"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 5 marzo 2010

Dibattito sul Lago: l'opinione di Luigi Stefanutti


VAL DEL LAGO Le decisioni e la sostenibilità

da: Messaggero Veneto — 03 marzo 2010

"La devastazione dello spazio vitale naturale distrugge non soltanto l’ambiente esterno nel quale viviamo ma anche, nell’intimo dell’uomo, ogni rispetto per la bellezza e per la grandezza della creazione che lo sovrasta". Parole dell’etologo Konrad Lorenz! Questa affermazione si può adattare all’attuale situazione della Val del Lago? Io penso di sì! Non è stato sufficiente, infatti, aprire un dibattito serrato perché, per una pacifica e fruttifera convivenza, necessitano la buona volontà e la convinzione che la "verità" deve essere costruita sul consenso. Così, nonostante le forti prese di posizione della gente (un vero e proprio tsunami considerati gli strascichi astiosi emersi), gli amministratori (ma anche gli ex amministratori) dei nostri Comuni continuano imperterriti per la propria strada. È un "déjà-vu"! Una lotta per ritagliarsi un piccolo spazio di visibilità, una lotta, forse, solo per garantirsi la propria rielezione! Tutto questo mi avvilisce e mi mortifica come cittadino. Ma anche mi preoccupa. Non ci sono più nemmeno la preoccupazione e la necessità, per questi "politici di periferia", di "cavalcare" almeno l’onda. Tanto, e pare sia proprio questa la convinzione, la "gente" dimentica e presto. Questo vale sia per chi difende sia per chi attacca le scelte di fare del nostro lago solo una grande centrale elettrica. Così non c’è ascolto, non c’è un vero confronto e ognuno si arrocca sulle proprie posizioni. Tanto, prima o poi, lo tsunami passerà. Forse tutto ciò fa parte della "particolare cultura" di una certa classe di amministratori locali: qualche clientela, qualche cementificazione, qualche "passerella" proiettata verso il nulla, tanto per dire che l’ambiente è nel loro cuore, il patrocinio su qualche pubblicazione e il gioco parrebbe fatto! E quello che la gente può dare, per contribuire a scelte utili e qualificanti per il proprio futuro, non serve. Cogli l’attimo fuggente, pare solo questa la parola d’ordine di questi amministratori! Il resto: non serve! È una partita di scacchi, fatta da giocatori che forse a scacchi non sanno nemmeno giocare: ciascuno "elenca" la propria "lista" di cose fatte, ciascuno si richiama al "senso di responsabilità" e al proprio diritto (divino?, umano?) di decidere in perfetta solitudine, ciascuno illustra, con dovizia di particolari, le "pecche" dei propri avversari (così taceranno una volta per tutte!), ma quale sia stato il "loro" reale contributo allo sviluppo di un territorio, che altri ci invidiano, non lo dicono. Come non spiegano il "perché" non debba essere la gente a esprimersi e a decidere sul proprio futuro, tanto la gente si è già espressa: con il voto ogni 5 anni, e, per 5 anni, i problemi e le loro soluzioni non sono più "competenza" della gente. Se ne riparlerà, nella prossima campagna elettorale! Credo che questo "metodo", trentennale per la mia esperienza, un effetto l’abbia sortito: allontanarci dalla "cosa pubblica"! Tanto "fasin e disfin dut lor", è questa l’amara conclusione del popolo escluso! E così si prendono le decisioni, decisioni sul nostro futuro, decisioni sul nostro territorio, decisioni su come dobbiamo vivere noi e i nostri figli. Tanto "decidere così" è poco faticoso (non occorre pensare!) e anche poco rischioso: si rischia solo di passare da "maggioranza a minoranza" in un Comune, o di essere "pensionati", ma sempre con l’orgoglio di dire "io c’ero"! E i danni dell’assenza di un progetto serio, e la privazione, per generazioni, di una prospettiva, e la disillusione, la stanchezza e la sfiducia della gente, e il "poco interesse" dei giovani sul tutte queste cose? Solo piccoli incidenti di percorso, per questi nostri amministratori. Solo gli ingenui e gli sprovveduti, pare che sia proprio questa la loro convinzione, credono che queste cose siano importanti! Chi amministra, invece, il mondo lo conosce, sa come gira. Gira tanto per tornare sempre al solito punto di partenza! Tutto questo è un "costo sostenibile" per una comunità? Ai posteri l’ardua sentenza! E così, per scopi personali o di "clan", perdendo il contatto con la realtà in cui si è immersi, ma che non ci si preoccupa di conoscere (tanto non serve per "fini elettorali"!), si continua imperterriti, usando la gente quando serve, usando il potere quando la gente non serve. Un comportamento di una "classe dirigente" forse non proprio esemplare per i nostri giovani e per i nostri ragazzi"! Ma io, in fondo in fondo, sono ottimista e credo che (le parole non sono mie, ma di Enrico Berlinguer)... "noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi, può essere conosciuto, interpretato, trasformato e messo a servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una "prova" che può riempire degnamente una vita". Ma io appartengo alla categoria degli ingenui e degli sprovveduti!

Luigi Stefanutti - Alesso

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