"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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lunedì 24 gennaio 2011

Disagi esistenziali, tra Alesso e Arcore

Riceviamo e pubblichiamo.
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Era il 1988. Un giovane di Alesso affidava a una poesia la dimensione del suo disagio:

Nel bar, seduti ad aspettare qualcosa.
Silenzio.
Tutti sappiamo da che parte dovremo soffrire.
Silenzio.
Non c'è più niente da dire.
Il far niente ci unisce e ci allontana.
Lo scopo ci distrugge o ci aliena.
No, non c'è niente di buono.
Solo l'istinto bestiale di sopravvivere.
(mr. Mojo Radin)

Chissà che né è stato del suo dramma esistenziale.
Forse è riuscito a superarlo, forse no.
Forse ha fatto in tempo a generare una figlia.
Una figlia che è cresciuta.
Una figlia che ha deciso che la piazza, il Palar, il Lago non sono sufficienti a colmare "l'istinto bestiale di sopravvivere".
Una figlia che si è messa in coda, dalle parti di Arcore, a cercare uno scopo capace di superare la distruzione o l'alienazione.
Oppure no?
Rewind: forse è andata diversamente.
Forse.

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I frequentatori del Blog possono, se vogliono, dire la loro su questa interpretazione  - ahinoi pessimistica - della realtà alessana.

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