"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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sabato 14 giugno 2014

Dopo Sauris, Verzegnis. E sul Lago di Cavazzo c'è qualche brivido... (XI)

"La Vita Cattolica" del 12 giugno ha dedicato un ampio servizio al tema delle acque e del loro utilizzo.

Riproduciamo, distribuite su alcune parti, la sezione legate al problema del prossimo sfangamento di Verzegnis.


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II parte - approfondisce le preoccupazione dei comitati in merito alle modalità di sfangamento e alle conseguenze per il Lago di Cavazzo
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(da: La Vita Cattolica, 12 giugno 2014, p. 4)

Barazzutti: «Non trasformiamo i costi privati in costi pubblici»

SUL FATTO «CHE le dighe vadano svasate siamo tutti d’accordo – ha poi aggiunto il rappresentante del Comitato per la tutela delle
acque del bacino montano del Tagliamento –.
Quello su cui non siamo d’accordo è il modo in cui lo si vuole fare», facendo ricadere i costi sulla collettività.
In realtà, secondo Barazzutti, «Edipower è produttrice di una merce che si chiama corrente elettrica, che ha degli scarti: i fanghi. Dunque, come avviene per tutte le aziende, a Edipower spettano gli smaltimenti dei propri fanghi».
«Riversando i fanghi, come vuole fare Edipower, nel sottostante alveo dell’Ambiesta, che è un bene comune, un bene pubblico – ribadisce Barazzutti – si trasformano dei costi che devono essere privati in costi pubblici. Evidentemente questo non va bene. Tanto più che già Edipower utilizza la materia prima, cioè l’acqua, a costo zero, ricavandone la propria merce, i kilowattora, che vende traendo il suo guadagno».
Quale allora la proposta? Fare quanto si è fatto in Toscana per lo sfangamento degli invasi di La Penna e Levane. «Là – spiega Barazzutti – hanno proceduto in modo completamente diverso: hanno raccolto i fanghi, meccanicamente o con draghe, li hanno trattati, vagliati e selezionati.
Una parte è stata usata per colmate, un’altra per usi agricoli, un’altra ancora per l’industria edilizia».
Insomma, l’invito è rivolto alla Regione, perché «fissi paletti ben rigidi, affinché i costi privati vengano pagati dal privato. Anche perché dopo il bacino di Verzegnis, toccherà allo sfangamento di quelli della Val Tramontina: Cà Zul, Cà Selva e Redona».



Fango nel lago di Cavazzo? «Non passeranno»

IL PROGETTO DI EDIPOWER di sfangamento del bacino di Verzegnis mette a rischio anche il lago di Cavazzo, nel quale potrebbe riversarsi una quantità imprecisata di fango. È questo uno degli aspetti più inquietanti e che più preoccupano il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento.
Quale il motivo? Il progetto prevede che, durante tutta l’opera di sfangamento, la centrale idroelettrica Edipower di Somplago, che proprio dal bacino di Verzegnis capta l’acqua, continui a funzionare.
Il problema è che la presa dell’acqua si trova proprio laddove è previsto che la draga sia azionata per portare il fango in superficie. È evidente, dice il Comitato, che quest’azione farà smuovere il fango che verrà risucchiato dalla presa della centrale elettrica e da lì si riverserà nel lago di Cavazzo.
A prevederlo, del resto, è la stessa Edipower. «Ma loro dicono – ha proseguito Barazzutti – che se la centrale non si ferma e non scarica l’acqua nel lago, esso perisce e si abbassa di livello. Evidentemente o sono ignoranti o sono in mala fede. Il lago, infatti, è alimentato sufficientemente dall’immissario Schiasazza.
Inoltre secondo Edipower l’effetto negativo dello sversamento di fango nel lago sarà solo estetico. Ma sappiamo che il lago ha già tanti fanghi. Ci sono studi che dicono che tra 107 o 110 anni sarà riempito di fango».
Su questo il comitato è quindi durissimo: «L’operazione serve solo a non perdere guadagno». Di qui la richiesta che durante lo sfangamento la centrale di Somplago venga fermata: «Nel lago non devono finire altri fanghi».
Altra richiesta del Comitato alla Giunta regionale è quella, dice Barazzutti, «di attuare il parere della Quarta commissione che, esaminando il piano tutela acque, ha detto che, contemporaneamente alla realizzazione di una derivazione del Consorzio Ledra Tagliamento dal lago, si debba provvedere alla realizzazione di un bypass dallo scarico della centrale allo scarico del lago, evitando
così che le acque della centrale finiscano nel lago stesso. «Su questo non passeranno», dice Barazzutti. «Il lago di Cavazzo, forse anche per la crisi, è diventato un luogo di turismo intensissimo, seppure povero. Penso che una Regione civile lo debba salvaguardare».


1 commento:

  1. Mi inserisco in un contesto certamente più ampio ma, vorrei porre una domanda.
    Circa 12 anni fa l'invaso dell'Ambiesta è già stato svuotato (non so se per togliere il fango o per altri interventi). Cosa è successo in quell'occasione ? Dato il non enorme lasso di tempo trascorso, dovrebbero esserci documenti, ricordi, impressioni in proposito. Potrebbe essere utile anche per la situazione attuale.

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