Il sito "Alto Friuli" riprende e sviluppa i contenuti dell'intervista del dott. Rimoli, direttore del Centro di Miramare, in merito all'ipotizzato trasferimento dei colibrì da Trieste a Bordano.
I colibrì? 'Alieni ospedalizzati'.
Rimoli li racconta
di David Zanirato Stefano Rimoli, direttore del Centro di Miramare, decide di rompere il silenzio sulla bistrattata vicenda degli uccelli in sfratto dalla loro casa triestina. Dice di non avere nulla contro Bordano e la Casa delle Farfalle a cui apre per delle collaborazioni, ma precisa:'Affinchè si possa continuare a studiarli, serve loro garanzia di un equipe medico-chirurgica'. “I nostri colibrì sono degli alieni ospedalizzati e prima di qualsiasi struttura al mondo, hanno vitale bisogno della loro affiatata equipe medica”. Stefano Rimoli, direttore del Centro di Miramare, decide di rompere il silenzio sulla bistrattata vicenda degli uccelli in sfratto dalla loro casa triestina, per i quali dal premier Berlusconi in giù si stanno spendendo un po’ tutti.
Rimoli sceglie di intervenire ora dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla futura destinazione degli 83 esemplari - la Casa delle Farfalle di Bordano, l’Università di Udine o la facoltà di veterinaria dell’Università marchigiana di Camerino - per la quale si stanno dividendo istituzioni e scienziati.
“Qui stanno sorgendo delle incomprensioni perchè all’interno dello Stato e delle sue varie diramazioni, il braccio destro non sa cosa sta facendo il braccio sinistro – metaforizza Rimoli – non c’è assolutamente nessuna pregiudiziale su Bordano, anzi con il direttore Barbieri anzi c’è un ottimo rapporto ed il sottoscritto nel febbraio scorso stava proprio cercando un appartamento nel comune per un ipotesi di trasferimento, ma qualcuno sta giocando a strumentalizzare il tutto, cercando di mettere contro le due strutture”.
E per spiegare che la questione non è da intavolare prettamente sulla sede, Rimoli fa notare come nessun centro al mondo sia riuscito a mantenere una popolazione di colibrì stabile come quella di Miramare, “persino i più quotati come il Giardino zoologico di Londra oppure il Tiergarten di Vienna hanno fallito nell’impresa”.
Da dove bisogna partire allora per dare un futuro a questi volatili? “Occorre capire chi è in grado di dare garanzie di ospitalità alla equipe medica e al comitato scientifico che da 10 anni si sta occupando di loro vivendo praticamente in simbiosi” replica Rimoli. Un gruppo unico in grado di rispettare equilibri delicatissimi per i colibrì, una specie tropicale dalle caratteristiche uniche: speranza di vita dai 3 anni ai 10 anni, 1200 battiti del cuore al minuto, battito delle ali 80 volte al secondo, glicemia molto alta (e per questo continuare a studiarli potrebbe aiutare a risolvere anche il problema del diabete per l’uomo).
Ad accudirli e curarli ci stanno dietro 23 persone, di cui 9 docenti universitari, 5 veterinari, 5 allevatori esperti, e poi degli impiantisti, degli “animal keeper” e dei “missionari” sudamericani, giovani veterinari e biologi che hanno lo status simile a quello dei diplomatici ma che a Trieste sono costretti a mangiare alle mense Caritas (il costo complessivo per sostenere la struttura si aggira sui 100 mila euro l’anno). “Per garantire questo modus operandi unico al mondo – aggiunge Rimoli - occorre fissare preliminarmente le regole del gioco, poi si può passare a scegliere la realtà giuridica all’interno della quale iscrivere il tutto, di sicuro l’Università di Udine non ha le competenze che servono”.
E questo “preliminare” è quello che è stato firmato nelle settimane scorse attraverso il quale si dovrebbe creare una nuova “onlus” pubblico-privata, si garantiscono la direzione scientifica all’ex centro triestino, e si coprono gli ingenti debiti pregressi di Miramare.
La sede? Matelica, borgo delle Marche dove la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Camerino ha messo a disposizione 1700 metri quadrati di cliniche per ospitare le serre dei colibrì e soprattutto l’intera equipe medico-chirurgica. Spazi e condizioni che Bordano fa notare Rimoli “non riuscirebbe a garantire, a meno che non si prospetti l’acquisizione di una stazione mobile per il personale medico; ma noi comunque abbiamo già dato disponibilità per valutare alcune forme collaborative con la Casa delle Farfalle, dato che per esempio con il dottor Costa dell’Acquario di Genova abbiamo preventivato una piccola filiale presso la loro struttura”.
Si riuscirà nella mediazione? Occorrerà attendere il prossimo vertice previsto per fine settimana in Prefettura a Trieste.
(da: http://altofriuli.com/montagna/?id_evento=3681)
Rimoli sceglie di intervenire ora dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla futura destinazione degli 83 esemplari - la Casa delle Farfalle di Bordano, l’Università di Udine o la facoltà di veterinaria dell’Università marchigiana di Camerino - per la quale si stanno dividendo istituzioni e scienziati.
“Qui stanno sorgendo delle incomprensioni perchè all’interno dello Stato e delle sue varie diramazioni, il braccio destro non sa cosa sta facendo il braccio sinistro – metaforizza Rimoli – non c’è assolutamente nessuna pregiudiziale su Bordano, anzi con il direttore Barbieri anzi c’è un ottimo rapporto ed il sottoscritto nel febbraio scorso stava proprio cercando un appartamento nel comune per un ipotesi di trasferimento, ma qualcuno sta giocando a strumentalizzare il tutto, cercando di mettere contro le due strutture”.
E per spiegare che la questione non è da intavolare prettamente sulla sede, Rimoli fa notare come nessun centro al mondo sia riuscito a mantenere una popolazione di colibrì stabile come quella di Miramare, “persino i più quotati come il Giardino zoologico di Londra oppure il Tiergarten di Vienna hanno fallito nell’impresa”.
Da dove bisogna partire allora per dare un futuro a questi volatili? “Occorre capire chi è in grado di dare garanzie di ospitalità alla equipe medica e al comitato scientifico che da 10 anni si sta occupando di loro vivendo praticamente in simbiosi” replica Rimoli. Un gruppo unico in grado di rispettare equilibri delicatissimi per i colibrì, una specie tropicale dalle caratteristiche uniche: speranza di vita dai 3 anni ai 10 anni, 1200 battiti del cuore al minuto, battito delle ali 80 volte al secondo, glicemia molto alta (e per questo continuare a studiarli potrebbe aiutare a risolvere anche il problema del diabete per l’uomo).
Ad accudirli e curarli ci stanno dietro 23 persone, di cui 9 docenti universitari, 5 veterinari, 5 allevatori esperti, e poi degli impiantisti, degli “animal keeper” e dei “missionari” sudamericani, giovani veterinari e biologi che hanno lo status simile a quello dei diplomatici ma che a Trieste sono costretti a mangiare alle mense Caritas (il costo complessivo per sostenere la struttura si aggira sui 100 mila euro l’anno). “Per garantire questo modus operandi unico al mondo – aggiunge Rimoli - occorre fissare preliminarmente le regole del gioco, poi si può passare a scegliere la realtà giuridica all’interno della quale iscrivere il tutto, di sicuro l’Università di Udine non ha le competenze che servono”.
E questo “preliminare” è quello che è stato firmato nelle settimane scorse attraverso il quale si dovrebbe creare una nuova “onlus” pubblico-privata, si garantiscono la direzione scientifica all’ex centro triestino, e si coprono gli ingenti debiti pregressi di Miramare.
La sede? Matelica, borgo delle Marche dove la Facoltà di Veterinaria dell’Università di Camerino ha messo a disposizione 1700 metri quadrati di cliniche per ospitare le serre dei colibrì e soprattutto l’intera equipe medico-chirurgica. Spazi e condizioni che Bordano fa notare Rimoli “non riuscirebbe a garantire, a meno che non si prospetti l’acquisizione di una stazione mobile per il personale medico; ma noi comunque abbiamo già dato disponibilità per valutare alcune forme collaborative con la Casa delle Farfalle, dato che per esempio con il dottor Costa dell’Acquario di Genova abbiamo preventivato una piccola filiale presso la loro struttura”.
Si riuscirà nella mediazione? Occorrerà attendere il prossimo vertice previsto per fine settimana in Prefettura a Trieste.
(da: http://altofriuli.com/montagna/?id_evento=3681)
Salve, oggi il Piccolo ritratta dei colibrì nulla che già non fosse più che noto ai bordanesi.
RispondiEliminaaspettiamo calen d'agosto, poi vi dirò come andrà afinire.
Scusate ma posto con un piccolo ANDROID.