"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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giovedì 27 gennaio 2011

Giornata della memoria … ancja par Dalès

Anche un minuscolo borgo (se confrontato con i milioni di casi similari avvenuti in Europa) può offrire un suo contributo all'imperativo del "no dismenteâ" che sta alla base dell'istituzione della Giornata della memoria.
Per Alesso il ricordo deve andare a quel lontano 30 giugno 1944, quando vi fu uno dei più massicci rastrellamenti.
In  quella occasione ebbe luogo un  "raid" da parte dei tedeschi per tentare di recuperare del carburante in precedenza prelevato dai partigiani a Bordano. L' azione di rastrellamento nazista nel comune di Trasaghis ebbe varie tappe. Ad Avasinis vennero catturati e imprigionati i commercianti Angelo ed Igino Di Gianantonio, accusati di sostegno alla resistenza.

Il giorno 30 giugno alle 6 del mattino improvvisamente capitò in paese una schiera di S.S. tedesche e sequestrò il commerciante Di Gianantonio Celeste e figlio Igino, sotto la imputazione di avere rifornito i partigiani, ciò che in realtà tutti facevano là dove i partigiani si fossero presentati. Chi era che non dava per i nostri? (Libro Storico Avasinis)

Ad Alesso ebbe luogo la cattura di Celeste Rabassi,  Domenico Di Santolo e Mario Stefanutti (i primi due internati nei campi di prigionia) e l' uccisione del patriota Olivo Stefanutti di Alesso, colpito alla schiena da una raffica di mitra mentre cercava di nascondersi salendo in montagna.


30 Venerdì. Nelle prime ore del mattino  vengono  ad  Alesso i Tedeschi in cerca della benzina trafugata loro dai Partigiani  a Bordano:  uomini e giovani per paura di essere internati fuggono dalla parte del Palar;  i Tedeschi ne arrestano tre e sparano contro i fuggitivi ferendone diversi e uccidendone uno. (Libro Storico Interneppo)

Di mattina corse voce che i tedeschi delle S.S. erano arrivati con autoblinde ad Avasinis dove avevano catturato delle persone e che, malintensionati, si dirigono verso Alesso. Venivano per la prima volta a portarci il terrore, la morte! D'improvviso arrivarono, gettandosi di corsa come jene ad inseguire gli uomini che cercavano di mettersi in salvo per la montagna. Li tenevano sotto il tiro delle loro armi, erano loro addosso, ma quelli fuggivano ancora, correvano, si riparavano nei canali, nell'acqua della roggia, dietro un qualsiasi ostacolo. Così tra il fragore delle armi, il gridio delle armi e lo strillare dei bambini: la scena era straziante. Una decina di eterni minuti durò la sparatoria, poi per le vie del paese si sentirono fischi e voci rauche. Seguiva un silenzio di morte. I tedeschi se n'erano andati dopo avere saccheggiato alcune case. Pel paese deserto cominciava alla fine ad uscire dai nascondigli qualche donna in cerca del marito, del fratello, che avevano lasciato a pochi passi dal nemico.
Le vittime che avrebbero potuto essere decine, quasi miracolosamente si restrinsero ad una: Stefanutti Olivo Baula, il cui corpo fu trovato a pochi passi al di là del Palar.
(D.Noacco, Boll. Parr. Alesso 1945)

E Celest di Coin, che finì nei Lager tedeschi e solo fortunosamente riuscì a rientrare in paese, raccontò poi:

Sono stato preso prigioniero sopra il Mulino… I tedeschi erano arrivati da Avasinis; alcuni si sono fermati presso il cimitero, altri sono venuti in paese. Dalla rosta ho visto Livo di Baula scappare lungo la salita di Vornêt e rimanere colpito.
Io non ero nemmeno partigiano, sono stato preso per errore…
Con me sono stati catturati anche Meni di Zopida e Mario di Cjaneula. Il prete è riuscito a far rilasciare solo Mario.
Meni è stato portato fino in Austria, dove lo hanno lasciato a lavorare con una compagnia di soldati. Io sono finito in campo di concentramento…
(Celeste Rabassi “Coin”, intervista  di P. Stefanutti dell'11.01.1985)

Anche questo è "giornata della memoria"!

Naturalmente, il Blog è ben disponibile a ospitare e diffondere altri episodi che si rifanno a queste tematiche, nell'ottica del "savê e no dismenteâ".

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