da: Messaggero Veneto — 31 ottobre 2010
Una volta, la popolazione della Val del Lago e del Friuli aveva un bellissimo lago. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, essendo impreparata e poco accorta, si è lasciata rovinare quel patrimonio ambientale, perché la Sade facesse una centrale elettrica. La gente ha capito troppo tardi che la bellezza di un simile bene non era da toccare, né quella volta, né mai! Allora si erano fatte promesse e assicurazioni che il lago non ne avrebbe risentito. Invece, negli anni successivi, non ci sono state ricadute positive a questa infelice operazione, ma parecchi danni economici, turistici e la pescosità è andata distrutta. Ora ci risiamo! Ieri la Sade, oggi la Edipower parte all’attacco. Questa società vuole sfruttare, più di quanto non lo siano già, le acque del lago per incrementare la produzione di energia elettrica. Questo è un vero e proprio attentato all’ambiente e alla popolazione che ne fa parte. Con quale coraggio si vogliono rimettere le mani sul lago, pensando solo agli interessi di chi non ha capito niente dell’importanza e della salvaguardia di questo bene ambientale, sociale ed economico? Contro tal proposito, domenica 10 ottobre, si è svolta la manifestazione, con corteo, organizzata dal comitato per la difesa del Lago. Eravamo in tanti e tra questi anche dei politici intelligenti, che ringrazio. I sindaci però non c’erano (coda di paglia?). Eravamo soli a protestare e a difendere le nostre serie ragioni da tale obbrobrio. Questi “tecnici” credono di avere prove e verità in mano che tutto quel che si teme non avverrà e che la nostre paure sono infondate. Invece, su questo giornale, nei mesi scorsi, sono state molte le persone competenti che hanno spiegato e documentato proprio il contrario. Solo per citarne due, il signor Dario Tosoni e l’ex sindaco Barazzutti, entrambi di Cavazzo Carnico, senza contare le numerose assemblee e riunioni con la gente. Secondo loro e anche secondo la popolazione, i problemi e i danni che si presenteranno non saranno indolori, ma molto seri. Per questo motivo, noi non vogliamo rischiare un’altra volta di compromettere questo nostro (e di tutto il Friuli) bene inestimabile. Tutti sappiamo che in Italia il costo dell’energia grava molto sull’economia, ma non si può pensare di risolvere questo problema a scapito sempre della natura. Cari sindaci, voi siete stati eletti per un programma, il quale, certamente, non contemplava la seconda svendita del Lago. Prendetene atto, siate coscienti, anche se il progetto è per voi “allettante”. Tutta la gente della valle merita rispetto e ascolto. Non ci stiamo a passare come dimostranti isterici, ciechi alle ricadute economiche per comuni e imprese, ma, cari politici, ingegneri e confindustriali, non ci va nemmeno che approfittiate della sete di energia per mettere, indiscriminatamente, le mani e gli occhi sul Lago. Noi, a differenza di voi, ci mettiamo il cuore.
Celestina Tomat, San Daniele del Friuli
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