AMBIENTE
L'allarme dei comitati, contrari all'ampliamento della centralina di Somplago
UDINE (6 luglio, ore 16) - Sono tornati alla carica i comitati per la tutela del lago di Cavazzo, oggi, dicendo ancora una volta no al progetto di potenziamento della centrale di Somplago. Un’iniziativa promossa da Edipower e che ora desta qualche perplessità anche nei sindaci sei quattro comuni interessati, Verzegnis, Cavazzo, Trasaghis e Bordano. La Regione, dal canto suo, attende uno studio tecnico prima di esprimersi il cui costo dovrebbe essere coperto proprio da Edipower, che non ha al momento alcun’intenzione di sborsare quei soldi.
Così i comitati hanno chiesto l’aiuto di un gruppo di tecnici che volontariamente ha analizzato i punti che risentirebbero maggiormente dell’ampliamento. «Le oscillazioni saranno notevoli, di 2 metri e mezzo – dice uno dei referenti dei comitati, Franceschino Barazzutti – e a causa della movimentazione continua delle acque e dei fanghi e il lago non sarà più né verde né celeste, ma diventerà color caffelatte». I comitati chiedono anche un impegno preciso da parte della politica. «I segretari dei partiti – tuonano – dicano con chi stanno». Nel frattempo oltre alle 9000 già raccolte e depositate si pensa a nuove forme di protesta per fermare l’iter progettuale. Secondo Barazzutti «se il progetto di ampliamento andasse in porto, si andrebbe incontro a una conseguenza alla distruzione del lago di Cavazzo, l’unico grande lago della regione, a una quota bassa di neanche duecento metri, all’inizio delle montagne, alla fine delle pianura. E’ un lago naturale che va preservato».
Così i comitati hanno chiesto l’aiuto di un gruppo di tecnici che volontariamente ha analizzato i punti che risentirebbero maggiormente dell’ampliamento. «Le oscillazioni saranno notevoli, di 2 metri e mezzo – dice uno dei referenti dei comitati, Franceschino Barazzutti – e a causa della movimentazione continua delle acque e dei fanghi e il lago non sarà più né verde né celeste, ma diventerà color caffelatte». I comitati chiedono anche un impegno preciso da parte della politica. «I segretari dei partiti – tuonano – dicano con chi stanno». Nel frattempo oltre alle 9000 già raccolte e depositate si pensa a nuove forme di protesta per fermare l’iter progettuale. Secondo Barazzutti «se il progetto di ampliamento andasse in porto, si andrebbe incontro a una conseguenza alla distruzione del lago di Cavazzo, l’unico grande lago della regione, a una quota bassa di neanche duecento metri, all’inizio delle montagne, alla fine delle pianura. E’ un lago naturale che va preservato».
dal Portale dell'Arcidiocesi di Udine, http://udine.chiesacattolica.it/arcidiocesi_di_udine
Sull'edizione a stampa de "La Vita Cattolica" n. 28 del 10 luglio 2010, pag. 21, il testo viene ripreso e approfondito
Ma chi ha scritto questo artico, suor Maria Claretta? Comunque, nonostante "l'italiano tirato cu la fionda", è da apprezzare la volontà degli autori di dire le cose così come stanno. Dunque, i miei complimenti all'Arcidiocesi di Udine per l’imparzialità dimostrata. S.R.
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