Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Riporto uno stralcio, da un'intervista del 2004 (un po' più "Alesso" e meno "Dintorni"):
"Mi ricordo una volta, che tornavamo su dopo un’azione e arrivammo stanchi morti ad Alesso. Per salire in montagna bisogna andare piano piano e noi eravamo arrivati appena appena sopra il paese, ma non si poteva camminare in piedi perché c'avrebbero visti dalla strada e così abbiamo camminato a gattoni e poi siamo arrivati già sulla discesa e lì non si respirava neanche perché i tedeschi si erano fermati, si erano accorti che era successo qualcosa perché la gente del paese era come impacciata, preoccupata che ci avessero scoperto: allora lì avrebbero potuto piazzare una mitraglia e ammazzarci tutti.
Nemmeno si respirava e non so perché ma loro salivano fino a un certo punto e poi non andavano più oltre, scesero e ripartirono. Noi abbiamo visto la popolazione venire a portarci il latte, il caffé (non quello vero che non c'era, ma quello d'orzo) ed eravamo tutti come pezze da piedi.
Ecco noi lì ci siamo salvati perché Dio ci ha messo una mano sopra!
E lì abbiamo detto: è un miracolo!
Lì non si è combattuto e per fortuna, perché noi eravamo pronti a combattere ma ci avrebbero ammazzati tutti visto che erano in tanti e riposati."
Mi permetto di citare le parole di Henderson, un altro combattente, venuto (e vergognosamente rispedito) da lontano:
"Il nero ed il bianco, uniti nell'amicizia e nell'amore,
lasceranno le vili caserme dei padroni vuote ed abbandonate."
Ciao Gianna.
OG Loc.
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