Mercoledì 23 settembre ha avuto luogo ad Alesso un'affollata assemblea per discutere le tematiche legate all'ampliamento della centrale di Somplago.
Il Messaggero Veneto del 24 settembre 2009, a pagina 14, ha dato conto correttamente delle risultanze dell'incontro pubblico e della posizione dei gestori della Centrale:
Centrale, timori per il futuro del lago
TRASAGHIS. Grande affluenza e partecipazione per l’assemblea pubblica organizzata, ieri sera, nel centro sociale di Alesso dal consigliere regionale Enore Picco e dal già sindaco di Cavazzo, Franceschino Barazutti. Tema della serata, per la seconda volta nel giro di qualche mese, il progetto presentato da Edipower per l'ampliamento della centrale di Somplago. C’è la convinzione da parte degli ex amministratori locali che il progetto di Edipower, se venisse realizzato, provocherebbe un impoverimento e un deturpamento dell’intero territorio, compromettendo definitivamente ogni possibilità di sviluppo. Sotto accusa finiscono tutti gli attuali sindaci, Dario Iuri (Cavazzo), Augusto Picco (Trasaghis) passando per Gianluigi Colomba (Bordano), tutti "rei" secondo gli ex amministratori, ma anche secondo il Comitato di sviluppo e difesa della Val Del Lago di un mancato confronto con la popolazione locale, che ora chiede a gran voce di archiviare il progetto e nel contempo ha promosso una raccolta firme contro il progetto. "Scriveremo delle memorie – ha dichiarato Franceschino Barazutti – al Ministero e alla Regione per esporre chiaramente le nostre ragioni. Chiederemo sia che il Lago venga inserito nel Piano Regionale Tutela Acque, sia delle consultazioni pubbliche, cosa che avrebbero dovuto fare gli attuali Sindaci della Val Del Lago". Centro della questione il livello dell’acqua e l’informazione ai cittadini. "Il progetto – dice Dino Rabassi, ex sindaco di Trasaghis – è noto ai sindaci da oltre un anno, come è noto del resto anche il forte impatto sul lago, il quale, se il progetto fosse attuato, sarebbe ridotto a mero bacino di accumulo idrico, fango e olii, precludendo qualsiasi sviluppo futuro. Inoltre l’immissione di 110 mc/sec di acqua rispetto agli attuali 66 e il relativo sollevamento può solo creare un forte impatto negativo sul lago e le sue rive, e non certo i benefici descritti nel progetto. L’investimento di 100 milioni di euro avrebbe ricadute minime sulla valle e al termine dei lavori seguirà il deserto e il lago sarà definitivamente rovinato". Più cauta Legambiente. "Prima di esprimerci dobbiamo approfondire – spiega Giorgio Cavallo, presidente di Legambiente – la questione legata ai livelli dell’acqua. Ciò quanti metri cubi d’acqua vengono pompati e rilasciati, e gli effetti che questi produrrebbero sul lago". Il consigliere regionale Enore Picco infine punta il dito contro la disinformazione. "Non è possibile che gli amministratori non si siano confrontati con i cittadini, questo è grave. Non siamo nè favorevoli nè contrari al progetto, dobbiamo renderci conto che l’acqua è l’oro trasparente del futuro e prima di venderlo a una Spa che esporta la sua energia all’estero è il caso di parlarne e di discutere ampiamente con la popolazione".
Dario Venturini
"Tutti gli studi e le ricerche dimostrano la compatibilità ambientale del progetto"
TRASAGHIS. "Gli studi e le ricerche effettuate riportati nello Studio di impatto ambientale prodotto per la procedura Via dimostrano la compatibilità ambientale del progetto sull'ampliamento della centrale di Somplago": così Edipower, società che vorrebbe potenziare l'impianto, risponde alle riserve e alle preoccupazioni espresse da più parti, Regione Friuli Vg compresa. I responsabili della società sottolineano come l’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria di 8,5km "consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile". L'ampliamento della centrale, sempre secondo Edipower "costituisce il naturale completamento dell’impianto, già previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50" e questo consentirà inoltre di utilizzare "opere già realizzate completamente o in parte senza la necessità di doverne costruire ex-novo". La realizzazione del progetto – si legge nella nota emessa da Edipower – non comporta, infatti, modifiche alle opere di presa della diga sull’Ambiesta, alle opere di restituzione nella loro totalità e alle opere di regolazione del livello nel lago di Cavazzo, in quanto queste sono già state realizzate negli anni ’50 in previsione di un successivo ampliamento". La società spazza via ogni dubbio anche in merito alle variazioni dei livelli dell'acqua e cita studi e ricerche (geologiche, idrologiche, biologiche e monitoraggi nonchè modelli previsionali)nonchè un progetto di recupero ambientale che evidenziano la compatibilità del progetto. "Il progetto non comporta alcun incremento dell’acqua attualmente utilizzata, né variazione alcuna dei livelli attuali massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e Verzegnis". L’ampliamento della centrale secondo le stime della stessa società comporterà circa 25 - 30 mesi di attività e l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento di circa 100 milioni di euro. L’intervento, sottolinea infine Edipower, è incluso nell’Accordo di programma siglato con il Ministero dell’ambiente per la riduzione delle emissioni di CO2.
(d.v.)
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