Mentre è partito sul Blog il nuovo sondaggio, "Sul Lago, mandate a dire all'Imperatore" e un passaparola sempre più marcato è indirizzato all'assemblea di venerdì prossimo, sulla stampa si registra la presa di posizione di Lorenzo Croattini (parrebbe a titolo personale, svincolata cioè dalla carica di assessore del Comune di Udine) che, la scorsa settimana, è stato compartecipe dell'incontro tra il sindaco Honsell ed i Comitati. (A&D)
CAVAZZO
Due considerazioni sulla centrale
Sul controverso problema del progetto Edipower di costruzione di una seconda condotta tra i laghi di Cavazzo e di Verzegnis per pompare l’acqua del lago di Cavazzo a quello di Verzegnis nelle ore notturne (quando il prezzo dell’energia elettrica è basso) e utilizzarla per produrre energia elettrica di giorno (quando il prezzo è alto) due considerazioni: una sul tema dell’energia e uno sul tema del modello di sviluppo più in generale. Tema energia. Tale progetto pur basandosi sul mero differenziale di costo dell’energia elettrica ed essendo un progetto che consuma energia (consuma 81 GWh l’anno: 353 GWh consumati per il pompaggio contro i 272 GWh di maggiore produzione) è fatto rientrare tra gli obiettivi del 20-20-20 dell’Unione europea in quanto l’energia prodotta è, nella fase finale, prodotta dalla fonte rinnovabile acqua. Quindi si vuole fare rientrare tra il 20% di produzione da fonti rinnovabili a carico anche dell’Italia tale progetto e godere dei contributi maggiorati per la produzione di energia elettrica da tali fonti. È ovvio anche al più sprovveduto degli osservatori che tale ragionamento sta in piedi solamente se si considera la parte finale della produzione dell’energia e non il processo nel suo ciclo complessivo. Il consumo di fonte fossile (l’energia elettrica prodotta di notte dalle centrali termoelettriche) c’è, eccome, e in più il conto è in passivo perché si consuma più di quello che si produce: come potrebbe godere dei contributi per il risparmio un consumo secco? Si spera che i protocolli di analisi dell’Unione europea non siano così ciechi, ma, poi, che cosa succederà in futuro dei grandi investimenti necessari effettuati se il differenziale di prezzo diminuirà o si azzererà grazie magari a tariffe differenziate sempre più diffuse, a centrali termoelettriche più flessibili e fonti effettivamente rinnovabili più diffuse (vedi il fotovoltaico che difficilmente sarà in produzione in orario notturno). Tema modello di sviluppo. Il lago di Cavazzo è visto dal proponente soltanto come bacino di sversamento delle acque, fredde e spesso torbide, che hanno prodotto energia nelle turbine della centrale. Questo per i progettisti della multinazionale può essere anche un’ottica comprensibile, ma per i cittadini e gli amministratori comunali, provinciali e regionali certamente non lo può essere. Il lago è anche un elemento naturalistico, ha una valenza sociale e anche economica per il territorio. Certo, forse non si parla di milioni di euro l’anno, ma di una fonte importante del reddito dei cittadini dei comuni rivieraschi che hanno investito negli anni non solo per uno sviluppo turistico ma anche per il mantenimento dell’integrità naturalistica (già per altro provata fortemente dalla realizzazione della centrale di Somplago e anche dall’oleodotto e dall’autostrada). Per quanto tempo ancora le valutazioni dei progetti dovranno prendere in considerazione solamente i profitti delle multinazionali (perché è escluso il valore ambientale ed è esclusa la necessità di energia elettrica: il Friuli ha potenzialità eccedenti la sua domanda) e non i valori ambientali ma anche quelli sociali ed economici delle comunità locali? Basta un diktat da parte dei capipartito di forze politiche legate agli interessi forti che stanno dietro Edison, A2A (leggasi Comuni di Milano e Brescia) per far rinunciare ai rappresentanti locali, che spesso si ammantano di difesa degli interessi del territorio e dell’autonomismo hanno fatto la loro bandiera di facciata, i loro compiti istituzionali? Per questo mi sembra assolutamente legittima la richiesta dei comitati che si battono contro questo progetto alla Regione di uno studio indipendente di valutazione di impatto ambientale che da una parte rassicuri sui problemi di ordine geologico e di impatto sull’equilibrio dei due laghi, ma che poi sia la vera premessa per affrontare le ricadute sociali ed economiche negative che si avrebbero sul territorio. Non per niente la Edipower non ha preso in considerazione, se non in minima parte, il lago di Cavazzo nella sua analisi ambientale, a lei non interessa, ma a Comuni, Provincia e Regione e a tutti i friulani interessa. Guardiamo bene i progetti e poi decidiamo per un piano di sviluppo condiviso e non subdolo o imposto dagli interessi economici di altri, Roma o Milano che siano.
Lorenzo Croattini - Udine
(Messaggero Veneto, 5 settembre 2010)
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