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venerdì 13 giugno 2014

Dopo Sauris, Verzegnis. E sul Lago di Cavazzo c'è qualche brivido... (IX)

"La Vita Cattolica" del 12 giugno ha dedicato un ampio servizio al tema delle acque e del loro utilizzo.
Riproduciamo, distribuite su alcune parti, la sezione legate al problema del prossimo sfangamento di Verzegnis.
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I parte - riprende e amplia quanto pubblicato dal sito della Diocesi poche ore dopo la conclusione della conferenza stampa di lunedì
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«Dopo Sauris, Edipower non deturpi Cavazzo»
(La Vita Cattolica, 12 giugno 2014, p. 4)

Il Bacino di Verzegnis, quello che raccoglie le acque del torrente Ambiesta per alimentare la centrale idroelettrica di Somplago, va sfangato, ma non come intende fare Edipower, riversando cioè i fanghi nell’Ambiesta e mantenendo, durante i lavori, l’attività della centrale.
A dirlo è il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, secondo il quale si rischia un «disastro» come quello verificatosi un anno fa con lo svuotamento dei fanghi del lago di Sauris nel Lumiei, «non certo un esempio, come vuol fare credere la Regione», afferma Franceschino Barazzutti, aggiungendo che il mancato stop a Somplago comporterà il riversarsi di grandi quantità di fanghi nel lago di Cavazzo. Di qui l’invito ai sindaci a mettersi di traverso al progetto, che sarà loro presentato il prossimo 13 giugno. «I fanghi vanno stoccati e trattati, non dispersi nei fiumi, scaricando sulla comunità un costo privato».

Bacino di Verzegnis da sfangare, ma non così

UN INVITO AI SINDACI dei comuni disposti lungo il Tagliamento, da Verzegnis a Lignano, affinché dicano no alle modalità del progetto di Edipower per lo sfangamento del bacino artificiale di Verzegnis, un progetto che rischia di deturpare il torrente Ambiesta ed anche il lago di Cavazzo, dove una gran quantità di fango è destinata a finire. Insomma, no al ripetersi di un altro «Caso Sauris», che un anno fa – come ampiamente documentato dalla Vita Cattolica – aveva portato al riversamento nel torrente Lumiei di 51 mila metricubi di fango e alla morte di tutta la fauna ittica.
Ad annunciare la nuova battaglia è stato il Comitato per la tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, nel corso di una conferenza stampa tenutasi lunedì 9 giugno, nella sede della Regione a Udine.
Il piano presentato prevede che i fanghi, con una densità di 300 chili per metrocubo, vengano prelevati da una draga nei pressi della diga e poi gettati nel torrente Ambiesta. I lavori si sfangamento dovrebbero iniziare a settembre prossimo e durare due mesi, periodo durante il quale Edipower non intende bloccare l’attività della Centrale idroelettrica di Somplago, che proprio dal bacino dell’Ambiesta prende le acque per le sue turbine, tramite una condotta di otto chilometri.
Per questo, a causa della movimentazione, si prevede che parte del fango finisca nella condotta della centrale e poi di qui nel lago di Cavazzo.
La presa di posizione, ha affermato il presidente del Comitato, Franceschino Barazzutti, avviene dopo che la direzione centrale Ambiente ed Ein programma prossimo 13 giugno. E fa seguito anche alle dichiarazioni dell’assessore regionale, Sara Vito, che nei giorni scorsi, proprio a proposito dello svaso del bacino del Lumiei di un anno fa, ha parlato di «bilancio ambientale positivo», aggiungendo che «si può notare un recupero delle condizioni ante svaso» «in alcuni casi il raggiungimento di uno stato elevato e di condizioni migliori per quanto riguarda la fauna ittica presente nel torrente Lumiei».
Dichirazioni che fanno sobbalzare sulla sedia Barazzutti.
«Da queste parole – attacca – sembrerebbe che non sia il disastro che è stato. Per quanto riguarda i pesci, di certo quelli non sono ritornati nel fiume con le loro gambe, ma ci sono stati portati già belli e grossi dall’ente tutela pesca. Inoltre dove sono finiti i 51 mila metricubi di fango? Nella colmata nei “salets” di Enemonzo non ce ne stanno neanche 2000. E gli altri? Si è risposto che sono stati portati via dall’acqua del Lumiei, sono finiti negli interstizi della ghiaia, per cui il Lumiei scorre meglio. Ma questo non è un bene! – alza la voce Barazzutti – perché significa che si è cementificato il fondale». Insomma, secondo il comitato «quello di Sauris non può essere un esempio».
Per questo Barazzutti definisce «grave» la presa di posizione dell’assessore Vito, a pochi giorni dalla presentazione del progetto di Edipower per l’Ambiesta, «quasi a dire ai sindaci: non preoccupatevi. Invece la posizione dev’essere: visto Sauris, facciamo le cose nel modo giusto».


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