Il geologo Dario Tosoni interviene nuovamente sui rischi connessi all'attuazione del progetto di raddoppio della centrale di Somplago. Il contributo viene pubblicato nella pagina delle lettere del Messaggero Veneto dell'8 ottobre col titolo "Centrale - problemi evidenti" e sulla pagina on line del periodico "Il Friuli" (http://www.ilfriuli.it/if/top-news/48176/ ):
Laghi a rischio
Il parere del geologo Dario Tosoni sui gravi rischi che corrono l’invaso di Verzegnis e il lago dei Tre Comuni se il progetto dell’Edipower dovesse andare in porto
I fanghi nel lago dei Tre Comuni
Dario Tosoni
Pubblichiamo integralmente il contributo del geologo Dario Tosoni in merito al progetto di potenziamento della centrale di Somplago, voluto dall'Edipower, ma avversato da chi chide maggiore tutela per un lago già troppo bistrattato.
Ricordiamo che domenica 10 ottobre, alle 14, dalla darsena lungo la riva ovest partirà la "Passeggiata sul lago", organizzata dal Comitato difesa e sviluppo del lago - Alesso, che ha invitato associazioni e cittadini a partecipare in massa per dare un segnale preciso alle istituzioni.
I problemi di potenziamento della centrale di Somplago non esistono per chi non vuol vederli
I problemi ambientali e geologici che il potenziamento della centrale di Somplago amplificherà sono evidenti e solo chi non vuol vederli può pensare che non esistono.
Tralasciando gli aspetti ecologici su cui si è saggiamente espresso l’Ente Tutela Pesca, fornendo parere contrario all’ipotesi di potenziamento della centrale, richiamerò ora alcune problematiche che, insieme al geologo Roberto Cella, ho esposto in alcuni incontri con la popolazione di Alesso e Cavazzo.
Nei giorni lavorativi l’oscillazione media attuale del livello del lago di Verzegnis è di 4 metri, con il potenziamento sarà portata a 9 metri o più se si vorrà utilizzare l’impianto al meglio delle sue possibilità; nel lago di Cavazzo l’oscillazione del livello dell’acqua, che adesso è inferiore a 0,5 metri, non sarà di 1 metro come dichiarato nelle assemblee pubbliche da Edipower ma di 2,5 m così come scritto nel SIA -Studio di Impatto Ambientale- allegato alla documentazione di progetto. Il rapido e -sottolineo- giornaliero abbassamento del lago di Verzegnis di più di 9 metri necessario per alimentare la centrale di Somplago (che turbinerà una massa d’acqua di 110 metri cubi al secondo, quasi 400.000 metri cubi l’ora, un volume comparabile a quello del lago inferiore di Fusine) non potrà che incrementare il numero e la frequenza delle frane lungo le sponde, concorrendo a diminuire il volume utile del bacino. Già oggi l’attuale schema di utilizzo dell’impianto ha innescato numerose frane facilmente osservabili da chiunque abbia l’ardire di compiere una passeggiata lungo le rive del lago e non si limiti ad osservare il lago dalla diga. Cosa succederà quando la variazione del livello del lago sarà più del doppio di quella attuale?
Anche la diga, con il suo corteo di fessurazioni e piccoli dissesti nella roccia di imposta desta più di qualche preoccupazione. I cicli giornalieri di carico-scarico del lago di Verzegnis uniti alle forti variazioni di spinta idrostatica previste possono concorrere allo sviluppo di nuove fessurazioni e all’allargamento e/o allungamento di quelle esistenti ben visibili sul paramento di valle della diga. La presenza di queste fessurazioni in parte monitorate sono state oggetto nel 2008 di una segnalazione da parte dei comuni della Conca Tolmezzina, timorosi che la loro presenza possa in qualche modo condizionare la stabilità della diga.
Il Rio Vat rappresenta da tempo storico l’unica fonte di approvvigionamento idrico dei paesi di Cesclans, Mena, Somplago e Bordano che contano complessiamente più di 1200 abitanti. La nuova galleria, attraversando rocce carsiche, potrebbe intercettare la falda acquifera sotterranea che alimenta queste sorgenti cosi come è già successo in passato per la galleria attuale, la cui costruzione provocò il prosciugamento di alcune sorgenti poste sul versante Nord del Monte Faeit. Da non trascurare, inoltre, il possibile inquinamento di questa falda provocato dall’utilizzo di alcuni addittivi durante l’impermeabilizzazione ed il consolidamento della nuova galleria.
Per quanto riguarda i fanghi le foto fatte nel 2002 quando il lago di Verzegnis venne svuotato per ripulirlo dei sedimenti che ne rivestivano il fondo sono inequivocabili: nel lago i fanghi ci sono e una consistente parte di questi finisce nel lago di Cavazzo dove si depositano definitivamente, portando al progressivo interrimento e quindi alla scomparsa del più grande lago naturale della Regione Friuli Venezia Giulia. L’arrivo dei fanghi nel lago di Cavazzo è particolarmente evidente soprattutto durante le piogge, quando un pennacchio di acqua torbida fuoriesce dal canale di scarico della centrale e raggiunge il centro del lago.
Per tutte queste motivazioni e perplessità fondate su dati di fatto, un comitato di liberi cittadini che ha a cuore il destino della propria terra e non quello di diffondere inutili allarmismi o discreditare l’operato di nessuno non chiede nient’altro che “l’indispensabile” per allontanare ogni dubbio in merito al progetto, cioè verificare attraverso una modellazione tridimensionale in scala gli effetti che il potenziamento può avere sull’ecosistema del lago di Cavazzo e sull’equilibrio idrogeologico dell’intera area. Solo una modellazione di questo tipo permetterà di prendere la decisione più saggia in merito a questo nuovo intervento -l’ennesimo- su un territorio già martoriato e fortemente compromesso da tutta una serie di infrastrutture già realizzate per il bene dell’intera comunità i cui disagi, però, ricadono solo sulla popolazione della Valle del Lago. Ricordo che lungo le sponde di questo lago si trovano: la centrale di Somplago con annessi apparati tecnologici e linee ad alta tensione, l’autostrada Udine-Tarvisio, la centrale di pompaggio dell’oleodotto transalpino SIOT e, come se ciò non bastasse, si progetta il potenziamento della centrale di Somplago ed il nuovo elettrodotto Wurmlach-Somplago. A conclusione di questo mio intervento chiedo ai politici e a tutti i soggetti istituzionali della Regione: “Non vi sembra di chiedere un po’ troppo a questo lembo di Friuli?”
Dario Tosoni
Cavazzo Carnico
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NOTA: chi vuol leggere la lettera pubblicata sul Messaggero Veneto (comunque identica) può andare su:
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/10/08/UD_19_LET1.html
I problemi ambientali e geologici che il potenziamento della centrale di Somplago amplificherà sono evidenti e solo chi non vuol vederli può pensare che non esistono.
Tralasciando gli aspetti ecologici su cui si è saggiamente espresso l’Ente Tutela Pesca, fornendo parere contrario all’ipotesi di potenziamento della centrale, richiamerò ora alcune problematiche che, insieme al geologo Roberto Cella, ho esposto in alcuni incontri con la popolazione di Alesso e Cavazzo.
Nei giorni lavorativi l’oscillazione media attuale del livello del lago di Verzegnis è di 4 metri, con il potenziamento sarà portata a 9 metri o più se si vorrà utilizzare l’impianto al meglio delle sue possibilità; nel lago di Cavazzo l’oscillazione del livello dell’acqua, che adesso è inferiore a 0,5 metri, non sarà di 1 metro come dichiarato nelle assemblee pubbliche da Edipower ma di 2,5 m così come scritto nel SIA -Studio di Impatto Ambientale- allegato alla documentazione di progetto. Il rapido e -sottolineo- giornaliero abbassamento del lago di Verzegnis di più di 9 metri necessario per alimentare la centrale di Somplago (che turbinerà una massa d’acqua di 110 metri cubi al secondo, quasi 400.000 metri cubi l’ora, un volume comparabile a quello del lago inferiore di Fusine) non potrà che incrementare il numero e la frequenza delle frane lungo le sponde, concorrendo a diminuire il volume utile del bacino. Già oggi l’attuale schema di utilizzo dell’impianto ha innescato numerose frane facilmente osservabili da chiunque abbia l’ardire di compiere una passeggiata lungo le rive del lago e non si limiti ad osservare il lago dalla diga. Cosa succederà quando la variazione del livello del lago sarà più del doppio di quella attuale?
Anche la diga, con il suo corteo di fessurazioni e piccoli dissesti nella roccia di imposta desta più di qualche preoccupazione. I cicli giornalieri di carico-scarico del lago di Verzegnis uniti alle forti variazioni di spinta idrostatica previste possono concorrere allo sviluppo di nuove fessurazioni e all’allargamento e/o allungamento di quelle esistenti ben visibili sul paramento di valle della diga. La presenza di queste fessurazioni in parte monitorate sono state oggetto nel 2008 di una segnalazione da parte dei comuni della Conca Tolmezzina, timorosi che la loro presenza possa in qualche modo condizionare la stabilità della diga.
Il Rio Vat rappresenta da tempo storico l’unica fonte di approvvigionamento idrico dei paesi di Cesclans, Mena, Somplago e Bordano che contano complessiamente più di 1200 abitanti. La nuova galleria, attraversando rocce carsiche, potrebbe intercettare la falda acquifera sotterranea che alimenta queste sorgenti cosi come è già successo in passato per la galleria attuale, la cui costruzione provocò il prosciugamento di alcune sorgenti poste sul versante Nord del Monte Faeit. Da non trascurare, inoltre, il possibile inquinamento di questa falda provocato dall’utilizzo di alcuni addittivi durante l’impermeabilizzazione ed il consolidamento della nuova galleria.
Per quanto riguarda i fanghi le foto fatte nel 2002 quando il lago di Verzegnis venne svuotato per ripulirlo dei sedimenti che ne rivestivano il fondo sono inequivocabili: nel lago i fanghi ci sono e una consistente parte di questi finisce nel lago di Cavazzo dove si depositano definitivamente, portando al progressivo interrimento e quindi alla scomparsa del più grande lago naturale della Regione Friuli Venezia Giulia. L’arrivo dei fanghi nel lago di Cavazzo è particolarmente evidente soprattutto durante le piogge, quando un pennacchio di acqua torbida fuoriesce dal canale di scarico della centrale e raggiunge il centro del lago.
Per tutte queste motivazioni e perplessità fondate su dati di fatto, un comitato di liberi cittadini che ha a cuore il destino della propria terra e non quello di diffondere inutili allarmismi o discreditare l’operato di nessuno non chiede nient’altro che “l’indispensabile” per allontanare ogni dubbio in merito al progetto, cioè verificare attraverso una modellazione tridimensionale in scala gli effetti che il potenziamento può avere sull’ecosistema del lago di Cavazzo e sull’equilibrio idrogeologico dell’intera area. Solo una modellazione di questo tipo permetterà di prendere la decisione più saggia in merito a questo nuovo intervento -l’ennesimo- su un territorio già martoriato e fortemente compromesso da tutta una serie di infrastrutture già realizzate per il bene dell’intera comunità i cui disagi, però, ricadono solo sulla popolazione della Valle del Lago. Ricordo che lungo le sponde di questo lago si trovano: la centrale di Somplago con annessi apparati tecnologici e linee ad alta tensione, l’autostrada Udine-Tarvisio, la centrale di pompaggio dell’oleodotto transalpino SIOT e, come se ciò non bastasse, si progetta il potenziamento della centrale di Somplago ed il nuovo elettrodotto Wurmlach-Somplago. A conclusione di questo mio intervento chiedo ai politici e a tutti i soggetti istituzionali della Regione: “Non vi sembra di chiedere un po’ troppo a questo lembo di Friuli?”
Dario Tosoni
Cavazzo Carnico
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NOTA: chi vuol leggere la lettera pubblicata sul Messaggero Veneto (comunque identica) può andare su:
http://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2010/10/08/UD_19_LET1.html
Foto recente:
RispondiEliminaGiove pluvio!
Mandi.
OG Loc
Domanda: qualcuno ha notato che lunedì e martedì il lago era in maniera anomala molto basso. Siamo di fronte a prove tecniche di svaso invaso? Manutenzione? O quant'altro?
RispondiEliminaLa preoccupazione si era effettivamente diffusa subito "a macchia d'olio". Pare però che la cosa sia già chiarita e giustificato l'abbassamento. Domani verrà pubblicato sul blog un approfondimento esplicativo. Bene comunque che ci sia una "vigilanza attiva" sul territorio!
RispondiEliminaNon c'entra con l'articolo ma avrei una domanda anch'io per i "vigili"! ;-)
RispondiEliminaSapete come mai sono stati tagliati tutti quegli alberi in Primavera? Malattia o altro?
Grazie.
Mandi.
OG Loc
Presumo facesse parte del piano di manutenzione/diradamento del parco alberato. In effetti alcune piante erano vecchie e malate e necessitavano l'abbattimento, altre forse non proprio...Cmq la manutenzione era necessaria ai fini di garantire la sicurezza.
RispondiEliminaGrazie Dallas, chiarissimo. Certo che ci sono andati giù pesanti!
RispondiEliminaMandi.
OG Loc