Una sala stracolma per il libro su Peonis
da: "Messaggero Veneto", 11 giugno 2011
TRASAGHIS Metti una sera... una sala stracolma, più di trecento persone arrivate non per una sagra o un concerto, ma per la presentazione di un libro. E’ successo nella sala consiliare di Trasaghis, per la presentazione del libro “Peonis”, un volume di 480 pagine per un paese che, di abitanti, oggi ne ha poco più di trecento. La singolare, positiva contraddizione è stata sottolineata negli interventi dei relatori (dopo il saluto del sindaco Augusto Picco e del commissario straordinario della Comunità montana Gianni Verona, sono intervenuti, in rappresentanza degli autori, Ivo Del Negro, Enos Costantini e Pieri Stefanutti. I contenuti del libro sono stati analizzati dal giornalista Paolo Medeossi e dal professor Gian Paolo Gri dell’Università di Udine). Si tratta dunque di un libro che - inserendosi nel positivo filone di ricerca che ha visto i Comuni del Gemonese, e in particolare quello di Trasaghis, attivarsi per la produzione di ricerche culturali sul territorio - documenta ogni aspetto della realtà di Peonis, da quello geologico-naturalistico, a quello storico, a quello linguistico-toponomastico, all’analisi della composizione dei nuclei familiari. E, soprattutto, un testo che pare dilatarsi nel tempo e nello spazio, facendo riferimento non tanto e non solo ai trecento abitanti della Peonis di oggi ma anche alle generazioni passate, a quanti hanno abitato il paese nei secoli (e decine e decine di alberi genealogici ne fissano il nominativo), quanti si sono avventurati lungo le strade dell’emigrazione (nel libro sono citate esperienze di mezzo mondo, dall’Europa alla Siberia, dalla Cina all’Argentina) e i cui discendenti avranno ora uno strumento in più per conoscere il paese di origine: «Se la presentazione di un libro di paese è una festa - è stato sottolineato -, allora è una festa che può coinvolgere anche il ricordo delle tante generazioni che ci hanno preceduto e che hanno contribuito a determinare il volto attuale di Peonis». Un pubblico attento e partecipe ha dunque seguito gli interventi dei relatori, la proiezione delle immagini maggiormente significative predisposte dal Centro di documentazione e, alla fine, applaudito a scena aperta la conclusione di un lavoro complesso che ha visto impegnati per diversi anni ricercatori locali ed esperti esterni e che, nella collaborazione della gente, ha visto uno dei tratti più caratteristici e significativi.
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