Un blog per informare, per ragionare, per confrontarsi su quel che capita ad Alesso e nei dintorni. Ce sucedial, ce si fàsie, ce si podarèssie fâ a Dalés e intal dulintôr? Scuvierzìnlu su chest Blog.
"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
domenica 27 settembre 2009
Dibattito sul Lago: resoconto di un'assemblea
Il Messaggero Veneto del 24 settembre 2009, a pagina 14, ha dato conto correttamente delle risultanze dell'incontro pubblico e della posizione dei gestori della Centrale:
Centrale, timori per il futuro del lago
TRASAGHIS. Grande affluenza e partecipazione per l’assemblea pubblica organizzata, ieri sera, nel centro sociale di Alesso dal consigliere regionale Enore Picco e dal già sindaco di Cavazzo, Franceschino Barazutti. Tema della serata, per la seconda volta nel giro di qualche mese, il progetto presentato da Edipower per l'ampliamento della centrale di Somplago. C’è la convinzione da parte degli ex amministratori locali che il progetto di Edipower, se venisse realizzato, provocherebbe un impoverimento e un deturpamento dell’intero territorio, compromettendo definitivamente ogni possibilità di sviluppo. Sotto accusa finiscono tutti gli attuali sindaci, Dario Iuri (Cavazzo), Augusto Picco (Trasaghis) passando per Gianluigi Colomba (Bordano), tutti "rei" secondo gli ex amministratori, ma anche secondo il Comitato di sviluppo e difesa della Val Del Lago di un mancato confronto con la popolazione locale, che ora chiede a gran voce di archiviare il progetto e nel contempo ha promosso una raccolta firme contro il progetto. "Scriveremo delle memorie – ha dichiarato Franceschino Barazutti – al Ministero e alla Regione per esporre chiaramente le nostre ragioni. Chiederemo sia che il Lago venga inserito nel Piano Regionale Tutela Acque, sia delle consultazioni pubbliche, cosa che avrebbero dovuto fare gli attuali Sindaci della Val Del Lago". Centro della questione il livello dell’acqua e l’informazione ai cittadini. "Il progetto – dice Dino Rabassi, ex sindaco di Trasaghis – è noto ai sindaci da oltre un anno, come è noto del resto anche il forte impatto sul lago, il quale, se il progetto fosse attuato, sarebbe ridotto a mero bacino di accumulo idrico, fango e olii, precludendo qualsiasi sviluppo futuro. Inoltre l’immissione di 110 mc/sec di acqua rispetto agli attuali 66 e il relativo sollevamento può solo creare un forte impatto negativo sul lago e le sue rive, e non certo i benefici descritti nel progetto. L’investimento di 100 milioni di euro avrebbe ricadute minime sulla valle e al termine dei lavori seguirà il deserto e il lago sarà definitivamente rovinato". Più cauta Legambiente. "Prima di esprimerci dobbiamo approfondire – spiega Giorgio Cavallo, presidente di Legambiente – la questione legata ai livelli dell’acqua. Ciò quanti metri cubi d’acqua vengono pompati e rilasciati, e gli effetti che questi produrrebbero sul lago". Il consigliere regionale Enore Picco infine punta il dito contro la disinformazione. "Non è possibile che gli amministratori non si siano confrontati con i cittadini, questo è grave. Non siamo nè favorevoli nè contrari al progetto, dobbiamo renderci conto che l’acqua è l’oro trasparente del futuro e prima di venderlo a una Spa che esporta la sua energia all’estero è il caso di parlarne e di discutere ampiamente con la popolazione".
Dario Venturini
"Tutti gli studi e le ricerche dimostrano la compatibilità ambientale del progetto"
TRASAGHIS. "Gli studi e le ricerche effettuate riportati nello Studio di impatto ambientale prodotto per la procedura Via dimostrano la compatibilità ambientale del progetto sull'ampliamento della centrale di Somplago": così Edipower, società che vorrebbe potenziare l'impianto, risponde alle riserve e alle preoccupazioni espresse da più parti, Regione Friuli Vg compresa. I responsabili della società sottolineano come l’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria di 8,5km "consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile". L'ampliamento della centrale, sempre secondo Edipower "costituisce il naturale completamento dell’impianto, già previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50" e questo consentirà inoltre di utilizzare "opere già realizzate completamente o in parte senza la necessità di doverne costruire ex-novo". La realizzazione del progetto – si legge nella nota emessa da Edipower – non comporta, infatti, modifiche alle opere di presa della diga sull’Ambiesta, alle opere di restituzione nella loro totalità e alle opere di regolazione del livello nel lago di Cavazzo, in quanto queste sono già state realizzate negli anni ’50 in previsione di un successivo ampliamento". La società spazza via ogni dubbio anche in merito alle variazioni dei livelli dell'acqua e cita studi e ricerche (geologiche, idrologiche, biologiche e monitoraggi nonchè modelli previsionali)nonchè un progetto di recupero ambientale che evidenziano la compatibilità del progetto. "Il progetto non comporta alcun incremento dell’acqua attualmente utilizzata, né variazione alcuna dei livelli attuali massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e Verzegnis". L’ampliamento della centrale secondo le stime della stessa società comporterà circa 25 - 30 mesi di attività e l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento di circa 100 milioni di euro. L’intervento, sottolinea infine Edipower, è incluso nell’Accordo di programma siglato con il Ministero dell’ambiente per la riduzione delle emissioni di CO2.
(d.v.)
mercoledì 23 settembre 2009
Dibattito sul Lago: altri contributi di discussione
LAGO DI CAVAZZO /1
No ai sindaci in torri d’avorio
Era solo il 1987, eppure sembra preistoria. In quell’anno, di fronte alla richiesta del Consorzio Ledra-Tagliamento di prelevare acqua dal Lago dei Tre Comuni (Cavazzo) vi fu una sorta di sollevazione popolare, con la raccolta di oltre 12 mila firme contrarie al progetto e l’organizzazione di un convegno tecnico-scientifico nel quale furono esaminate e dibattute le specificità del lago (il maggior specchio lacustre della Regione, danneggiato sensibilmente dai lavori idroelettrici della Sade-Enel negli anni 50 e faticosamente impegnato in una operazione di rilancio turistico e naturalistico). Allora, in prima linea, a promuovere la salvaguardia del lago, vi erano le amministrazioni comunali. Cos’è cambiato, in poco più di vent’anni? Edipower, proprietaria della centrale di Somplago, ha chiesto recentemente di aumentare la produzione di energia elettrica, ripompando l’acqua del lago nel serbatoio di Verzegnis, in modo da utilizzare l’acqua proveniente dall’alto bacino del Tagliamento due volte. Le notizie su tale progetto hanno provocato timori negli abitanti dei paesi interessati alle opere, a proposito essenzialmente di due aspetti, l’accresciuto turbinio delle acque e la variazione di livello delle acque del Lago, che comprometterebbe ulteriormente la natura. Pur non essendo in grado di esprimere un parere tecnico sul progetto, si vuole qui riflettere sulle modalità di percezione del problema. Quel che si è saputo, essenzialmente, lo si è letto sul Messaggero Veneto. E i Sindaci? Quello di Cavazzo, dopo aver detto di cercare "decisioni condivise che se da una parte sostengono investimenti privati, dall’altra salvaguardano l’ambiente" ha concluso, sempre sul Messaggero Veneto, con un fideistico "lasciateci lavorare" (15 agosto), quello di Bordano ha definito il progetto "in grado di apportare una ricaduta economica favorevole su tutta l’area" (19 agosto), quello di Trasaghis, descrivendo l’amministrazione impegnata in "ulteriori valutazioni e analisi", ha preannunciato sostanzialmente un parere favorevole all’esecuzione dell’intervento, pur subordinandolo all’osservanza di alcune prescrizioni (25 agosto). Quindi, nella Valle del Lago, circola una atmosfera di "già tutto deciso" accanto a perplessità che emergono da tante parti. Certo, gli amministratori sono stati eletti per rappresentare e sostenere gli interessi della popolazione. Sarebbe un peccato, però, disperdere la domanda di partecipazione popolare, chiudersi nelle torri d’avorio del decisionismo. Basterebbe, in fondo, che le amministrazioni comunali organizzassero (magari congiuntamente) una o più assemblee pubbliche per informare e illustrare i termini della questione, su un piano tecnico, economico, naturalistico! Per chiudere, ancora un richiamo al "clima" del 1987: le cronache di quei mesi favoleggiavano di un possibile "by-pass" capace di evitare al lago l’immissione di acqua fredda e fangosa dalla centrale. Il relativo dispendio economico fece in breve abortire la stessa formulazione dell’idea. Passò quasi inosservata, invece, la proposta contenuta nella tesi di laurea dell’ing. Giancarlo Pillinini che, in quegli anni, ipotizzò una serie di accorgimenti, da attuarsi all’altezza dello sbocco della centrale, atti a stabilizzare la temperatura e ridurre considerevolmente l’apporto fangoso dello scarico nel Lago. Si tratta di proposte che, valide per l’esistente, potrebbero ancor di più essere riprese e servire da elemento di discussione in un confronto "inter pares" tra Edipower e i Comuni lacustri. Fondamentali, comunque, qui e sempre, l’informazione e il confronto.
Pieri Stefanutti ed Elena Vidoni Alesso
LAGO DI CAVAZZO /2
Affermazioni senza riscontro
Mi riferisco all’intervista del sindaco di Bordano pubblicata sul Messaggero Veneto del 19 agosto dal titolo "Centrale, un opera di valenza ambientale – Lo sostiene il sindaco di Bordano". Come cittadino residente nella Valle del lago, interessato dal progetto di ampliamento della centrale di Somplago, vorrei chiedere al sindaco di Bordano di elencarmi le valenze positive sull’ambiente dell’opera progettata a cui fa riferimento nella sua intervista e di quantificarmi le ricadute economiche che dovrebbero mettere in moto lo sviluppo dell’intera zona per le quali il suo Comune ha già espresso il parere favorevole. Su questo ultima domanda vorrei che mi rispondesse in maniera precisa tralasciando quelle derivanti dai fondi Bim (ossia dai fondi derivanti dai canoni pagati dai concessionari delle derivazione idroelettriche). Faccio queste domande perché ho avuto modo di esaminare, anche se frettolosamente, la documentazione depositata, ma devo dire sinceramente che delle affermazioni del sindaco non ho trovato riscontro.
Angelo Stefanutti Alesso
LAGO DI CAVAZZO /3
Minoranza corretta e leale
In premessa, vogliamo ribadire che le sorti del lago stanno a cuore a tutti, maggiormente a noi che abbiamo ricoperto negli anni passati responsabilità politiche e amministrative. Tante parole sono state dette e scritte in questo ultimo periodo, sulla mancata informazione, sulle tante approvazioni che ci sarebbero state, quindi di tutto e di più. Facendo una riflessione serena è da dire che in questi ultimi anni si è fatto e investito molto sul lago dei tre Comuni, interventi di riqualificazione ambientale, migliorato la viabilità per la fruizione delle sponde lacustri e notevole miglioramento dal punto di vista della balneazione. Già prima della creazione degli stagni ecologici, si parlava ("marzo 1992" riunione svolta nella sede del municipio di Trasaghis con l’amico e compianto ing. Angelo Ermano all’epoca presidente dell’Ente Tutela Pesca del Fvg) della riapertura del vecchio emissario del Lago dei Tre Comuni, attraverso uno studio di fattibilità. Per arrivare a giorni nostri, ed entrando nello specifico del problema e per quanto ci riguarda, ripercorriamo il percorso e la posizione assunta dall’allora gruppo di minoranza "Intesa per Trasaghis". Il 7 luglio 2008, ci fu una riunione informale del consiglio comunale di Trasaghis, dove fu illustrata una proposta di progetto per il potenziamento degli impianti della centrale di Somplago da parte della società Edipower di Milano. Poi il consiglio comunale di Trasaghis il 4 agosto 2008 si riuniva in forma ufficiale per esaminare anche un parere sull’intervento di potenziamento della centrale di Somplago, in quella sede non fu presentato il progetto completo dell’intervento, ma un elaborato di massima, il gruppo di minoranza in quella sede esprimeva in linea di principio un parere di massima positivo (senza nessun preconcetto), con riserva e qui citiamo le parole trascritte sul verbale: "Esprimendo un parere di massima favorevole sull’ipotesi di progetto proposto subordinato comunque all’esame di un elaborato più completo e dettagliato". Dopo questa data, in consiglio comunale, non c’è stato alcun provvedimento legato al potenziamento della centrale di Somplago e quindi, subordinato alla visione del progetto attuativo, si approvò solo un ipotesi di progetto, per niente vincolante all’intervento definitivo. Il progetto completo è stato depositato all’ufficio segreteria del municipio di Trasaghis nel febbraio 2009, fu portato in consiglio comunale il 20 aprile 2009 (ultima seduta utile prima delle elezioni) e all’epoca il punto fu rinviato, su proposta del presidente. Analizzando le date, si evince che nella famigerata delibera dell’agosto 2008 emergeva la volontà di conoscere nel dettagli il progetto prima di esprimere un parere sull’intervento e dopo aprile 2009 non ci fu discussione perché il punto fu ritirato. Nei mesi successivi ad agosto 2008 nessuno ha detto nulla, anche se sulla stampa locale erano riportati ogni volta i lavori del consiglio comunale e quindi anche la seduta del 4 agosto 2008. Poi c’è stata la pubblicazione sul Bollettino comunale di Trasaghis dell’ipotesi di intervento e non c’è stata ressa per prendere visione del progetto depositato in municipio da parte della società Edipower di Milano. Concludendo, il gruppo di minoranza ha mantenuto in tutti gli anni un atteggiamento leale responsabile e corretto.
Rudy Cucchiaro, Roger Tomasino, Enzo Vidoni, Massimiliano Vidoni, Sonia Vidoni ex gruppo di minoranza Intesa per Trasaghis
LAGO DI CAVAZZO /4
Trasparenza e compensazioni
Il volantino "Occhio al lago!" sul potenziamento della centrale di Somplago ha fatto perdere la testa al sindaco di Cavazzo Dario Iuri, che ha steso, addirittura su carta intestata del Comune, una risposta diffusa a mo’ di volantino e pubblicata sulla stampa. Eppure, quel volantino conteneva solo: 1) uno schema del progetto; 2) alcuni dati tecnici e valutazioni forniti da Edipower; 3) la contestazione degli stessi; 4) l’invito ai sindaci a non commettere l’errore commesso con la Sade e a non accettare l’oscillazione di 1 mt (ma sarà di più!) del livello che comporterebbe la definitiva rovina del lago; 5) l’invito alla popolazione a rifiutare di essere tenuta all’oscuro e a pretendere di essere informata e coinvolta nelle decisioni. Tutto qui! Nel volantino non c’erano le espressioni "svendere", "in barba agli interessi dei concittadini", "festa del pesce", che il sindaco scrive. Insomma, un normale volantino d’informazione e di esposizione di posizioni. Ma è bastato questo a far adirare il sindaco Iuri, a farlo sentire leso nella sua maestà, ad agitarlo a tal punto da fargli cadere la maschera. Così si sono rivelate l’insofferenza per le opinioni diverse dalla sua e una concezione autoritaria e assoluta del mandato elettorale. Infatti: 1) "Sarà mia premura, quando la giunta comunale lo riterrà opportuno, dare ampia informativa sullo stato dell’arte del progetto", così egli scrive. Significa che egli ritiene che i suoi cittadini non abbiano diritto di conoscere lo stato attuale delle cose e di seguirle, ma lo sapranno, se egli lo vorrà, forse solo dopo che avrà deciso tutto, cioè a posteriori. Significa che, per lui, i cittadini hanno solo il diritto di andare a votare ogni 5 anni, ma poi non devono mettere il becco nelle cose del Comune e se lo fanno rompono. Infatti, la sua amministrazione non fa informazione e comunicazione, non tiene assemblee, che danno fastidio se tenute da altri. La scusa per non fare informazione è che, tanto, "la gente non s’interessa", mentre in realtà gli fa comodo che non s’interessi. L’assenza in consiglio comunale dell’opposizione accentua questi aspetti negativi. 2) Lo Iuri-pensiero è chiarito dal "lasciateci lavorare!" che chiude la sua lettera. I governanti democratici dicono "lavoriamo insieme", il che congiunge. Quelli autoritari invece dicono "lasciateci lavorare", il che disgiunge. 3) Per scaricarsi dalla responsabilità il sindaco Iuri sottolinea che "la competenza autorizzativa spetta al ministero". Vero! Ma noi invece sottolineiamo "sentita la Regione e gli enti territoriali". Quindi gli amministratori comunali sono corresponsabili avendo dato pareri favorevoli. 4) Il sindaco Iuri se la prende con il "partito del No!, a prescindere". Ma con il suo operato sul progetto Edipower si è collocato nel "partito del Sì!, a prescindere", che è l’altra faccia della stessa medaglia. Sull’autostrada Cavazzo-Cadore e sull’elettrodotto sta nel "partito del No!". Sarebbe stato opportuno che si fosse chiarito le idee prima di scrivere quello che ha scritto al riguardo. 5) Come faccia – così scrive – "a scongiurare qualsiasi ulteriore alterazione dell’acqua, delle sponde e delle aree limitrofe dei due laghi" resta un mistero dal momento che un’enorme massa d’acqua di 110 mc/sec sarà in continuo movimento sia all’interno del lago sia tra Somplago e Verzegnis. Saremmo ben lieti – e gliene daremmo atto – se fosse come egli dice. Ma i miracoli li lasci a Gesù. 6) Fa finta che sia gente di Enemonzo a "vigilare" sul lago, mentre sa bene che l’estensore del volantino – il presidente del Comitato tutela acque – è persona a lui ben nota, ex sindaco di Cavazzo, che delle vicende del lago e della sua valle sa più di lui, avendole vissute in prima persona, e che, per il ruolo primario svolto e quale cittadino, ha tutto il diritto di dire la sua. 7) Si tranquillizzi il sindaco Iuri. I Comitati continueranno a dire la loro sui problemi emergenti del territorio montano. È il loro compito. Lo consente la Costituzione. Se ciò gli dà fastidio, sono problemi suoi. Non si sta con i Comitati quando fa comodo e poi bastonarli quando non lo fa più! 8) Restiamo convinti che il progetto Edipower sia stato gestito male nei modi e nei contenuti, che una mobilitazione della popolazione locale e dell’opinione pubblica avrebbe dato maggiore forza alle ragioni locali per salvare il lago, ai sindaci stessi e creato ben altre prospettive. Ma i sindaci pare abbiano, purtroppo, preferito mollare il lago e buttarsi sulle "compensazioni". Quali?
Franceschino Barazzutti per il Comitato tutela acque del bacino montano del Tagliamento, il Comitato Peraltrestrade Pas Dolomiti, l’associazione Movimento Mont Tolmezzo
domenica 20 settembre 2009
Ampliamento della Centrale: la Regione (per ora) dice NO
Da : Il Gazzettino di Sabato 19 Settembre 2009
L’assenza di pericoli per l’ambiente non è ancora stata garantita e quindi per il momento niente compatibilità regionale per la procedura di Via statale relativa al raddoppio della centrale idroelettrica di Somplago. Questa la decisione assunta dalla Giunta regionale su proposta dell'assessore all'ambiente e lavori pubblici, Elio De Anna. Toccherà ora quindi alla società Edipower Spa proponente l'installazione, nell'esistente centrale sul lago di Cavazzo, di due gruppi reversibili, per complessivi 124 MW, e di una nuova galleria di adduzione nei Comuni di Cavazzo Carnico e Verzegnis, presentare le integrazioni richieste al progetto originario. Il parere regionale, specifica una nota della Giunta, "non è stato espresso in quanto nella documentazione presentata non risulta evidenziata l'assenza di pericoli, anche solo potenziali, per l'ambiente in conseguenza di una serie di carenze progettuali che saranno segnalate al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del territorio, cui compete la valutazione di VIA in sede statale". Un progetto quello del pompaggio dell’acqua dal lago che sta raccogliendo crescenti mal di pancia, non ultimo quello dell’Ente tutela pesca che ad inizio mese aveva denunciato i possibili rischi e le ripercussioni per la fauna ittica del maggiore specchio lacustre regionale. La questione transiterà anche nel prossimo consiglio comunale di Tolmezzo previsto per fine settembre, attraverso un’interpellanza del consigliere di "Sinistra per Tolmezzo" Stefano Nonino, il quale chiederà che il sindaco del capoluogo carnico Zearo, facente parte della Conferenza dei sindaci della Conca Tolmezzina (che comprende i comuni di Verzegnis e Cavazzo) si faccia carico di informare la popolazione del progetto di ampliamento della centrale di Somplago e soprattutto si adoperi "a livello intercomunale per svincolare il lago di Cavazzo, ricchezza e bene prezioso per tutti i friulani e soprattutto per i carnici, da un'opera che potrebbe essere un'ulteriore scempio dopo quelle della Sade, dell'oleodotto e dell'autostrada". D.Z.
mercoledì 9 settembre 2009
Dibattito sul Lago: nasce un comitato
Messaggero Veneto — 08 settembre 2009 pagina 10
TRASAGHIS. "Da oltre mezzo secolo il Lago dei Tre Comuni viene deturpato con progetti scellerati che non tengono conto né della ricaduta ambientale, né tanto meno della perdita economica e turistica che provocano nel tempo su tutta la zona". Le parole sono di Anna Maria Gisolfi, portavoce del neo costituito "Comitato per lo sviluppo e la difesa della Val del Lago". Il monito è stato raccolto qualche settimana fa da oltre una ventina di persone, tutte residenti in zona, che in seguito all’annuncio dell’ampliamento della centrale di Somplago, si erano riunite nel centro sociale di Alesso per l’incontro organizzato dai consiglieri regionali Enore Picco e Franceschino Barazutti. Proprio lì, subito dopo quell’incontro, è nato il comitato che ora chiede a gran voce "un incontro con le amministrazioni comunali coinvolte nel progetto dell’Edipower, per discutere delle sorti del lago, soprattutto alla luce del progetto presentato dalla società". Non solo, i componenti vogliono parlare, oltre che di una possibile difesa, anche dello sviluppo; c’è la volontà rilanciare l’intera zona dal punto di vista turistico. Ma la priorità innanzitutto è quella di occuparsi del progetto dell’Edipower. "Ci rivolgiamo a tutte le amministrazioni – continua Gisolfi – e in particolare a quella di Trasaghis –. Vero è che la nuova amministrazione comunale si è appena insediata e si è trovata di fatto con l’iter del progetto già in atto però non ci risulta corrispondere al vero che il progetto viene calato dell’alto, senza possibilità di replica al Ministero di competenza. Infatti quest’ultimo ha chiesto un parere di fattibilità sia alla Regione che ai comuni coinvolti. Proprio per queste ragioni non vogliamo essere sottomessi a decisioni prese da altri che non tengono conto del volere dei cittadini che vivono ogni giorno il lago. Per prima cosa chiediamo un confronto pubblico. Dopodiché ci devono dimostrare che il progetto è indispensabile e sopratutto che non avrà ricadute ambientali. Cosa che dubitiamo fortemente visto che lo stesso comune di Trasaghis ha preso tempo e ha chiesto una proroga di 60 giorni per esprimere un parere dopo che la commissione locale del paesaggio aveva evidenziato "la possibilità di un elevato aumento dell’erosione spondale" a causa della variazioni di livello inserite nel progetto". Il comitato indica anche la strada da seguire. "Sarebbe il caso di investire – conclude Anna Maria Gisolfi – su energie alternative. A quanto ci risulta l’energia prodotta dal progetto di Edipower sarebbe uguale a quella consumata. Dove starebbe il guadagno? Infine vorrei invitare la popolazione di tutto il comprensorio a interessarsi della questione".
Dario Venturini
Dibattito sul ALgo: il parere dell'ex sindaco Rabassi
(dal Messaggero Veneto, 1° settembre 2009)
Recentemente, in un incontro tenutosi al Centro servizi di Alesso su iniziativa del consigliere regionale Enore Picco e dell’ex sindaco di Cavazzo Franceschino Barazzutti, la popolazione di Trasaghis e, in particolare quella di Alesso, hanno avuto modo di conoscere la vera entità del progetto Edipower , i suoi scopi e le reali conseguenze ambientali. È questo un progetto di potenziamento della centrale di Somplago con l’installazione di due ulteriori turbine reversibili per il pompaggio dell’acqua dal lago dei Tre Comuni al bacino di Verzegnis e è noto ai sindaci da oltre un anno, così come è noto il suo forte impatto sul lago, il quale, se il progetto fosse attuato, sarebbe ridotto a mero bacino di accumulo idrico, di fango e oli, funzionale al solo sfruttamento idroelettrico, precludendo qualsiasi altro sviluppo futuro. Tutti gli sforzi compiuti in passato, che hanno portato a un tacito accordo con l’Enel sull’equilibrio tra lo sfruttamento idrico e fruizione turistico/ambientale, verrebbero meno, come pure il desiderio dei giovani di fermarsi in questa valle, non intravedendo alcun futuro. Per non parlare dei consistenti investimenti finora attuati dai Comuni rivieraschi, in particolare da Trasaghis. Stragi di guerra, Sade, autostrada, oleodotto, terremoti: cos’altro deve ancora sopportare questa popolazione? Cos’altro si può chiedere a questa gente se si continua ad accanirsi contro il lago e la sua valle, mentre anche chi è preposto al suo governo manca di informarla e di consultarla su un progetto così impattante e sul futuro della valle? Dov’è la trasparenza, dov’è la partecipazione, dov’è la democrazia? L’ex sindaco di Cavazzo Barazzutti nel suo recente articolo ha giustamente messo in guardia gli attuali amministratori comunali di non ripetere l’errore commesso negli anni 50 dai sindaci di allora nel loro rapporto, seppur impari, con la Sade, e ha invitato la popolazione a pretendere di essere informata e coinvolta nelle decisioni. Anche l’ex sindaco di Trasaghis Tomat nel suo recente intervento ha fornito interessanti considerazioni e indicazioni, che non vanno lasciate cadere nel vuoto. Diversamente dagli anni 50, ora c’è una cultura di base tale da distinguere un progetto utile e condivisibile da quello mirato a soli fini speculativi per cui, al di là dei sempre invocati esperti di turno, non ci vuole molto a capire che cosa provochi sul lago l’immissione di 110 mc/sec di acqua rispetto agli attuali 66 e relativo successivo sollevamento del bacino di Verzegnis. La movimentazione di una massa d’acqua così grande può solo creare un forte impatto negativo sul lago e le sue rive e non certo i "benefici" descritti nell’illustrazione del progetto fornita da Edipower, con tanto di bei pesciolini. Stupisce e indigna che, dopo che tutti e in tutte le sedi dagli anni 50 in poi hanno definito i progetti realizzati dalla Sade "indiscriminate derivazioni", "dissesto idrogeologico", "rapina delle acque della montagna", "snaturamento del lago dei Tre Comuni", ora si voglia completare proprio quel progetto Sade. E gli amministratori comunali approvano! (Vedi delibera del 4 agosto 2008 e, quindi, molto prima delle ultime elezioni amministrative che nulla hanno a che vedere sulla mancata informazione). È scorretto e deviante che certi amministratori locali, per scaricare le loro responsabilità, vadano dicendo che è tutto già deciso a Roma. Se così fosse, allora che bisogno ci sarebbe dei loro pareri? Perché rendono pareri positivi? Le procedure di Via (valutazione d’impatto ambientale) riguardano la Regione e il ministero, ma anche i Comuni interessati. Quindi la responsabilità è anche degli amministratori locali. Gli impatti negativi del progetto sul lago andranno imputati anche a loro, che hanno reso un parere favorevole. Le procedure di Via devono ancora avvenire. Quindi, non è vero che tutto sia già deciso. È il caso di ricordare a costoro – così arrendevoli – che anche nel 1987 la giunta regionale Biasutti aveva già deliberato la concessione di derivare dallo scarico del lago 25 mc/sec da immettere nel canale Ledra Tagliamento, ma la mobilitazione dei tre Comuni e della popolazione fece rientrare quella delibera e l’oscillazione del livello del lago fu evitata. Se c’è la volontà si può salvare il lago anche questa volta a condizione che gli amministratori locali mettano al centro del loro operato la difesa del lago e non le contropartite. I nostri amministratori, che si trastullano con l’investimento di 100 milioni del progetto, dovrebbero sapere che lo stesso avrà ricadute minime sulla valle: manodopera di poveri immigrati e al termine dei lavori seguirà il deserto e il lago sarà lì, rovinato definitivamente. Come accadde con le opere della Sade: gli anziani ne sono testimoni. È sconcertante che certi amministratori locali di fatto difendano il progetto Edipower e rispondano con fastidio e con il tono del potere assoluto ai loro cittadini che chiedono di essere informati e di conoscere quali accordi abbiano concluso o stiano per concludere con Edipower. Trasparenza e democrazia richiedono invece che costoro dicano chiaramente adesso, e non quando lo decideranno loro, quali accordi abbiano fatto e quali trattative stiano facendo con Edipower. Dicano se e quali iniziative hanno intrapreso verso la Regione e lo Stato per esporre quanto il lago e la valle hanno subito per gli interessi altrui e "superiori" e perché siano evitati ulteriori danni. Invece, da quando il volantino diffuso dal Comitato tutela acque ha rotto l’assordante silenzio sul progetto, i sindaci danno ampia informazione su altri temi (parco eolico e fotovoltaico, vertice per il turismo ecc). Bene. Ma inevitabilmente sorge il sospetto che lo facciano per sviare l’attenzione dal tema fondamentale, il progetto Edipower! Ma quale turismo ci può essere con l’acqua in continuo movimento, che si alza, si abbassa, va da Somplago ad Alesso e viceversa? Al consigliere regionale Picco e al ex sindaco Barazzutti va riconosciuto il merito di avere portato pubblicamente a conoscenza della popolazione i progetti di sfruttamento della nostra valle, spezzando così il colpevole silenzio generale in cui la Regione e, purtroppo, anche gli amministratori locali, ci hanno gettato quasi a voler far passare in sordina il progetto di Edipower. A questi ultimi, una domanda: perché questa sordina?
Dino Rabassi
già sindaco di Trasaghis
domenica 6 settembre 2009
Tradizionale pellegrinaggio in San Simeone
Intuna biela zornada di soreli, un trop di dalèssans si son zontâts ai tancj tarnebans e bordanês che, come ogni an, a son lâts su pal San Simion pa Messa che a ven fata inta gleseuta ogni prima domenia di setembre.
Al è un avôt che al va indevant di agnorums, intal segno da devozion.
giovedì 3 settembre 2009
Dibattito sul Lago: presa di posizione dell'ETP
Il progetto che la centrale Edipower realizzerà nei prossimi anni e che punta a riutilizzare le vecchie condutture costruite negli anni '50 dalla Sade per pompare l'acqua dal lago dei Tre Comuni al bacino di Verzegnis con l'obiettivo di produrre più energia per far fronte al pericolo black out, trova il parere negativo dell'Ente Tutela Pesca. Di fatto, al momento il progetto è al vaglio degli uffici regionali per la valutazione di impatto ambientale, e l'Ente Tutela Pesca è fra le realtà, assieme ai Comuni della Val del Lago, alla Comunità Montana, la Provincia, e l'Arpa a cui è stato chiesto un parere. «Siamo stati interpellati - dice il direttore dell'Ente Emilio Gottardo - e ci siamo espressi in modo negativo. Il nostro, ovviamente, è solo un parere non vincolante, ma riteniamo che le oscillazioni che tale intervento produrrà nelle acque del lago dei Tre Comuni potrà sfavorire la deposizione delle uova e lo sviluppo delle specie ittiche nei loro stadi giovanili. Ciò creerebbe un depauperamento delle popolazioni ittiche. Dall'altro lato, Edipower ci ha assicurato che in base alle indagini fatte da loro questo non succederà». La valutazione di impatto ambientale è in corso e nei prossimi tempi si avranno i risultati di tutti i pareri messi insieme, ma intanto i pescatori sono preoccupati per la sopravvivenza di specie quali la carpa, il persico reale e il luccio: queste ultime due, tra le specie di maggior qualità all'interno della fauna ittica regionale. Nel presentare il suo parere, l'Ente ha fatto avanti alcune richieste specifiche per compensare i rischi che si fanno avanti: «Abbiamo chiesto - spiega ancora Gottardo - che si pensi al mantenimento di opportuni habitat, degli ambienti-riparo nei canneti dove le specie possano riprodursi in tranquillità. Dall'altro lato, abbiamo anche proposto che nelle acque del lago venga realizzato un impianto incubatoio, una sorta di "allevamento galleggiante", dove sia possibile allevare le specie che vivono nelle zone umide del lago, così che in seguito sia possibile anche spostarle in altre zone della regione visto che si tratta di specie importanti, che come nel caso del persico reale sono in diminuzione in regione e sia così possibile salvaguardarle». Per i pescatori, qualsiasi oscillazione delle acque del lago ha degli effetti aggravanti durante la fase riproduttiva della fauna ittiche: dunque, se già al giorno d'oggi ci sono delle oscillazioni, il futuro intervento potrebbe accrescere il loro numero. Da qui la preoccupazione: «È chiaro che - dice infine Gottardo - per verificare se i nostri timori sono plausibili ci sarebbe bisogno di un modello per capire davvero quali sono le variazioni idrauliche che tale intervento produrrà e che ripercussioni queste avranno sulla fauna del lago». Dall'altro lato, Edipower, nel presentare il progetto, ha evidenziato la necessità di un tale intervento per far fronte ai black out: in pratica, si tratterebbe di utilizzare le vecchie condutture fra i due laghi di Cavazzo e Verzegnis per portare l'acqua del primo nel secondo bacino che durante la notte servirebbe per produrre ulteriore energia. Piero Cargnelutti (Il Gazzettino, 3 settembre 2009) |
mercoledì 2 settembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere dei pescatori
LAGO DEI TRE COMUNI / L’antico emissario va ripristinato
È giunto il momento di ripristinare l’antico emissario naturale del Lago di Cavazzo (il taj dal lâc), per ridare vita a questo vecchio corso d’acqua e permettere così la risalita dei pesci (in particolare dell’anguilla) dal Tagliamento al più grande lago naturale della Regione. È il messaggio che mando ai politici locali e regionali, in qualità di consigliere dell’ente Tutela pesca del Fvg, in un momento in cui, per altro motivo, si sono riaccesi i riflettori sul nostro lago. Infatti, l’intervento proposto da Edipower non deve essere visto solo come momento di protesta delle popolazioni rivierasche, ma deve diventare, a mio parere, anche l’occasione per un dibattito complessivo, su temi che riguardano questo bellissimo specchio d’acqua. Questo mio breve intervento, vuole pertanto mettere l’accento su un progetto, che è il sogno nel cassetto di molte persone, amministratori, pescatori e privati cittadini del luogo e no, che non vedono il lago solo come un contenitore d’acqua, ma bensì come un delicato ecosistema, una preziosa risorsa da salvaguardare e valorizzare. Oggi, grazie agli stagni ecologici, situati a sud del canneto di Alesso, che sono intercomunicanti e l’alveo dell’antico emissario, si potrebbe riaprire questa via d’acqua, che in un recente passato è stato lo scolmatore naturale del lago. Via d’acqua che è stata chiusa, nel 1959, con l’avvio della centrale Sade di Somplago, che mandò le acque in uscita dal bacino in una galleria sotto la montagna e quindi, dopo un salto artificiale, nell’alveo del torrente Leale. La realizzazione degli stagni ecologici, realizzati in anni recenti dalla nostra Comunità Montana, ha previsto con lungimiranza, anche la posa di una tubazione che passa sotto l’attuale strada che porta alla località Brancs di Alesso. L’unico punto critico che rimane da superare, a questo punto, è il ponte dell’autostrada, prima di arrivare al lago. Un’opera di certo non impossibile, viste le attuali tecniche a nostra disposizione. In conclusione, non facendo mai scendere il livello del lago sotto quota 194,50 (Sade) per salvaguardare le popolazioni ciprinicole del canneto di Alesso e riaprendo questo canale, seppur con portate ridotte, si riavrebbe fra l’altro a disposizione un nuovo corso d’acqua salmonicolo, con una valorizzazione immediata anche del torrente Leale, che vedrebbe aumentare, con indubbi benefici, la sua portata e asciutte artificiali devastanti dello stesso, come quella dei giorni scorsi, diventerebbero solo un brutto ricordo.
Claudio Polano, consigliere Etp del collegio Gemona/San Daniele
(da: http://politicagemonese.blogspot.com/2009/09/lago-dei-tre-comuni-1lantico.html)