto di Udine, ai Carabinieri di Osoppo e anche al comando intercomunale dei vigili del Gemonese: «Il fatto è - spiega il sindaco Gian Luigi Colomba - che quella è un oasi naturalistica recuperata negli anni scorsi, ma in realtà non dispone di idonei sistemi di smaltimento degli scarichi: onde evitare che in futuro ci trovassimo di fronte a scarichi e materiali che potrebbero rovinare l’ambiente, abbiamo tenuto a rimarcare questo divieto prima di affrontare problematiche di smaltimento e di pulizia che poi vanno a pesare sulla collettività». La zona dei laghetti è facilmente accessibile attraverso una strada bianca ma ben percorribile, che si allaccia alla provinciale all’altezza del locale Alle Sorgenti: questa oasi venne realizzata diversi anni fa dopo una bonifica per ovviare alle attività di motocross che vi si svolgevano in passato, e le acque provengono da una falda del Tagliamento che emerge formando un laghetto ove vige anche il divieto di pesca e balneazione. Proprio per la bellezza della natura e per la facile accessibilità, l’area è meta di numerose persone soprattutto nel periodo estivo, desiderose di trovare refrigerio e tranquillità. Ora, di certo, distendersi a prendere il sole oppure a leggere un libro sarà ancora possibile, ma chi viaggia in camper dovrà porre maggiore attenzione. Piero Cargnelutti

Il riferimento ai caravan e ai camper nell’ordinanza emessa dall’amministrazione comunale di Bordano non è certo casuale. I laghetti sono infatti un luogo fuori mano, ma molto ben conosciuto dai turisti, soprattutto austriaci e sloveni, che arrivano nel Friuli Venezia Giulia specialmente durante il periodo estivo. Visitando il luogo soprattutto nel fine settimana, non è casuale osservare la loro presenza nell’oasi naturalistica: del resto, oltre alla suggestività della natura e del piccolo bacino, la raggiungibilità è molto comoda anche per mezzi di quelle dimensioni, così come il parcheggio sotto le fronde degli alberi che garantiscono anche un soggiorno all’ombra. (p.c., ibidem)

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NOTA: ordinanza analoga è in vigore anche nel Comune di Trasaghis. La filosofia, evidentemente, è quella di "scongiurare presenze sgradite". Altri Comuni, invece, si stanno attrezzando per  favorire un afflusso (visto in chiave turistica) di questo tipo. Come sempre, è una questione di equilibri e di bilancini. (A&D)

Quel che si muove a ... Cesclans. Sabato il "Gartin fest"


Cavazzo Carnico, a Cesclans arriva il Gartin Fest


La manifestazione musicale ed artistica è in programma fra i verdi prati di Cesclans di Cavazzo Carnico sabato 1 settembre a cominciare dalle 15 del pomeriggio.Cavazzo Carnico, a Cesclans arriva il Gartin Fest
Amanti dell'arte e della natura, arriva il Gartin Fest. La manifestazione musicale ed artistica è in programma fra i verdi prati di Cesclans di Cavazzo Carnico (UD) sabato 1 settembre a cominciare dalle 15 del pomeriggio quando si apriranno stand enogastronomici, bancarelle e chioschi gestiti dall'Osteria Angeli e dal ristorante Al Pescatore mentre, a cominciare dalle 17, il palco del Gartin Fest si prepara od ospitare diversi generi musicali con un occhio di riguardo verso band locali quali I Ragazzi del Commissariato con il loro funky-reggae, The Superegos (vincitori del premio Italia Wave FVG) a suon di elettronica, e il pop rock dei carnici The Charlestones, reduci da grandi esperienze dopo aver aperto ad importanti rock bands internazionali quali The Cookes, Kasabian, senza dimenticare la loro presenza al Heinichen Jamming Festival dell'anno scorso.

Non solo, se l'attenzione degli organizzatori si è posizionata sulla bontà della musica prodotta in Friuli Venezia Giulia, si è pensato bene anche di invitare degli ospiti da fuori: parliamo dei fiorentini Grand Carabs che porteranno nella splendida natura della Val del Lago il loro rock bizzarro ricco di influenze e che ha già ottenuto buoni riscontri nel circuito rock alternativo italiano dopo l'uscita del disco "A fuoco lento", pubblicato dall'etichetta fiorentina Danza Cosmica e distribuito da Audioglobe. A chiudere la serata rock, il dj set rock 'n' roll di Marino Sumo mentre durante il festival sarà possibile ammirare l'esposizione artistica di Ludovico Bomben.

«L'idea del festival ci è venuta - spiegano Simone Piva,Marco Cacitti,Sabrina Borgu' e Paola Zurczak, organizzatori di Gartin Fest - per valorizzare la scena musicale e artistica nei suoi vari aspetti dell'alto Friuli e abbiamo pensato che un contesto così suggestivo come le montagne della carnia e Cesclans in particolare siano uno dei luoghi migliori per vivere l'arte e la musica».



mercoledì 29 agosto 2012

Laboratorio Val del Lago. Una riflessione su turismo, autonomia, ambiente ed energia

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Dino Rabassi il quale, prendendo spunto da alcuni dei  tanti temi toccati da "Luci" negli ultimi interventi, espone il proprio parere sulla situazione passata, presente e futura di questo "laboratorio Val del Lago" ove, secondo alcuni, si sta assistendo a un assalto indiscriminato alle risorse ambientali e dove invece, secondo altri, si stanno creando ampi spazi di coscientizzazione. Sottolineiamo comunque la positività del tono usato da Rabassi in questa occasione, quasi ad accogliere i reiterati inviti del Blog a creare, nel reciproco confronto, una produttiva "palestra di discussione valdelaghina". (A&D)
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Turismo, Energia, Autonomia: cosa diavolo succede nella Val del Lago?!
   
    Sbirciando sul blog “Alesso e dintorni” ho notato che, tra i molti osanna al “turismo fai da te“, vi è anche chi inizia a porsi domande sul corretto uso dei nostri beni paesaggistici: tra cui anche il “Palar”. 
     Ho pure notato che “Luci”, fino a poco tempo fa appiattito sulle posizioni assunte dai Comuni in merito al problema Edipower, pubblica un articolo che definirlo “una intemerata”, è riduttivo.
     A Luci devo subito chiarire che il Comitato a Difesa e Sviluppo del Lago, in coerenza con le proprie idee ed iniziative, non ha mai partecipato a riunioni in sedi regionali che non fossero quelle per discutere alla luce del sole e in difesa del lago, affermare quindi che: “E' recentissima la notizia del Summit nel palazzo della Regione, presente l’assessore Violino, presenti tutti, Consorzi, Coltivatori Diretti, ETP i Re della trota, Imprenditori, Edipower, forse nei corridoi in attesa, anche i comitati di salvezza, tutti ma proprio tutti (gli unici esclusi i Comuni)”, è falso, fuorviante oltre che superficiale!
     Sollecitare poi, (in veste di portavoce?), l’ing. Franzil a un confronto pubblico per esaminare il progetto alternativo ad Edipower, è scorretto nei confronti di una persona che da oltre un anno e gratuitamente (non come l’ing. Garzon), è impegnato a sviscerare un tema difficile e complesso, di pubblica importanza che enuncerà, nei tempi e modi da lui ritenuti opportuni alla gente: la sola a cui noi riteniamo essere debitori.  
     Capisco che la campagna elettorale possa essere già partita e qualcuno debba in qualche modo rifarsi la verginità, (anche a scapito dell’attuale Sindaco), ma a tutto c’è un limite!
     Mi chiedo infatti dove Luci sia stato in questi quattro anni in cui, i temi di che trattasi, sono stati dibattuti in tante riunioni organizzate dal Comitato sia a Trasaghis che in altre sedi, mantenendo sempre la stessa linea: (centrali, centraline e consorzi compresi)!
     Come noterà, egregio Sig. Luci, io mi firmo quando esprimo un’idea con convinzione e linearità: rientra nel mio DNA! Non mi limito a dire, come fece qualcuno tempo fa in campagna elettorale: “Trasaghis deve contare di più all’esterno”! Certo era un’ottima idea, ma ancora non ho capito, dato il seguito, se l’augurio fosse rivolto alla comunità di Trasaghis o a se stesso, considerata la china su cui da allora rotola la Val del Lago!
    Una china in cui spesso anche il termine “TURISMO” viene usato, o abusato, quale panacea di tutti i problemi dimenticando che, all’afflusso di ospiti, deve anteporsi l’accoglienza di un ambiente organizzato e a ciò predisposto per avere riscontri positivi, preparando territorio e servizi adeguati la cui mancanza, spesso, sfocia in arroganza tra chi arriva (uso improprio di ambiente e strutture), e risentimento in chi invece deve subire questa presenza (i locali).
     Una china ove rotola pure il buon senso nel non capire che qualsiasi intervento esterno, sul nostro territorio, è quasi sempre finalizzato allo sfruttamento: si chiami esso SADE, SIOT, Autostrada, Ledra,  Edipower o centraline ma non solo perché di moda affermarlo, bensì perché manca un progetto generale e condiviso: soprattutto per quanto attiene turismo ed energia.
     Un filo d’Arianna che indirizzi, senza incertezze, anche chi viene a turno investito della responsabilità pubblica, spronandolo ad attuare nel tempo ciò che per la maggioranza dei suoi amministrati ha già assunto valenza di programma e, quindi, di preminente interesse generale a cui non derogare solo per scelte personali.
     Questa progettualità non può limitarsi al Piano Regolatore Generale o ad un Piano Commerciale, (strumenti a suo tempo voluti dal sottoscritto proprio per gettare le prime basi), ma da completarsi con studi e valutazioni particolareggiate per individuare i siti in base alla loro propensione naturale, tipologica e qualitativa.
    Fu anche questo il motivo che, sempre da Sindaco, mi portò a lottare strenuamente per includere il lago e la sua piana oltre al Brancot, all’interno del costituendo Parco delle Prealpi Giulie. Purtroppo fallendo! Grazie anche alla contrarietà di parte dei Consiglieri Comunali di Trasaghis e dell’opinione pubblica fomentata ad arte che vedevano, in questo strumento, solo vincoli anziché valorizzazione economica oltre ad possente difesa legislativa, attraverso cui anche la Regione fosse poi costretta a farsi carico contro altri tentativi di profanazione del nostro territorio: poi puntualmente avveratisi!
     Il parcheggio incontrollato di decine di auto in paese e nel Palar, l’uso indiscriminato di campagna e strade di montagna quali piste da motocross solo perché in altri Comuni o in Austria non è consentito, mentre per Gemona esistiamo solo per la città dello Sport (quali poi?), è lo specchio di un certo strabismo che preoccupa.
     Vi scrive chi per primo adottò i parcheggi a pagamento a ristoro delle spese che il Comune affronta per le aree verdi, gestendo in proprio anche la Vigilanza estiva che allora faceva il proprio dovere! 
     Sono certo che l’Amministrazione Comunale ha sollecitato un maggior controllo, ma se associarsi a Gemona porta a questi ed altri disservizi, suggerisco di rivedere gli accordi con soluzioni alternative a questa deriva che ci porterà, sempre più, ad essere una periferia nella periferia e ad abdicare pian piano alla nostra autonomia.
     Mi auguro che quanto sopra venga colto quale semplice voce del sentire comune della gente, che non capisce il sacrificio economico da sommare alla sopportazione, da subire senza alcun riscontro e, soprattutto, a far capire che un buon amministratore non è quello che costruisce il castello più grande, bensì quello capace di intravvedere il cammino più certo e sicuro ove costruire la strada su cui transiterà il futuro.

     
Dino  RABASSI (Comitato a Difesa e Sviluppo del  Lago e già Sindaco di Trasaghis)

Val del Lago, assalto alla diligenza (V) - Quale futuro, tra centrali e centraline



Quinta e ultima parte del contributo di "Luci", imperniato sulla riflessione sul presente e sull'immediato futuro: come gestire il problema energetico, l'utilizzo e la fruizione delle acque, in maniera rispettosa del territorio e proficua per coloro che sul territorio vivono? La discussione è aperta. (A&D)
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E cumò? E doman?

C’è poi un aspetto, non secondario da tener presente: tutte queste iniziative saranno pesantemente condizionate della centrale di Somplago, di quali progetti, per il presente, e per il futuro, EDIPOWER intenda avvalersi, certo è che con il progetto adesso noto e tanto discusso di pompaggio, non ci sarà troppa trippa per gatti... a meno che non ci siano accordi che noi non conosciamo. Ma se trovassero un accordo soddisfacente, e le centraline producessero al meglio, quello che i proponenti annunciano nei loro allegati, qualche riflessione la nostra comunità la dovrà fare. Guardando tra gli allegati, la parte economica dovrebbe far riflettere, certamente le nostre Amministrazioni , ma anche i singoli cittadini, tutte queste centraline, sono a costo zero, per i proponenti, non un euro di tasca loro, prestiti bancari a 15 anni al 5% ,certificati verdi per 15 anni, il che, per Renowa, raddoppia il prezzo, per le altre quasi lo triplica, non so dove sia l’arcano. Il rientro del prestito varia da 8-3 anni, dopo di che i proponenti saranno proprietari degli impianti, con 30 di concessione da sfruttare, o vendere, e se il costo per costruirle è di circa 24.000.000 di euro, ognuno può farsi un’idea  di quanto sarà il loro introito in caso decidessero di vendere, tutto ciò, senza aver scucito un solo euro di tasca loro” ognuno può verificare ciò aprendo gli allegati depositati. La produzione stimata, sempre se venissero installate tutte e cinque, attorno i 24-25 milioni di kW annuo, coprirebbe i consumi domestici di circa 16.000 persone, con un consumo medio pro capite di 1.500 kWh l’anno .
Perché, allora, non pensare di costruircele da soli, queste centraline, con un ritorno economico per tutti, dal momento che  non uscirebbe un solo euro dalle nostre tasche? Potrebbero farlo, le Amministrazioni Comunali , gli utili che ne ricaverebbero ridarli ai cittadini, in forma di servizi, che sono ancora a capo dei comuni, taglio di tasse, strade, scuole, investire i proventi nel fotovoltaico, nell' eolico, checché ne dicano i tenutari dei Grifotacchini, creando un giro di investimenti a costo zero per la Comunità, che daranno posti lavoro nuovi. Così i nostri territori, i nostri paesi, attirerebbero, sia nel senso abitativo, che di iniziative economiche nuove, proprio per le condizioni favorevoli che si verrebbero a creare. Si potrebbero, queste centraline, costruirle e gestirle in modo cooperativo, dove tutti i residenti potrebbero aderire, ma anche le attività commerciali, artigianali, industriali, il prezzo del kWh  sarebbe poi stabilito dai cooperanti, in funzione degli obbiettivi sociali, e degli investimenti, posti in essere, questa forma consentirebbe subito riduzione della bolletta metà , al netto degli investimenti, tenendo sempre presente il patrimonio costituito, da una, o più centraline, che si vorrà costruire. La formula cooperativa è anche l’unica che consente di gestire il prezzo al consumo in proprio, previsto anche nel decreto Bersani sulle liberalizzazioni. Teniamo presente che delle cooperative sul nostro territorio già operano,  ”almeno una sicuramente”, basterebbe modificarne lo statuto adeguandolo ai nuovi obiettivi e scopi da raggiungere. 
In un recente Consiglio Comunale, su un ordine del giorno concernente il parere su progetto Renowa (un parere positivo da ripensare, se non da ritirare, dopo le note vicende, non ci possono essere ombre, nè sospetti, ritirare quella delibera sarebbe quanto mai opportuno) un consigliere pose il problema dell’uso improprio della risorsa in questione; gli si fece notare, che, chi esamina le richieste e i relativi progetti, non predilige il pubblico, rispetto al privato, ma valuta il progetto in se, giusto, corretto, per quanto riguarda l’impatto ambientale ed altri aspetti progettuali, ma a parità, l’aspetto economico, il ritorno degli utili sul territorio, in servizi destinati alla popolazione dei comuni coinvolti,  o in forma Cooperativa con abbattimento del costo della Bolletta, ed altri obbiettivi sociali diffusi, ai cooperatori, ed al territorio, sicuramente avranno un  peso doppio sulla scelta del proponente. Non almeno provarci, sarebbe la scelta più sbagliata, cominciamo almeno a discuterne, il Sindaco convochi un consiglio, magari aperto, dedicato al tema , inviti tecnici, del ramo, anche economisti, sono le sole risorse che ci sono rimaste, con sicuri introiti , hanno le statistiche che posizionano il nostro Comune agli ultimi posti come reddito pro capite, ci stiamo spegnendo come una candela, pensiamo a noi , ai nostri figli, abbiamo delle risorse importanti, cerchiamo di usarle per il bene comune. 
Luci  
(5 - fine)

martedì 28 agosto 2012

Val del Lago, assalto alla diligenza (IV) - Centraline e derivazioni


Quarto, corposo contributo di "Luci" dedicato stavolta all'attualissimo tema dell'utilizzo delle acque, nella contemporanea richiesta di derivazione per gli scopi irrigui del Consorzio Ledra Tagliamento e delle centraline per la produzione idroelettrica. "Luci" espone le sue idee anche in merito a possibili retroscena, alleanze e collaborazioni più o meno esplicite: si può essere d'accordo o meno ma rappresentano comunque un utile contributo alla discussione. (A&D)
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Centraline e Derivazione Ledra-Tagliamento

Ed eccoli di nuovo!.. Per la terza volta, forti anche di un decreto Ministeriale, ormai datato ma sempre valido, in favore del Consorzio Ledra, tentano ancora di ottenere derivazioni improbabili, per le loro esigenze irrigue, e molto probabilmente per le loro centraline future, a costo zero ovviamente, e in questo nuovo assalto, hanno trovato sponsor importanti, nel presidente Tondo, nei Comitati, dei tanti Già. 
Tornano in mente le polemiche innescate dalla visita dell’Assessore Violino con delega all’Agricoltura, visita di cortesia, un caffè con gli amici di Trasaghis, la mostra, un giro sul Lago, si premurò di spiegare il portavoce. Ecco quale era lo scopo della visita, ecco perché non passò in Municipio, ecco perché non si fece accompagnare dal Sindaco, non avrebbe potuto nascondere il vero motivo della visita, nè alla domanda, che il Sindaco sicuramente gli avrebbe rivolto ”a cosa debbo l’onore?”.  Era venuto semplicemente a prendere visione della località dove il Consorzio intendeva realizzare la derivazione, e relazionare la Giunta e Presidente, che in seguito ha dato parere favorevole. Se non fosse così, perché mai il consorzio Ledra avrebbe inserito, nei suoi programmi di lavori per il 2012 anche la derivazione sul canale di scarico, per un costo di 15.000.000 di euro , non bruscolini, a carico della comunità, come sempre .Si sentono tanto sicuri che non sentono nemmeno la necessità di chiedere il parere dell’Amministrazione Comunale, basta loro il consenso della Giunta Regionale, dei tanti Comitati di salvezza locali, dei tanti Già, del consigliere Picco, di enti di Tutela Vari, delle Foranie. Ma di una cosa, questi proponenti, e loro supporter, possono essere certi, è che nessuna Amministrazione, di qualsiasi colore vorrà dipingersi, potrà acconsentire allo scavo di un’altra condotta, o canale, il quinto tra naturali e artificiali, in un tratto dove la larghezza della vallata non supera 800 ml, già gravata da altri vincoli, autostrada, strada provinciale, oleodotto, elettrodotti, anche futuri. Un consiglio? Cercate un'altra soluzione per le vostre necessità imprenditoriali! 
E' recentissima la notizia del Summit nel palazzo della Regione, presente l’assessore Violino, presenti tutti, Consorzi, Coltivatori Diretti, ETP i Re della trota, Imprenditori, Edipower, forse nei corridoi in attesa, anche i comitati di salvezza, tutti ma proprio tutti (gli unici esclusi i Comuni), tutti d’accordo sulle  priorità, opere subito da finanziare la captazione dal lago di Cavazzo, badare bene, non si parla più di canale di scarico, almeno questo riporta l’articolo del giornale, cosa potrebbe significare? Che il lago servirà da bacino, da caricare e scaricare , secondo la necessità dei consorzi di Bonifica, che potrà subire sbalzi di quota fino ai 4m come previsto dalla S.A.D.E. Forse si comincia a delineare nei contenuti, quel piano alternativo annunciato dai Comitati!.. dal momento che non possiamo attingere ad altre notizie, i Comuni non dicono niente, probabilmente non ne sanno niente, mi pare anche, abbiano perso la spina dorsale, si sono un po’ accartocciati, forse ne sanno qualcosa di più gli amici di Violino che, tra un sorso di caffè, e una chiacchiera, hanno intuito qualcosa di ciò che si preparava, o ne sono stati informati?
Con le centraline, stiamo assistendo, a un vero assalto predatorio da parte di COSINT, e non solo, ed anche qui, questo consorzio ha trovato sponsor importanti, come per il Ledra, (con cui sembra, dagli allegati presentati per la centralina denominata ”Alesso 0”, abbiano già trovato un accordo per la spartizione dei m/3 d’acqua necessari per entrambi). Con tanta arroganza, presentano progetti definitivi, prendere, o prendere comunque, tanto hanno lo sponsor principe . Ma quello che più fa pensare, come mai questo Consorzio che tra i suoi soci annovera molti Comuni della Val Canale, della Carnia, Comuni a noi vicini come Cavazzo, Verzegnis, tutti ricchi di risorse idriche, in cui si possono inserire centraline a salto, molto più redditizie di quelle a sistema fluente, quella che Renowa, intende costruire sul Leale a monte, con soli 350 L.S. produrrà, quanto tutte tre le centraline COSINT, cominci il Consorzio a costruirle nei territori dei suoi associati. Rispolveri il vecchio progetto, della centrale sopra Amaro con derivazione del Fella, allora si parlava anche di una "Somplago 2” molto più redditizia, che coinvolgerebbe in modo positivo i Comuni Associati, e le zone industriali gestite.
Luci  
(4 - continua)

lunedì 27 agosto 2012

Val del Lago, assalto alla diligenza (III) - Il progetto Edipower


Terzo appuntamento con le riflessioni di "Luci" a proposito, stavolta, del progetto Edipower relativo al raddoppio della centrale di Somplago. Emerge la richiesta di capire a che punto si sia con le "trattative" tra Comuni ed Edipower e quali contorni possa assumere la proposta alternativa annunciata dai Comitati.
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 Centrale di Somplago

C'è stato il rinvio dell’approvazione alla Conferenza dei Servizi, del progetto EDIPOWER, per mancanza sembra, di un protocollo di intesa con i Comuni. Ma di cosa si tratta? Soldi…. però gli unici soldi che possono arrivare ai Comuni, se non verranno filtrati prima dal BIM, sono quelli derivanti dal Canone di Concessione. Per la nuova captazione dal lago, in forma costante nel tempo, mi sembra che in una assemblea la società proponente, attraverso i suoi rappresentanti, avesse offerto 600.000 Euro: sono tanti, sono pochi? Non lo so, non conosco il tariffario. 
Ciò che invece non riesco a capire, o almeno io non ho inteso, è: cosa chiedono i Comuni come compensazioni ambientali? Esse non potranno essere monete, ma opere, come ben lei sa, signor Sindaco; vuole dunque mettere al corrente che tipo di opere volete inserire in quel protocollo, e soprattutto se sono condivise dai suoi concittadini? Forse, sarebbe l’occasione per dare finalmente un nome a quello sviluppo che tanti invocano per il lago, ma che nessuno chiama per nome, o quali idee vi sono per crearne almeno i presupposti. 
Sarebbe forse  anche opportuno un incontro, con l‘ing. Franzil per capirne un po’ di più di questo progetto alternativo; non credo siano sufficienti degli articoli apparsi sui giornali locali a spiegarne la portata, né le poche notizie, ma molto confuse, rilasciate dai Comitati. 
Comunque, mentre attendiamo novità, Edipower ha già iniziato i lavori di sostituzione delle tre turbine esistenti: i pezzi si possono vedere nei piazzali interni.  
Luci  
(3 - continua)

domenica 26 agosto 2012

Val del Lago, assalto alla diligenza (II) - L'elettrodotto


Seconda parte dell'intervento di "Luci", che entra nella stretta attualità. L'elettrodotto da Wurmlach al Friuli è sempre stato fatto arrivare al "caput mundi", Somplago. In realtà è stato concepito per portare energia nella zona industriale di Osoppo. "Tranquilli, una volta a Somplago, l'energia proseguirà lungo le linee esistenti", han sempre detto i sostenitori della realizzazione. Secondo Luci pare non sia proprio così, e snocciola una serie di problematiche e di possibili conseguenze riguardanti proprio il Comune di Trasaghis.  C'è quindi da rifletterci su. (A&D)
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Elettrodotto Wurmlach - Somplago - Osoppo

Fa discutere, in questi giorni, l’improvvisa accelerazione, voluta dal Presidente Tondo, sollecitato anche dal mondo degli industriali, che giustamente vogliono per le loro attività disporre di energia a più basso costo. Ma è altrettanto giusto, però, che il tracciato sia meno impattante possibile.
Come e quanto, questa opera, impatta il nostro territorio comunale? l’Amministrazione ha preso visione del Via rilasciato dalla Regione? Dal silenzio, o comunque, dall'assenza di prese di posizione, due sono le ipotesi, o  che viene valutata positivamente l’opera, o che nessuno abbia preso visione del documento Via, che il responsabile dell’area Tecnica non abbia relazionato a Sindaco e Giunta: così fosse, signor Sindaco, forse è ora di riorganizzare gli uffici, anzi è sempre tardi. Se avete invece, preso visione del documento, vi sarete accorti che l’elettrodotto non si ferma a Somplago, ma continua con una linea di media tensione fino ad Osoppo, che sarà interrata, per 800 metri  ”la piana di Alesso” mentre  per il resto, almeno fino al Tagliamento, sarà aereo. Alcune richieste e considerazioni andavano fatte: perché non interrare tutta la tratta? e soprattutto, quale sarà il percorso? Un conto è infatti  se sarà affiancato all’autostrada, sotto le strade di servizio, altro è se il percorso fosse più alto, verso il paese, con i vincoli che un tracciato interrato comporterebbe ….
Ma c'è anche dell’altro: nel documento Via si ipotizza che le due linee ad alta tensione, che partono da Somplago, e attraversano la nostre montagne, dovranno essere ricalibrate, per consentire un maggiore carico, quindi altre opere …  si aggiunga a tutto questo il campo magnetico che investirà Alesso, in modo particolare Cialcor, zona molto abitata; c'è uno studio, anche se solo di metodo, già su Internet, a cura di ARPA Piemontese e Fvg, anche se non dice a quali conclusioni siano giunti questi studi. Le diverse tonalità delle cartine pubblicate, cosa indicano, pericolosità, criticità, normalità, o cosa altro?.
E viene spontanea la domanda!.. Tutti i Comuni della Carnia, contrari e non, otterranno delle compensazioni ambientali, non soldi, ma opere di mitigazione, si presume , il nostro Comune che sarà il più penalizzato, non siamo nemmeno menzionati, se non per le opere che verranno ad imporci, pretendere che tutta quella ragnatela di cavi, che attraversano quel che resta della nostra campagna vengano interrati, a fianco delle strade, compresi Telecom, è chiedere troppo? Stia in campana Sindaco! Tutto questo silenzio sull’argomento, non porterà bene, ne a lei, ne alla sua amministrazione, e temo, ancor peggio, che tra la popolazione si diffonda sempre più quel senso di indifferenza, di apatia ,di sconforto, di non presa di coscienza dei problemi,  di passività, di mancanza di impegno per concorrere alle soluzioni; sempre più troverà rifugio nel mugugno, nel brontolio, abbandonando la strada della discussione.
Luci
(2 - continua)

sabato 25 agosto 2012

Val del Lago, assalto alla diligenza (I)

Abbiamo ricevuto da "Luci"  (che i lettori del Blog conoscono bene) una analisi complessa delle ultime vicende della Val del Lago. Si tratta di una serie di riflessioni stimolanti, non necessariamente sempre condivise o condivisibili, ma che comunque hanno il merito di affrontare lucidamente i tanti temi che da tempo vengono affrontati sul Blog. Qui si è parlato di "nuovi barbari", "Luci" legge invece gli ultimi fatti come un continuato "assalto alla diligenza". Per offrire in maniera migliore la possibilità di ragionare e riflettere su queste tematiche, le argomentazioni di "Luci" verranno presentate distribuite su più parti. Sono spunti che toccano la storia degli ultimi decenni in Val del Lago, il presente e, soprattutto, le prospettive. C'è da augurarsi quindi che, da parte dei lettori del Blog, possano arrivare altri contributi, sotto forma di commenti o sviluppo di tematiche.  Il tutto nel rispetto reciproco [non verranno accettati commenti puramente offensivi]  e nell'ottica di un sano interrogarsi sulle prospettive del nostro territorio. (A&D)
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Quante volte, anche da questo Blog, ho esortato i nostri Sindaci a stare in campana, ad aprire un confronto, un dialogo, ad  informare i propri concittadini di ciò che altri, e non noi, stanno scegliendo per il nostro territorio…. siamo ora a un proprio vero "assalto alla diligenza", la storia si ripete, come ai tempi del tracciato Autostradale.  

Quarant'anni dopo l'autostrada

Allora come oggi si manifesta l’arroganza di politici locali, o almeno noi li consideriamo tali, Tondo oggi, Enzo Moro ieri, tutti due Carnici; ma anche i tanti politici di Gemona, e di Tolmezzo, allora a spingere il tracciato per la Valle del Lago, senza alcun motivo tecnico, spinti solo dal loro tornaconto elettorale, volevano sì l’Autostrada, con i benefici che ne sono seguiti, vedi  "uscite" per le loro zone industriali, ma senza intaccare un solo metro del loro territorio, sacrifici territoriali, che sarebbero stati necessari, se avesse seguito il suo tracciato naturale cioè  Tagliamento e val Canale... venne a loro naturale, a  loro i benefici, alla Val del Lago gli oneri. Furono in questo aiutati anche dalle rispettive Foranie, quelle che oggi danno lezioni di Democrazia: non uno di questi” Pretonzoli”, non uno di quei” Vescovi Illuminati” si presentò a difendere, gli ultimi, gli indifesi, anzi, alle proteste giuste, sacrosante, cercavano di affibbiare il titolo ”Bolscevichi ” a chi cercava di guidare la protesta nel modo più corretto. A mio ricordo non ci fu mai un gesto violento o sconsiderato.... detto questo veniamo all’oggi.
Luci  
(1 - continua)

venerdì 24 agosto 2012

L'acqua del Lago contro la siccità, una soluzione vecchia a un problema antico


E' estate. Come ogni estate, il problema è la siccità. Come ogni estate,  la soluzione è semplice, con l'evergreen "L'acqua c'è (nel lago di Cavazzo) per  spegnere la sete delle campagne" [citazione di un gettonatissimo, famoso articolo del 23 agosto 1986].
Puntuale, anche nell'anno di grazia 2012, riprende fiato l'idea (o la richiesta?) di captare l'acqua in uscita dal Lago.

(AGI) - Udine, 23 ago. - "Non possiamo non evidenziare che dall'ultimo incontro dell'unita' di crisi sulla siccita' di luglio a oggi e' maturata, da parte della Regione e dell'assessore regionale Claudio Violino in particolare, la consapevolezza di una mutata situazione climatica e delle necessita' di dare il via a una nuova fase progettuale per superare l'emergenza che anche quest'anno si e' registrata in settore vitali come l'ortofrutta e la viticoltura, oltre che dei seminativi". Lo ha detto il presidente di Coldiretti del Fvg Dario Ermacora al termine del tavolo di crisi sulla siccita'. "La carenza di precipitazioni nevose invernali, la scarsita' di piovosita' in pianura praticamente durante tutto il 2012m - precisa una nota - hanno abbassato sia il livello delle falde sia quello dei bacini. La salvezza e' venuta solo dalle ripetute precipitazioni piovose estive nell'area montana e pedemontana. Per questo occorre agire con urgenza, superando le emergenze con un piano pluriennale". "L'agricoltura ha dato molto in questi anni, in termini di superfici alle strade, alle autostrade, alle rotonde, ai centri commerciali e industriali, agli insediamenti civili e ora e' venuto il momento - ha aggiunto Ermacora - che riceva qualcosa in termini infrastrutturali: servono almeno tre opere importanti, una sull'Isonzo, una nel pordenonese e una di captazione delle acque sul lago di Cavazzo. Dopo occorre procedere sulle derivate. Ma servono fatti concreti, gia' nella prossima finanziaria". "Dalle prime stime sappiamo che in alcune aree, come quella della sinistra Torre - ha detto ancora Ermacora - la perdite dei raccolti di mais e soia si puo' dire che raggiunga il 100% mentre i foraggi sono andati persi per il 70%. In pratica e' stato portato a casa solo il primo sfalcio". E' stato concordato che oltre a un nuovo piano per l'irrigazione, che vedra' impegnati la Regione, i Consorzi di bonifica e le associazioni di categoria, occorrera' anche ripensare alle politiche colturali perche' non e' pensabili coltivare mais in tutta la superfici agricola utilizzabile.

(http://www.agi.it/trieste/notizie/201208231854-cro-rts1010-siccita_coldiretti_ok_su_posizioni_assessore_violino)

E "Il Piccolo" oggi precisa:


Il clima cambia Più in generale l’incontro tra Regione, Consorzi di bonifica, categorie, Ersa, Etp, Protezione civile, Osmer, Prefetture, Anci, Upi ed Edipower ha fatto emergere che l’agricoltura regionale – pur con problematiche diffuse anche nelle aree del vino: Carso, Collio e Colli Orientali – non è a rischio immediato di siccità, ma lo stato di crisi non è più un fatto straordinario in quanto i cambiamenti climatici impongono lunghi periodi senza precipitazioni.
Nuove strategie Di qui, condivisa da tutti, la scelta strategica di una nuova linea di condotta caratterizzata dalla progressiva trasformazione degli impianti di irrigazione dal sistema a “scorrimento” a quello “a pioggia”, un progetto pluriennale che comporterà costi quantificati in 10-12 mila euro a ettaro, oltre a una cinquantina di milioni da riservare agli impianti sull’Isonzo, sul lago di Cavazzo e a Colle nel Pordenonese. Risparmio d’acqua e maggiore efficienza strutturale sono gli obiettivi. «Con la stessa quantità d’acqua – spiega Violino annunciando un Piano irriguo regionale entro l’anno e convocando per questo un tavolo di lavoro nell’associazione dei Consorzi di bonifica – possiamo irrigare un solo ettaro a scorrimento contro i tre a pioggia. Ecco perché puntiamo a una maggiore elasticità gestionale per le varie colture, guardando con estremo interesse al modello virtuoso israeliano».


Per chi vuole andare a rileggersi  quanto già trattato dal Blog, solo negli ultimi mesi,  sull'argomento:

22 aprile, la prima segnalazione della ripresa del discorso, dal Gazzettino, con le richieste del Consorzio:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/04/si-riparla-dellacqua-del-lago-per-il.html 

16 maggio,  il parere negativo dei sindaci all'ipotesi del  nuovo prelievo:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/05/lago-ledra-tagliamento-riparte-il.html 

1° agosto, la riflessione del Blog sull'abnorme, contemporanea richiesta di utilizzo delle acque:
http://cjalcor.blogspot.it/2012/08/tra-leale-e-tagliamento-unoverdose-di.html 

Tutto, quindi, tranne il "nessuno ne sapeva niente".  Sarà il caso che qualche risposta arrivi: non istintiva e "a caldo" ma frutto della  pacata riflessione su "che cosa vogliamo farne di questo territorio"? Perché, come spesso accade, il dilemma non è tanto (o almeno non solo) tra "Si" o "No", tra "ricchi" e "poveri", tra "egoisti" e "altruisti".  Servirebbe, qui come per altre tematiche, l'auspicato "pensatoio progettuale". Ovvero: questo è il nostro ambiente, la nostra ricchezza. Come lo preserviamo? Come lo valorizziamo? Come lo promuoviamo? Definita la cornice, "dentro"  ci possono forse stare centrali, centraline, derivazioni e quant'altro. Ma in un quadro coordinato e preciso, attento alle inter-relazioni. Come diceva un vecchio dei nostri, "a na si à di tacàsi in tancj as tetas da vacja, ma bisugna tegni cont inmò di pui da vacja par che a continui a dà il lat". (A&D)