Innanzitutto il formato inusuale: anzichè il semplice volantino, una pubblicazione di 24 pagine: uno sforzo editoriale rilevante "sostenuto unicamente dai contributi volontari", difficilmente ripetibile ("non avremo molte altre possibilità di raggiungere le vostre case") ma dettato dall'esigenza di ottenere "chiarezza, non mistificazioni".
Dall'analisi e dalla rilettura che i Comitati fanno della vicenda, nessuno si salva: non i Comuni "ciechi dinanzi ad ogni prova fattuale", non Edipower (che ha prodotto apparentemente una "bella favola", in realtà "un progetto devastante"), non la Regione ("Tondo e la sua giunta si sono completamente disinteressati della questione"), non il Ministero dell'Ambiente ("ha completamente ribaltato quello che dovrebbe essere il buon senso"), non i parlamentari friulani ("tutti zitti e buoni e nemmeno una parola sul Lago e la centrale")
La richiesta che i Comitati fanno, dopo un'analisi serrata della questione, è che vengano revocate le delibere consiliari di parere favorevole al progetto Edipower, venga reso pubblico lo stato dei rapporti tra i Comuni ed Edipower (soprattutto per le "tanto decantate compensazioni"), venga indetto un referendum tra la popolazione in modo che sia la stessa a decidere sul futuro del progetto.
Da parte nostra (per quel che può valere), pensiamo che:
- Sarebbe opportuno che i Consigli comunali affrontassero nuovamente ed approfonditamente la questione: ben venga quindi la mozione presentata dal gruppo di minoranza che sarà discussa nel Consiglio comunale di Trasaghis di lunedì prossimo;
- Sarebbe interessante sapere se le Amministrazioni comunali (visto che la stessa relazione Garzon ha dimostrato che il progetto Edipower, sul quale è stato espresso un parere favorevole, era in realtà, per tanti aspetti, lacunoso) intendono, se non revocare le citate delibere, sposare "in toto" le risultanza della Perizia Garzon e conseguentemente sapere in quali maniere e attraverso quali contrattazioni con Edipower garantire la realizzazione delle imponenti procedure previste (dragaggi, condotte...)
- Sarebbe altresì interessante sapere dai Comitati attraverso quali procedure essi ritengono possibile arrivare all'attuazione dell'auspicato "Fûr dal lâc il scaric da centrâl" con l'ancor più utopistico "paghi chi finora ha sfruttato le nostre acque". Se l'ipotesi "by pass" non ha trovato accoglienza negli anni '80-'90, quando non si parlava ancora di raddoppio della centrale, quante possibilità concrete vi sono oggi? Zero, via zero, zeràc ... dicono ad Alesso.
A&D
Cjârs amîs,
RispondiEliminaSul vuestri blog ‘o veis scrit che lis probabilitâts che a vegni fate une tubazion che a meni fûr dal lâc il scaric da centrâl, a saressin 0,00, dal moment che cheste vôre no è stade fate tai agns otante e novante, cuant che a erin forsit plui bêz e la centrâl a ere dal stât. Però tai agns otante e novante no si saveve ancjemò che il lât si stave implenant di un paltan che vuei al è rivât a jessi un tierç da sô cubature, e che in mancul di cent agns, lant indavant cussì, lu jemplarà dal dut. Alore par amôr o par fuarce, se si vûl salvâ il plui grant lâc naturâl dal Friûl, cheste vôre bisugne fâle.Se si vûl bardabon i bêz si ju cjatin.
Mandi Remo Brunetti