Dopo l’incontro-assemblea dell'8 gennaio ad Alesso, tra i diversi punti sotto esame, all’interno del progettato raddoppio della centrale di Somplago, sta la condizione della diga dell’Ambiesta sul lago di Verzegnis. Torna a rifletterci su il geologo Dario Tosoni.
SOMPLAGO
Stato della diga sull’Ambiesta
Stato della diga sull’Ambiesta
Il dibattito sul potenziamento della centrale di Somplago è tornato recentemente di attualità grazie al nuovo incontro tenutosi ad Alesso sabato 9 gennaio 2011 e con esso le ambiguità e le carenze dei documenti a corredo del progetto. Desidero ora porre l’attenzione del lettore su una di queste finora trascurata: tutta la documentazione di progetto è stata redatta come se la diga sull’Ambiesta non esistesse; non si fa mai riferimento, quindi, ai possibili effetti che il nuovo regime di oscillazione del livello del serbatoio dell’Ambiesta avrà sul corpo diga. Secondo Edipower l’oscillazione di questo bacino artificiale dovrebbe essere di 9 metri, ma a pagina 6 del parere della Commissione Via – Vas numero 319 del 28 luglio 2009 e nel Sia (Studio di impatto ambientale) l’oscillazione diventa di 10 metri. Diverse considerazioni inducono a ritenere che quanto dichiarato non sia verosimile. La necessità di produrre 677 GWh/anno utilizzando i soli giorni feriali (in cui la differenza di prezzo dell’energia tra le ore diurne e le ore notturne è così ampia da giustificare economicamente il pompaggio notturno delle acque dal lago di Cavazzo al serbatoio dell’Ambiesta) implica oscillazioni giornaliere del livello del bacino ben più ampie e vicine ai 19 metri. Questo valore, ottenuto ipotizzando diverse modalità di utilizzo dell’impianto, sembra in parte confermato da quanto espresso nel Sia dove a pagina 88 si legge: «La portata giornaliera dal bacino sull’Ambiesta al lago di Cavazzo può raggiungere i 3 milioni di metri cubi nel corso delle ore produttive di un solo giorno, determinando un tempo di ricambio teorico del lago di Verzegnis inferiore a 24 ore...». Tre milioni di metri cubi sono proprio il volume d’acqua contenuto nel serbatoio dell’Ambiesta tra quota 465 – livello di minimo invaso ordinario – e quota 484 – livello di max invaso ordinario –, corrispondente quindi a una oscillazione di 19 metri (dati Sade). Le variazioni di spinta idrostatica connesse con oscillazioni di questa ampiezza non potranno essere irrilevanti su un corpo diga la cui altezza al coronamento è di soli 56 metri. È vero che la sezione di imposta della diga è stata consolidata e impermeabilizzata mediante l’iniezione di miscele cementizie e quindi offre adeguati margini di sicurezza, ma è altrettanto vero che le sollecitazioni prodotte da queste continue variazioni di spinta idrostatica andranno a interessare un manufatto vecchio di più di 50 anni, con numerose fessurazioni sul paramento di valle e impostato su rocce che, secondo quanto dichiarato dai progettisti al 6º congresso sulle Grandi dighe del 1958, sono intensamente e minutamente fratturate. Ciò premesso sembra opportuno, se non altro per fugare ogni inquietudine nelle popolazioni poste a valle del serbatoio, inserire nella documentazione di progetto una relazione che illustri lo stato di conservazione del corpo diga e che ne attesti la piena efficienza anche in relazione alle variazioni del livello di invaso previste.
Dario Tosoni
Cavazzo Carnico
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