"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

mercoledì 24 ottobre 2012

C'è un pezzo di Atlantide ancora in fondo al Lago ... (3)

Anche il Messaggero Veneto di ieri si è occupato della realizzazione  del film-documentario  "Operazione Atlantide" sull'esperimento subacqueo del 1969-70 nel Lago. Curiosamente, l'articolo non fa alcun cenno all'elemento che ha avviato tutto il percorso, vale a dire il ritrovamento di "un pezzo di Atlantide in fondo al Lago", il contenitore "dimenticato" (?) che, nelle riflessioni del Blog, è diventato quasi una metafora del singolare rapportarsi col Lago, attraverso il disporsi  (naturalmente è un discorso che riguarda non solo l'Operazione Atlantide) di sogni, idee, progetti…  e le conseguenti fasi altalenanti di battaglie, successi, frustrazioni, divisioni  … e residuati.  (A&D)
------------------


Diventa un film la vita subacquea del ’69
Messaggero Veneto, 23 ottobre 2012

TRASAGHIS Il grande lago finisce dentro un documentario. Il filmato, che sarà realizzato su una sceneggiatura di Pietro Spirito per la regia di Fredo Valla, sarà denominato “Operazione Atlantide” e fa riferimento a un’esperienza realmente realizzata nel lago dei Tre Comuni nell’estate 1969, quando fu perseguito e realizzato il sogno fantascientifico di vita “under water” con il primo esempio di città subacquea al mondo, progettato e condotto in Friuli. In quell’estate (e l’esperienza fu ripetuta l’anno dopo) un gruppo di 12 subacquei, tra cui una ragazza, si immerse nel lago per prendere posto all’interno di tre case-contenitore sommerse in una cittadella subacquea dotata di completa autonomia: «Allora – ricorda Pietro Spirito – l’iniziativa fu portata avanti da Luciano Mecarozzi, che poteva contare anche sul sostegno del ministero degli Interni. Erano anni in cui si faceva quel tipo di sperimentazioni che interessavano il settore delle installazioni petrolifere. Per quarto ci riguarda, anche con la collaborazione di Nautilago, negli scorsi mesi abbiamo fatto delle riprese sui fondali in cui si svolsero i fatti: il materiale girato verrà ora utilizzato per realizzare un documentario». I dodici vissero per quasi un mese all’interno dei contenitori senza mai risalire in superficie, effettuando periodiche escursioni in acqua libera sul fondo del lago e tutta una serie di esperimenti per studiare il comportamento e la fisiologia dell'uomo in condizioni di isolamento e di saturazione, oltre a indagini geologiche e geofisiche. Fuori, sulle rive del lago, era all’opera un’équipe composta dallo staff dell’ideatore Luciano Mecarozzi, allora giovane speleosubacqueo con già alle spalle una serie di imprese esplorative di tutto rilievo: «Fu un’esperienza incredibile – racconta Ferdi Burlini, sommozzatore di Staranzano che partecipò all’esperimento nel 1970 – per trenta giorni siamo rimasti sott’acqua. Allora ero un giovane appassionato di immersioni ma quell’esperienza ha segnato definitivamente la mia vita, tanto è vero che in seguito sono diventato sommozzatore, attività che svolgo come professionista da 45 anni». Il signor Burlini è venuto pure a dare una mano nelle riprese con l’amico Renato De Piero, anche lui partecipante all’esperienza del ’70. 
Piero Cargnelutti

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.