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mercoledì 11 maggio 2016

Ospedale di Gemona, lettera al Presidente della Repubblica

Pubblichiamo una comunicazione ricevuta da parte dei Comitati gemonesi che si battono per la difesa dell'Ospedale San Michele con il testo della lettera consegnata al Presidente della Repubblica nel corso della sua recente visita in Friuli:

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Al Signor Presidente della Repubblica Italiana

On. Sergio Mattarella   -  Roma



Oggetto : Ospedale Civile San Michele di Gemona.


Preg.mo Signor Presidente,

abbiamo deciso di inviare questa lettera, per sensibilizzarLa su un tema che ci vede protagonisti da più di vent’anni: il problema è relativo all’Ospedale cittadino, il San Michele, che esiste a Gemona dal 1259. 

Il nuovo Ospedale, ricostruito nel 1985 a seguito della distruzione del vecchio nosocomio e della forzata demolizione di uno nuovo in fase di costruzione, è una struttura modulare, realizzata con criteri antisismici di primo grado ed è, a detta dei tecnici che lo hanno progettato, in  grado di operare anche in presenza di un sisma dell’8° Mercalli. A ciò aggiungiamo che il Gemonese è la zona più sismica della Regione, che ha subito diversi terremoti disastrosi nei secoli scorsi, ultimo quello del 1976, eventi naturali che ciclicamente ritorneranno in queste zone. Testimonianze di questi eventi tellurici sono emersi, oltre che dagli annali degli storici, anche nelle stratificazioni di alcuni edifici del Centro storico di Gemona.

 Già con la L.R. n° 13/1995, l’Ospedale aveva perso alcuni servizi, come il Punto Nascita e il Reparto di Ostetricia/Ginecologia, che in quel tempo era considerato fra i migliori della Regione per la qualità delle prestazioni ma fino al Marzo 2016 ha mantenuto le funzioni per Acuti, a servizio di un bacino pedemontano e montano di circa 33.000 abitanti, che diventavano 50.000 con l’attrazione sul Tarcentino.

 Nel 2014 l’attuale Giunta regionale e la Maggioranza, che la sostiene, ha votato una riforma della Sanità regionale, pesantemente contestata dai Comitati spontanei dei Cittadini ma anche dai Sindacati dei medici e dei paramedici. Una “riforma“ che ha ulteriormente quanto ingiustamente penalizzato questo territorio e in generale la Montagna, quasi la metà della Regione. Affermiamo questo, visto che a nord di Udine è rimasto solo l’Ospedale di Tolmezzo, anch’esso in scala ridotta.

Da noi è stato tolto il Pronto Soccorso e l’annessa Area di Emergenza, trasformandolo in un Punto di Primo Intervento e si intende riconvertire l’attuale Reparto di Medicina, con i suoi 50 posti/letto, occupati al 98%, in una nebulosa Struttura Intermedia Polifunzionale: un nuovo reparto tutto da definire, che sembra dovrà occuparsi di riabilitazione cardiologica, neurologica e traumatologica. Ovvero prima i tagli e poi le eventuali soluzioni alternative.

 Condividiamo alcune affermazioni della Legge in questione, come la centralità del malato, la minor ospedalizzazione possibile dello stesso e il potenziamento dei servizi territoriali. Peccato che queste siano rimaste mere enunciazioni di principi, non suffragate da fatti. 

Dopo la promulgazione di questa Legge, nella Regione sono sorti o c’erano già Comitati spontanei di Cittadini (Gemona, Cividale, Gorizia, Trieste, Monfalcone, Grado, Latisana, Sacile e Maniago), che hanno denunciato continui disservizi della Sanità e hanno dato voce alle problematiche insorte sui territori di competenza, con pesanti critiche in particolare al Piano dell’Emergenza/Urgenza.
A fronte dell’impossibilità di dialogo e concertazione con la Regione, i Comitati spontanei di Cittadini hanno recentemente dato vita a un Comitato referendario regionale, che ha già raccolto le firme di Legge e alla fine di Maggio protocollerà la richiesta di abrogazione integrale della contestata norma.

 Concludendo, noi Le chiediamo cortesemente  un passo verso l’Amministrazione regionale, affinché fermi i tagli preventivati e apra finalmente un tavolo di lavoro, con tutti i portatori di interessi. Un tavolo dove presentare le nostre proposte e le necessità dei rispettivi territori. Gemona farà la sua parte, consapevole che esiste una mediazione, che potrà trovare una condivisione che soddisfi le esigenze delle parti. 

Cogliamo infine l’occasione per ringraziarLa dell’onore che ci ha fatto, partecipando a nome del Popolo italiano alle celebrazioni del Quarantennale del Terremoto e confidiamo che non farà mancare il suo interessamento alle giuste aspettative della nostra gente, per quanto riguarda il diritto alla salute, costituzionalmente sancito.

Con osservanza.


Gruppo “ Cicogna “    Monica Feragotto


Comitato “ San Michele “   Giuseppe Artale



Gruppo Facebook “ Io voglio l’Ospedale a Gemona “   Giusy Gubiani




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