Si deve rinominarlo lago di Edipower
da: Messaggero Veneto — 28 settembreNon so se quanto segue sarà uno sfogo, se non meriti alcuna attenzione o se, in questo tipo di società che si sta delineando, faccia scuotere la testa, ma alcune considerazioni vorrei farle comunque. Penso che la memoria di ognuno, di tanto in tanto, risalga ai tempi e ai luoghi del passato e che, oltre a riviverli nei sogni, spinga a rivederli e rivisitarli. Per avanzare tranquilli nel futuro mi sembra necessario conoscere bene il punto di origine, altrimenti ci si ritrova in una megalopoli indistinta e impazzita, senza passato e senza futuro. E così, abbiamo fatto un bel giro tre amici e io qualche giorno fa. Con affetto abbiamo visitato i luoghi della gioventù nella valle del lago dei Tre Comuni o di Cavazzo o di Alesso o del Drago sorgente dalle acque o di Bordano, ma potrebbero essere dodici i nomi, come dodici sono i paesi. Con triste ironia abbiamo discusso sulla proposta di molti di rinominare il lago e la sua valle, dopo lo scempio "in fieri", con un solo nome anziché con tanti. Tutto ciò a significare che alla fine i paesi della valle stanno raggiungendo il grosso "risultato": mentre loro baruffavano e baruffano sul nome, istigati dai famigli, il lago e la sua valle stanno passando al padrone reale e vero e quindi stanno diventando rispettivamente "lago di Edipower" – pardon "bacino di Edipower" – e "Val di Edipower". E che ci fosse almeno qualche giusto controllore, legale o tecnico per evitare tutto questo! Vogliono fare il potenziamento della centrale mediante pompaggio in barba a tutti. Per tenere tranquillo il popolo van raccontando la favola secondo la quale niente cambia e che, anzi, il lago migliorerà con l’acqua che prende la funivia e torna nel bacino di Verzegnis per ridiscendere nel lago di Cavazzo in un ciclo continuo, che esso migliorerà a tal punto che i pesciolini nuoteranno tranquilli... ma sul dépliant di Edipower. Strano paese questo. Abbiamo ripensato le vicissitudini della valle fino al maggio ’45, la strage di Avasinis, il bombardamento di Alesso, gli sfollamenti degli abitanti. Allora le nostre case furono occupate dai cosacchi e non c’era Zamberletti per gli sfollati. Poi ci hanno spiegato che per il bene generale bisognava rassegnarsi alle devastazioni. Bisognava costruire la Centrale Sade, gli elettrodotti, l’oleodotto transalpino della Siot, con la stazione di pompaggio di Somplago piazzata proprio presso il lago, in mezzo alla valle, e infine l’autostrada Udine-Tarvisio a mettere i piedi sulla testa di Somplago e a spaccare tutta la valle e le sue montagne. Così, ci hanno rullati. A farlo, questa volta, non sono stati né i tedeschi, né i cosacchi, né i fascisti, né i titini. A rullarci nuovamente con il pompaggio idroelettrico stanno lavorando i "nostri"! I paesi dopo il terremoto sono assai cambiati e, anche se non sono più quelli di prima, sono decisamente migliorati sotto tanti aspetti come nel resto di tutta la zona terremotata. Lo diciamo a onor del vero e a dimostrazione che non ci lamentiamo per abitudine. Alla fine abbiamo convenuto che il punto migliore da cui vedere il lago e una parte della valle è la rupe di Cesclans con la sua pieve. Ci siamo andati. Quella di Santo Stefano Protomartire di Cesclans è la chiesa madre di tutta la valle. È stata magnificamente rimessa in piedi dopo il terremoto con il contributo della Regione o dello Stato – suppongo –, ma non c’è ombra di cartello che lo scriva alla futura memoria. È situata in una posizione magnifica, alta sulla valle, da cui domina il lago. Uscendo dalla cinta ho notato addossato alla stessa il quadro comando del sistema di illuminazione esterna della pieve con ben evidenziata la scritta "Edipower". Messaggio chiaro! Tale scritta mi ha ricordato che anche nella chiesetta di San Candido, situata sotto la rupe, c’era un’analoga riferita alla Sade. Con un po’ di malizia ho considerato che per completare e non discriminare i "benefattori" della valle mancherebbe la pubblicità di riconoscenza alla Siot e ad Autostrade. Mi è venuto in mente il passaggio del Vangelo di San Matteo che recita: "Poi Gesù entrò nel tempio e ne scacciò tutti quelli che vendevano e compravano nel Tempio, rovesciò i tavoli dei cambiamonete e i seggi dei venditori di colombe". Certamente non sono l’interprete più indicato dei testi sacri e non voglio giudicare chi ha concesso di esporre quelle scritte, ma confesso che non ce la vedo una chiesa o un luogo sacro con cartelli pubblicitari di "benefattori" interessati a scambi non certo spirituali. Edipower "generosamente" illumina sì la pieve, ma spegnerà il lago con il suo progetto per trarre elevati profitti. Preferisco di gran lunga la severa, rigida semplicità della chiesa del mio paese, povera, che parla schietto, che può anche scontrarsi con qualcuno, ma che sta con la gente e non con don Rodrigo e i suoi maramaldi. Tornando a casa abbiamo discusso delle prime approvazioni del progetto Edipower da parte dei Comuni pervenendo alla convinzione che la maggior parte dei consiglieri sia stata indotta all’errore da una presentazione del progetto, che taceva le sue conseguenze negative sul lago, mentre evidenziava inesistenti miglioramenti del suo ambiente. Solo alcuni di loro sapevano e non hanno parlato. Va dato atto che alcuni di quei consiglieri si sono resi conto del proprio errore e ora stanno contrastando lo scempio del lago che si vuol perpetrare.
Loredano Tomat, già sindaco di Trasaghis