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giovedì 6 ottobre 2011

Il Lago ospita l'«incontro dei popoli per i beni comuni» - 6

Dal Balducci in  marcia per la natura 

Cerimonia con 500 delegati da varie nazioni sulle rive del lago di Cavazzo

CAVAZZO. Oltre 500 persone in rappre­sentanza di vari Paesi si sono ri­trovate ieri al lago di Cavazzo per rendere omaggio alla natu­ra. Con una cerimonia simbolica  le acque di tanti fiumi del mondo sono state versate in quelle lacustri, mentre le pian­te e i semi provenienti dai pae­si i cui rappresentanti hanno partecipato al 19° convegno or­ganizzato dal Centro Balducci, animato da don Pierluigi Di Piazza, sono state collocate nel terreno, che rappresentava idealmente Madre Natura. Un modo per riconoscere l'impor­tanza dell'ambiente, tanto è ve­ro che alla manifestazione di ieri mattina erano presenti una serie di associazioni come Le­gambiente, il Comitato 2 sí per l'acqua bene comune, Carnia in Movimento e molti altri. «Prima c'era solo l'uomo al centro del mondo - ha spiega­to un interlocutore prezioso del Centro-Balducci, Jean-Pier­re Piessou -, l'anthropos, ora c'è un recupero di un concetto antico che dà importanza an­che all'ambiente, al cosmos». In un mondo in cui si parla tan­to di  sostenibilità, ecco che il centro Balducci  ha pensato a un modo speciale di rendere omaggio la natura: «Gli uomini di tutto il mondo si sono ritro­vati - ha continuato - per un unico pensiero, una sola ma­dre terra, un unico mondo, un solo sogno planetario: l'acqua, il pane, la fratellanza, la solida­rietà, l'accoglienza, l'umani­tà». Trai 500 partecipanti c'era­no anche molti giovani, d'al­tronde il convegno, che ha pre­miato il .procuratore Roberto Scarpinato come esempio  di uomo che lotta contro le mafie e afferma i principi di legalità, era dedicato a Ragazzi, ragazze e donne del pianeta, protagoni­sti di un futuro umano. «Gli an­ziani in mezzo a noi rappresen­tano le radici - dice ancora Piessou -, gli adulti i tronchi e i bambini i rami, l'uno non può fare a meno dell'altro». Imman­cabile ieri un riferimento alle tante persone scomparse, proprio in nome della natura: «Ai morti sepolti sotto cumuli di terra - dice Piessou -, a coloro che hanno lottato per la terra, a chi è stato sfruttato da latifondisti, ai morti che non sono mai morti, ma che sono i nostri antenati, come testimoni intra­montabili». E a proposito di popoli oppressi, per l'occasione il Centro, Balducci ha allestito una mostra di 200 fotografie coni volti dell'infanzia, di bam­bini vittime di  tante forme di violenza..
                                                                   llariaGianfagna
 da: Messaggero Veneto,   3  ottobre  2011  






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