"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 10 luglio 2010

Lago, un articolo sul sito della Diocesi


AMBIENTE

«Il lago di Cavazzo rischia di diventare una palude»

L'allarme dei comitati, contrari all'ampliamento della centralina di Somplago

UDINE (6 luglio, ore 16) - Sono tornati alla carica i comitati per la tutela del lago di Cavazzo, oggi, dicendo ancora una volta no al progetto di potenziamento della centrale di Somplago. Un’iniziativa promossa da Edipower e che ora desta qualche perplessità anche nei sindaci sei quattro comuni interessati, Verzegnis, Cavazzo, Trasaghis e Bordano. La Regione, dal canto suo, attende uno studio tecnico prima di esprimersi il cui costo dovrebbe essere coperto proprio da Edipower, che non ha al momento alcun’intenzione di sborsare quei soldi.
Così i comitati hanno chiesto l’aiuto di un gruppo di tecnici che volontariamente ha analizzato i punti che risentirebbero maggiormente dell’ampliamento. «Le oscillazioni saranno notevoli, di 2 metri e mezzo – dice uno dei referenti dei comitati, Franceschino Barazzutti – e a causa della movimentazione continua delle acque e dei fanghi e il lago non sarà più né verde né celeste, ma diventerà color caffelatte». I comitati chiedono anche un impegno preciso da parte della politica. «I segretari dei partiti – tuonano – dicano con chi stanno». Nel frattempo oltre alle 9000 già raccolte e depositate si pensa a nuove forme di protesta per fermare l’iter progettuale. Secondo Barazzutti «se il progetto di ampliamento andasse in porto, si andrebbe incontro a una conseguenza alla distruzione del lago di Cavazzo, l’unico grande lago della regione, a una quota bassa di neanche duecento metri, all’inizio delle montagne, alla fine delle pianura. E’ un lago naturale che va preservato».


dal Portale dell'Arcidiocesi di Udine, http://udine.chiesacattolica.it/arcidiocesi_di_udine


Sull'edizione a stampa de "La Vita Cattolica" n. 28 del 10 luglio 2010, pag. 21, il testo viene ripreso e approfondito

1 commento:

  1. Ma chi ha scritto questo artico, suor Maria Claretta? Comunque, nonostante "l'italiano tirato cu la fionda", è da apprezzare la volontà degli autori di dire le cose così come stanno. Dunque, i miei complimenti all'Arcidiocesi di Udine per l’imparzialità dimostrata. S.R.

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