"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

sabato 17 settembre 2016

Domenica ad Alesso "Taramotànzas", le testimonianze sul terremoto

Domenica ad Alesso, alle 21.06 (ora simbolica scelta a ricordo del 6 maggio), nella corte interna della piazza (in caso di maltempo in latteria), verrà presentato il risultato finale del progetto "Taramotànzas" di cui si è parlato già anche sul Blog.
Da mesi è avviata, fra i dalessàns,  una raccolta di testimonianze dirette  sull'esperienza del terremoto, a quarant'anni da quell'indimenticato 1976.
L'iniziativa è stata  promossa da un apposito gruppo di lavoro con la collaborazione di Comune di Trasaghis, Pro Loco di Alesso, Gruppo Parrocchiale - Cinema Stelle e Latteria  turnaria di Alesso.

Il gruppo è formato da:

Musiche:
Natalia Franzil
Susan Franzil
Alessio Stefanutti
Edoardo Goi
Emanuele Stefanutti
Renzo Stefanutti
Manuel Stefanutti

Arti visive:
Saira Franzil

Voce Narrante:
Carlotta Del Bianco

Le musiche sono tutte originali, mentre i testi narrati sono costituiti dai racconti raccolti.

Un appuntamento quindi da non perdere! 



venerdì 16 settembre 2016

Domenica ad Alesso il racconto della notte quando "il Friuli andò giù"

Il libro  LA NOTTE CHE IL FRIULI ANDÒ GIÙ casa editrice Bottega Errantesarà presentato domenica 18 settembre alle 20.15 nella corte interna della piazza di Alesso (in caso di maltempo, nella latteria)
10 autori raccontano il loro 6 maggio 1976, in occasione del 40° anniversario del terremoto in Friuli. 
Un canto collettivo, corale, popolare, che ci riporta dentro la notte del 6 maggio 1976. Una data scolpita nella memoria di intere generazioni, che ha spostato la linea retta della storia del Friuli, un modo di essere, di vedere il mondo, di farne parte. Il racconto di una tragedia, che accanto ai mille morti e al crollo totale di interi paesi, è diventata simbolo dello spirito profondo di un popolo, di una comunità, fatto di commovente solidarietà, tenacia, lacrime trattenute, pacche sulle spalle.
La letteratura ha anche il compito di costruire un immaginario, di provare a narrare le emozioni, le contraddizioni, i dolori di quel 1976. Dai testi più “politici” ai più poetici, dalle testimonianze dirette alle riflessioni, scrittori, giornalisti, critici, musicisti ci mostrano in questo libro che cos’è stato per loro il terremoto.
 Gli autori che raccontano il loro 6 maggio sono Renzo Brollo, Pericle Camuffo, Pierluigi Di Piazza, Gian Paolo Gri, Maurizio Mattiuzza, Paolo Medeossi, Giada Messetti, Silvia Sacher, Antonella Sbuelz e il dalessàn  Renzo Stefanutti.
A seguire, alle 21.06, "Taramotànzas", testimonianze alessane sul terremoto (ne parleremo diffusamente domani)

giovedì 15 settembre 2016

Addio a Marisa, anima del dancing "Al Lago"

Addio a Marisa Gamberini, anima della discoteca “Al Lago”



Aveva 86 anni Marisa Gamberini, l’ultima dei 3 figli rimasti di Lorenzo, titolare e fondatore della Discoteca Al Lago, nel 1958, quando il locale si trovava sulla strada di fronte all’attuale ubicazione ad Alesso di Trasaghis.
Una delle primissime balere in zona, quando invece che pagare il biglietto si “tirava la corda” ogni quattro balli per svuotare la pista e bisognava pagare di nuovo per poter ballare ancora.
Da giovane, oltre che tuttofare in balera, era cuoca nel ristorante di famiglia, adiacente alla discoteca, dove la cucina bolognese era un’apprezzatissima novità per l’epoca.
Dalla balera alla discoteca, trasformando il ristorante in quelle che ora sono le sale B e C.
Una storia di cuore quella di Marisa, figlia di chi si è innamorato delle nostre zone, in particolare del lago di Cavazzo, dove qui si è sposata e ha portato e mantenuto le sue tradizioni, raccontate con quell’accento bolognese che proprio non se ne voleva andare.
Ha incrociato gli sguardi di migliaia di persone soprattutto in discoteca, ha visto crescere e cambiare generazioni, mode e tendenze.
Orgogliosa e caparbia, fiera di quanto e come la sua famiglia ha gestito il trascorrere degli anni, impegnando una vita a far star bene e far divertire le generazioni che l’hanno conosciuta, o semplicemente vista, all’ingresso di quel locale dove migliaia di persone hanno ricordi indelebili. E a quella porta per decenni c’era lei, con quei “buonasera” e “buonanotte” inconfondibili nonostante la stanchezza e gli acciacchi che l’hanno sempre accompagnata, soprattutto negli ultimi anni.

Quarant'anni fa, le scosse e la fuga

Ricorre oggi il 40° anniversario del secondo terremoto del Friuli, quello che, spezzando le illusioni di un'estate in cui si stava faticosamente tentando di rabberciare quanto provocato dal sisma del 6 maggio, provocò lo scoramento e la fuga verso la costa, negli alberghi  e negli alloggi requisiti dal Commissario Straordinario per dare ospitalità ai terremotati friulani.

Per chi non c'era, per chi non sa, valga la sintesi pubblicata recentemente dal "Messaggero Veneto":

Nel 1976, in Friuli, la terra tornò a tremare l’11 settembre alle 18.31 e alle 18.40. Le scosse provocarono nuovi crolli anche nelle case già riparate con i fondi stanziati dalla Regione attraverso la legge 17 che risolveva il problema senza entrare nel merito dell’adeguamento sismico.
Le nuove scosse provocarono altre macerie, tanta paura. L’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, era già stato contestato e una delegazione di 15 parlamentari si preparava a visitare il Friuli.
Arrivò il 13 settembre trovò la gente infuriata. Gli onorevoli non sfuggirono alle scosse del 15 settembre: la prima alle 5.15, la seconda alle 11.23.
Era un secondo terremoto al quale, tanto per citare qualche esempio, non resistettero né il campanile né il duomo di Venzone ridotto a pochi spezzoni di mura.
Il commissario straordinario per la ricostruzione del Friuli era già stato rinominato (dopo l’emergenza aveva lasciato il Friuli a luglio) con ampi poteri per ricostruire case, attività economiche e sociali.
Zamberletti ordinò l’esodo, ma non fu facile convincere uomini e donne a lasciare i luoghi dove erano nati e cresciuti. Furono gli alpini della Julia a persuadere la gente a salire sui mezzi militari con poche cose.
«Nelle località balneari - ha già avuto modo di spiegare il commissario - avevamo raggruppato le comunità, ricreato addirittura le classi scolastiche». Ma gli sguardi immortalati dai fotografi rivelano quanto i friulani si sentissero fuori posto nelle camere e nelle sale pranzo degli alberghi.
Parallelamente, il commissario fece arrivare in Friuli un considerevole numero di roulotte per consentire agli imprenditori e ai contadini di non abbandonare le loro aziende. I dipendenti, invece, andavano e venivano ogni giorno da Lignano o da Grado a bordo dei pullman.
Durante l’inverno in ogni comune vennero aperti i cantieri per la costruzione dei prefabbricati. Molti furono gestiti dai militari che, nelle giornate gelide, lavoravano in condizioni quasi disumane.
Nella primavera 1977 alle famiglie vennero consegnati i prefabbricati che da lì a dieci anni sarebbero stati liberati. In quella vicenda si cementò la fiducia tra le istituzioni, i Comuni e la gente.
«Allora - riportiamo sempre le parole di Zamberletti - tutto dipendeva dalla capacità di gestione dei sindaci, qualcuno mi disse che la mia delega totale rappresentava una difficoltà perché avevo messo sulle loro spalle una responsabilità enorme».
Fondamentale fu anche il ruolo svolto dalla gente che, con le sue proteste e al Chiesa al suo fianco, indirizzò i politici verso un’inedita alleanza.
Basti pensare che i rappresentanti dei partiti di destra e sinistra fiancheggiavano Zamberletti favorendo così le modifiche legislative che via via si rendevano necessarie per fare andare avanti la macchina.
Questo è il segreto del modello Friuli che continua a far scuola nella gestione dell’emergenza e della ricostruzione e che oggi viene invocato nei
comuni dell’Italia centrale.

(Messaggero Veneto, 6 settembre 2016)

Chi c'era, ricorderà senz'altro la paura di quella mattinata, le poche cose raccattate in fretta e furia, la
partenza sui bus verso Lignano,con la morte nel cuore.



Sono momenti che potranno essere rivissuti anche grazie al video di "Mossi dalla terra" che sarà presentato in anteprima questa sera a Cavazzo e di cui si può vedere una anteprima cliccando sul sottostante link:

https://vimeo.com/181620580?outro=1


mercoledì 14 settembre 2016

Addio a Mauro, un amico del Lago

Se ne è andato, dopo aver combattuto a lungo contro una brutta malattia, il giornalista Mauro Nalato.
Così lo ricorda il "Messaggero Veneto":

UDINE. Addio al giornalista Mauro Nalato, scomparso a 58 anni dopo una lunga malattia che lo aveva colpito quasi 4 anni fa e che aveva sempre combattuto con grande coraggio.
Quella di Nalato è stata una lunga carriera nel mondo del giornalismo, comunciata negli anni giovanili a La Vita Cattolica, poi proseguita all’inizio degli anni Novanta al quotidiano lombardo La Provincia di Como, dove era diventato professionista.
Chiusa l’esperienza in Lombardia, dopo qualche anno era rientrato a Udine dove aveva lavorato da libero professionista sempre in ambito economico (alla Camera di commercio) e come addetto stampa di associazioni quali Coldiretti, Confartigianato, Anci e molte altre.

Ma è importante ricordarlo anche qui, perché Mauro era, ed è rimasto fino all'ultimo, un "amico del Lago".
Ancora nel 1983 aveva scritto degli articoli sulla "riscoperta" del Lago da parte dei turisti, dopo i primi interventi di sistemazione delle sponde; nel 1984 aveva fatto parte della Giuria del Concorso grafico e fotografico "Un'immagine per il lago" promosso dal Comune e dalla Biblioteca di Trasaghis, aveva continuato ad occuparsi delle vicende del Lago seguendo, nel 1986, il dibattito sul progettato prelievo idrico da parte del Consorzio Ledra-Tagliamento.
Negli ultimi anni, nonostante la malattia, aveva continuato a seguire i problemi del Lago, in particolare quelli legati al ventilato raddoppio della centrale di Somplago.

"Oggi anche il lago piange", si era scritto dopo la morte di Franco Marchetta. E' forse il caso di ripeterlo?
Mandi, Mauro.

lunedì 12 settembre 2016

Lago, emozioni senza fretta

Annamaria Gisolfi scrive sulla propria pagina fb:

Questa mattina ho ricevuto una bellissima sorpresa.
Un messaggero su una bicicletta da corsa (mio vecchio amico) mi ha consegnato una lettera con un bellissimo pensiero scritto da sua figlia per il nostro amato lago, io che disperavo perché non vedevo la gente di Alesso impegnarsi per la difesa dello stesso.
Mi sbagliavo e sono contenta.
Non dico di chi è lo scritto ma invito l'autrice a farlo personalmente. 
Viva il Lago !!! 

E rilancia al Blog la poesia, che viene volentieri pubblicata anche qui:


Sono, se vogliamo, gli stessi  sentimenti espressi, con altre parole ed altro stile, dal poeta di Tarnep Ugo Rossi nei primi anni '60:

Al gno Lâc

Cjatâmi di bessôl chi cun te sot sere,
sintî las cjampanes da val sunâ l'Ave Marie
e l'onde bruntulant par sot une prejere
mi jemplin il cûr di tante nostalgje.

Mi ricuardin cuant che picinin, cence pinsîrs,
discolz j cjaminavi su la tô clapôse rive,
l'onde tô benedete mi cjarezave i pîs
ch'a lassavin sui claps i segnos da piel vive.

Se j cîr cumò chei segnos, no son pui,
l'onde e il timp dut àn cancelât,
dome il gno cûr al pò dî, dome lui,
ce che denti di me al è restât.

Lontan l'è il timp di chê primevere,
finît l'è il biel trop dai vecjos amîs,
tu mi restis tu, ultime sperance sincere, 
l'unic biel ricuart dal gno paîs.
(Ugo Rossi, setembar 1962)


E voi, come raccontereste il vostro rapporto col Lago?  Scrivetelo al Blog!


domenica 11 settembre 2016

Peonis, messa ai Clapaz nel segno della solidarietà

A Peonis, si è svolta  la tradizionale messa all'ancona dei Clapaz, che è stata celebrata dal parroco don Fausto Quai. Come vuole la tradizione, su quell’ancona, costruita nel 1829, ogni anno viene celebrata una santa messa a ricordo delle stagioni della fienagione e del duro lavoro femminile. La manifestazione è stata organizzata, oltre che dalla Parrocchia,   dal Comune di Trasaghis, dall’associazione Chei di Peonis e dal locale gruppo Ana.
La cerimonia di quest'anno è stata all'insegna del concetto di solidarietà, vuoi per la consegna di un attestato a Luigi Tollon, un alpino che rimase ferito il 14 settembre 1976 cadendo dal tetto della scuola materna, dove prestava aiuto per i terremotati, vuoi per l'avviata raccolta di fondi che saranno destinati alle popolazioni terremotate del Centro Italia.
Il carattere dell'incontro è stato sottolineato negli interventi del sindaco di Trasaghis Picco e del capogruppo alpino Del Negro. Erano presenti i vicesindaci di Bordano Bellina e di Forgaria Ingrassi, i rappresentanti dei gruppi alpini del Gemonese ed anche una delegazione di alpini e di marinai provenienti da Palazzolo dello Stella, località di origine di Tollon.
La manifestazione si è chiusa con un "rancio" preparato dai volontari di Peonis.


sabato 10 settembre 2016

Per valorizzare la "Cjanevata" e la "Busa dai pagans" a Cavazzo

Nadia Montanara è l'Alpingirl che percorre con affetto e competenza ogni cjanton delle nostre montagne. Il Blog ha più volte ripreso e citato le descrizioni delle sue escursioni quando hanno riguardato la Val del Lago, per esempio sul Brancot, sul Cuar, sul Bedovet, sull'anello da Cavazzo a Pusea…
Ora, sulla sua pagina Fb, Nadia lancia un appello per far conoscere e valorizzare  due gioielli pressoché sconosciuti in area cjavacina: la "busa dai Pagans" e la "Cjanevata". Dopo aver pubblicato una serie di belle fotografie, rilancia: " In Friuli V. G. abbiamo posti bellissimi e non sappiamo né valorizzarli né curarli! Vedi Forra della Chianevate e Buse dai Pagans (Cavazzo Carnico)" e chiede espressamente al Blog: "non si può fare nulla per migliorare questo bel posto? Sapete se c'è qualche progetto?".


Diciamo innanzitutto che i luoghi non sono sconosciuti: sono stati descritti ancora in relazioni a fine Ottocento, per esempio da Achille Tellini, e Giovanni Gortani; sono stati inseriti nel Catasto regionale delle grotte (http://catastogrotte.fvg.it/pdf.php?doctype=cave-base&ID=141); hanno  ricevuto delle relazioni descrittive  pubblicate abbastanza recentemente da Paolo Montina (in Val dal Lac del 1987)  e da Mocchiutti-D'Andrea nel 2001. Anche su Internet  sono diverse le pagine dedicate: oltre a quella dell'Alpinauta, segnaliamo quella di "Sentieri Natura" (http://www.sentierinatura.it/easyne2/LYT.aspx?Code=SentieriNatura&IDLYT=1970&ST=SQL&SQL=ID_Documento=3912) e quello di "viaggio in FVG" (http://www.viaggioinfriuliveneziagiulia.it/wcms//index.php?id=11730,0,0,1,0,0)..


Diverso è invece il discorso della valorizzazione e della promozione. C'è da dire che per parecchi decenni la zona è stata off-limits per la presenza di bunker e camminamenti militari costruiti all'epoca del "vallo littorio" (anni '30) ma utilizzati anche successivamente dall'Esercito Italiano.  Con la dismissione di tali strutture da parte dell'Esercito,  esse sono state frequentate, praticamente, solo da parte degli appassionati di "archeologia militare" .e da quelli di free climbing, per una palestra di roccia ivi realizzata.


Indubbiamente l'area meriterebbe di essere in primo luogo messa in sicurezza per poi  provvedere alla sua valorizzazione e promozione.

Chi fosse a conoscenza di ulteriori elementi o in grado di formulare proposte operative concretamente attuabili, è pregato di inviare al Blog il proprio contributo di idee.
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venerdì 9 settembre 2016

Peonis. Domenica festa ai Clapaz con un'ospite d'onore, "l'alpino del '76"

Domenica ai Clapaz la messa ed il "grazie" all'alpino del 1976

 Quest’anno la tradizionale celebrazione all’ancona votiva del Clapaz, in programma domenica lungo il sentiero che da Peonis porta in Ledrania, sarà dedicata a un ospite speciale: Luigi Tollon che, impegnato nel 1976 con i cantieri alpini in aiuto ai terremotati, il 15 settembre, con le nuove scosse, cadde dal tetto della scuola materna di Peonis e rimase gravemente  ferito.  
Saranno tanti quelli che, anche per questo motivo,  vorranno raggiungere  raggiungere domenica l’ancona votiva dei Clapaz (piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario costruita nel 1829) dove da anni  viene celebrata una messa a ricordo delle stagioni della fienagione e del duro lavoro femminile: dopo la messa delle 11.15, celebrata da don Fausto Quai, il sindaco Augusto Picco consegnerà a Tollon un attestato di riconoscimento  da parte del Gruppo Alpini e di tutta la comunità; a seguire, un rinfresco organizzato dall’associazione "Chei di Peonis".


giovedì 8 settembre 2016

Amatriciana solidale ad Alesso (4)

La Pro Loco di Alesso ha diffuso un manifesto nel quale viene evidenziato il successo dell'iniziativa "Un'amatriciana per Amatrice" che ha consentito di raccogliere ben 3970 euro a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia, pubblicando l'attestazione dei versamenti immediatamente effettuati ed esprimendo i più vivi ringraziamenti a quanti, nelle più diverse maniere, hanno collaborato alla riuscita dell'iniziativa.


mercoledì 7 settembre 2016

Amatriciana solidale ad Alesso (3)

Sul Messaggero Veneto di ieri è stato pubblicato un articolo dove la Pro Loco ha, con soddisfazione, "tirato le somme" della iniziativa "Una amatriciana per Amatrice".


Ed il Presidente della Pro Loco ha poi ulteriormente precisato che "Alla conta finale il ricavato è di 3970 €". Bilancio quindi estremamente positivo per l'iniziativa di solidarietà con le popolazioni terremotate del Centro Italia, all'insegna del motto "Delés a nal dismentea". 


martedì 6 settembre 2016

Storie e leggende sul San Simeone

Salve ..domenica 4 settembre c'è stata la tradizionale  "sagra sul Monte S. Simeone  "   con   la salita di tanta  gente su questo monte,  che  anticamente veniva chiamato "mont taront"   e diventato poi famoso per essere stato  definito  l'epicentro del terremoto del 6 maggio 1976..  Qualcuno, leggendo il mio intervento su questo Blog ,mi ha chiesto  di  divulgare alcune leggende  e storie  riguardanti questo monte ("San Simion nol a tradit la so int", come si legge  in quella targa colorata , messa  a lato della strada quando si arriva in cima dalla gente del luogo).. che io  ben volentieri mi appresto a fare .
Dunque , la principale e più conosciuta leggenda  riguarda la famosa frase "chi non ci va da vivo ci va da morto " e da questa affermazione  nasce anche la leggenda della processione dei morti ,che la notte del 2 novembre  sale  lassù. Siccome è una processione  di spiriti, nessuno ha avuto la possibilità e il coraggio di vederla  ad eccezione di una mamma che , avendo  perso il figlio,  ha voluto rivederlo ma quando l'ha visto   portare sulle spalle una botticella   piena  e avuto  la risposta che dentro quella botticella  c'erano  tutte le sue lacrime versate per la sua scomparsa ,  s'è data  la pace  e la rassegnazione .. Quella notte nessun abitante "vivo" andava o va, come vuole la tradizione  a dormire  in cima al S .Simeone .. A casa mia questa tradizione è stata sempre rispettata ,come quella di imbandire  una cena  e riempire d'acqua  tutti i  secchi per le  anime dei famigliari che rientravano  nelle proprie case (usanza diffusa  in tutto il Friuli e  in Carnia).
Altra leggenda vuole che sotto  la chiesa   di S . Simeone  ci sia nascosto un grande tesoro , tanti  hanno provato a  scavare per recuperarlo , ma se  alla sera gli attrezzi  non vengono messi in una determinata sequenza ,  tutto il lavoro della giornata sarà vanificato  .A recuperare  questo tesoro ci sarà solo quel bambino che verrà  cullato dentro una culla costruita  con tavole di legno  ricavate  dagli alberi  cresciuti   a ridosso della chiesa..( una leggenda  analoga   si  racconta a Rivalpo di Arta terme , mia moglie  era di lassù).  

Per finire   una storia,  forse una cattiveria ,  riguardi dei frati che - come si sa - avevano il convento lassù .. Si racconta che in "in un certo periodo " sul San Simeone  vivessero dei frati, che in realtà erano dei  ladri , dei  furfanti patentati  e che  con la complicità di  alcuni   complici,  assaltavano le carovane dei mercanti  che transitavano  lungo  la strada che  da Gemona portava  a Moggio.. Fatto il colpo  i frati  risalivano  al convento , si rivestivano dei sai e ricominciavano a pregare .. Il bottino veniva celato in alcuni cunicoli  "esistenti fino a 50 anni fa ".
Queste sono alcune  classiche  leggende   e storie da me raccolte a Bordano .
Mandi    
Emi Picco
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(Le foto a corredo dell'articolo sono di Danilo Bressan, tratte dalla pagina fb "Gruppo Pluvèr cultura")

domenica 4 settembre 2016

Amatriciana solidale ad Alesso (2)

Pieno successo dell'iniziativa "Un'amatriciana per Amatrice" proposta dalla Pro Loco di Alesso: più di trecento persone sono arrivate oggi nell'ex asilo a dare, con la propria partecipazione, un aiuto concreto alla città di Amatrice e alle altre località del Centro Italia colpite dal terremoto.
Un plauso, dunque, al direttivo e ai tanti soci e volontari che hanno collaborato (in cucina e nella distribuzione) per la riuscita dell'iniziativa. E, detto per inciso, è stata anche un'occasione per dimostrare la validità dello slogan rilanciato anche sul bel manifesto dell'iniziativa, quel "Delés a nal dismentea"  ribadito a quarant'anni della solidarietà ricevuta nel dopo-terremoto friulano.

Alcune istantanee dalla manifestazione, con fotografie rielaborate graficamente poiché non è importante ribadire "chi" era presente (o forse per invitare a giocare col "cui erial?") ma soprattutto per sottolineare la partecipazione corale alla proposta.




Naturalmente, come sempre, lo spazio del Blog è aperto per raccogliere impressioni e commenti.

Cavazzo e quel settembre di 40 anni fa

“Mossi dalla Terra”, Cavazzo Carnico e l’Esodo per il Terremoto del Friuli


Sono tante le iniziative organizzate dal Comune di Cavazzo Carnico per celebrare il 40° anniversario del terremoto del 1976.

Il Campanile della Pieve di Cesclans dopo le scosse di terremoto

A 40 anni di distanza da quel tremendo evento che ha messo in ginocchio questa zona del Friuli, si è pensato ad un progetto in grado di ricordare quanto fatto in passato e l’esodo degli abitanti di Cavazzo Carnico verso il litorale friulano, verso i comuni di Agra e Dumenza in provincia di Varese e verso Modena.
È in questo modo che è nato il progetto “Mossi dalla Terra”, voluto dal Comune di Cavazzo Carnico in collaborazione con le Associazioni locali. Il Comune più colpito della zona della Carnia vuole così anche lasciare alle nuove generazioni memoria di quanto accaduto.
Durante il percorso intrapreso per dare vita a questo progetto, si sono poi affiancati i comuni di Amaro, Verzegnis, Tolmezzo e Villa Santina, con proprie iniziative. Collaborando insieme hanno dato vita a un progetto di ampio respiro ricco di eventi e contributi di vario genere.
A Verzegnis, la mostra “Verzegnis 1976 – Dopo i sussulti della terra”, allestita alla VerzegnisArena di Chiaulis, rimarrà aperta fino al 18 settembre prossimo.
Tra il 9 e il 17 settembre, poi, sono in programma diversi appuntamenti che si svolgeranno tra Cavazzo Carnico e Villa Santina.
Venerdì 9 settembre alle 20.45 alla Pieve di S. Stefano di Cesclans si terrà il “Concerto in Memoriam 1976-2016” Requiem di W.A. Mozart (evento  conclusivo della stagione di Carniarmonie).

Cavazzini sfollati in provincia di Varese

L’appuntamento successivo sarà il 14 settembre alle 18.30 nell’ex Latteria di Cavazzo Carnico dove verrà inaugurata la mostra “1976: l’opera di soccorso dell’Esercito e delle Forze dell’Ordine”.
Il giorno dopo, giovedì 15 settembre sempre a Cavazzo Carnico, nel piazzale retrostante il Municipio alle 18.00, il concerto della Fanfara della Brigata Alpina Julia.  A seguire, alle 20.30 nella tensostruttura allestita per l’occasione, la presentazione del video e della pubblicazione “Mossi dalla terra”, realizzato dalla Cooperativa Cramars di Tolmezzo.
Il 16 settembre alle 18.30, nell’ex latteria, verrà inaugurata la mostra “1904-1976 c’era una volta… la latteria”, mentre alle 20.30 presso il Monumento ai Caduti, ci sarà la proiezione “Il Terremoto raccontato dalle nostre immagini.
A conclusione di questo ricco programma, sabato 17 settembre, la Giornata Commemorativa dei comuni di Amaro, Cavazzo Carnico, Tolmezzo, Verzegnis e Villa Santina che prevede diversi momenti nel corso della mattinata a Cavazzo Carnico e del pomeriggio a Villa Santina.
Il programma dettagliato di “Mossi dalla Terra” è disponibile nel sito internet www.comune.cavazzocarnico.ud.it.


(http://news.rsn.it/mossi-dalla-terra-cavazzo-carnico-lesodo-terremoto-del-friuli/)

sabato 3 settembre 2016

"Vojage", segnatevi il nome. Il futuro del Lago passa di qua

AMBIENTE: VITO, PER I LAGHI DI CAVAZZO E DI BLED 

ECCO IL PROGETTO INTERREG VOJAGE



Un Progetto intitolato Vojage 

per valorizzare il territorio transfrontaliero tra i laghi 

di Cavazzo e di Bled (Slovenia) attraverso la tutela 

del patrimonio naturale e culturale e la sua promozione

 a un turismo consapevole ed ecosostenibile. È la 

proposta che ha ottenuto oggi il via libera della 

Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta 

dell'assessore all'Ambiente e all'Energia Sara Vito.


L'Esecutivo regionale ha autorizzato oggi il servizio 

Disciplina Servizio idrico integrato, Gestione Risorse 

idriche, Tutela Acque da Inquinamento della direzione 

centrale Ambiente ed Energia della Regione a partecipare 

con Vojage, in qualità di partner,  al Bando 03/2016 

con questa proposta di progetto standard  a valere sul 

Programma di Cooperazione Interreg V-A Italia-Slovenia 

2014-2020.


Vojage punta a implementare la rete transfrontaliera della 

conoscenza sullo stato dei laghi alpini di Cavazzo 

e di Bled, a definire le criticità e i possibili interventi al fine 

di preservare l'integrità degli ambienti naturali e il 

loro utilizzo come risorsa per il territorio e a valorizzare, 

promuovere e migliorare gli ambienti dei laghi per lo 

sviluppo di un turismo ecosostenibile.


Il partner  guida è l'Istituto nazionale di Oceanografia e 

Geofisica Sperimentale (OGS), con il quale 

collaborerà l'Istituto di Scienze Marine (ISMAR) Consiglio 

Nazionale delle Ricerche (CNR).


Insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia gli altri partner  

sono il Comune di Trasaghis (UD), il Comune di 

Bled (Slovenia), lo Slovenian national Institute of Biology (NIB) 

e il Geološki Zavod Slovenije (GEOZS). 

Il budget  totale del Progetto è di 1.490.000,00 euro, di cui 

1.266.500,00 di quota Fondo Europeo di 

Sviluppo Regionale (FESR) e la parte restante, pari al 15 per cento 

del totale, in capo alla Regione e al 

cofinanziamento nazionale. La data di inizio del Progetto indicata 

è il 1° luglio 2017.


La delibera autorizza il direttore del servizio Disciplina Servizio 

idrico integrato, Gestione Risorse idriche, 

Tutela Acque da Inquinamento della Regione a sottoscrivere la 

domanda di finanziamento e l'accordo di 

partenariato e ogni altra documentazione necessaria per la 

partecipazione al Bando.


Se il Progetto avrà successo nella graduatoria finale, il direttore ha 

già il mandato per sottoscrivere gli atti 

successivi all'approvazione del Progetto e necessari per la sua attuazione 

quali, tra l'altro, contratti e 

convenzioni e ad adottare i relativi provvedimenti di spesa.


venerdì 2 settembre 2016

Dal Friuli, una strategia comune per l'aiuto ai terremotati

Come riferito sul Blog giovedì scorso, dall'Associazione dei sindaci friulani della ricostruzione è partito un appello per iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia, per dare attuazione concreta allo slogan del Friuli che, dal '76 ad oggi, "nol dismentee".
L'associazione ha ora indetto una riunione dei sindaci friulani per il 6 settembre al fine di dare vita a iniziative comuni concordate.
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«I gesti solidali vanno coordinati»

 Molti comuni friulani stanno già mettendo a punto raccolte fondi e aiuti per le popolazioni colpite dal terremoto. Ma la frammentazione delle iniziative rischia di limitare la loro efficacia. Ecco perché l'Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione ha chiamato a raccolta i primi cittadini di ieri e di oggi per elaborare una strategia comune. L'incontro si svolgerà il 6 settembre, alle 18, nella sala consiliare del palazzo municipale di Venzone. «Il Friuli ha l'obbligo di essere all'altezza della solidarietà ricevuta 40 anni fa e della bella pagina che ha scritto con la sua ricostruzione», scrivono nella lettera di convocazione il presidente, Fabio Di Bernardo, e il presidente onorario, Franceschino Barazzutti. Chiarito che l'associazione ha l'obbligo di «svolgere un ruolo sia nell'emergenza, sia nella ricostruzione, i presidenti constatano «con piacere il sorgere di autonome, molteplici e varie iniziative di Comuni e associazioni a favore delle popolazioni terremotate». Ma allo stesso modo il vertice dell'associazione rileva «l'opportunità di evitare una frammentazione di tali iniziative e di favorire invece la confluenza delle stesse iniziative su obiettivi concordati e rilevanti, che marchino la presenza dell'intero Friuli solidale». Detta in altri termini, come fa Di Bernardo, «unendo le forze si può fare di più». A poche ore dal sisma che ha distrutto diversi comuni dell'Italia centrale, l'Associazione comuni terremotati e sindaci della ricostruzione aveva già annunciato l'intenzione di avviare una raccolta fondi riservandosi di comunicare i tempi e i modi dell'iniziativa. Non sono mancate le sollecitazioni da parte di diversi amministrazioni comunali pronte a tendere la mano alle comunità di Lazio, Marche e Abruzzo rimaste senza case e, in molti casi, anche senza affetti. Ancora una volta, come hanno continuato a fare in questi ultimi 40 anni, i sindaci e quelli in carica nei 137 comuni colpiti dal terremoto nel 1976, si ritroveranno per restituire la solidarietà ricevuta quando tra le macerie erano le genti delle nostre comunità. Proprio perché i terremoti continuano a colpire il nostro Paese, i primi cittadini sono pronti a mettere a disposizione di altri l'esperienza positiva maturata in Friuli. Peccato che il modello Friuli «viene sì citato di tanto in tanto, ma - scrivono sempre i presidenti - ci si guarda bene dall'adottarlo e applicarlo nei fatti, pur essendo quella friulana l'unica ricostruzione ben riuscita sotto tutti gli aspetti. È da chiarire se ciò avvenga, e in quale misura, per carenze nostre o per volontà altrui». (g.p.)

(Messaggero veneto, 31 agosto 2016)

giovedì 1 settembre 2016

Domenica si rinnova la antica "salita al San Simeone"

Anche quest'anno la Pro Loco di Bordano e Interneppo, in collaborazione con la parrocchia di San Antonio di Bordano, organizza, domenica 4 settembre,  la festa sul Monte San Simeone. Come da tradizione ci sarà alle 11 la Santa Messa (all'aperto) officiata da Don Giulio. Durante la manifestazione saranno attivi chioschi per bibite, oltre a quelli per pasta e griglia cucinate sul posto.La tradizionale Sagra di San Simeone vi aspetta anche quest'anno con buon cibo, intrattenimenti per grandi e piccini ed il tradizionale pellegrinaggio votivo.
In occasione della Festa di San Simeone la Pro Loco ha deciso anche di indire una raccolta fondi a favore delle popolazioni colpite dei recenti sismi.
Chi non potesse prendere parte ai festeggiamenti può donare il suo contributo anche presso il Bar Fabbro o presso l'ufficio IAT.
La Pro Loco donerà poi anche parte dell'incasso della Sagra alle popolazioni terremotate.