Royalties e servizi
da: Messaggero Veneto — 03 agosto 2010
Ho seguito il dibattito instaurato dai lettori sul Messaggero Veneto, in special modo del circondario dei tre comuni sui quali insiste l’omonimo lago. Tutti gli argomenti addotti nelle loro lettere sono parziali e neppure collezionandoli si riesce a portarli a un’organica, seppure plurale, unitarietà. Provo a spiegarmi volendo dapprima rappresentare i dati del problema. Esiste una convenzione firmata tra la proprietà (al tempo Sade) negli anni 60 e le tre amministrazioni comunali interessate che prevedeva la possibilità di un utilizzo delle acque con una variazione di livello di quattro metri, fra il minimo e il massimo. Oggi, a distanza di qualche anno dalla scadenza della sopraddetta convenzione, c’è la società Edipower, subentrata all’Enel, che vuole rinnovare tale convenzione con una variante rispetto alla precedente riguardo ai livelli: da quattro a due metri. In sostanza la società elettrica riconoscerà delle “royalties” ancora più sostanziose se potrà pompare di notte l’acqua dal lago al bacino di Verzegnis – bacino ricavato a suo tempo chiudendo a diga la forra esistente – e di proprietà privata, mi pare ora afferente alla stessa Edipower: dico ciò perché il Comune di Verzegnis non gode di nessun introito per quanto mi è dato di sapere. Ora due conti per dare “i numeri” su cui confrontare le varie opinioni. Le attuali “royalties” sono originate dai Mw (megawatt) che la centrale di Somplago produce oltre a un fisso come dovrebbe essere previsto con eventuali altri clausole che non conosco perché non sono in possesso dei termini contrattuali della convenzione stessa. Il nuovo scenario che si presenta della capacità produttiva d’elettricità e dell’“utilizzazione”, o sfruttamento che si voglia dire, del lago è di gran lunga superiore all’attuale che è di poche ore il giorno. Il ripompaggio notturno dell’acqua costa il 10%, in termini di tariffe elettriche notturne, rispetto alle tariffe diurne e dà il diritto ai “Cip 6” nella fase di ricaduta della stessa con produzione d’energia. La maggior produzione elettrica, pagata a tariffa giornaliera intera, derivante dall’aumentata disponibilità d’acqua dovuta al pompaggio notturno, permetterà alla società di pagare i costi di pompaggio 1 (uno) con realizzazione di ricavi pari a 6 (sei) e non 10 (dieci=100%) come erroneamente si potrebbe pensare; ciò è dovuto ai rendimenti del sistema energia elettrica per pompaggio - perdite di carico nelle tubature di mandata in salita - perdita di carico in discesa - rendimenti gruppo turbina/alternatore e infine al rendimento del trasformatore che alimenta la rete nonché dei costi per l’ammortamento e la manutenzione dei nuovi gruppi. Pertanto le amministrazioni che contrattano con la società Edipower devono aumentare le richieste delle “royalties” che, rispetto a quelle odierne, dovrebbero essere rivalutate e non di poco: da un minimo di tre volte a un massimo di sei e più volte di quelle attuali e su base, solo in aumento, delle rivalutazioni. Non semplicemente monetarie, ma del potere d’acquisto della moneta o altro sistema di scambio. A questo punto la “pretesa” della salvaguardia del lago deve essere presentata ai cittadini come un mancato introito alle casse comunali che finora hanno permesso alle amministrazioni locali di poter dare servizi e nella misura attualmente conosciuta, grazie anche alle “royalties”. Pertanto eventuali mancati introiti dalle “royalties” giustificate dal mancato rinnovo e ricontrattazione della concessione, per utilizzare il lago a uso esclusivamente turistico, saranno riverberati su tutti i cittadini rivieraschi, con una diminuzione dei servizi fin qui erogati dai Comuni, oppure mantenuti con inevitabili tassazioni aggiuntive. Alla partecipazione delle popolazioni devo dire una parola in merito. Certamente con alcune centrali nucleari questi equilibrismi energetici non sarebbero più virtuosi e non si porrebbero più, pertanto, dilemmi cornuti (vedasi ultimo volantino sulle energie rinnovabili a Tarcento distribuito mercoledì e giovedì scorsi prima del consiglio comunale del 29 ottobre).
Renzo Riva
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