"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

venerdì 17 giugno 2011

Quel che si muove a ... Curnin. Nuove indagini scientifiche sui grifoni

In queste indefinite giornate, non andiamo ad occuparci solo di colibrì.   Nuovi interessanti spunti vengono anche dalla riserva naturalistica di Cornino, dove è in corso di attuazione il "Progetto Grifone" (la cui importanza è stata ritenuta prioritaria, p. es. rispetto all'ipotesi di costruire un parco eolico nelle Gravatas di Trasaghis).  Ecco dunque le ultime novità rispetto all'indagine sulle caratteristiche dei grifoni:

Grifoni sulle ali
delle onde radio

da: Il Gazzettino, Venerdì 17 Giugno 2011
Da molti anni si riconosce la necessità di studiare i movimenti dei grifoni con l’utilizzo della telemetria satellitare, quale unico sistema in grado di fornire indicazioni precise per animali che si spostano su lunghe distanze. Queste attrezzature, fissate sul dorso degli uccelli, sono in grado di localizzare la posizione in qualsiasi parte del mondo, comunicando i dati secondo modalità e metodi regolabili nel tempo. Il sistema di localizzazione funziona con il metodo satellitare (GPS), mentre la trasmissione dei dati avviene per via telefonica con SMS (con sistema GSM) attraverso la centrale di elaborazione degli stessi in Germania. Successivamente i dati possono essere consultati via internet. Il funzionamento di queste sofisticate e costose apparecchiature prevede la possibilità di variare il numero di localizzazioni al giorno nonché la frequenza di ricezione delle stesse, soprattutto in funzione di ridurre al minimo il consumo di energia delle trasmittenti e risparmiare sui costi.
      Il progetto ha potuto prendere l’avvio grazie alla collaborazione tra la Riserva naturale del lago di Cornino, l’Università di Vienna, lo Zoo di Salisburgo ed il Parco Natura Viva di Bussolengo (VR). Le prime trasmittenti sono state applicate, a grifoni della colonia di Cornino, nel 2003, seguite da altre negli anni successivi. Nel tempo le attrezzature sono state sempre più perfezionate e tali da consentire la raccolta di dati di grande utilità per la ricerca scientifica e per tutte le applicazioni gestionali legate alla conservazione della specie. La ricerca ha consentito infatti di documentare le aree frequentate ed alcuni notevoli spostamenti dei grifoni. Si ricorda, ad esempio, un grifone che si è unito alle colonie francesi ed uno morto in mare presso la costa dell’isola di Krk in Croazia. Analisi sofisticate sono state svolte inoltre dal Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Udine ed hanno consentito di definire le aree frequentate ed i ritmi di attività dei grifoni.
      In questi giorni il progetto ha visto l’avvio di una nuova fase attuata con l’applicazione di radio a tre grifoni, nell’ambito di un programma di ricerca messo a punto con ricercatori svizzeri ed austriaci. Tutte le fasi della preparazione delle radio e della programmazione delle ricerche sono lunghe e complesse e richiedono l’intervento di vari specialisti. Dopo mesi di preparativi finalmente è stato possibile, domenica, applicare le radio e liberare gli uccelli.
      L’operazione è stata eseguita dai tecnici della Riserva, da specialisti del Parco Nazionale degli Alti Tauri e da diversi volontari. Oltre alle radio si è provveduto ad applicare anelli di riconoscimento e ad effettuare marcature sulle ali tali da permetterne l’identificazione a distanza. I tre grifoni liberati hanno diversa origine e sono il risultato di numerose collaborazioni con istituti ed enti in tutta Europa che conferiscono gli animali recuperati al progetto di Cornino per l’inserimento di questi soggetti nella locale colonia.
      Uno dei grifoni è stato recuperato presso Salisburgo nel 2010 in precarie condizioni di salute legate ad intossicazione da piombo, per l’ ingestione di questo metallo contenuto in carcasse di ungulati selvatici. Un secondo individuo è stato recuperato, per cause analoghe, al confine tra Austria e Germania, presso Passau. Il terzo grifone invece è nato in cattività nelle voliere di Cornino nel 2010. Un altro grifone, recuperato sempre nel 2010 in Tirolo, è stato liberato senza la radio satellitare. Storie quindi diverse che verranno studiate per permettere ai ricercatori di valutare le modalità con cui questi individui potranno reinserirsi in natura e vedere in particolare le aree frequentate nelle diverse stagioni per capire poi le direzioni seguite da alcuni soggetti nei lunghi spostamenti che intrapresi nel periodo autunnale.
      I preziosi dati forniti dalle attrezzature satellitari verranno elaborati ed utilizzati, assieme a quelli riguardanti soprattutto i gipeti reintrodotti sulle Alpi, per migliorare le conoscenze sulla biologia delle popolazioni alpine di avvoltoi e fornire dati precisi per quanto riguarda le minacce e quindi la conservazione di queste specie.
     
Partner internazionali
e tanti turisti in visita

Il progetto grifone della riserva naturale del lago di Cornino rafforza la collaborazione con università e enti europei impegnati per la conservazione degli avvoltoi. E sta nel contempo registrando un grande successo naturalistico per la presenza in questi giorni di oltre un centinaio di grifoni, un avvoltoio monaco e svariate specie di rapaci (tra le quali aquila, biancone, nibbio). Il centro visite, gestito dall’amministrazione comunale di Forgaria nel Friuli e seguito personalmente dal vicesindaco Enrico Frucco, sta registrando anche un successo di visitatori in questa stagione, fra i quali numerosi stranieri. Oltre al progetto grifone (con le voliere e il carnaio) il centro visite offre un panorama della natura e dell’ambiente del medio Tagliamento, con alcuni percorsi e la perla del laghetto carsico dalle smeraldine acque che da il nome alla riserva.
      All’operazione di marcatura e applicazione delle radio hanno partecipato, nella foto, i tecnici della riserva (Arduino Candolini, Sara Berra, Fulvio Genero, il vicesindaco Enrico Frucco, il responsabile del progetto gipeto del parco nazionale degli Alti Tauri Michael Knollseisen, gli ornitologi Bruno Dentesani e Gianfranco Canderan, il naturalista Marco Favalli e le due tirocinanti dell’università di Udine e Trieste Ambra Coos e Irene Raffaello e Peter Kahn.

    
   

Nessun commento:

Posta un commento

Ogni opinione espressa attraverso il commento agli articoli è unicamente quella del suo autore, che conseguentemente si assume ogni responsabilità civile, penale e amministrativa derivante dalla pubblicazione sul Blog "Alesso e Dintorni" del testo inviato.
OGNI COMMENTO, ANCHE NELLA CATEGORIA ANONIMO;, DEVE ESSERE FIRMATO IN CALCE, ALTRIMENTI NON SARà PUBBLICATO.
Grazie.