PROGETTO EDIPOWER
Tre interventi da attuare
Il dibattito che si è sviluppato sul progetto Edipower ha messo in luce alcuni aspetti, legati all’ecosistema lacuale, che a mio parere vanno giustamente evidenziati e rilanciati. Per prima cosa, andrebbe ripensata la riapertura dell’emissario naturale del nostro lago e cioè il vecchio “tai dal lac”. Questo canale, fino alla costruzione della centrale, metteva in comunicazione il lago con il torrente Leale e in particolare nei momenti di piena, dava la possibilità alla fauna ittica del bacino del Tagliamento, di ripopolare in modo naturale le acque lacustri. Cosa oggi impossibile, vista la paratoia che regola il livello del lago. Ma proviamo anche a scendere verso valle, lungo l’antico e ancor oggi ben visibile percorso del “tai”. Dopo la cascata alla confluenza del torrente Leale, che scende da Avasinis, troviamo un altro pessimo esempio di come non si dovrebbe assolutamente intervenire in un corso d’acqua naturale. La canalizzazione e la conseguente banalizzazione del corso d’acqua, operata nel dopo terremoto, ha trasformato il fiume in una acquastrada, dove le popolazioni di trota marmorata e di temolo che un tempo lo colonizzavano, sono soltanto un lontano ricordo. Non serve essere biologi per capire che senza un preciso e puntuale intervento di rinaturalizzazione, quel corso d’acqua non potrà tornare ai precedenti valori ambientali. Infine, poco prima di Peonis, troviamo un’ultima briglia, che rovinando a valle dopo una piena, ha fatto calare di molto il battente d’acqua a monte, rendendo inospitale un buon tratto di fiume. Ho elencato tre interventi che se attuati, potrebbero dare nuovo impulso alla componente salmonicola e ciprinicola del nostro territorio, ma prendo atto con rammarico che le attuali Istituzioni su questi argomenti finora non sembrano interessate, concentrate su altre “compensazioni” che però ancora nessuno, nemmeno loro, è ancora oggi in grado di quantificare.
Angelo Stefanutti
Alesso di Trasaghis
da: Messaggero Veneto, 13 marzo 2011
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