"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

lunedì 30 dicembre 2019

Il saluto ed il grazie del Comune di Trasaghis al dottor Goi

E a Trasaghis se ne va il medico Maurizio Goi

Il congedo a Peonis con un dono da parte della comunità Attesa per il sostituto: tre i professionisti in servizio


La comunità di Trasaghis saluta il suo medico Maurizio Goi che dopo aver servito sul territorio per 37 anni, va in pensione.
A partire da martedì 31 dicembre il dottor Goi andrà in pensione dopo aver fatto il medico di famiglia negli ultimi 37 anni nella varie località di Trasaghis, dove dal post terremoto l’amministrazione locale decise di mettere a disposizione del servizio cinque ambulatori, uno per ognuna delle località del paese, in modo tale da venire incontro alla popolazione ubicata in zone distanti fra loro.

Per lungo tempo, Goi ha gestito il paese con il collega Rumolino e quando quest’ultimo è andato in pensione, ha gestito quasi tutto il paese contando successivamente sulle dottoresse Candido e Toma che già seguono anche Osoppo e Bordano, e che ora seguiranno anche parte dei 1300 utenti che ha avuto Maurizio Goi.

«Grazie alla collaborazione – spiega il sindaco Stefania Pisu – del dottor Uderzo, che è operativo a Venzone, siamo riusciti ad assicurare il servizio a tutti gli utenti del dottor Goi, che ringraziamo per tutto quello che ha fatto per le nostre comunità. È chiaro che speriamo in futuro di avere a disposizione un medico in più – aggiunge il primo cittadino – ringraziamo gli operatori dell’Azienda sanitaria 3 Alto Friuli Medio Friuli collinare che nelle scorse settimane sono venuti sul territorio per facilitare le scelte delle famiglie rispetto al futuro medico».

Di fatto, anche Trasaghis, come molti altri Comuni, risente della carenza di medici di famiglia poiché in futuro, con il pensionamento di Goi, il paese sarà seguito da tre professionisti già impegnati nei vicini Osoppo e Venzone quando in passato due medici seguivano l’intera comunità.

Lo stesso Goi aveva richiesto all’Azienda sanitaria un nuovo medico ma al momento pare non sia stato possibile individuare una nuova figura per garantire una sostituzione.

Maurizio Goi è stato salutato ufficialmente dalla comunità nelle ultime settimane in occasione di un incontro che è stato organizzato a Peonis dove Ivo Del Negro dell’associazione “Chei di Peonis” lo ha ringraziato a nome di tutti e al medico è stato consegnato un dono quale segno tangibile di ringraziamento per il suo operato. 
Piero Cargnelutti
(Messaggero Veneto, 29 dicembre 2019) 

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Al dottor Goi un sincero ringraziamento per l'attività prestata con professionalità per tanti anni ed un cordiale augurio per la nuova esperienza anche da parte del Blog "Alesso e Dintorni".

giovedì 26 dicembre 2019

A Curnìn si è rinnovata la tradizione del Natale Subacqueo

  
Un cielo stellato, una temperatura mite e centinaia di persone assiepate attorno al lago: è iniziata così la quarantaseiesima edizione del Natale Subacqueo, andata in scena la vigilia di Natale sul lago di Cornino.
La Santa Messa e' stata celebrata da Don Ennio Gobbatto che nell'omelia ha rappresentato la necessità di ognuno di noi di riconoscere i propri limiti per poter vivere con serenità i rapporti con gli altri; a margine, un rappresentante della Friulana Subacquei ha letto la preghiera del Subacqueo.
Ha preso poi la parola il sindaco Marco Chiapolino, presente all'iniziativa assieme al vicesindaco Luigino Ingrassi e all'assessore  Pierluigi Molinaro, ricordando il grande sforzo di tanti volontari, delle associazioni (gruppo alpini forgarese, Associazione per Cornino), della Protezione Civile locale e dei comuni contermini, che hanno permesso l'ottima riuscita dell'iniziativa.
Un plauso poi alla lungimiranza, al grande lavoro di preparazione e coreografia che ogni anno il sodalizio della Friulana Subacquei regala a chi sceglie di raggiungere il lago di Cornino per questa manifestazione, parole alle quali si è unita nel suo indirizzo di saluto il sindaco di Trasaghis, Stefania Pisu, presente assieme ad altri amministratori locali della zona collinare.
Le luminarie accese per l'occasione attorno al lago hanno lasciato spazio al buio per far sì che la Natività e le statuine accompagnate dai subacquei raggiungessero il centro dello specchio d'acqua; il decano della Friulana Subacquei, Ledi Vidussi, ha quindi posizionato il Bambin Gesù, emerso dal fondo del lago, nella mangiatoia, mentre la Stella Cometa scendeva.
In un lago illuminato a giorno, a conclusione della serata, gli auguri di Buon Natale da parte dei subacquei immersi nel lago.

                    
(A cura di Luigino Ingrassi)

martedì 24 dicembre 2019

Un augurio che "Nedâl puarti aiar gnûf" per il Lago e per la valle

Riceviamo dall'ing. Dino Franzil un pensiero di Natale che si estende ai compaesani e al futuro del Lago.

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NEDÂL, MOMENT  DI  PAS, AMÔR SPERANCE E RIFLESSION


Nedâl di mont,                                                                                              
Nedâl dal plan furlan.                                                                               
Bon Nedâl a la mê int                                                                                  
che jo ricuardi di lontan.

Ben dîs agns i vin lotât                                                                                                              
reclamant il just e mai savût
se il nestri Lâc vegni salvât                                                                                 
 e l'ambient ripii salût.

Nedal puarti aiar gnûf                                                                                
che ai Capos tocj il cûr                                                                               
par fa nassi un mont gnûf                                                                    
che dut risani e il mâl plati daûr.

A fiesta, si sunin las cjampanas!                                                                                                           
Vere pâs nus puarti il “Bambin”                                                                                                            
par tornâ in plaza da amis                                                                                                       
a frontâ insiema il nûf destin.

Bon Nedâl e buinas fiestas                                                                                                             
a dut Delès, al gno pais,                                                       
a zovins vecjos e fantatas,                                                                                                                         
al Comitât pal Lâc e ai amîs.


Dino Franzil
(Fiestas di Nedal 2019)



domenica 22 dicembre 2019

Venerdì ad Alesso la presentazione del nuovo libro sui cosacchi in Friuli

Cosacchi in Friuli, in tempi e modalità diverse

Da tempo si discute sulle cause e sulle caratteristiche della occupazione cosacca del 1944-45 in tanti paesi della Carnia e dell’Alto Friuli: sono usciti libri, memoriali, documentari, rielaborazioni letterarie.
Relativamente alla nostra zona, c’è un intero libro di Pieri Stefanutti (Novocercassk e dintorni. L’occupazione cosacca della Valle del Lago 1944-45, Ifsml 1995) dedicato al problema dell’insediamento cosacco nella Seconda guerra mondiale, con l’approfondimento su quanto accaduto nell’area precisa e delimitata dei Comuni friulani di Bordano, Cavazzo Carnico e Trasaghis.
Ai cosacchi viene dedicato anche l’ultimo lavoro di Pieri Stefanutti, Cosacchi in Friuli, ieri e oggi, che esce con le edizioni EBS sia in formato cartaceo sia come ebook, raccogliendo alcuni contributi usciti in momenti e pubblicazioni diverse, finalizzati tutti a cercare di far conoscere il fenomeno dell’insediamento cosacco in Friuli anche al di fuori dei confini regionali.
Nella prima parte viene ricordato l’insediamento cosacco avvenuto in Friuli durante la Seconda guerra mondiale, con una particolare attenzione a quanto successo nei Comuni della Valle del Lago.
Nella seconda parte si cerca di “fare il punto” su un nuovo, recente fenomeno, quello cioè del “ritorno” in Friuli di persone singole e di gruppi cosacchi interessati a ricostruire vicende personali o comunque ad avere una conoscenza diretta dei luoghi che videro verificarsi, nel 1944-45 l’insediamento cosacco, fornendo anche un aggiornamento bibliografico.
Il libro verrà presentato venerdì 27 dicembre, alle 20.30, nel Centro Servizi di Alesso, in una serata patrocinata dalla Amministrazione comunale di Trasaghis (sono state infatti numerose le iniziative promosse dal Comune, soprattutto durante il mandato del Sindaco Augusto Picco, per favorire gli scambi culturali con i “cosacchi che tornano”).

Nella serata, dopo l’intervento di saluto del Sindaco Stefania Pisu, ci saranno le relazioni di Pieri Stefanutti L’occupazione cosacca in Friuli, tra storia e memoria (a sintetizzare il contenuto del libro) e di Franceschino Barazzutti su I cosacchi nella storia e nella attualità della Russia, (che si soffermerà sulla complessa situazione attuale dei cosacchi in Russia, tra rivendicazioni e richieste di riconoscimento della specificità). 


sabato 21 dicembre 2019

Dalès, a coventin mans par picjâ las bandieras

La preparazione della festa dei coscritti del 31 dicembre, si sa, prevede un rituale preciso e consolidato nel tempo. Una di queste fasi è la collocazione delle vecchie bandiere sulle case della piazza, a simboleggiare la continuità della tradizione.


Quest'anno, i  giovani della verza e della viscja, segnalando situazioni di difficoltà, hanno diffuso un volantino nel quale si chiede la collaborazione anche di persone extra-classe per tale impegno.



L'invito va senz'altro raccolto, e dovrà magari essere esteso anche alle prossime giornate, dal momento che, sin qui, il tempo non ha aiutato.

lunedì 16 dicembre 2019

28 ottobre 1917, quando saltò in aria il ponte di Braulins

E' stato presentato prima a Gemona e poi a Ragogna il libro di Marco Pascoli "La battaglia del Gemonese", dove vengono ricostruite in maniera approfondita anche le vicende della Valle del Lago dopo la rotta di Caporetto.

Dalla recensione del MV, la parte dedicata al brillamento del ponte di Braulins  attivato dall'esercito italiano per rallentare l'avanzata degli austroungarici.

Quell’ordine sofferto arrivato nella notte di sacrificare il ponte di Braulins


La sorte del ponte di Braulins venne affidata al colonnello Aurelio Petracchi. Era lui che doveva decidere quando farlo saltare per fermare austriaci e tedeschi, che avevano sfondato le nostre linee a seguito di quell’immensa offensiva che si era concentrata su Caporetto. Gemonese e Val Resia, trovandosi lungo l’asse di minor distanza tra Isonzo e Tagliamento, divennero lo scenario fondamentale in cui i nostri potevano organizzare un’azione di contenimento. Petracchi era lì, dal primo pomeriggio del 28 ottobre 1917, e guardava le migliaia di militari in ritirata e di profughi in fuga, che cercavano la salvezza sull’altra sponda del Tagliamento, da dove scappare poi verso il Veneto.

Non era una decisione facile, anche perché quel ponte era già un simbolo per la gente di tutto il Friuli. Era il ponte più famoso, come ha continuato a esserlo fino ai giorni nostri, grazie alla tradizione e alla villotta che lo celebra e lo canta. Era stato inaugurato un anno prima, dopo una faticosa e costosa costruzione: 17 arcate imponenti, 400 metri di lunghezza provvidenziali nell’unire i territori di Gemona e Trasaghis.

Alla fine il colonnello dovette dare il fatidico ordine. Era la notte del 29 ottobre, illuminata da una fredda luna splendente dopo tante ore di pioggia. Le mine fecero saltare un centinaio di metri un attimo prima che arrivasse il nemico, ma non tutti i soldati italiani riuscirono ad attraversarlo in tempo. C’erano reparti isolati e alcuni tentarono di guadare ugualmente il fiume in piena finendo travolti dalla corrente tumultuosa. (...) 

(Messaggero Veneto, 14 dicembre 2019)






domenica 15 dicembre 2019

Avasinis, cinque i nuovi nati: non succedeva da anni

È “baby boom” ad Avasinis: cinque nascite in un anno

TRASAGHIS. Cinque nascite nati nel 2019, e il piccolo borgo di Avasinis va in controtendenza rispetto alla media delle nascite di tutta la regione. Succede ad Avasinis, la frazione di Trasaghis nota al grande pubblico per la “Festa dei lamponi e dei mirtilli”, dove quest’anno sono nati ben cinque bambini. Non è un numero da sottovalutare se si pensa che si tratta di una comunità molto piccola, di sole 300 persone. Tutto è avvenuto nel corso della seconda parte dell’anno, a cominciare dal 2 giugno quando è nato Tomoki, figlio di Francesco Di Gianantonio e Hosooka Yoshiko seguito, il 26 agosto, da Alessio, figlio di Roberto Ridolfo ed Elisa De Luca. A settembre, invece, ci sono stati due fiocchi rosa: il 12 è arrivata Alice Ridolfo, figlia di Ruben Ridolfo e Eva Chiarandon e il 25 Elisabetta, figlia di Enrico Di Doi e Maria Caterina Vescovi. Infine, il 10 novembre è arrivata Adelaide Postilhao, figlia di Emanuel Alexander Postilhao e Alice Orlando. Insomma, un numero ragguardevole di bimbi per un paese montano così piccolo, tanto che la Pro loco “Amici di Avasinis” ha voluto donare un piccolo regalo a queste famiglie, e lo ha fatto nel corso di un incontro nella sala della canonica: «Per questo numero di nascite – dice la presidente della Pro Giuseppina Di Doi –, da ricordare nella storia degli annali del nostro piccolo paese, la Pro loco, insieme a San Nicolò, vuole dare il benvenuto a questi piccoli ma importanti paesani e ringraziare le loro famiglie perché ci stanno regalando un paese più vivace, più giovane e proiettato verso il futuro. Soffermiamoci sui numeri: in Friuli sono nati 6,4 bambini ogni mille abitanti. Ad Avasinis questi bambini ci lanciano medie da baby boom. Facendo i conti sono più del doppio della media regionale, ovvero 15 ogni mille». Di certo, è una bella notizia per un piccolo paese montano e va anche detto che i genitori di questi bambini hanno una media di anni che va dai trenta ai quaranta: «Questa esplosione delle nascite del mio paese, Avasinis – dice il sindaco Stefania Pisu – mi fa estremamente piacere. Si tratta di un fatto straordinario in un momento di calo generalizzato della natalità e di spopolamento delle piccole comunità. Tutti i bimbi hanno dei genitori giovani e almeno uno dei due è originario di Avasinis. I giovani quindi tendono a voler rimanere in questa tranquilla frazione, dove la comunità è unita e i bambini giocano ancora in piazza. Quest’inversione di tendenza ci fa ben sperare per il futuro dei nostri paesi». —

P.C.

(Messaggero Veneto, 13 dicembre 2019)


sabato 14 dicembre 2019

Somplago, restaurato il ciclo pittorico sulla storia del Friuli nella centrale

La storia del Friuli riaffiora sulle pareti di una sala macchine nella centrale di Somplago
Completato il restauro del ciclo pittorico, opera di Walter Resentera. L'inaugurazione del fregio realizzato su 130 metri quadrati


I punti salienti della storia del Friuli, raccontati a Somplago sulle alte pareti della centrale idroelettrica più grande della regione, ritornano a un nuovo splendore.
È il risultato del restauro commissionato dalla A2A, proprietaria della centrale stessa e realizzato da Stefano Tracanelli e collaboratori: un restauro che dona nuova luce al ciclo decorativo compiuto dall’artista feltrino Walter Resentera tra il 1958 e il 1959. Centotrenta metri quadrati di dipinto murale, un’imponente fascia decorativa alta tre metri e lunga più di ottanta, con figure e angeli giganteschi, adatti a sopportare una visione dal basso e da lontano a un’altezza dal suolo di venti metri.
Un ciclo tanto monumentale quanto poco conosciuto, anche per gli addetti ai lavori, data la sua ubicazione sotterranea. Si trova infatti sulla volta della sala macchine della centrale stessa, quella destinata ad ospitare le gigantesche turbine motrici che trasformano l’energia idroelettrica.

La sala sta alla fine di una galleria lunga quasi un chilometro scavata nelle viscere della montagna, nella cavità realizzata con grandi competenze ingegneristiche tra il 1951 e il 1957 su commissione della Sade, la società adriatica di energia elettrica di Giuseppe Volpi di Misurata, committente di altre centrali di simile ampiezza. Il restauro verrà inaugurato oggi [giovedì 12 dicembre] alle 16.30 alla presenza delle autorità – son stati invitati tutti i sindaci dei comuni carnici attraversati dal Tagliamento – con un saluto del sindaco di Cavazzo Carnico, Gianni Borghi, e gli interventi di Luca Dotti direttore degli impianti della centrale e del restauratore Tracanelli in una presentazione dal titolo Nuova luce al dipinto alla volta della Centrale di Somplago.

Il grande dipinto illustra momenti salienti della storia del Friuli, che così descrisse in una nota lo stesso artista Resentera: «Nelle viscere di questa nobile terra del Friuli, terra ove più che altrove si è fatto sentire il palpito della storia, abbiamo cercato di ricordare dando loro espressione plastica quei fatti ora tristi e ora lieti, ma sempre drammatici, che ci sono stati nello svolgere di venti secoli».
Da Romolo e Remo, a Re Astolfo, all’invasione degli Unni, a Paolo Diacono a Carlomagno che diventa Re Francorum et Lagobardorum, dal patriarca di Aquileia Bertrando di San Genesio, all’Adesione del Friuli alla Serenissima Repubblica di Venezia: un lungo fregio continuo con figure e animali, ritratti a figura intera e quattro medaglioni con i volti di Odorico da Pordenone, Irene da Spilimbergo, Domenico da Tolmezzo e Pietro Zorutti.
Resentera, allievo di Marcello Dudovich, si era già cimentato con imprese di pittura murale di simile monumentalità lavorando, oltre che in palazzi privati e pubblici, anche alla decorazione delle birrerie Pedavena e Dreher e alla centrale elettrica di Soverzene.
Nel caso di Somplago l’artista lavorò realizzando gigantesche tele applicate sull’intonaco: si tratta di una particolare tecnica ad olio su tela applicata sulla muratura. Una porzione di quindici metri del dipinto era stata fortemente compromessa nella lettura e nella sua conservazione da una colonia fungina di micelio che l’aveva ricoperta di una patina opaca.

«Grazie alle indagini – così Tracanelli – chimiche e biologiche di Lucio Cinitan dell’Istituto Zeila di Bergamo e di Maria Pia Nogari dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro di Roma, scienziata tra le più eminenti nel campo, è stata trovata la soluzione per l’asportazione e la disinfestazione delle colonie fungine con un risultato straordinario, rispettoso degli strati originali».
E straordinari sono i dipinti, degni di una mano che era in grado di concepire grandi figure e sfumature adatte a essere lette a grande distanza.

Ora di nuovo pronti a essere gustati nella loro integrità grazie alla manifestazione “Centrali aperte” che ogni anno la stessa A2A organizza per rendere visibili le centrali storiche di sua gestione.
Melania Lunazzi
(Messaggero Veneto, 12 dicembre 2019) 

martedì 10 dicembre 2019

Domenica a Trasaghis. in ricordo di Pier, l'aiuto ai "bambini guerrieri" del CRO di Aviano

A Trasaghis una giornata dedicata ai bambini del CRO di Aviano ricordando Pier


Una giornata dedicata ai bambini meno fortunati.
Si chiama “Insieme per regalare un sorriso” l’iniziativa in programma domenica 15 dicembre al centro Don Celeste di Trasaghis e nata per ricordare il piccolo Pier, che un brutto male ha portato via a soli sette anni e mezzo.
Pier era nato la vigilia di Natale e così il suo compleanno è diventato il compleanno di tutti i “bambini guerrieri” ospiti del CRO di Aviano.
L’iniziativa, voluta dalla mamma di Pier oltre che da familiari e amici, ha lo scopo di raccogliere doni da portare a questi bambini e ragazzi (dai 12 ai 19 anni), come ad esempio lego, giochi psp4, accessori per musica e pc (cuffie, chiavetta, caricabatteria portatili), giochi di società, modellini da collezione, accessori e oggettistica delle squadre di calcio (sciarpe, berretti…). Cose nuove e non usate.
Inoltre si potrà dare un contributo per l’acquisto di buoni regalo presso fidati punti vendita.
I doni verranno raccolti e portati ad Aviano, dove i medici durante le terapie li regaleranno a tutti i giovani pazienti.
Il programma della giornata di domenica prevede una serie di appuntamenti: 
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Ospiti della giornata
– Maurizio Mascarin RESPONSABILE RADIOTERAPIA PEDIATRICA E AREA GIOVANI CRO AVIANO (dottore e responsabile del reparto dei bambini e adolescenti);
-Francesca Bomben PSICOLOGA, PSICOTERAPEUTA, MEDIATORE PRESSO IL CRO DI AVIANO (figura importante al CRO);
-Paola Fabbro INSEGNANTE DI SCUOLA PRESSO CRO DI AVIANO (spiegherà come funziona la scuola all’interno dell’ospedale per i bambini in cura);
-Nadia Urli RESPONSABILE PEDIATRIA SAN DANIELE DEL FRIULI (on cui collaboriamo ogni mese );
-VOLONTARI CROCE ROSSA ITALIANA Gemona del Friuli (ci faranno compagnia tutto il giorno e al pomeriggio faranno vedere le manovre di disostruzione pediatriche).
L’associazione Pier Pura Energia d’Amore è nata in memoria del piccolo Pier, in favore dell’are giovani del CRO di Aviano e della Casa “Via di Natale”.


sabato 7 dicembre 2019

"Per salvare il lago, il comparto energetico deve passare alla Regione"

Riceviamo  e pubblichiamo:

IDROELETTRICO: SERVE UNA SCOSSA.
    
A differenza di quanto avveniva nelle precedenti tornate,  il recente rinnovo della presidenza del Consorzio del Bacino Imbrifero Montano (BIM) del Tagliamento questa volta è stato preceduto da grandi manovre. Ciò è la conseguenza del mutato scenario del settore idroelettrico.
    Infatti, mentre il compito istituzionale sino ad ora svolto dal BIM, consorzio obbligatorio di 49 comuni costituito ai sensi della legge 959 del 1953, è consistito nella riscossione dei sovraccanoni dai produttori di energia idroelettrica e nell’utilizzo di tali proventi direttamente o attraverso gli stessi Comuni  in interventi nel campo economico e sociale , il mutato quadro legislativo nazionale del settore idroelettrico e quanto sta maturando in quello regionale disegna compiti potenzialmente ben più importanti per il BIM.
    Alla mutazione dello scenario del settore idroelettroco ha provveduto l’art. 11 quater della Legge Nazionale 11 febbraio 2019 n. 12 (Legge semplificazioni) che – tra l’altro -  così recita: “ Alla scadenza delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche e nei casi di decadenza o rinuncia, le opere di cui all’articolo 25, primo comma, del testo unico di cui al regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, passano, senza compenso, in proprietà delle regioni, in stato di regolare funzionamento”.
    Il che comporta il passaggio degli impianti idroelettrici del Tagliamento con le centrali di Ampezzo e di Somplago dalla multiutility a2a alla nostra Regione nel 2029. Così sarà degli impianti Edison della Val Tramontina  in scadenza 2020-2021. Ciò tocca grandi e strategici interessi!
    Se a questo aggiungiamo che la nostra Regione, sull’esempio positivo delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, intende finalmente costituire una propria società energetica, la mutazione del precedente scenario è evidente con i conseguenti riposizionamenti dei soggetti interessati e della politica non solo locale.Riposizionamenti riversatisi pesantemente sul rinnovo  della presidenza del BIM, con intromissioni esterne e sorprendenti alleanze e rotture delle locali rappresentanze politiche ed istituzionali, la cui comprensione sarà più facile se si risale alle origini della citata legge nazionale n.12/2019.
   Tale legge trae origine dal conflitto , poi estesosi nel Paese, tra i territori montani lombardi nei quali  a2a ha una significativa presenza di centrali idroelettriche, da un lato, ed i comuni di Milano e di Brescia azionisti di controllo di a2a, dall’altro lato. Infatti mentre quei territori montani, a prevalenza leghista, si vedono depauperati delle risorse idriche, l’energia prodotta viene portata in pianura e gli introiti finanziari finiscono nell’attivo dei bilanci dei comuni di Milano e di Brescia, governati dal centrosinistra, oltre che agli altri azionisti. Ciò in una Regione a guida  leghista.
   Una situazione simile a quella del nostro territorio montano in cui la stessa a2a, extraregionale, porta altrove l’energia prodotta con le nostre acque lasciando fiumi e torrenti in secca e gli utili finanziari non nella nostra regione ma agli azionisti, i comuni di Milano e Brescia.
   Mentre la Valtellina con la sua  Provincia di Sondrio, montana, ha esultato per l’approvazione della citata legge dichiarando “Storica svolta, la palla ora alla Regione. Più soldi alla Valle, energia gratis per i servizi pubblici. Noi come Bolzano. Prove di autonomia”, invece da noi proprio in occasione del rinnovo della presidenza del BIM è venuto alla luce una sorta di partito filo-a2a, finora latente,  coaugulatosi attorno al sindaco di Ampezzo Benedetti, al cui comune a2a ha donato non corrente elettrica, ma il monumento all’elettricità  proprio quando diversi paesi della Carnia erano al buio per il maltempo.
    Trattasi di ex dipendenti di a2a, di sindaci e di qualche consigliere regionale che, sminuendo la portata del disposto della legge n.12/2019, ritengono che vadano evitati il passaggio completo degli impianti idroelettrici del Tagliamento alla nostra Regione ed il conseguente  allontanamento  di a2a dalla nostra regione, sostenendo invece il mantenimento di una partecipazione con la stessa.
    Sorprende che simile posizione sia sostenuta da sindaci di quel territorio (Villa Santina, Enemonzo, Preone, Socchieve, Raveo, Ampezzo) i cui corsi d’acqua sono stati privati dell’acqua e ridotti a petraie senza vita. Situazione che il compianto maestro Romualdo Fachin di Socchieve, assieme ad altri, contrastò con forza con tante iniziative del “Comitato Gian Francesco da Tolmezzo” ed il giormale “Tagliamento”, di cui conservo  una copia unitamente al libro del geologo Lucio Zanier “Fatti e misfatti della Sade-Enel in Carnia”. Ma già, altri tempi, altre persone. Il maestro Fachin non sarebbe andato a visitare le centrali valtellinesi di a2a già ben conoscendo quella vicina di Ampezzo e le sue negative ricadute sull’ambiente.
     Ma la maggior sorpresa è rappresentata dai sindaci e  dagli esponenti locali del Partito Democratico e del centrosinistra, da Brollo di Tolmezzo a Mentil di Paluzza, a Gonano di Prato Carnico sino agli altri, nonchè da alcuni esponenti regionali dello stesso partito che hanno espresso una  posizione riduttiva  del disposto della legge n.12/2019, hanno evitato di presentare una propria candidatura e senza  una preventiva discussione in merito si sono fatti promotori della  raccolta scritta di adesioni a sostegno della candidatura a presidente del BIM di  Benedetti, sindaco di centrodestra. Altro che – come sostiene il sindaco di Tolmezzo Brollo – “ Carnia unita al di sopra degli schieramenti politici. Modello che ha già portato all’elezione del CdA e del presidente del Consorzio Boschi Carnici”! Già del forzista ex consigliere regionale Luigi Cacitti. Complimenti!
      Carnia unita su  posizioni benevoli verso a2a e i suoi azionisti a detrimento di se stessa. Carnia disunita e contrapposta agli altri territori presenti nel BIM questo dicono invece  i 25 voti per Benedetti e i 20 per l’altrettanto carnico Romano. Questa è la realtà politica ed aritmetica che il trionfalismo di Brollo vuole nascondere, dimentico, perché troppo giovane, che i vecchi saggi politici carnici hanno sempre tenuta ben stretta l’alleanza –  non una pretesa supremazia - con gli altri territori  montani della regione, ben consapevoli che senza di essi  la sola Carnia e l’intera  montagna non sarebbero andate lontano.     
    Invero i dirigenti del PD hanno riservato in passato un’altra ben più grande sorpresa nel settore energetico: mentre il socialista Pietro Nenni per la formazione nei primi anni ‘60 del primo governo di centrosinistra con la Democrazia Cristiana pose la condizione discriminante della nazionalizzazione del settore energetico, negli anni ’90 il Democratico di Sinistra Bersani (ex comunista) ne  attuò la privatizzazione. Che dire?
    
L’interesse della nostra comunità regionale richiede un’attuazione completa del disposto dell’art 11quater della legge n. 12/2019 con conseguente piena disponibilità nelle mani della nostra Regione del comparto energetico, così come hanno fatto le Province Autonome di Trento e di Bolzano. Solo così  possono essere realizzati il recupero della naturalità e fruibilità turistica del lago di Cavazzo o dei Tre Comuni, l’utilizzo plurimo ed equilibrato delle acque del suo scarico, la restituzione di una decente quantità d’acqua agli alvei ciottolosi ed aridi dei fiumi e torrenti della Carnia.
     Sostenendo un’attuazione riduttiva dell’art. 11quater e votando alla presidenza del BIM un esponente del centrodestra,  il centrosinistra ha difeso gli interessi del nostro territorio o, piuttosto, per comunanza politica o indicazione dall’alto, quelli dei comuni di Milano e di Brescia, azionisti di a2a?
     La travagliata vicenda del rinnovo della presidenza del Consorzio BIM ha portato alla luce la presenza di troppi esponenti pubblici i quali di fronte ad una decisione non si pongono la domanda “ qual è la soluzione conforme all’interesse collettivo”, ma  un’altra domanda “qual è la soluzione che va bene a me”. Inoltre, stiamo assistendo ai primi atti di un film di vergognosa spartizione partitica delle poltrone degli enti sovracomunali, sulle quali sistemare i vari personaggi indipendentemente della loro competenza. Nel prossimo atto prepariamoci a vedere seduto sulla poltrona della futura UTI un fervente sostenitore della fu Carniacque e del Cafc dalle  bollette salate, mentre la montagna continua a franare in tutti i sensi.
     Così non si va lontani. E sarà una tragedia per tutti.
     Al presidente Benedetti auguro buon lavoro e, passate le sue iniziali euforiche intenzioni e dichiarazioni e documentatosi  sul fatto che la Federbim è solo il sindacato dei Consorzi BIM e quindi non eroga contributi,  non mancherò di dargliene atto se il suo operato – non le dichiarazioni -  sarà conforme alla ferma difesa degli interessi del nostro territorio.


     Franceschino Barazzutti, già presidente del BIM Tagliamento, già sindaco di Cavazzo Carnico. 

venerdì 6 dicembre 2019

Domenica torna ad Alesso il "Mercatino di solidarietà"

Anche quest'anno (è la 20 edizione!) ad Alesso, nel Centro Servizi di via Libertà (vicino al Centro Studi) sarà aperto  un "mercatino di solidarietà" , con dolci ed oggetti natalizi allestito da volontarie in collaborazione con il Gruppo Parrocchiale di Alesso.
Le offerte raccolte saranno devolute in beneficenza.

Il mercatino è aperto :
DOMENICA 8 DICEMBRE DALLE 9 alle 19


E' un invito ad  approfittare dell'occasione per acquistare dei doni di Natale originali e fatti a mano e, nello stesso tempo, aiutare persone che vivono in difficoltà.




L'iniziativa ha il patrocinio del Comune di Trasaghis che l'ha inserita nel calendario delle manifestazioni dell'8 dicembre legate all'anniversario del gemellaggio con Griffen.


giovedì 5 dicembre 2019

Festa per i cent'anni di Gemma Feregotto di Braulins

Due sindaci alla festa per i 100 anni di Gemma

TRASAGHIS. Domenica scorsa Gemma Feregotto ha compiuto 100 anni. Gemma ha festeggiato questo traguardo nella sua dimora, il Pio Istituto Elemosiniere di Venzone. A omaggiarla, oltre ai parenti e gli ospiti e dipendenti della casa di riposo, sono stati i sindaci di Trasaghis e Venzone, Stefania Pisu e Amedeo Pascolo, in rappresentanza delle rispettive amministrazioni comunali, donandole una pergamena e composizioni floreali. Gemma è nata a Braulins di Trasaghis il 1 dicembre del 1919. Era la minore di nove fratelli: l’adolescenza è stata difficile sia per il periodo storico complicato in queste zone di confine, tra le due guerre mondiali e l’immediato dopoguerra, ma soprattutto per la perdita del padre, avvenuta nel 1932, quando lei aveva solo 13 anni. Aveva solo 16 anni quando Francesco De Cecco, ragazzo del luogo, classe 1915, chiese alla madre di frequentarla, ma solo nell’aprile del 1941 diventò la sua sposa: la coppia ha avuto i figli Lucia e Sandro. Gemma ha lavorato nell’allora cotonificio di Gemona, oltre a occuparsi della campagna. Nel 1952 si trasferì in Canada, dove ha trascorso 35 anni della propria vita. Nell’immediato post terremoto del ’76 è rientrata in Friuli. Ha vissuto per 20 anni nella casa di Braulins, finché ha deciso dio trasferirsi al Pio Istituto Elemosiniere di Venzone come sua dimora.
P.C.
(Messaggero Veneto, 4 dicembre 2019) 

mercoledì 4 dicembre 2019

Se non la 'Zona Franca', almeno una Z.E.S. per la montagna friulana!

Riceviamo e pubblichiamo:

LA MONTAGNA FRIULANA?

Un recente ampio studio della cooperativa Cramars sui problemi della montagna friulana pone alla politica regionale il problema di cosa fare. Per altre aree ci si muove, in Sardegna già nel 2013, di fronte alla crisi economica si chiedeva per tutto il territorio una Zona Franca integrale o almeno una ZES (ZES:https://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2019-09-04/zes-zone-economiche-speciali-italia-passo-il-resto-mondo-123144.php?refresh_ce=1 )
Trieste si difende con forza il Porto Franco, che prevede un vantaggioso regime extradoganale, chiedendo ulteriori agevolazioni per nuovi insediamenti industriali e anche a Gorizia, come in Veneto, vi sono state richieste simili .
Da noi?
Abbiamo ben presenti i problemi di Trieste e Gorizia ma, in presenza della grave situazione di spopolamento e di difficoltà economica della montagna friulana, la politica regionale tace e talvolta vi è la forte tentazione di definirla, più che regionale, “triestina” tout court!
Nulla di nuovo se pensiamo che si grida allo scandalo per i 500.000 € tagliati alla Sissa dal governo giallo-verde mentre si continua a tacere sullo storico, milionario, sottofinanziamento dell’ateneo friulano confermato da tutti i governi che si sono succeduti a Roma.
Dunque: la politica, quella che conta, tace, mentre la montagna friulana si spopola, nonostante le spese per i poli sciistici.
Si spopola il 45% del territorio regionale e non ci risulta che una qualunque Giunta regionale degli ultimi anni si sia mai adoperata per una proposta concreta, come potrebbe essere una Zona Economica Speciale, per la nostra montagna, dalle valli del Friuli occidentale alla Carnia, Canal del Ferro e valli del Natisone.
Ci rendiamo conto che forse le regole europee mal si adattano a tale zona ed alla sua collocazione geografica ma altri politici, in altri tempi, non si sarebbero certo fermati per così poco!

il presidentedott. Paolo Fontanelli