Il lago soffocato dai fanghi
Il Gazzettino, domenica 20 Febbraio 2011
TRASAGHIS - I geologi del Comitato, Roberto Cella e Dario Tosoni, ribattono alle conclusioni a cui è giunto l’ingegner Franco Garzon, il tecnico incaricato dai Comuni e dal Bim del Tagliamento, in merito al potenziamento della centrale di Somplago.
A far reagire sono le conclusioni a cui giunge il professionista, secondo il quale solo con i nuovi introiti incamerati da Edipower si otterrebbero le risorse finanziarie per contrastare il processo di interrimento e mitigare i danni ambientali che il lago di Cavazzo subisce da 50 anni.
Partendo dai punti di accordo, Cella e Tosoni fanno notare la franosità delle sponde.
«Per quanto riguarda le sorgenti di Rio Vaat che alimentano gli acquedotti a servizio dei comuni di Cavazzo Carnico e di Bordano - rilevano -, malgrado tutte le assicurazioni e le cautele possibili se la galleria intercetterà il condotto carsico che le alimenta la loro scomparsa sarà pressochè inevitabile così come successo per le sorgenti del Bosco di Corona, di località Grialez ed altre minori in occasione della costruzione della prima galleria. La possibilità di ripristinarle mediante raccolta delle acque in galleria e ripompaggio verso il Rio Vaat attraverso una piccolo tunnel costruito ad hoc appare una ipotesi interessante ma poco fattibile oltre che onerosa. Val la pena quindi di correre il rischio di lasciare senz’acqua i 1200 abitanti serviti dalle acque del Rio Vaat? Un rischio che sembrerebbe accentuato dal tracciato della nuova galleria, sensibilmente più vicino alle sorgenti rispetto alla galleria esistente».
Ancora: «Anche dopo i calcoli eseguiti da Garzon rimangono molti dubbi sulla gestione della produzione elettrica in funzione delle oscillazioni del livello dei due laghi, che le prescrizioni del Ministero dell’Ambiente limitano a 9 m per il serbatoio dell’Ambiesta e 1 m per il lago di Cavazzo. La produzione prevista è sensibilmente inferiore a quanto calcolato sia da Edipower che da Garzon».
E sul tema dell’interrimento del lago di Cavazzo: «I documenti attestano che dal 1956 (data di entrata in funzione della centrale) al 1977 si è depositata nel lago una massa di sedimenti pari a 2,7 milioni di metri cubi. Se si ipotizza un tasso di sedimentazione costante nel tempo attualmente i sedimenti accumulati sarebbero vicini ai 7 milioni di mc, per una riduzione volumetrica del bacino del 33% in poco più di 50 anni di esercizio dell’impianto. L’ingente accumulo di sedimento è avvenuto con portate medie mensili riversate nel lago di Cavazzo tutto sommato relativamente modeste e comprese tra i 25 mc/s degli anni a normale piovosità e i 35 mc/s degli anni più piovosi (fonte Edipower); immaginiamo quindi cosa può succedere se la massa d’acqua riversata nel lago sale a 110 mc/s così come previsto dal potenziamento».
La conclusione: «Urgente predisporre interventi atti a contrastare il processo di interrimento che, in accordo con l’ing. Garzon, consideriamo grave e pericoloso per la sopravvivenza stessa del lago. Tra questi il previsto dragaggio del fondo del lago che aprirebbe però nuove problematiche su dove e con quali risorse smaltire i fanghi».
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