"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

mercoledì 31 ottobre 2012

Gnot dai muarts, cercando radici nostrane

Interneppo, in Cjamp
Torna la gnot dai muarts, quando, nell'Europa precristiana, si credeva ci fosse una "finestra" capace di consentire, per poche ore, il contatto tra il mondo dei vivi e quello dei morti. A quelle radici, a quel substrato, magari inconsapevolmente, si allacciava la mularìa di qualche decennio fa, quando costruiva la muart di cavoça, le zucche intagliate con la candela all'interno. A quei legami tenui bisognerebbe riandare, comprendendo che l'Halloween attuale è solo una commercializzazione  di antiche liendas.



Sono temi affrontati e spiegati molto bene dal prof. Gian Paolo Gri, a commento della mostra Simboli e rituali della morte nella cultura popolare friulana aperta a Udine.


Vivi e morti a contatto
nella cultura popolare
travolta da Halloween


La commemorazione dei defunti, dal vespero di Ognissanti alla giornata del 2 novembre, sta mutando carattere anche in Friuli. È vero che i cimiteri si trasformano in giardini, ma non si sa se interpretare il fenomeno ancora come omaggio o come senso di colpa. Sono cambiati i modi del nostro rapporto con le generazioni passate; a un sintomo significativo come il rapido e incisivo imporsi della pratica della cremazione corrisponde bene la facilità con cui fra i più giovani si è fatto strada il consumismo del folclore altrui, d’oltreoceano, sotto il segno della zucca di plastica di un Halloween. 
Non valgono rimpianto e demonizzazione; fa bene il Museo Etnografico di Udine, di fronte alla trasformazione, a scegliere la strada di una proposta riflessiva, capace di offrire maggiore consapevolezza dei grandi scenari simbolici che si stanno abbandonando: la concezione che il destino dell’anima non è quello della rottura subitanea, ma la storia di un viaggio lungo e faticoso che i vivi fanno bene ad accompagnare; l’idea che ci siano categorie di defunti ai quali quel viaggio è impedito: condannati a restare di qua, inquieti e irrequieti (i morti di morte violenta, coloro che hanno barato sui pesi e sui confini, i neonati non battezzati, i morti prima del tempo: giovani donne di parto, ragazzi morti in guerra); la convinzione radicata che quello dei defunti sia un mondo vicino e parallelo, che manda . segnâi da interpretare, un mondo analogo e opposto con il quale il contatto è possibile a certe persone (le “benandanti funebri” del folclore friulano, nei suoi tratti più conservativi), in certi luoghi (i crocicchi, gli antichi percorsi verso le pievi e le chiesette isolate), in certi tempi (la processione dei morti e il loro ritorno nelle case la notte della loro commemorazione; la rogazione dei morti la notte di Natale e nelle Quattro Tempora). (...)
Al centro di tutto, il problema della memoria con il suo carattere selettivo. Che cosa tenere, che cosa lasciar andare? Se dovessi indicare l’aspetto che più in profondità unifica l’eterogeneità delle tradizioni popolari in quest’ambito, direi che è la coscienza viva che dai morti arriva l’invocazione a non essere dimenticati. È come se le parti fossero invertite: non noi, ma loro bisognosi di memoria; non i vivi, ma loro bisognosi di rituali per rimandare quanto più possibile lo spegnersi inesorabile del ricordo.
Mantenere memoria compensa per quanto possibile la lacerazione del distacco e oppone barriere al procedere della dimenticanza.  (...)
Per leggere tutto l'articolo, pubblicato dal Messaggero Veneto:

Peonis



martedì 30 ottobre 2012

"Dolcetto o scherzetto?" per le vie di Alesso


HAPPY HALLOWEEN!!!!!..............
La Pro Loco di Alesso e il Grop Trasagan, con la collaborazione di tanti genitori, organizzano un incontro per la serata di Halloween, dalle 18 del 31 ottobre.
Gli organizzatori dichiarano: "aspettiamo tanti fantasmini, streghette, maghetti e mostri...ma anche stregoni e streghe e quant'altro ci sia per una festa da brivido!!!!! Mercoledì 31 ottobre presso l 'ex asilo di Alesso dalle 18!!!! a tenerci compagnia tanti dolcetti per i più piccoli,  pasta gratis per tutti!!!! e, alle 20, giretto del paese  col classico "dolcetto o scherzetto" per tutti i bimbi!!! 
Più tardi ........castagnata con brulé per i più grandi!!!! 
Vi aspettiamo numerosi!!!!"


lunedì 29 ottobre 2012

Lago, scaricabile dalla Rete la proposta alternativa dell'ing. Franzil

La proposta alternativa elaborata dall'ing. Franzil e presentata dai Comitati a Udine l'11 settembre e ad Alesso il 21 è ora scaricabile dalla rete sul sito  PERALTRESTRADE

LAGO DI CAVAZZO
CENTRALE DI SOMPLAGO
IL PROGETTO ALTERNATIVO
DELL’ING. DINO FRANZIL
“Salviamo il lago
Come….Perchè”
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STUDIO-RICERCA DELL’ING. DINO FRANZIL SUL LAGO DI CAVAZZO - MARZO 2012 - (25 MB - pdf)
Scarica il pdf

Gli argomenti trattati sono i seguenti:

1)             La ricerca e dimostrazione degli effetti causabili da un sistema di pompaggio sull'ambiente e sulla popolazione causa dell'inquinamento che produce, nonché sul disfacimento dei versanti e conseguente interrimento dei bacini.

2)      La dimostrazione del motivo per cui il Lago di Cavazzo è destinato a scomparire, trasformandosi in canale-palude in poco più di un secolo, a causa del trasporto di fango da monte a valle, che ha già fatto depositare oltre otto milioni di metri cubi in circa mezzo secolo.

3)             Nel testo viene svelata la " vera essenza del pompaggio" sia dal punto di vista tecnico che economico, da cui si evince che apporta utili soltanto ai gestori fin tanto che permangono le sovvenzioni statali (i c.d. Certificati Verdi), ma apporta sempre e soltanto danni alla comunità, all'economia ed all'ambiente. Si spiega perché è un sistema inefficiente, tutt'altro che produttore di energia, per cui sarebbe opportuno non realizzarlo. Si dimostra come sia piuttosto un inganno che un incentivo allo sviluppo e fattore di competitivita.

4)      Tutte queste argomentazioni sono sviluppate attraverso lo studio approfondito di otto centrali prototipo possibili nel sistema Invaso Ambiesta - Lago di Cavazzo.
Inoltre, si studia la validità dei vari impianti anche dal punto di vista socio-ambientale, per stabilire quali siano i più compatibili per l'inserimento nel sistema al fine di "isolare la centrale dal Lago" e di continuare a produrre energia, salvando appunto "capra e cavoli".
5)      Si considera un progetto indicativo di massima, per dimostrare la fattibilità e proporre soluzioni concrete per "isolare la centrale dal Lago", conl'utilizzo di uno scarico autonomo posto sul fondale con adeguati metodi e materiali, che vengono suggeriti.Infine si riportano suggerimenti utili al recupero ed alla rigenerazione del Lago e quindi di tutto l'ambiente circostante.
6)      Sono contenute tre proposte d'impianti alternativi per risolvere in modo logico, conveniente e definitivo problema Lago-Energia-Ambiente, per utilizzare razionalmente e al massimo le risorse energetiche del territorio sfruttando l'acqua dell'emissario del Lago, derivandone una parte verso il canale del Consorzio Ledra-Tagliamento, spina dorsale per l'irrigazione del Medio Friuli, e la rimanenza per alimentare delle possibili centraline idroelettriche con loscarico nel torrente Leale, confluente poi nel Tagliamento alimentando le falde acquifere a valle.

Ing. Dino Franzil
Marzo 2012
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domenica 28 ottobre 2012

Come si dice "patacca" in russo? Verso nuove regole per i commenti


Come i lettori del Blog sanno, per venire incontro a richieste specifiche e facilitare l'inserimento dei commenti, è stato tolto qualche tempo fa l'obbligo di inserire una sigla capace di garantire l'autenticità del messaggio.  Come abbiamo già avuto modo di dire, questo ha reso più semplice  e rapido l'inserimento dei commenti, ma ha anche "spalancato le porte" allo Spam, pubblicità più o meno occulta, più o meno legale ma che comunque si spaccia per commento ma commento non è. Patacche, dunque, che  arrivano nella posta  (anche una in cirillico!) e impongono una stressante cancellazione manuale e che sono anche potenzialmente portatrici di virus o malware.
Sarà d'obbligo, dunque, dal primo novembre, passare a una nuova modalità per l'inserimento dei commenti: vi si potrà accedere solo attraverso un indirizzo già registrato (una utenza già stabilita con Google, Google+, Twitter, Wordpress,  Yahoo, un altro OpenID…), bloccando quindi l'invio automatico di messaggi da parte delle catene di spam. Attenzione: il Blog non chiede espressamente di conoscere l'identità del commentatore ma solo di avere la sicurezza che dietro il messaggio vi è una persona reale che, col suo intervento, vuole contribuire alla discussione sulle tematiche valdelaghine. Per molti lettori/commentatori, che già interagiscono in questa maniera,  non cambierà niente, potranno continuare a commentare  con il nome o lo pseudonimo già utilizzato; i nuovi commentatori (o chi in precedenza si siglava genericamente come Anonimo) potranno, a seconda delle scelte individuali, utilizzare una delle utenze sopraricordate. In ultima alternativa, per coloro i quali non possono o non intendono utilizzare o aderire a una delle piattaforme citate, si potrà sempre inviare il commento con una mail al Blog e questa verrà poi "girata" come commento. Sarà sempre meglio che dover cestinare improbabili vendite di viagra spacciate come commento alle caratteristiche del San Simeone!
Grazie a tutti per la collaborazione.
A&D

"Ciao ciao Bordano, un volo ancora..." (al Città Fiera)



Ricordate la vicenda dei colibrì di Miramare che dovevano essere trasferiti a Bordano, ospiti della "Casa delle farfalle"? (se ne è parlato a lungo anche sul Blog, v. per esempio http://cjalcor.blogspot.it/2011/03/bordan-rivin-i-triestins-ma-sono.html  o anche  http://cjalcor.blogspot.it/2011/03/commenti-triestini-al-trasferimento-dei.html  oppure http://cjalcor.blogspot.it/2011/08/colibri-bordano-laffare-si-complica-con.html ).
Dut dibant. Nè Bordano, come s'era detto in un primo tempo, né Marche, come s'era ipotizzato poi. I Colibrì andranno al "Città Fiera" di Torreano di Martignacco.
Ne dà notizia "Il quotidiano del Friuli Venezia Giulia" nel N° 208 di SABATO 27 OTTOBRE 2012 (anche w w w. ilquotidianofvg.it)

CITTÀ FIERA
UNA NUOVA CASA PER I COLIBRÌ DI MIRAMARE

I colibrì del Parco di Miramare hanno trovato una nuova casa all’interno del Centro Commerciale Città Fiera di Martignacco.
É stata predisposta una area apposita dove i volatili troveranno finalmente una sistemazione definitiva dopo le incertezze degli scorsi anni quando era stata attivata una procedura di sfratto dal parco del Castello di Miramare.
La vicenda, per alcuni versi paradossale, era assunta agli onori della cronaca nazionale e sulla questione era intervenuto in passato, da premier, anche Silvio Berlusconi. Ora nonostante tutto quello che era stato detto e probabilmente speso, c'era un rischio concreto per la stessa sopravvivenza dei volatili che sono stati trasportati, con tutte le precauzioni del caso, nella nuova e definitiva casa predisposta con grande riservatezza nel piano interra del Centro commerciale, dove è installato un apposito impianto di climatizzazione ed ambienti idonei al benessere della delicata specie. Presto sarà possibile per tutti accedere al nuovo centro visite. Sulla questione, compresa la vicenda dello sfratto e sulla struttura innovativa realizzata al Città Fiera c'è ancora un certo riservo.

Probabilmente, nei prossimi giorni, se ne parlerà ancora.


sabato 27 ottobre 2012

Unione dei Comuni. Lavoisier in salsa gemonese?

Riceviamo e pubblichiamo un contributo di Dino Rabassi sul progetto di realizzazione dell'Unione dei Comuni di cui si è discusso negli scorsi giorni anche sul Blog.
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UNIONE DEI COMUNI:  UN’ALTRA ILLUSIONE?


     L’affanno dei politici nel proporre soluzioni ai tanti problemi d’Italia, su debita scala trova riscontro anche su quelli nostrani!  
     Non ci sarebbe nulla di male, anzi! La mia sensazione però, è che lo facciano più per dire qualcosa che non sulla base di un progetto ben ponderato.
     Siccome la famigerata “Spendig Review”, “Revisione della spesa pubblica” detto nella lingua di Dante, oggi è di moda, tutto deve basarsi solo sui risparmi lacrime e sangue.
     I sentimenti, i bisogni e la volontà della gente comune, svaniscono di fronte ai professionisti della politica che, “motu proprio”, aggregano territori di qua, spartiscono di la, cancellano Enti di su, inventano unioni più giù e via tar-tassando! Senza porsi problemi sulle conseguenze in un tessuto sociale ormai debole e disilluso.
     Individuato il male assoluto nei piccoli Enti non più autogestibili, da anni si parla di razionalizzare la spesa pubblica attraverso il taglio o l’accorpamento di questi ultimi.
    Bene! Così come sono strutturati in Italia lo Stato, Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Consorzi ecc., è indubbio che tutto ciò comporti spreco di risorse, oltre al classico scarica barile nelle responsabilità.
     Stranamente però, tutte le misure fin’ora prese per accorpare/eliminare gli Enti o anche solo alcuni Servizi dei Comuni, al contribuente non ha mai portato vantaggi, aumentando i disservizi! Un esempio? Nel Gemonese si è accorpato il servizio di Vigilanza. 
     Ebbene, ogni Comune ha mantenuto il proprio organico non reintegrando il personale andato in quiescenza, per cui 9 vigili dovrebbero servire tutti i 5 Comuni. 
     Stante che il Comandante e 3 vigili sbrigano le pratiche in ufficio a Gemona, di attivi sul vasto territorio ne rimangono 5.
     Per cui a Trasaghis il vigile opera per “Chi l’ha Visto”, a Bordano e Montenars per “Chi li conosce” e a Venzone, più fortunato, il servizio è assicurato il martedì mattina per  “Il mercato”.
     Ora avanza la proposta dell’Unione dei Comuni Montani.
     Partendo sempre dalla necessità di risparmi/razionalizzazione, si parla di tutto fuorché a sopprimere Giunte, Consigli e Sindaci: anzi! Si dovrà eleggere un’assemblea con tanto di Presidente e consiglieri che, unitamente agli immancabili Sindaci, provvederanno alla bisogna su un territorio che, di fatto, corrisponderà alle attuali Comunità Montane che da oltre un decennio dovevano sparire.
     Ora, se di Unione si parla, perché non farla tra Comuni che abbiano le stesse peculiarità e problematiche con un unico Sindaco ed un’unica Giunta? Comuni omogenei di 8 o 10.000 abitanti non sono sufficienti ad eliminare i carrozzoni? E poi, cosa c’entra Gemona con la montagna? Come essa può pretendere di essere capo e guida di un territorio difficile dopo aver fallito, per se stessa e pur trovandosi in una posizione territoriale e politica alquanto strategica, in tante scelte e ritardi nel passato?
      Ricordando Lavoisier che nella “Legge sulla conservazione della massa afferma: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, anche in politica e da troppo tempo ciò trova massima applicazione non proponendo novità, evitando le necessarie epurazioni, evolvendo solo nella forma affinché nella sostanza nulla cambi! 

     
   
Dino  RABASSI (già Sindaco di Trasaghis) 

venerdì 26 ottobre 2012

Centraline. In Val d'Arzino le contestano. Da noi....

Se non abbiamo sbagliato i conti, ci sono 8 richieste di centraline, tra il Leale, il Lago e il Tagliamento. All'uscita del Lago, sul canale Sade,  una di operatori privati gemonesi, una del Cosint, una dell'Elpo. Sul Leale, una di Renowa, una di un'altra ditta udinese e una del Comune. Alla confluenza del Melò col Tagliamento, due del Cosint.Quante e quali hanno possibilità concrete? Chissà. 
Il Sindaco di Trasaghis  ha dichiarato al Blog che "ovviamente non potranno essere realizzate tutte".  Rimane da capire quali saranno i criteri e i tempi di scelta,  rimane da capire se le proposte alternative dei Comitati, capaci a loro dire di garantire produzione idroelettrica, salvaguardia del Lago  e rifornimento per centraline e irrigazione avranno modo e possibilità di essere accolte. 
Frattanto realizzazioni di questo tipo sono state bocciate della vicina Val d'Arzino, dove è stata organizzata anche una raccolta di firme da presentare in Regione.



No alle centraline,
petizione in Regione

Il documento che si oppone ai progetti di derivazione sull’Arzino è sostenuto da duemila firme

VITO D’ASIO. Una petizione per dire no ai numerosi progetti di derivazioni a scopo idroelettrico sull’Arzino, sostenuta da 2 mila firme, è stata depositata in consiglio regionale e illustrata al presidente Maurizio Franz, alla presenza dei consiglieri Enio Agnola e Alessandro Corazza.
«Si stanno manifestando in numero sempre maggiore interessi significativi per derivazioni più o meno grandi sui corsi d’acqua del Friuli Venezia Giulia – ha puntualizzato il primo firmatario della petizione Emilio Gottardo, della segreteria regionale di Legambiente – che, se attuati, metterebbero in secca i nostri fiumi. L’Arzino poi, è l’ultimo torrente selvatico dell’intero Friuli, un corso d’acqua pressoché naturale, che da questi progetti verrebbe completamente stravolto. In sua difesa si sono schierati cittadini della zona, ma anche di comuni limitrofi non toccati direttamente dalle progettate opere, a dimostrazione di un interesse molto ampio». Tra i firmatari anche il campione olimpico Daniele Molmenti.
Le centraline, è stato osservato, sono una scelta strategicamente non sostenibile, non sono dettate da un vero piano energetico regionale e si portano dietro danni ambientali, paesaggistici e geologico-idraulici difficilmente mitigabili. Il recente pronunciamento negativo da parte della giunta regionale a uno dei progetti, quello di Marins che interessa l’alta valle sopra l’abitato di San Francesco, non fa altro che rafforzare le argomentazioni contenute nella petizione. «Petizione che sarà trasmessa immediatamente alla commissione competente», ha assicurato il presidente Franz.(g.z.)
(dal sito del Messaggero Veneto, 25 ottobre 2012)


giovedì 25 ottobre 2012

"Non potranno ovviamente essere realizzate tutte le centraline che sono state richieste". Ovviamente ....


Lo scorso 19 settembre (delibera n. 97) LA GIUNTA COMUNALE  di Trasaghis ha deliberato sulla  PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' ALLA PROCEDURA DI V.I.A. DEL PROGETTO
PER LA REALIZZAZIONE DI DUE CENTRALINE IDROELETTRICHE PRESENTATO
DAL COSINT.
 

Sono state presentate, da parte dell'Amministrazione comunale, diverse osservazioni:
 
= le opere in argomento risultano difformi alle previsioni del vigente P.R.G.C.  
  
=  a  monte  degli  impianti  esiste  una  centrale  idroelettrica  con  previsione  di  
ampliamento, un bacino idrico ed un canale di scarico sulla cui parte terminale  
sono stati presentati tre progetti per la realizzazione di centraline idroelettriche   
  
=  sul  medesimo  torrente,  in  località  "Sorgenti  acquedotto"  della  frazione  di  
Avasinis,  è  prevista  un’altra  derivazione  per  la  realizzazione  di  un  ulteriore  
centralina idroelettrica  
  
=  l’area  è  soggetta  a  vincolo  paesaggistico  ed  a  perimetro  del  SIC  Medio  
Tagliamento  
  
=  il  tratto  del  fiume  Tagliamento  nel  quale  si  immette  il  torrente  Leale  è  
normalmente  in  secca  per  le  derivazioni  del  Consorzio  Ledra;  tale  Consorzio  –  
come previsto dal Piano regionale di risanamento delle acque ex DGR 588/2012  
– prevede una derivazione per la pianura friulana dal canale Sade
 
=  il  tutto  si  inserisce  in  un  territorio  già  fortemente  urbanizzato  (strade,  
autostrada, oleodotto, gasdotto, linee elettriche ecc) .
 
Sono dunque osservazioni piuttosto "corpose" che  fanno ritenere difficile la possibilità
di realizzazione di due centraline in quel contesto. Ma c'è un'ultima osservazione:
= in caso di esito positivo, il proponente dovrà concordare con questo Comune   eventuali opere di compensazione.
Il tutto è stato approvato con votazione palese unanime.

Il Blog, negli scorsi giorni,  ha chiesto al Sindaco di Trasaghis:

- Relativamente alla delibera n. 97 (PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO  PER VERIFICA ASSOGGETTABILITA' PROCEDURA VIA PROGETTO REALIZZAZIONE  CENTRALINE IDROELETTRICHE PRESENTATO DA COSINT) come si concilia la presentazione  di sei corpose osservazioni, di fatto ostative,   con l'osservazione finale "in caso di esito positivo, il proponente dovrà concordare con questo Comune  eventuali opere di compensazione "?

Il Sindaco ha risposto:

"Il parere si concilia in quanto non è un parere negativo - come peraltro formulato per le altre procedure - ma una segnalazione delle criticità per evidenziare che il progetto in se ha dei punti che devono essere chiariti, altri per i quali va posta attenzione ed inoltre - cosa importante - si evidenzia che non potranno ovviamente  essere realizzate TUTTE le centraline che sono state richieste".

Nel ringraziare il Sindaco per la cortese risposta, si rimanda alla problematica già posta più volte sul Blog:
anziché inanellare richieste di costruzione di centraline, che "ovviamente", non potranno essere realizzate tutte, non è meglio fare, a monte, un piano    di quelle che sono le esigenze  e di quali possono essere le strade percorribili per un risultato che sia compatibile ambientalmente e  fruttuoso economicamente?
(A&D)

mercoledì 24 ottobre 2012

C'è un pezzo di Atlantide ancora in fondo al Lago ... (3)

Anche il Messaggero Veneto di ieri si è occupato della realizzazione  del film-documentario  "Operazione Atlantide" sull'esperimento subacqueo del 1969-70 nel Lago. Curiosamente, l'articolo non fa alcun cenno all'elemento che ha avviato tutto il percorso, vale a dire il ritrovamento di "un pezzo di Atlantide in fondo al Lago", il contenitore "dimenticato" (?) che, nelle riflessioni del Blog, è diventato quasi una metafora del singolare rapportarsi col Lago, attraverso il disporsi  (naturalmente è un discorso che riguarda non solo l'Operazione Atlantide) di sogni, idee, progetti…  e le conseguenti fasi altalenanti di battaglie, successi, frustrazioni, divisioni  … e residuati.  (A&D)
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Diventa un film la vita subacquea del ’69
Messaggero Veneto, 23 ottobre 2012

TRASAGHIS Il grande lago finisce dentro un documentario. Il filmato, che sarà realizzato su una sceneggiatura di Pietro Spirito per la regia di Fredo Valla, sarà denominato “Operazione Atlantide” e fa riferimento a un’esperienza realmente realizzata nel lago dei Tre Comuni nell’estate 1969, quando fu perseguito e realizzato il sogno fantascientifico di vita “under water” con il primo esempio di città subacquea al mondo, progettato e condotto in Friuli. In quell’estate (e l’esperienza fu ripetuta l’anno dopo) un gruppo di 12 subacquei, tra cui una ragazza, si immerse nel lago per prendere posto all’interno di tre case-contenitore sommerse in una cittadella subacquea dotata di completa autonomia: «Allora – ricorda Pietro Spirito – l’iniziativa fu portata avanti da Luciano Mecarozzi, che poteva contare anche sul sostegno del ministero degli Interni. Erano anni in cui si faceva quel tipo di sperimentazioni che interessavano il settore delle installazioni petrolifere. Per quarto ci riguarda, anche con la collaborazione di Nautilago, negli scorsi mesi abbiamo fatto delle riprese sui fondali in cui si svolsero i fatti: il materiale girato verrà ora utilizzato per realizzare un documentario». I dodici vissero per quasi un mese all’interno dei contenitori senza mai risalire in superficie, effettuando periodiche escursioni in acqua libera sul fondo del lago e tutta una serie di esperimenti per studiare il comportamento e la fisiologia dell'uomo in condizioni di isolamento e di saturazione, oltre a indagini geologiche e geofisiche. Fuori, sulle rive del lago, era all’opera un’équipe composta dallo staff dell’ideatore Luciano Mecarozzi, allora giovane speleosubacqueo con già alle spalle una serie di imprese esplorative di tutto rilievo: «Fu un’esperienza incredibile – racconta Ferdi Burlini, sommozzatore di Staranzano che partecipò all’esperimento nel 1970 – per trenta giorni siamo rimasti sott’acqua. Allora ero un giovane appassionato di immersioni ma quell’esperienza ha segnato definitivamente la mia vita, tanto è vero che in seguito sono diventato sommozzatore, attività che svolgo come professionista da 45 anni». Il signor Burlini è venuto pure a dare una mano nelle riprese con l’amico Renato De Piero, anche lui partecipante all’esperienza del ’70. 
Piero Cargnelutti

martedì 23 ottobre 2012

I "Turisti per caso" arrivano a Bordano


"Turisti per caso", prima una trasmissione, poi un sito, poi una rivista della premiata ditta Roversi-Blady ha inaugurato una nuova sezione, quella dei "Blogger per caso", degli "Inviati speciali" che raccontano le caratteristiche di località più o meno note sul piano turistico, paesaggistico, ambientale, culturale.
In questi giorni è stato pubblicato il réportage di Serena, che in un tour di tre giorni ha toccato alcune significative località del Friuli V.G.  Tra queste, anche Bordano con la sua "Casa delle farfalle", che si è meritato una favorevolissima descrizione:


(...) Usciamo e ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa: "la Casa delle Farfalle" a Bordano. Arriviamo in questo piccolo paese sulla destra del Tagliamento, alle pendici del monte San Simeone, con circa un’ora di macchina. Un luogo del tutto singolare. Sì, perché qui, di fatto, siamo in una vera e propria foresta con variopinte farfalle, pappagallini, una tartaruga gigante, camaleonti e iguane; le condizioni climatiche e la vegetazione riproducono quelle dei Paesi di provenienza (Amazzonia, Indo-Australia ed Africa) e le farfalle, perfettamente a loro agio, gironzolano intorno a te con fare civettuolo. Ci tengono a farsi ammirare. Provengono tutte da allevamenti distribuiti nei paesi tropicali e vengono trasportate durante lo stadio di crisalide. Arrivate a Bordano, in un periodo compreso tra l’una e le tre settimane, compiono la metamorfosi.Vederle nascere è emozionante e vederle volare ancora di più. La casa delle farfalle, oltre ad acquistare da ambienti tropicali circa 25mila crisalidi l’anno assicurandosi che un’equa percentuale di introito venga riconosciuta agli allevatori, contribuisce a sostenere queste popolazioni con prodotti del commercio equosolidale in vendita nello shop ed è impegnata in progetti sociali. Una ragione in più per andarla a visitare.
Prima dell’uscita poi è d’obbligo una visita all'esposizione “gioielli a sei zampe”: se prima di entrare pensavate che gli insetti fanno ribrezzo, uscendo avrete cambiato idea. Piccoli capolavori della natura con forme e colori che possono superare la più fervida immaginazione sono esposti in questa galleria d’arte naturale. Gli esemplari provengono prevalentemente dalla Nuova Guinea, dalla Malesia, dalla Thailandia e dal Costa Rica e sono presentati come fossero gioielli di grande pregio. Sono belli come pietre preziose, forse di più. Abbiamo terminato la visita e anche il nostro itinerario in questo magico Friuli Venezia Giulia è giunto al termine. Torno a casa con le mie convinzioni completamente stravolte e adesso apprezzo anche animali spesso calunniati come pipistrelli e insetti perché in realtà sono bellissimi, o almeno simpatici. Ma più di tutto apprezzo ciò che a noi esseri umani sembra tanto intimorire: il silenzio. Il silenzio di una grotta, di una chiesa antichissima, di una riserva naturale e, infine, di un volo coloratissimo di una farfallaSì, mi sento una farfalla ora, anch'io ho subito una metamorfosi in questi giorni. Il silenzio aiuta a guardarsi dentro. Torno a casa senza pensieri, con la testa leggera e con gli occhi illuminati dai colori e dalla natura di questa terra. Crocevia di culture, somma di bellezze.
Serena

Per leggere tutto l'articolo, vai alla pagina:
http://turistipercaso.it/bloggerpercaso/67296/la-natura-e-una-galleria-darte.html

lunedì 22 ottobre 2012

Ancora sul mega-Comune prossimo venturo

Sabato avevamo espresso, "a pelle" e "di getto" alcune considerazioni di riserva sulla futura costituzione dell'Unione dei Comuni del Gemonese.
Due interventi, pubblicati sul "Messaggero Veneto" di ieri confermano che non è tutto così semplice come pareva e che la situazione, soprattutto sul piano normativo, risulta ancora assai complicata.
Come sempre, la discussione è aperta, anche qui sul Blog.



Unione, critiche alla Regione

TRASAGHIS Quasi pronti a far partire l'Unione Montana del Gemonese, ma allo stesso tempo ben lontani dalla sua concreta implementazione: questa la denuncia del sindaco di Trasaghis Augusto Picco che parla di un vero e proprio fallimento della legge regionale 14/2011 istituente appunto le Unioni. «Certo - sottolinea - abbiamo in mano una bozza di statuto definitivo (e non certo uno statuto approvato a pieno titolo), ma la realtà è che ci troviamo in una sorta di 'limbo'. Premesso che i Comuni si trovano ad applicare una legge regionale che ha completamente stravolto la bozza bipartisan al tempo proposta dai sindaci, la Regione sarebbe inadempiente sotto almeno due punti di vista. Innanzitutto, entro fine giugno quest'ultima avrebbe dovuto procedere al riordino della legislazione in materia di ordinamento degli enti montani». In secondo luogo, come se non bastasse, «la Regione ha legiferato sul cosa fare, ma non sul come: le procedure di trasferimento delle risorse non sono definite», conclude Picco. Infine, la rappresentante delle minoranze Barbara Zilli ricorda che l'attuale bozza dello statuto, prima che si giunga alla deliberazione del definitivo, dovrà essere auspicabilmente discussa in ciascun consiglio comunale entro fine novembre. Rimane comunque un punto fermo: se l'Unione deve partire, partirà quando la Regione avrà deliberato per uniformare la riforma su tutto il territorio. (gy.g.)


domenica 21 ottobre 2012

Quel che si muove a ... Vasinas. Mercoledì il libro sul "paese senza peccato"

Sarà presentato Mercoledì 24 ottobre alle  20.30  nel  Centro Servizi di Avasinis il romanzo di Bruna Sibille-Sizia Avinis, paese senza peccato  ripubblicato, col contributo dei Comuni di Trasaghis e di Tarcento, dalla casa editrice Libraria di San Daniele del Friuli
Il prof. Angelo Floramo introdurrà la serata, promossa dal Comune di Trasaghis, presentando i contenuti del libro. E' prevista la  lettura di alcuni brani del romanzo con il commento musicale di Renzo Stefanutti.


 Ambientato in un piccolo borgo di montagna, il libro ripercorre gli anni della lotta partigiana e quelli dell’immediato dopoguerra attraverso una libera reinvenzione letteraria. Il libro è stato definito "un piccolo capolavoro riscoperto" ma va letto, appunto, come esempio di letteratura della Resistenza, senza  lasciarsi trascinare dall'idea di associare la narrazione a fatti realmente accaduti (come porterebbe, per esempio, a pensare il richiamo Avinis - Avasinis).


Alla fine del libro, una preziosa postfazione del critico letterario Mario Turello che inizia così:
La prima edizione di Avinis, paese senza peccato porta la data del 25 aprile 1960. È triste che per più di mezzo secolo il romanzo di Bruna Sibille-Sizia non sia stato riproposto. Di libri come questo, che vuole essere un monito, un’esortazione alla memoria, c’è un gran bisogno: come avvertiva Tito Maniacco, strane amnesie, insidiosi revisionismi adombrano la storia della Resistenza.
Necessaria per noi, la nuova edizione, ma anche doverosa nei confronti di una scrittrice misconosciuta che, pur essendo stata salutata, esordiente ventenne, da Diego Valeri come narratrice straordinaria” e da Pier Paolo Pasolini come “una delle poche voci valide del Friuli”, non approdò mai all’editoria nazionale né ebbe l’accoglienza che meritava almeno in ambito regionale: La terra impossibile «scivolò sulla pelle d’ippopotamo di un Friuli meschino, reazionario e bigotto come una goccia d’acqua che ha sì la virtù splendente della pietra preziosa, ma svanisce», scriveva Maniacco nel 1991, anno della terza edizione dell’opera prima di Sibille-Sizia, e ancora: «in Friuli non sono molti i libri ai quali fare ritorno così come in genere spetta allo spirito di un popolo». E appunto era tempo, da tempo, di fare ritorno anche al secondo, a mio parere più bello ancora, romanzo della nostra scrittrice.
La terra impossibile, Il fronte di fango, Un cane da catena sono stati definiti romanzi documenti, e questo loro carattere è sottolineato dal corredo fotografico che li accompagna;Avinis, paese senza peccato, è invece un romanzo-romanzo, che racconta sì di fatti reali e del vissuto stesso dell’autrice, ma attraverso l’occultamento di riferimenti precisi a luoghi, persone, avvenimenti, con un effetto di estensione all’intera esperienza resistenziale friulana.
Avinis (toponimo fantastico ricavato probabilmente da quello di Avasinis, il paese in cui i tedeschi perpetrarono la strage del 5 maggio 1945) è ciascuno dei paesi che subirono il martirio degli eccidi e degli incendi nazifascisti, e la sua piccola eroica comunità è l’archetipo delle tante coinvolte nella lotta partigiana. Lo stesso vale per i personaggi – magari riconoscibili ma assunti a tipi, ruoli, valori – e per i fatti e i misfatti, gli eroismi e le tragedie. Chi volesse, potrebbe fare il percorso inverso, per restituire al racconto collocazioni e presenze più certe, prossime all’autobiografia, attraverso i diari che la giovanissima Bruna tenne tra l’8 settembre del 1943 e il 13 maggio del 1945 (e che soltanto nel 1998 si è risolta a pubblicare col titolo di Diario di una ragazza nella Resistenza) ma il romanzo, ripeto, ad essere pienamente apprezzato dal punto di vista letterario non richiede verifiche storiche: non meno vera, profondamente vera, è questa narrazione.

sabato 20 ottobre 2012

Ciao Comune! Si va verso una unica, grande Comunità Montana?


Sul Messaggero Veneto di ieri, accanto a uno sfogo del consigliere regionale Enore Picco che si chiedeva che fine ha fatto l'Unione dei Comuni e il progetto dei "Comuni di Vallata" (vedi http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2012/10/19/NZ_11_03.html?ref=search ), compariva un articolo dove si illustrava il progetto in corso relativamente all'Unione dei Comuni del Gemonese, che si sta costituendo con l'adesione di  9 Comuni e interessa una popolazione di quasi 25mila abitanti .

Altro passo verso l’Unione
C’è il via libera allo statuto
Nove comuni del Gemonese hanno dato l’ok al maxi-ente da 25 mila abitanti. Il commissario Urbani: i sindaci avranno stessi pesi e responsabilità in giunta

Approvato in via definitiva lo statuto della futura Unione del Gemonese che individua le linee guida della programmazione del nuovo ente e i criteri di riparto della ex Comunità Montana del Gemonese Canal del Ferro e Val Canale.
Ulteriore passo avanti quindi nella complessa fase di transizione prevista dalla legge 14 del 2011, che prevede l’istituzione delle Unioni dei Comuni Montani in un’ottica di semplificazione dell’ordinamento locale in territorio montano. Nello specifico, la Comunità montana sarà suddivisa nelle due Unioni del Gemonese e del Tarvisiano-Canal del Ferro e Valcanale con sedi rispettivamente a Gemona e a Pontebba. (…)
Si tratta di una svolta epocale, che andrà a costituire un ente considerevole (comprendente Gemona, Artegna, Trasaghis, Bordano, Forgaria, Venzone, Moggio, Montenars e Resiutta), che rappresenterà una popolazione di quasi 25 mila abitanti.
(per leggere tutto l'articolo: http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/10/19/news/altro-passo-verso-l-unione-c-e-il-via-libera-allo-statuto-1.5887108 )

E per la Val del Lago? Non si tratta certamente del progetto del 1928 elaborato dal Podestà Coidessa di unire i tre Comuni del Lago (vedi  http://cjalcor.blogspot.it/2011/01/nel-1928-il-progetto-per-un-unico.html ) e nemmeno uno sviluppo delle idee avanzate dagli amministratori dei primi anni '90 di un "super Comune per contare"  con una Val del Lago allargata a Venzone ed Amaro.

Si ha la sensazione, dunque, di andare verso una struttura eminentemente burocratica, nata solo ed esclusivamente  per il contenimento delle spese, sempre più lontana dalla gente, sempre meno preoccupata di garantire un "welfare a misura di persona"  e costruita solo con esigenze ragionieristiche.

Quello che fa pensare, inoltre, è il fatto che queste dinamiche (come altre, di cui si è discusso spesso sul Blog) avvengano nella sostanziale indifferenza, senza suscitare una riflessione, un dibattito, una discussione.  Tocca forse dar  ragione al preoccupato sfogo di Dino Rabassi che qualche giorno fa si chiedeva sul Blog "Dov’è la gente che seppe rinascere da due guerre mondiali? Dov’è il popolo che combatté unito contro tanti soprusi? Dove sono quei giovani che seppero rimboccarsi le maniche e, insieme all’esperienza dei vecchi, rinascere dalla polvere del 6 maggio?"...   (A&D)