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venerdì 2 settembre 2016

Dal Friuli, una strategia comune per l'aiuto ai terremotati

Come riferito sul Blog giovedì scorso, dall'Associazione dei sindaci friulani della ricostruzione è partito un appello per iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia, per dare attuazione concreta allo slogan del Friuli che, dal '76 ad oggi, "nol dismentee".
L'associazione ha ora indetto una riunione dei sindaci friulani per il 6 settembre al fine di dare vita a iniziative comuni concordate.
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«I gesti solidali vanno coordinati»

 Molti comuni friulani stanno già mettendo a punto raccolte fondi e aiuti per le popolazioni colpite dal terremoto. Ma la frammentazione delle iniziative rischia di limitare la loro efficacia. Ecco perché l'Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione ha chiamato a raccolta i primi cittadini di ieri e di oggi per elaborare una strategia comune. L'incontro si svolgerà il 6 settembre, alle 18, nella sala consiliare del palazzo municipale di Venzone. «Il Friuli ha l'obbligo di essere all'altezza della solidarietà ricevuta 40 anni fa e della bella pagina che ha scritto con la sua ricostruzione», scrivono nella lettera di convocazione il presidente, Fabio Di Bernardo, e il presidente onorario, Franceschino Barazzutti. Chiarito che l'associazione ha l'obbligo di «svolgere un ruolo sia nell'emergenza, sia nella ricostruzione, i presidenti constatano «con piacere il sorgere di autonome, molteplici e varie iniziative di Comuni e associazioni a favore delle popolazioni terremotate». Ma allo stesso modo il vertice dell'associazione rileva «l'opportunità di evitare una frammentazione di tali iniziative e di favorire invece la confluenza delle stesse iniziative su obiettivi concordati e rilevanti, che marchino la presenza dell'intero Friuli solidale». Detta in altri termini, come fa Di Bernardo, «unendo le forze si può fare di più». A poche ore dal sisma che ha distrutto diversi comuni dell'Italia centrale, l'Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione aveva già annunciato l'intenzione di avviare una raccolta fondi riservandosi di comunicare i tempi e i modi dell'iniziativa. Non sono mancate le sollecitazioni da parte di diversi amministrazioni comunali pronte a tendere la mano alle comunità di Lazio, Marche e Abruzzo rimaste senza case e, in molti casi, anche senza affetti. Ancora una volta, come hanno continuato a fare in questi ultimi 40 anni, i sindaci e quelli in carica nei 137 comuni colpiti dal terremoto nel 1976, si ritroveranno per restituire la solidarietà ricevuta quando tra le macerie erano le genti delle nostre comunità. Proprio perché i terremoti continuano a colpire il nostro Paese, i primi cittadini sono pronti a mettere a disposizione di altri l'esperienza positiva maturata in Friuli. Peccato che il modello Friuli «viene sì citato di tanto in tanto, ma - scrivono sempre i presidenti - ci si guarda bene dall'adottarlo e applicarlo nei fatti, pur essendo quella friulana l'unica ricostruzione ben riuscita sotto tutti gli aspetti. È da chiarire se ciò avvenga, e in quale misura, per carenze nostre o per volontà altrui». (g.p.)

(Messaggero veneto, 31 agosto 2016)

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