
In tanti si sono ritrovati questa mattina a Trasaghis alla cerimonia dell'alzabandiera per ricordare i 150 anni della costituzione dello Stato italiano. Accanto al sindaco e agli amministratori, rappresentanze degli Alpini, delle Associazioni, del mondo della scuola, di semplici cittadini provenienti dalle diverse frazioni.
Abbiamo assistito in questi ultimi anni (grazie anche all'opera di Presidenti della Repubblica come Ciampi e Napolitano)  a un rivitalizzarsi di sentimenti e convinzioni, per cui anche assistere ad un alzabandiera ed ascoltare le note dell'inno di Mameli  ha perso quelle connotazioni "patriottarde" che per tanto tempo ne hanno fatto travisare il senso ed ha acquisito  caratterizzazioni più autentiche e sentite.
Certo, non tutto è compiuto. C'è stata, in fondo, anche una manifestazione parallela, dettata da un lato dall'assenza di quelli che, deliberatamente, hanno deciso di non essere presenti e, contemporaneamente, dal  significativo, dignitoso omaggio alla bandiera reso dal partigiano della casa di fronte, col suo fazzoletto rosso al collo, con l'invito alla riflessione su quante premesse e speranze (dal Risorgimento alla Resistenza) non  abbiano trovato piena attuazione.  
Due comportamenti diversi, - legittimi, per carità - ma che dovrebbero far riflettere e spingere ancor di più  al senso dell'impegno civile.
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