"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 14 febbraio 2011

Lago, l'opinione di R. Paravano

Il sig. Rinaldo Paravano ha inviato al sito "Carnia.La" una articolata analisi delle prospettive legate al raddoppio della Centrale di Somplago.


Potenziamento della Centrale Idroelettrica di Somplago (Cavazzo Carnico). 
Opera di iniziativa privata, si ribadisce, da realizzarsi con l’obiettivo di accedere ai benefici concessi da leggi dello Stato sullo sfruttamento delle fonti rinnovabili. -Nella fattispecie, l’idea di sfruttare al massimo il pompaggio dell’acqua in un bacino soprastante, durante le ore notturne dopo aver generato energia durante le ore diurne non può considerarsi peregrina, essendo tale sistema normalmente utilizzato dai produttori in tutto il mondo. In Slovenia sono in fase di completamento due nuove centrali idroelettriche con pompaggio sui fiumi Soča (Isonzo) e Idrija per complessivi 700 MW-.  Ma nel caso in esame è richiesto un esame approfondito e competente dell’intero progetto per ciò che riguarda il problema “sicurezza” volta alla salvaguardia del territorio e delle comunità ivi residenti, particolarmente allarmate in quanto memori della tragedia del “Vajont” e ben conoscen
do la natura geologica insidiosa dei rilievi montuosi interessati dall’opera. Diverso, il comportamento di alcuni politici e amministratori locali che, cedendo alle lusinghe di laute compensazioni, hanno dato parere favorevole al raddoppio della Centrale mentre invece, per dovere e responsabilità istituzionali, avrebbero dovuto richiedere maggiori garanzie proprio sulla sicurezza a tutela dei propri territori amministrati.
E’ cosa nota, anche ai profani, che un’eccesiva escursione quotidiana del livello dell’acqua ed il suo rimescolamento, portano alla progressiva erosione delle sponde del Lago di Cavazzo, ove la Centrale scarica e attinge l’acqua per pomparla in quota, favorendo pericolosi fenomeni di franamento, oltre all’alterazione dell’ambiente faunistico e della flora autoctona. Le maggiori preoccupazioni derivano, però, dal lago soprastante dell’Ambiesta e dalla sua diga di sbarramento. Infatti, i fenomeni di pendolazione del livello delle acque (circa 10 metri) accentuerà l’erosione delle sponde e il verificarsi di franamenti, senza contare che l’arco della diga è da tempo sottoposto a costante controllo strumentale per le pregresse, e visibili, fratture sulla superficie centrale, inoltre, non si conosce la situazione di stabilità delle spalle d’appoggio laterali. Anche l‘escavazione dei circa 8 km di galleria d’adduzione e pompaggio dell’acqua, parallela a
ll’attuale e tale da incrementare la portata d’acqua dagli attuali 66 mq ai 112 previsti, può destare qualche preoccupazione.
Attualmente la Centrale -che consta di tre gruppi di generazione reversibili da 60 MW cadauno, ai quali, si dovrebbero aggiungere altre due di pari potenze e da collocare in locali già predisposti all’origine (anno1957)-, viene fatta funzionare con criteri mirati al puro tornaconto aziendale, infatti, la produzione di energia si limita alle 6-8 ore giornaliere di maggiore richiesta e pertanto maggior remunerazione. Una diversa gestione del servizio più rispettoso al contenimento dei costi generali e collettivi, trattandosi di energia rinnovabile, imporrebbe di dedicare alla produzione diurna (16 ore) almeno due gruppi pari 120 MW ed il terzo in riserva, sia per le ore di punta, sia per eventuali perturbazioni di rete. La notte, (8 ore) almeno un gruppo 60 MW, salvo imprevisti, in generazione, riservando al pompaggio uno, o due, secondo esigenza. Questo programma porterebbe un reale beneficio alla rete in termini di costi evitati, basti pensare che la non lontana Zona Indu
striale di Osoppo preleva mediamente nelle ore diurne circa 80-100 MW (quasi due macchine di Somplago), mentre nelle ore notturne il prelievo si riduce a circa 50 MW (meno di una macchina di Somplago). Tutto ciò significa che quando la Centrale di Somplago non produce, tutta l’energia che serve ad alimentare la ZI di Osoppo, gran parte della Carnia e la Valcanale, deve arrivare dalle Centrali termoelettriche di Monfalcone o Torviscosa, e in caso di indisponibilità di tale connessione a 230 kV dal Veneto, con aggravio di costi per utilizzo di fonti fossili ed un tasso di perdite di potenza in rete di circa il 5- 8%. (...)

Conclusione. In base alle considerazioni di cui sopra e di altri aspetti, intrinseci ed estrinseci, non approfonditi nel presente documento, le due opere [elettrodotto e raddoppio centrale] sono sconsigliabili.
Rinaldo Paravano

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