Speculatori e industriali
da: Messaggero Veneto — 03 agosto 2010
Leggo che il presidente degli industriali della Provincia di Udine, al termine della sua visita alla centrale di Somplago, commentando il progetto di ampliamento della stessa, si sarebbe così espresso: «Spiace constatare che ogni volta che si vuole intraprendere un progetto c’è sempre un comitato contro che si costituisce». Come se i friulani fossero contrari a ogni attività industriale. Non è così, caro presidente Luci. Noi siamo grati a quegli industriali che, dal dopoguerra al dopo terremoto, con le loro fabbriche hanno permesso il ritorno dei nostri emigrati, arricchendo nel contempo anche la nostra economia. Ma gli industriali sono una cosa e gli speculatori sono un’altra. E questa di Edipower è solo una speculazione che sta in piedi soltanto perché (per ora) nelle ore notturne l’energia elettrica costa poco. Infatti, sollevare e spingere le acque del lago di Cavazzo nel bacino di Verzegnis richiede più energia di quanta ne sarà poi prodotta con la caduta. Energia “sporca” che proviene da centrali termoelettriche a carbone e a olio combustibile. Quindi si tratterebbe di energia pseudo-verde, che tuttavia permetterebbe a Edipower di accedere agli aiuti concessi ai produttori di energie rinnovabili (certificati verdi) ricavandone lauti guadagni. Vorrei ricordare al presidente Luci che il progetto che gli è stato illustrato presenta molte criticità e pesanti ricadute ambientali. Di questo si sono accorti gli uffici regionali che hanno sospeso la valutazione del progetto proposto da Edipower, a causa di deficienze progettuali riguardo al deposito delle ghiaie risultanti dallo scavo della nuova galleria. Criticità evidenziate anche dai geologi Tosoni e Cella che, nella loro relazione illustrata alle recenti assemblee di Alesso e Cavazzo, hanno spiegato come la soluzione proposta da Edipower per il deposito delle sopraddette ghiaie costituisca un pericolo per la pubblica incolumità. L’idea, poi, di progettare una galleria senza tener conto degli aspetti carsici del monte Faeit, mettendo così a rischio l’approvvigionamento idrico dei nostri paesi, ha indotto molti a pensare che si tratti di un progetto che presenta ancora molte lacune e inesattezze. Per esempio, le variazioni di livello dei laghi. Durante la gestione Enel, il lago di Cavazzo aveva un’oscillazione settimanale certificata, di 40-60 centmetri. Eppure, «non ci saranno variazioni di livello rispetto al passato» assicurano gli ingegneri di Edipower! «Le variazioni di livello giornaliero saranno di 1 metro per il lago di Cavazzo e di 9 metri per il bacino di Verzegnis». Peccato poi scoprire sul progetto altre cifre: 2,50 metri per il lago di Cavazzo e 10 metri per il bacino di Verzegnis. E che conseguenze avranno queste quotidiane oscillazioni sulla tenuta delle sponde composte per lo più da ghiaie e da rocce cariate? La stessa diga del bacino di Verzegnis, a un’accurata indagine, mostra delle fragilità che sarebbero ora messe a dura prova dai continui svuotamenti e riempimenti, con conseguenze che potrebbero portarci anche a un piccolo Vajont. E il lago di Cavazzo? Il più grande lago di origine naturale di questa regione? Il riciclaggio giornaliero delle sue acque porterà a un suo ulteriore raffreddamento. E il loro continuo movimento eliminerà definitivamente ogni aspetto naturalistico. Stando alla relazione dell’ingegner Franzil, presentata anch’essa alle assemblee di Alesso e Cavazzo, avremmo per alcune ore dei puzzolenti bagnasciuga, e per le restanti ore, invece del lago che siamo abituati a vedere, rimarrà solo una grande pozza di acqua sporca. Certo, ha ragione il presidente Luci quando dice che bisogna confrontarsi cercando di analizzare questo progetto con obiettività e senza pregiudizi. Ma il confronto deve avvenire sulla base di dati affidabili e certi, perché l’esperienza del Vajont ci insegna che quando c’è di mezzo il profitto, spesso, serietà e onestà vanno a farsi benedire. Ecco allora che acquista ragionevolezza la proposta fatta alla Regione Fvg da comitati e Comuni rivieraschi, affinché faccia esaminare questo progetto da specialisti indipendenti, anche con l’ausilio di modelli in scala. A spese, come prevede la legge, della società proponente.
Remo Brunetti - Cavazzo Carnico
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