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"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons
martedì 29 dicembre 2009
Il rapporto della gente col Lago nelle foto del Lunari di Dalès
Il Lunari è stato redatto da un gruppo redazionale ormai affiatato, che ha già curato, negli anni scorsi, l’edizione di 18 numeri: Zuan Cucchiaro, Luigi Stefanutti, Pieri Stefanutti, Decio Tomat, Elena Vidoni e don Giulio Ziraldo. Rilevante è, come sempre, la partecipazione della popolazione, chiamata a collaborare nella raccolta di fotografie (una cinquantina quelle pubblicate sul Lunari) e informazioni.
Edito dalla Parrocchia di Alesso col contributo del Comune di Trasaghis e la collaborazione del Centro di Documentazione sul Territorio, il Lunari, stampato dalla Graphis di Fagagna, sarà presentato mercoledì 30 dicembre, alle 20.30, nel Centro Servizi di Alesso, dopo di che sarà in distribuzione nei principali esercizi pubblici del paese. Il calendario sarà presente anche alla rassegna itinerante dei "Lunaris fats in Cjargne" che si terrà in gennaio a Bordano.
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giovedì 24 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione del presidente Tondo
Consegnate le 8mila firme. Tondo: vigilerò sul futuro del lago
da: Il Gazzettino, Giovedì 24 Dicembre 2009
CAVAZZO CARNICO (d.z.) "Ricevo con attenzione queste firme e vigilerò puntualmente anche su questa vicenda perché ritengo necessaria la salvaguardia del lago, patrimonio ambientale di tutta la Regione". Renzo Tondo ha accolto così ieri a Tolmezzo una rappresentanza del Comitato per la salvaguardia dei laghi di Cavazzo e Verzegnis che gli ha consegnato le 8656 firme raccolte per fermare il progetto proposto da Edipower, firme già fatte pervenire in settimana al presidente del consiglio Edouard Ballaman. La delegazione, composta dal consigliere regionale Enore Picco e da Franceschino Barazzutti, ha fatto notare come attualmente il progetto sia a Roma presso il Ministero competente in attesa della Via regionale, il cui iter è momentaneamente sospeso. Il progetto ha già il parere favorevole di alcuni comuni "ai quali - rileva il comitato - sono state promesse compensazioni economiche. Ma se ci sono compensazioni, significa che c'è un danno!".
martedì 22 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione di L. Stefanutti
Si deve credere in un futuro migliore
Da: Messaggero Veneto — 20 dicembre 2009 pagina 19
Quello che sta succedendo nella Val del Lago non è solo una difficile prova di dialogo democratico. In gioco c’è anche dell’altro! Negli incontri pubblici sull’ipotesi di ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago, è apparso infatti evidente che i primi a essere a rischio sono i rapporti: quelli di amicizia pluriennale tra persone che a lungo hanno condiviso percorsi di vita, ma che ora si ritrovano schierate, chissà perché, su posizioni contrapposte. Quello che proprio non serve è essere divisi di fronte a chi sostiene il progetto: Edipower Spa. In questa situazione la Spa può rallegrarsi; la gente si è divisa e ciò le consentirà di avere spianata la via per la realizzazione, indolore, dei suoi ambiziosi progetti e avere così il suo guadagno. Purtroppo in questo pesa anche la convinzione, di parte degli amministratori comunali, che il lago sia irrimediabilmente perso, da molti anni ormai. Il loro ragionamento quindi è giustificato, anzi dovuto, visto che ormai credono che tutto sia perduto! Questo è un atto di presunzione inaccettabile. Se non siamo noi (compresi i nostri amministratori) a credere in un futuro migliore, come possiamo pretendere che lo credano i nostri figli? Se diamo di noi questa immagine rinunciataria tarpiamo anche i sogni delle future generazioni, perché non li abituiamo a pensare positivo e costruttivo, a reagire alle avversità, confidando nelle loro qualità. Tanto è tutto inutile! La sensazione attuale è che per molti dei nostri amministratori sia estremamente difficile concepire un contraddittorio e ancora di più un "ripensamento riflessivo". Quasi che essere "Uomini" voglia solo dire avere certezze assolute e immodificabili nel tempo. Forse la vera intelligenza, invece, è proprio quella di avere, sempre, dei provvidenziali dubbi! Con queste riflessioni pubbliche non mi permetto certo di dare "lezioni" ad alcuno, ma vorrei solo stimolare amici e conoscenti a riflettere sulle conseguenze estreme di atteggiamenti e azioni che mi risultano incomprensibili e non solo perché non sono mai stato un amministratore di ente locale. Quest’occasione è unica per ricompattare le risorse umane disponibili, considerato che non ci sono dubbi da dove provenga l’attacco all’integrità di un territorio. Solo una cecità (temporanea si spera!) non consente di vedere il risveglio delle intelligenze che si sta realizzando, però, se non si coglie l’assist, si rischia un vero tracollo. Se l’atteggiamento rimarrà quello di non ascoltare la gente (non la intendo come un’esortazione populista), poi non ci si potrà lamentare per l’isolamento (che non sarà mai dorato) e per lo spopolamento della montagna e di un territorio che ha già dato molto al presunto progresso.
Luigi Stefanutti - Alesso
martedì 15 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere dell'ex sindaco Rabassi
Dal progetto Edipower nessun vantaggio
(Messaggero Veneto — 12 dicembre 2009 pagina 19)
Il 4 e il 5 dicembre scorsi i cittadini di Cavazzo Carnico e Verzegnis sono stati chiamati in assemblea per l’illustrazione del progetto Edipower: questa volta alla presenza di alti esponenti della Spa stessa. Dopo quella del 12 ottobre di Alesso, che interessava i cittadini di Trasaghis e Bordano, siamo giunti alla terza esposizione del progetto senza che alcun tecnico, con esperienza ambientale e geologica, fosse incaricato dai Comuni per esaminare il progetto sotto questo punto di vista. A parte i rappresentanti di Legambiente, Cavallo e Lepre, che si sono prodigati nell’esporre i loro forti dubbi sulla realizzazione dell’opera con indubbia competenza e a cui va il nostro ringraziamento per la partecipazione, il solo esperto delle amministrazioni incaricato di approfondire lo studio del progetto è stato l’ingegner Facchin, laureato in ingegneria meccanica e, secondo quanto affermato dagli stessi amministratori, esperto in idraulica applicata allo sfruttamento delle acque per la produzione elettrica (leggasi turbine, termine usato dai sindaci). Nonostante le nostre sollecitazioni, nessun’amministrazione ha avuto alcun dubbio o ripensamento, ribadendo costantemente il parere sostanzialmente favorevole ai lavori. È strano questo comportamento, perché ripensando al lamento delle amministrazioni prive di fondi, a norma dell’articolo 4 comma 3 della Legge regionale 43/1990 l’eventuale costo delle attività di esame e di pubblica informazione sarebbero state, e sono, a completo carico del proponente la realizzazione dell’opera: a Edipower sarà risparmiato pure questo disturbo. Nell’ultima riunione di Verzegnis, inoltre, il tanto sbandierato aumento occupazionale si ridurrà, come pubblicamente ammesso dalla stessa Edipower, alla mera occupazione edile peraltro altamente specializzata e relativa ai soli lavori di costruzione, stante che la stessa ha già in carico il personale utile e sufficiente alla gestione, presente e futura, dell’impianto. Alla richiesta dei cittadini di conoscere l’ammontare delle compensazioni (in pratica vedere cammello e poi pagare), debbo ammettere che i responsabili Edipower si sono dimostrati più realisti dei nostri re, confessando che tali interventi si limiteranno a quello che il loro budget aziendale consente. Vale a dire piccoli lavori di miglioria, tra cui: manutenzione di sentieri, pubblicazione di libri, sostegni a feste locali, fontanelle eccetera. Premettendo la ferma contrarietà all’intervento, a una mia domanda provocatoria su una compensazione sulla fornitura di elettricità da concedere alle aziende che s’installassero nei comuni danneggiati e tale da consentire uno spontaneo aumento occupazionale, poco ci mancava che questi signori si mettessero a ridere sonoramente. Ai vari sindaci vorrei inoltre ribadire che le attuali norme legislative dovrebbero essere rese note ai cittadini non soltanto per la parte inerente ai doveri degli amministratori nell’essere propositivi sulle necessità energetiche nazionali, ma anche per quella dei diritti del popolo a essere compiutamente informato e, nel nostro caso, soprattutto su quanto richiama l’articolo 144 del Decreto legge 162/2006, che è il più esplicativo circa il corretto uso e la tutela delle risorse idriche che così cita: «Tutte le acque superficiali e sotterranee ancorché estratte dal sottosuolo, appartengono al demanio dello Stato. Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata e utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi uso è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future di fruire di un integro patrimonio ambientale. La disciplina degli usi delle acque è finalizzata alla loro realizzazione, allo scopo di evitare gli sprechi e di favorire il rinnovo delle risorse, di non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell’ambiente, l’agricoltura, la piscicoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrogeologici. Gli usi diversi dal consumo umano sono consentiti nei limiti nei quali le risorse idriche siano sufficienti e a condizione che ne pregiudichino la qualità. Le acque termali, minerali e per uso geotermico sono disciplinate da norme specifiche, nel rispetto del riparto delle competenze costituzionalmente determinato». Orbene: dopo l’onesta ammissione della dirigenza Edipower nel ribadire che la loro è una società per azioni privata, il cui scopo principale è, oltre a mantenere un bilancio attivo, quello di garantire il massimo ricavo per gli azionisti; dopo la pubblica esibizione delle foto scattate al fondo del bacino dall’Ambiesta, nelle quali si possono ammirare le centinaia di migliaia di metri cubo di fango depositate e in procinto di defluire allegramente verso il lago di Cavazzo; avendo appurato che in sole 8 ore nel lago di Cavazzo sarebbero riversati 3.168.000 mc di acqua gelida; che in altre 8 ore 1.267.200 mc di acqua sarebbe ripompata a Verzegnis e mc 1.900.800 uscire dal canale di scarico creando un notevole rimescolamento con effetto torrentizio; che, come ammesso dagli stessi dirigenti Edipower, stante che il canale di deflusso del lago è tarato su 66 mc/sec, le quote di massimo e minimo invaso nel Lago di Cavazzo difficilmente potrebbero mantenersi in alcuni casi, soprattutto nei periodi di piovosità eccezionale, come da noi spesso accade, determinando una forte erosione spondale; che la temperatura delle acque rimescolate in continuazione salirebbero solo nella media tra lo strato idrico iniziale e quello di fondo, con un’ovvia e forte diminuzione di quelle superficiali che in luglio-agosto dagli attuali 16,5/17° scenderebbero a 13,5/14°; che quello che rimane della fauna ittica e della flora sarebbe del tutto compromesso interessando, fra l’altro, anche quella del torrente Leale e del Tagliamento; che vi è pure, da pochi e semplici calcoli elementari e stanti le prove già in essere da mesi sul canale di scarico del lago, la concreta possibilità che il surplus idrico possa nascondere anche la captazione delle acque a fini irrigui con ulteriori guadagni per Edipower; che inoltre, ma celato abilmente, oltre ai sopra citati guadagni, vi siano anche quelli derivanti dai certificati verdi sulle fonti rinnovabili, mai ammessi da Edipower, ma che pure rientrano nei suoi progetti d’impresa come meglio si può appurare dal suo stesso sito informatico; ciò detto, non sembra a tutti voi che questa popolazione abbia già dato a sufficienza per le necessità nazionali. Signori amministratori, possibile che qualche dubbio non emerga dalle vostre coriacee e ostinate convinzioni e vi spinga a rivedere gli atti da voi assunti, anche alla luce delle sospensiva per maggior approfondimento da parte della Regione? Vorrei inoltre che fosse definitivamente accettato che il nostro comitato è sorto spontaneamente, non per senili nostalgie di vecchi amministratori e proprio perché è mancato il dialogo tra amministratori e cittadini, raccogliendo, con una quindicina di persone e in breve tempo, oltre 8.000 firme che saranno a supporto, tra breve, di una petizione agli enti interessati. Tra questi ovviamente anche al sindaco di Cavazzo, il quale non ha mancato di criticare il nostro modo di raccogliere adesioni, reo, secondo lui, di averlo fatto addirittura anche nelle mense della Fantoni e in altre aziende di Osoppo. Forse egli però dimentica che queste ditte da decenni danno il pane a centinaia di nostri concittadini, che sono state create, fatte crescere e dirette da friulani resistendo con noi durante il terremoto, non certo da Edipower che, come tanti stranieri del passato, cercano solo di trarre dalla nostra terra i propri tornaconti, non certo quelli della madre Patria né ancor meno i nostri. Il tutto detto da un cittadino che, pur rispettandoli, mai ha aderito a movimenti verdi e si chiede anche che cosa pensi la politica regionale e in particolare il vostro partito di riferimento del problema in essere.
Dino Rabassi già sindaco di Trasaghis
lunedì 14 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: resoconto delle assemblee di Cavazzo e Verzegnis
Munitisi di indagini geologiche, idrogeologiche e biologiche i vertici della Edipower hanno illustrato e giustificato venerdì 11 sera a Cavazzo Carnico e sabato sera a Verzegnis davanti ad una nutrita platea di cittadini, le loro “buone intenzioni” in merito al progetto di ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago che, come ha spiegato Giuseppe Monteforte, direttore Progetti Edipower, “è compatibile con l’ambiente, non prevede alcuna modifica delle concessioni di derivazione e quindi non comporta alcun incremento dell’acqua attualmente utilizzata dalla centrale, né alcuna variazione dei livelli attuali massimi e minimi nei laghi di Cavazzo e Verzegnis”. All’incontro organizzato dai primi cittadini dei due comuni Dario Iuri e Luciano Sulli, erano presenti anche Giorgio Cavallo, Presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia ed il professor Gabriele Borsani, docente di Ecologia presso il Politecnico di Milano.
“Prima di avviare l’iter autorizzativo per l’ampliamento della Centrale Edipower ha fatto realizzare una serie di studi da enti specializzati di primaria importanza, per analizzare l’impatto del progetto sul territorio – ha dichiarato Monteforte – che trae spunto e ragion d’essere dalle politiche comunitarie e nazionali volte alla riduzione delle emissioni di gas serra mediante l’incentivazione, la valorizzazione e l’ottimizzazione della produzione da fonti rinnovabili”. L’iniziativa lo ricordiamo, prevede l’ampliamento dell’impianto mediante l’installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. L’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile. L’ampliamento di Somplago, costituisce secondo Edipower, “il naturale completamento dell’impianto, già stato previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50 e comporterà circa 25-30 mesi di attività, a partire dall’ottenimento delle autorizzazioni, con l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, con rilevanti ricadute positive sull’indotto locale”. "La nuova configurazione della centrale di Somplago contribuirà "all’incremento e valorizzazione della produzione da fonte rinnovabile e alla sicurezza dell’intero sistema elettrico nazionale e del Friuli Venezia Giulia incrementando l’efficienza delle macchine e la potenza complessiva disponibile nelle ore di punta. In base a ciò, l’intervento, è stato inoltre incluso nell’Accordo di Programma siglato con il Ministero dell’Ambiente in quanto apporterà con un rilevante contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2".
“Prima di avviare l’iter autorizzativo per l’ampliamento della Centrale Edipower ha fatto realizzare una serie di studi da enti specializzati di primaria importanza, per analizzare l’impatto del progetto sul territorio – ha dichiarato Monteforte – che trae spunto e ragion d’essere dalle politiche comunitarie e nazionali volte alla riduzione delle emissioni di gas serra mediante l’incentivazione, la valorizzazione e l’ottimizzazione della produzione da fonti rinnovabili”. L’iniziativa lo ricordiamo, prevede l’ampliamento dell’impianto mediante l’installazione di due gruppi reversibili per una potenza complessiva di circa 124 MW e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km), in affiancamento alla galleria esistente, al fine di permettere il pompaggio dell’acqua tra il lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. L’istallazione dei due nuovi gruppi reversibili consentirà, a parità di acqua utilizzata, un aumento della produzione e della potenza nelle ore di maggior richiesta, con una diminuzione della produzione da fonte termoelettrica fossile. L’ampliamento di Somplago, costituisce secondo Edipower, “il naturale completamento dell’impianto, già stato previsto al momento della costruzione della centrale negli anni ’50 e comporterà circa 25-30 mesi di attività, a partire dall’ottenimento delle autorizzazioni, con l’impiego di 60 addetti nella fase di picco e un investimento pari a circa 100 milioni di euro, con rilevanti ricadute positive sull’indotto locale”. "La nuova configurazione della centrale di Somplago contribuirà "all’incremento e valorizzazione della produzione da fonte rinnovabile e alla sicurezza dell’intero sistema elettrico nazionale e del Friuli Venezia Giulia incrementando l’efficienza delle macchine e la potenza complessiva disponibile nelle ore di punta. In base a ciò, l’intervento, è stato inoltre incluso nell’Accordo di Programma siglato con il Ministero dell’Ambiente in quanto apporterà con un rilevante contributo in termini di riduzione delle emissioni di CO2".
venerdì 11 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: conclusa la raccolta di firme contro il progetto Edipower
Centrale di Somplago, 9 mila no:"Rovina il lago e il territorio"
di Domenico Pecile
(Messaggero Veneto, 11 dicembre 2009)
di Domenico Pecile
Cresce e si diffonde a macchia d’olio la protesta contro la realizzazione dell’ampliamento della centrale idroelettrica a Somplago, sul lago di Cavazzo. Sono già quasi novemila le firme raccolte nei quattro comuni interessati dal mega-impianto: Cavazzo, Trasaghis, Bordano, Verzegnis. E oggi, alle 11, nella sala Pasolini del palazzo della Regione, a Udine, i Comitati per la difesa del lago e del Tagliamento hanno indetto una conferenza stampa nel corso della quale presenteranno la petizione popolare "La difesa del lago di Cavazzo e di Verzegnis". Per il Comitato, la realizzazione dell’impianto rappresenterebbe il "de profundis" del lago e dell’intera zona.I fatti. Edipower, società proprietaria della centrale idroelettrica di Somplago, ha presentato un progetto di ampliamento per il potenziamento della stessa centrale di Somplago. Il piano prevede, tra l’altro, la costruzione dal bacino di Verzegnis a Somplago di una seconda galleria (lunga 8,5 chilometri) in pressione e l’installazione, accanto alle tre già in esercizio, di due nuove turbine reversibili, che producono energia di giorno, mentre di notte pompano nel bacino di Verzegnis la stessa acqua accumulata di giorno nel lago di Cavazzo. La portata d’acqua raddoppierebbe, passando dagli attuali 66 a 110 metri cubi il secondo e la variazione di livello del lago potrebbe arrivare a 2,50 metri, rischiando così – sostengono i Comitati – di "fare più danni di un terremoto" per l’accumulo di fanghi provenienti dall’invaso di Verzegnis e per le oscillazioni quotidiane del livello dell’acqua che impedirebbero ogni altra attività, comprese quelle sportive. È chiaro – sostengono i Comitati – che lo scarico dal bacino di Verzegnis nel lago di Cavazzo e il pompaggio da quest’ultimo provocano una continua movimentazione di enormi masse d’acqua. "La continua oscillazione del livello e la movimentazione delle acque avranno allora un risultato certo: non ci sarà più pace per il lago". I Comuni interessati, tuttavia, hanno dato parere favorevole. "Ma questo – sottolinea il Comitato – in cambio di indennizzi. E non è un caso che le popolazioni non stiano seguendo le decisioni dei loro consigli comunali". Ma l’ultima parola spetta alla Regione Friuli Venezia Giulia. Che al momento ha sospeso il suo parere e chiesto alcuni approfondimenti alla ditta Edipower. Ma serve anche il parere della Via (Valutazione di impatto ambientale) nazionale. Proprio per questo tutta la documentazione relativa alla vicenda (compresa la petizione con le oltre 8 mila firme) sarà inviata la prossima settimana dai Comitati al ministero competente. Ma ci sono anche altri risvolti.Resta il fatto che la centrale sarebbe destinata a essere una mega-realizzazione dal costo preventivato di circa 100 milioni di euro. Franceschino Barazzutti, presidente del Comitato della tutela delle acque del bacino montano del Tagliamento, si spinge oltre. E spiega: "Secondo i conti effettuati da Legambiente del Friuli Venezia Giulia, grazie alla produzione di energia, alle incentivazioni e ai cosiddetti "certificati verdi", Edipower dovrebbe ricavare circa 600 milioni di euro in 15 anni di validità dei certificati verdi. Visti i costi di gestione, riteniamo che l’u tile possa aggirarsi tra i 400 e i 450 milioni. Dunque, un grande business". Barazzutti aggiunge di dirsi "stupefatto che un presidente carnico come Renzo Tondo, che conosce bene le problematiche delle derivazioni idroelettriche, non faccia un ragionamento non soltanto sotto l’aspetto ambientale, ma anche per l’ammontare di queste cifre". Insomma, secondo i Comitati e lo stesso Barazzutti "la Regione dovrebbe mettere il naso nel piano industriale di questo progetto". Anche perché – chiosa Barazzutti – "si tratta di soldi che sono destinati a uscire dal Fvg per finire alle municipalizzate lombarde tramite l’A2A, a quelle svizzere tramite l’Alpiq, a Torino e Genova mediante Iride e in Francia grazie l’Edison che controlla il 50% della Edipower".
Risvolti economici. Soldi. Ma per adesso il nodo principale è il futuro del lago di Cavazzo e del suo territorio. Dunque, tutto ruota per ora attorno al problema dei fanghi. Quelli che l’invaso di Verzegnis riceve da gran parte dei fiumi limacciosi della zona durante le precipitazioni più abbondanti. Nel bacino di Verzegnis ci sono metri e metri di fanghi depositati che saranno movimentati quando l’acqua sarà pompata a pressione da Somplago e sarà poi fatta turbinare di nuovo a Somplago. Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Enore Picco, in prima fila nella battaglia dei Comitati "per ottenere il disco verde della Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Senza contare – insistono i Comitati – che "una centrale delle dimensioni prospettate da Edipower annienterebbe le potenzialità naturalistiche e turistiche del lago di Cavazzo, che viceversa andrebbero valorizzate da un apposito piano che ponga il lago in sistema con le particolari presenze storico-culturali e ambientali del territorio: Venzone, Gemona, forte di Osoppo, Casa delle farfalle, il pianoro del monte San Simeone, la fortezza di Monte Festa, la pieve di Cesclans, la zona del leccio, la riserva naturale del lago di Cornino, il pianoro del Mont di Prât, le valli dei torrenti Palâr e Leale".Non possiamo desertificare la montagna nel nome del progresso avallando – concludono i Comitati – progetti che rovinano il territorio e, contestualmente, non offrono nulla dal punto di vista economico né aprono nuovi varchi sul fronte dell’occupazione".
Risvolti economici. Soldi. Ma per adesso il nodo principale è il futuro del lago di Cavazzo e del suo territorio. Dunque, tutto ruota per ora attorno al problema dei fanghi. Quelli che l’invaso di Verzegnis riceve da gran parte dei fiumi limacciosi della zona durante le precipitazioni più abbondanti. Nel bacino di Verzegnis ci sono metri e metri di fanghi depositati che saranno movimentati quando l’acqua sarà pompata a pressione da Somplago e sarà poi fatta turbinare di nuovo a Somplago. Secondo il consigliere regionale della Lega Nord, Enore Picco, in prima fila nella battaglia dei Comitati "per ottenere il disco verde della Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Senza contare – insistono i Comitati – che "una centrale delle dimensioni prospettate da Edipower annienterebbe le potenzialità naturalistiche e turistiche del lago di Cavazzo, che viceversa andrebbero valorizzate da un apposito piano che ponga il lago in sistema con le particolari presenze storico-culturali e ambientali del territorio: Venzone, Gemona, forte di Osoppo, Casa delle farfalle, il pianoro del monte San Simeone, la fortezza di Monte Festa, la pieve di Cesclans, la zona del leccio, la riserva naturale del lago di Cornino, il pianoro del Mont di Prât, le valli dei torrenti Palâr e Leale".Non possiamo desertificare la montagna nel nome del progresso avallando – concludono i Comitati – progetti che rovinano il territorio e, contestualmente, non offrono nulla dal punto di vista economico né aprono nuovi varchi sul fronte dell’occupazione".
(Messaggero Veneto, 11 dicembre 2009)
martedì 8 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere di V. Rabassi
Il lago di Cavazzo e l’etica politica. “Libertà è partecipazione...”.
Ma per il lago di Cavazzo è tutta un’altra storia.
“Libertà è partecipazione...” cantava Giorgio Gaber. Se fosse ancora vivo il signor G., sarebbe da chiedergli se trasparenza, informazione, partecipazione e condivisione siano di “sinistra” o di “destra” . Sono in molti (anche senza sforzarsi a imitare il signor G.) a chiedersi se esista ancora un’etica nella politica e se per appartenere a un partito servano ancora certi ideali e certi valori o se ormai tutto questo sia passato in secondo piano, superato. A chiederselo sono anche i cittadini della val del Lago, traditi dal voto favorevole delle loro amministrazioni comunali all’ampliamento della centrale di Somplago, amareggiati per il mancato coinvolgimento, stupiti e delusi dall’atteggiamento e dai silenzi delle stesse. Il quesito nasce dalla convinzione che la partecipazione attiva della popolazione nell’amministrazione di un Comune costituisca uno straordinario esercizio di democrazia. Trasparenza, informazione e condivisione sono poi principi guida fondamentali soprattutto quando le scelte divengono importanti. In questi casi, più che mai, superare le frammentazioni e attivare la forza del “fare insieme” per avere più peso e capacità contrattuale diventano strategici e qualificanti. Tutto sommato, trasparenza, informazione e condivisione si possono tradurre semplicemente in buona politica (nel caso a cui mi riferisco ci sta anche “intelligente”). Si dice che questi argomenti siano di “sinistra”, ossia siano più propri a persone e movimenti di sinistra e alle amministrazioni di sinistra. Ma non sempre è così. L’eccezione (mi auguro che la regola sia confermata) la forniscono i sindaci dei Comuni della val del Lago (Cavazzo, Bordano, Trasaghis) unitamente al sindaco del Comune di Verzegnis, tutti di sinistra o vicini alla sinistra. Questi sindaci non si pongono minimamente il problema di vivere l’impegno politico, come dice il codice etico del loro partito (il Pd), «con responsabilità, di confrontarsi e di dare conto del proprio operato» né di sostenere «un modello di comunicazione basato sull’ascolto, sul dialogo, sulla chiarezza di espressione» o tanto meno di impegnarsi «a condurre il confronto con volontà d’intesa», o infine di favorire «la trasparenza dei processi decisionali e la partecipazione democratica nelle forme più inclusive». Costoro si mostrano come figure di altri tempi, si sentono padroni delle cose e delle persone. Pieni della delega ricevuta con il voto, come se il tempo e le esperienze passate non avessero lasciato traccia e insegnamento; dispongono anche per gli altri, non motivano le scelte fatte e non rispondono alle domande che da più parti vengono poste. È evidente e indiscutibile che chi ha responsabilità di amministrare deve prendere delle decisioni. Ma chi prende le decisioni senza coinvolgere anche gli altri (coloro che li hanno votati come coloro che non l’hanno fatto), senza conoscere cosa ne pensano, senza condividere le scelte e motivarle, allora non esercita la democrazia. E quando non si fa democrazia, non ci sono garanzie dell’inviolabilità dei diritti, del rispetto degli impegni presi. Ben lungi dal voler insegnare, vorrei concludere con un suggerimento e un invito a tutti i consiglieri comunali di Bordano, Cavazzo, Trasaghis e Verzegnis che dovranno avvalorare le scelte fatte dai propri sindaci. Il suggerimento è solo quello di sperimentare una mentalità aperta per ascoltare, approfondire, valutare e decidere insieme: questo potrà condurre a risultati vincenti. Sull’ampliamento della centrale di Somplago è necessario decidere su dati e analisi, non su opinioni personali o di pochi individui. L’invito è quello di far proprie le domande rivolte dai comitati, che di seguito riporto, rimaste da tanto tempo senza risposta e di interpellare i propri sindaci. 1) Se il progetto di ampliamento della centrale di Somplago non provoca danni al lago, come affermano la società Edipower e i sindaci, perché si chiedono «mitigazioni ambientali» e «compensazioni»? 2) Sono stati fatti degli studi e delle ricerche sulla qualità e sulla quantità di fango che si sono depositate nel lago di Verzegnis, in 50 anni, e se lo stesso finirà nel lago di Cavazzo per effetto delle correnti generate sul fondo dall’afflusso delle acque captate dal fiume Tagliamento e ripompate da valle? 3) Come mai nell’assemblea del 12 ottobre scorso, organizzata dalle amministrazioni di Trasaghis e Bordano, il tecnico di fiducia dei Comuni non ha esposto alcuna osservazione sul progetto, ma ha semplicemente proceduto a illustrarlo, come se si trattasse di un tecnico incaricato dalla società Edipower? 4) Con il comportamento tenuto fino a oggi, i sindaci e le amministrazioni comunali non corrono il rischio di essere usate dalla società Edipower contro il territorio e la loro gente? 5) Per quali motivi si è trattato con la società Edipower per oltre un anno senza informare la popolazione sul progetto? 6) Nelle delibere dei Comuni di approvazione del progetto si legge che in caso di mancata osservanza del limite fissato per le escursioni, in 1 metro per il lago di Cavazzo e in 9 metri per il lago di Verzegnis, verranno definite apposite clausole di salvaguardia da inserire in un successivo accordo. Non vi sembra che da ciò derivi la possibilità di superare i livelli citati e che il lago venga venduto un tanto a spanna? 7) Secondo la logica adottata delle “mitigazioni ambientali” e delle “compensazioni”, qual è il valore in euro che viene attribuito al lago? 8) Per quali motivazioni il Comune di Trasaghis, senza disporre degli elaborati di progetto, ha espresso parere favorevole già il 4 luglio 2008? 9) A quanto ammontano le “compensazioni” concordate con la società Edipower per ciascun Comune? 10) Le amministrazioni comunali sono a conoscenza che a fronte di un finanziamento di 100 milioni di euro la società Edipower ricaverà un utile di circa 500 milioni di euro in 15 anni? Mi auguro che i consiglieri partecipino e decidano in autonomia di giudizio. “Libertà è partecipazione...”, partecipazione è democrazia.
Valentino Rabassi già assessore comunale di Trasaghis
(dal "Messaggero veneto" del 7 dicembre 2009)
domenica 6 dicembre 2009
Alesso 8 dicembre: tradizionale mercatino di solidarietà
Ad Alesso, nel Centro Servizi di via Libertà (vicino al Centro Studi) sarà aperto anche quest’anno un mercatino di dolci ed oggetti natalizi allestito da volontari in collaborazione con la Parrocchia di Alesso; le offerte raccolte saranno interamente devolute in beneficenza, per emergenze locali e per aiutare i 400 bambini senza famiglia ospiti dell’Asilo di Minas Novas in Brasile, una struttura che si regge grazie all’impegno di una religiosa italiana, suor Annamaria Ortelli.
Il mercatino è aperto :
MARTEDI' 8 DICEMBRE DALLE 10 alle 21
MARTEDI' 8 DICEMBRE DALLE 10 alle 21
Gli organizzatori auspicano si approfitti dell'occasione per acquistare dei doni di Natale originali e fatti a mano e, nello stesso tempo, aiutando persone che vivono in difficoltà.
mercoledì 2 dicembre 2009
Dibattito sul Lago: novità da Cavazzo e Verzegnis
Assemblee pubbliche a Cavazzo e Verzegnis, per un dibattito aperto sulla centrale di Somplago
E' stato fissato dalle Amministrazioni comunali un appuntamento per venerdì 4 dicembre a Cavazzo e sabato 5 dicembre a Verzegnis, entrambi alle ore 20 nei rispettivi Municipi.
Nel corso degli incontri, verrà illustrato il progetto presentato da Edipower per il potenziamento della centrale e la posizione dei Comuni. Ne seguirà un dibattito che vedrà protagonisti i sindaci, i funzionari Edipower e i rappresentanti di Legambiente. Faranno da moderatori Francesco Brollo e Giulio Magrini.
lunedì 30 novembre 2009
Lago: indagine sulla proliferazione delle alghe
Alghe nel lago: indagini dell' Arpa
(dal Messaggero Veneto del 29 novembre 2009)
TRASAGHIS. Sentiti i pareri di alcuni esperti sia regionali che nazionali, l’Arpa ha comunicato nei giorni scorsi al Comune i risultati del sopraluogo al Lago dei Tre Comuni effettuato lo scorso agosto, in merito alla presenza di alghe segnalata da molti cittadini. Secondo l’ente la macroalga presente sul Lago dei Tre Comuni sarebbe tipica dei laghi simili al bacino più grande naturale presente nella nostra Regione, ma per confermare le cause scatenanti di un così importante sviluppo, gli esperti si riservano di condurre ulteriori indagini. «L’abnorme sviluppo della popolazione macroalgare – si legge nella nota inviata al Comune – osservato nel corso del sopraluogo, con talli che raggiungevano anche quasi i tre metri di altezza fino a giungere in superficie, può essere imputabile a diverse cause sia meteoclimatiche dovute a lunghi periodi caratterizzati da elevata irradianza al fondo, sia ecologiche causate dalla diminuzione della comunità ittica erbivora autoctona tipica dell’ambiente lacustre. In base all’ecologia della specie, si esclude una correlazione tra la crescita anomala e possibili fenomeni di eutrofizzazione del corpo idrico». Dall’analisi tassonomica del campione biologico è stata riconosciuta la specie “Chara rudis”, alga tipica macrofita profonda lacustre. «Sulla questione il sindaco di Trasaghis Augusto Picco, va cauto:« Innanzitutto – ha detto il primo cittadino – prendiamo atto che a quanto pare tutto rientra nella norma. Attendiamo anche gli ulteriori approfondimenti che l'Arpa intende fare, dopodichè vedremo se e come sarà possibile limitarne la proliferazione ».
Dario Venturini
lunedì 23 novembre 2009
Dibattito sul Lago: a Cjavaç a disin ....
Une multinazionâl, cuatri comuns e un lâc
Cualchi an indaûr, in Bolivia, lis multinazionâls a èrin rivadis a jessi paronis su dutis lis aghis di chê republiche. A gjavàvin vie l’âghe dai flums par vuadagnâ cul cumierç da corint e a fasèvin pajâ unevôre cjare l’âghe di bevi. E no paronavin dome su pes aghis, ma ancje sul petroli e sul gâs. Ma une biele dì i Bolivians si son dismots e àn fat cori chestis multinazionâls, . Tornâts a jessi parons des lôr risorsis, i bolivians a stabilìrin che l’âghe a veve di tornâ a jessi di ducj, e che, tanche ben di ducj, no podeve jessi né comprade né vendude. Anzit, a lis piçulis comunitâts, che a erin stadis chês plui talpassadis des multinazionâls, ur vignì lassât par simpri il dirit di doprâ lis aghis dai lôrs teritoris. Magari cussìno, l’Italie no è la Bolivie, o miôr a sta deventant cemût che a ere la Bolivie prin de rivoluzion. Chenti l’âghe a è sì formalmenti di ducj, ma il Stât al cêt ai privâts il dirit di doprâle e di fâ centrâls come chê che a è stade fate da Sade tal cincuantevot a Somplât, sujant i rius e i flums di miege Cjargne, e che vuei la multinazionâl Edipower a vûl ingrandî. Tes cjasis e tes ostariis dai nestris paîs si discor dibot dome di chest progjet:"Astu savût che Edipower a pensa di meti su dôs gnovas turbinas par pompâ su, cun tuna gnova galaria, l’âga dal lâc di Cjavàç tal chel di Verzegnas par sfrutâ plui voltis la stesse âga?"."Ai savût, a son fûr cul cjâf, ma sàno a ce dams che si va incuintra cun chescj lavôrs?"."S’impensaiso che a Cesclans cuant che an fata chealtra galaria l’âga dal fontanon a è calada?"."No nus lassaran migo cence âghe di bevi nô e Bordan?". "E il paltan? Veiso pensât al paltan ch’al è vignût ju in ducj chescj agns, e che cumò cun dôs galariis al vignarà jù ancjemò di plui?"."E dut chest massedament continuo di aga, 9 metros di variazion di livel a Vergegnas e 1 metro e passa tal lâc di Cjavàç?". "Veiso idèe da fuarce che an 110 metros cubos al secont?"."Chest al è il colp di gracie pal lâc". " A mi l’ingignîr mi a spiegât che l’aga cussì a sarà ancjemò plui freida, ben cuatri grâts di mancul". "Astu firmade la petizion?"."Sì, gjavant chei che a lavòrin par Edipower e chei che a son ta aministrazion comunâl, a àn firmât ducj". Dut câs Edipower a fat i siei conts e ancje se il cost des vôris al è stimât tra i novante e cent milions di euros, a calcole di vuadagnâ 500 milions di euros in 15 agns. Simpri però che la vôre a vegni fate, parcè che lis resistencis a di chest progjet a son tantis. Ducj però a son convints che se chest progjet al larà in puart, al savoltarà dal dut il lâc. E se al è stât un timp là che lis aministrazions comunâls si pisclàvin pal so non , cun chestis oparis il lâc, dopo vei pierdudis lis sôs cualitâts, al pierdarà ancje chel. Nol sarà plui il lâc di Cjavàç o dai trei comuns, ma dome la grande poce di Edipower.
Remo Brunetti
venerdì 20 novembre 2009
Dibattito sul lago: un parere da Interneppo
Non deve diventare questione di cortile
Volevo riprendere il pensiero del signor Nevio Candolini per esprimere, in merito alla questione lago, il mio punto di vista. Apprezzo sinceramente l’appello all’unione di intenti per salvare il lago e condivido totalmente il senso di emergenza che Candolini sa rappresentare quando fa riferimento alla situazione venutasi a creare a proposito della sopravvivenza del Lago di Cavazzo o dei tre Comuni anche se, a onor del vero, debbo dissentire circa lo scontro tra vecchi e nuovi amministratori. Il concreto pericolo, infatti, è che tutto il discorso sul lago sia ridotto a una questione di cortile, rischiando di sviare l’attenzione della gente e dell’opinione pubblica da un problema serissimo (la minaccia di definitiva devastazione del lago) a uno artificioso (le sterili beghe tra vecchi e nuovi amministratori). Pur comprendendo come sia facile cadere in questo equivoco, debbo però aggiungere che qui non si tratta né di campagna elettorale (le amministrazioni comunali di Cavazzo e Trasaghis sono state elette la scorsa primavera e quella di Bordano soltanto due anni fa) e nemmeno di desiderio di rivalsa da parte di ipotetici sconfitti, stante che nessuno di coloro i quali si sta impegnando in questa battaglia nemmeno si è candidato alle elezioni. Non voglio annoiare chi legge riproponendo quanto è già stato sin qui detto sull’argomento (chi è intervenuto prima di me ha esposto fin troppo chiaramente tutte le ragioni per cui è giusto sostenere questa iniziativa), ma qui si tratta di chi vuole o non vuole salvare il lago e, purtroppo per noi cittadini, le tre amministrazioni rivierasche sono tutte propense a far attuare all’Edipower il suo progetto. Moltissimi abitanti dei tre comuni, invece, come lei, signor Candolini, e come me, ritengono di dovervisi opporre in quanto pensano – parafrasando uno spot pubblicitario televisivo – che non tutto si può comprare e, per quante «compensazioni e mitigazioni» possa Edipower mettere sull’altro piatto della bilancia, il resto non si possa acquistare nemmeno con mastercard. Non si tratta di briciole o soldoni; deve passare l’idea che non tutto può avere un prezzo, non tutto può essere oggetto di mercificazione. Va da sé che gli attuali amministratori sono stati più volte invitati – anche pubblicamente – a unirsi alla causa pro lago, ma nessuno di essi ha inteso raccogliere l’invito, forse perché interpretato come un passo indietro (che se anche così fosse rappresenterebbe un atto di grande onestà intellettuale) rispetto alle decisioni formalmente già assunte o forse per chissà quale altro motivo. In ogni caso, vedendo come ormai stanno le cose, dubito che potremo contare sul loro supporto che, ripeto, qualora ci fosse, sarebbe assolutamente prezioso, auspicabile e benvenuto. Quindi chi vuole difendere il lago da questo ennesimo possente attacco (qualcuno l’ha definito Davide contro Golia stanti gli interessi in campo) troverà porte aperte da ogni parte arrivi, purché semplicemente lo voglia. E questo vale soprattutto per gli amministratori, nuovi o vecchi (come me) che siano, proprio per scongiurare come giustamente lei dice, signor Candolini, le inevitabili ripercussioni – ancor prima che sull’ambiente – sul già debole tessuto sociale delle nostre comunità.
Valter Stefanutti ,già vicesindaco del Comune di Bordano - Interneppo
(Dal Messaggero Veneto del 18 novembre 2009)
lunedì 16 novembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere di G.C. Pillinini
In merito alla "rinaturalizzazione" del lago (la possibilità cioè di ripristinare, almeno in parte le condizioni antecedenti l'entrata in funzione della centrale), molto interesse hanno suscitato le proposte del'Ingegner Giancarlo Pillinini, di cui si trascrive un sunto.
Vorrei contribuire al dibattito sul prospettato potenziamento della centrale Edipower a Somplago cercando di valutare anche alcuni aspetti tecnici della questione, anche sulla base delle ricerche che effettuai per la tesi di laurea nel lontano 1990. Per avere un quadro complessivo credo sia utile riassumere le condizioni ambientali del lago prima e dopo la costruzione della centrale, operativa dal 1957. Consideriamo il periodo estivo, quello più importante sia per gli aspetti eco-biologici sia per la fruizione turistico-ambientale. La situazione naturale ci è nota dalle misure rilevate più di cent’anni fa dal prof. Marinelli: nel lago si formava in estate una forte stratificazione termica, con uno strato superiore di circa 8-10 m di spessore con temperature medie di 20-22°C e massime di 26-28°C in superficie. Questo strato di acqua calda, più leggera, si formava grazie all’irraggiamento solare e alla stabilità delle masse idriche, dato che il limitato apporto dei torrenti affluenti nel lago comportava un ricambio completo delle acque molto lento, ogni 10-12 mesi circa. Queste condizioni favorivano lo sviluppo di un sistema biologico estremamente ricco che, tra l’altro, rendeva il lago pescosissimo (voglio ricordare qui mio nonno Fortunato che faceva parte della quarantina di pescatori di mestiere che lavoravano sul lago). La messa in funzione della centrale ha comportato un afflusso nel lago di acque fredde provenienti dal bacino di Sauris, dal Tagliamento prelevato a Caprizi, dal Degano prelevato a Ovaro e da altri torrenti minori, riversate nel bacino di Verzegnis e da lì nel nostro lago. La temperatura massima dell’acqua scaricata nel lago (immessa a livello superficiale sulla riva nord) si aggira in estate attorno agli 11-12°C, con portate medie annuali di circa 20 metri cubi il secondo, ricambiando totalmente le acque del lago ogni 7-15 giorni. Il risultato è che le basse temperature e il veloce ricambio hanno drasticamente impoverito l’ecosistema naturale, assimilandolo a quello di un lago di alta quota: la temperatura in superficie, a esempio, raggiunge oggi al massimo i 17-18°C, mentre nel lago di Sauris – posto a 980 m slm – misurammo più di 19°C! La ricerca rivelò l’esistenza di una stratificazione termica ridotta, ma stabile, non alterata nemmeno da temporali o forti venti, poiché la differenza di densità tra acque fredde e calde e la bassa velocità di spostamento impedivano i moti turbolenti e i mescolamenti fra gli strati. In particolare si evidenziò che i flussi delle acque in entrata e in uscita avvenivano in modo regolare senza rimescolamenti: l’acqua fredda in entrata si inabissava in profondità muovendosi lungo il fondale, mentre dal canale superficiale emissario posto sulla riva sud-est fuoriuscivano solo le acque più calde superficiali. Questo regime idraulico comporta la completa dissipazione dell’enorme quantità di energia termica solare assorbita dal lago, pari ogni giorno – in agosto – a 3,3 miliardi di Kcal (dato ricavato dalla differenza misurata di temperatura tra l’acqua in uscita e in entrata – in media! 3,7°C – con una portata media in quel mese di 10,6 metri cubi il secondo). Se, per ipotesi, si riuscisse a scaricare dal lago solo lo strato delle acque fredde (a una profondità di almeno 6-8 m) si otterrebbe in 10 giorni un aumento di almeno 6° di temperatura, raggiungendo i 23°C in superficie. Ecco che si presentava di concreta fattibilità l’ipotesi di rinaturalizzazione del lago, che credo meritasse più approfondite valutazioni. Lo scenario futuro prospettato da Edipower prevedrebbe il ripompaggio notturno di 1,17 milioni di metri cubi di acqua dal nostro lago (corrispondente a un abbassamento del livello di 1 m) fino al lago di Verzegnis (dove invece il livello si alzerebbe di ben 9 m!), utilizzando sia la galleria esistente (scavata per 8,5 km nella montagna) sia realizzando una nuova galleria parallela all’esistente (il cui scopo, per inciso, non è ben chiaro poiché, a fronte di un costo astronomico, servirebbe solo a ridurre le perdite di energia “per attrito” durante il percorso dell’acqua tra Verzegnis e Somplago e viceversa). Il volume d’acqua accumulato di notte a Verzegnis sarebbe scaricato di nuovo nel lago il giorno seguente, con una portata massima di altri 55 metri cubi il secondo, che sommata a quella attuale di 66 raggiungerebbe un massimo di 111 . Cosa accadrebbe quindi alle condizioni termiche/idrodinamiche del lago prima descritte? A questo aspetto fondamentale il corposo studio di impatto ambientale allegato al progetto dedica poche righe: si ammette che sarebbe ripompato a Verzegnis lo strato superficiale più caldo, dove entrando nel bacino alla profondità di circa 25 m si rimescolerebbe con le acque più fredde raffreddandosi; il giorno dopo da Verzegnis la somma delle portate attuali più quelle pompate di notte affluirebbero nel lago di Cavazzo, con una tendenza (a causa della maggior portata) a ridurne la stratificazione e a omogeneizzare la temperatura dello strato superiore, abbassando ulteriormente la temperatura superficiale. Nel progetto inoltre non si fa alcun cenno ai sicuri effetti di ulteriore raffreddamento delle acque durante il transito di andata e ritorno nelle gallerie scavate nella roccia (la temperatura delle rocce profonde è simile a quella media annuale dell’aria esterna, circa 8-10°). Manca insomma una valutazione approfondita delle condizioni termo-idrodinamiche dell’intero sistema. A fronte di queste carenze si resta perciò sorpresi nell’apprendere dell’affrettato parere positivo espresso sul progetto dalle amministrazioni dei tre comuni rivieraschi, anche tralasciando le problematiche connesse alle oscillazioni di livello, alle incognite sui sistemi biologici etc. La società Edipower parla di compensazioni ambientali intendendo il rinverdimento della enorme mole di detriti rocciosi che, provenienti dallo scavo della nuova galleria, saranno riversati a mezza costa sul fianco della montagna sopra Somplago: non sembra un grande sforzo! A mio avviso le vere compensazioni ambientali che potrebbero realmente migliorare le condizioni del lago di Cavazzo (per quello di Verzegnis temo ci sia poco da fare) sono due: 1) la creazione delle opere per l’ingresso e l’uscita in profondità delle acque (a esempio mediante dragaggio di approfondimento dei canali esistenti e posa di barriera con sfioro subacqueo), eventualmente previ test su modelli in sito a scala ridotta; 2) la riattivazione sulla riva di Alesso del canale Tai, emissario naturale del lago confluente nel torrente Leale, al fine di consentire di nuovo la risalita al lago della fauna ittica, come proposto anche dall’Ente tutela pesca. Se il progetto dell’Edipower sarà approvato credo che su un costo stimato di 100 milioni di euro possa essere a buon diritto preteso dalle amministrazioni locali e regionali una quota dell’1-2% aggiuntiva per un serio ripristino ambientale. Se, come spero, il progetto non passerà, resta comunque aperto il problema della rinaturalizzazione del lago, che auspico sia finalmente affrontato, soprattutto in considerazione del valore ambientale del nostro lago, principale bacino naturale in regione.
Giancarlo Pillinini
domenica 15 novembre 2009
Spettacolo teatrale per sostenere la ricerca oncologica
La Società Operaia Mutuo Soccorso di Alesso, in collaborazione con il Comune di Trasaghis, Comunità Montana del Gemonese-Canal del Ferro-Val Canale, il gruppo Corale di Alesso e A.U.S.E.R. Val del Lago, ha organizzato una serata teatrale allo scopo di raccogliere dei fondi da destinare all’Associazione Oncologica Alto Friuli.
La manifestazione si è tenuta sabato 14 novembre presso il centro servizi di Alesso, con l’esibizione della compagnia teatrale di Artegna "I pignots". La compagnia teatrale di Artegna collabora da tempo con la Società Operaia di Alesso e ha quindi riproposto la commedia scritta da Anna Maria de Monte e recitata interamente in friulano dal titolo "Bastian e l’edilizie ecologjche". L’intero ricavato della serata, che ha previsto un' offerta libera all’ingresso, verrà devoluto interamente all’Associazione oncologica Alto Friuli. L’Associazione svolge la propria attività sul nostro territorio, con l’obiettivo di aiutare le persone ammalate di tumore in tutte le loro esigenze, dal punto di vista terapeutico e dal punto di vista umano, dando sostegno anche ai famigliari, migliorando la qualità di vita all’interno della struttura ospedaliera, finanziando l’acquisto di strumenti diagnostici e terapeutici. Favorisce inoltre un attività di aggiornamento rivolta al personale sanitario per trasmettere le più moderne acquisizioni scientifiche in campo oncologico. La Società Operaia di Alesso svolge la propria attività a favore del sociale ed è da sempre sensibile a questi temi che riguardano tutte le fasce della popolazione
La manifestazione si è tenuta sabato 14 novembre presso il centro servizi di Alesso, con l’esibizione della compagnia teatrale di Artegna "I pignots". La compagnia teatrale di Artegna collabora da tempo con la Società Operaia di Alesso e ha quindi riproposto la commedia scritta da Anna Maria de Monte e recitata interamente in friulano dal titolo "Bastian e l’edilizie ecologjche". L’intero ricavato della serata, che ha previsto un' offerta libera all’ingresso, verrà devoluto interamente all’Associazione oncologica Alto Friuli. L’Associazione svolge la propria attività sul nostro territorio, con l’obiettivo di aiutare le persone ammalate di tumore in tutte le loro esigenze, dal punto di vista terapeutico e dal punto di vista umano, dando sostegno anche ai famigliari, migliorando la qualità di vita all’interno della struttura ospedaliera, finanziando l’acquisto di strumenti diagnostici e terapeutici. Favorisce inoltre un attività di aggiornamento rivolta al personale sanitario per trasmettere le più moderne acquisizioni scientifiche in campo oncologico. La Società Operaia di Alesso svolge la propria attività a favore del sociale ed è da sempre sensibile a questi temi che riguardano tutte le fasce della popolazione
venerdì 13 novembre 2009
Trasmissione di Telefriuli sugli stavoli di Alesso
La trasmissione "Sentieri natura" di Telefriuli del 13 novembre è stata in gran parte dedicata alle montagne di Alesso, ai sentieri che la percorrono e ai resti degli stavoli, ultimi testimoni di quella che è stata definita una autentica "civiltà".
In studio, col conduttore Ivo Pecile, a parlare degli stavoli dalessàns è intervenuto Luigi Stefanutti "Filosin" il quale, in diversi interventi, ha spiegato i tempi e le modalità di funzionamento di questi centri di aggregazione, pilastri dell'economia montana sino a pochi decenni fa, soffermandosi anche a descrivere il fenomeno della transumanza estiva verso le malghe carniche.
giovedì 12 novembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione di N. Candolini
L’unione è necessaria
Messaggero Veneto — 11 novembre 2009 pagina 18
Vorrei esprimere il mio pensiero a proposito del problema dell’ampliamento della centrale idroelettrica del lago di Cavazzo. Vi sono stati molti interventi pro e contro la suddetta "opera" targata Edipower Spa e, con amarezza, ho notato uno scontro tra vecchi e nuovi amministratori locali. Non desidero entrare nel merito di queste controversie e di chi ha ragione e chi no, ma voglio rivolgere, semplicemente e umilmente, un appello a tutti gli amministratori della vallata a far fronte comune contro un nuovo attacco sferrato nei confronti del nostro lago. Le piccole beghe di paese vanno bene in tempo di pace, anche perché le giornate sono lunghe. Invece, in tempo di guerra, di emergenza, come quello che stiamo vivendo, non deve essere dato spazio a "querelle" che non portano a nulla se non a esasperare gli animi uno contro l’altro, favorendo il "nemico". Tutti noi, cittadini di queste comunità che si affacciano sulle sponde del lago, assieme ai propri sindaci, vecchi e nuovi, dobbiamo unirci contro l’ennesimo tentativo di "affossamento" del nostro territorio e del nostro lago. Tutti noi, anche coloro i quali si sono espressi a favore o, perlomeno, si sono dimostrati pedissequamente consenzienti, in cuor nostro sappiamo che il progetto dell’Edipower è estremamente dannoso per l’equilibrio ambientale, con ripercussioni anche di tipo sociologico sulle comunità. Questo è un fatto oggettivo. Per la soggettività vi sono mille scuse.
Nerio Candolini - Interneppo di Bordano
mercoledì 11 novembre 2009
Dibattito sul Lago: l'opinione di F. Barazzutti
Il tesoro nascosto del lago di Cavazzo
da: Messaggero Veneto — 09 novembre 2009 pagina 15
Contributo al dibattito di FRANCESCHINO BARAZZUTTI *
Nel lago di Cavazzo c’è un tesoro. Un tesoro la cui estrazione rende un utile di circa 500 milioni di euro in soli 15 anni. Una cifra già sbalorditiva, tralasciando gli anni successivi. Il tesoro è costituito semplicemente dall’acqua del lago e da quella, gelida, che in esso viene scaricata, dopo essere turbinata e trasformata in kw dalla centrale di Somplago, alla quale perviene in gallerie lunghe decine e decine di km dalle 33 prese che hanno inaridito i corsi d’acqua della Carnia occidentale. Ma chi sarà mai il mago che ha scoperto tale tesoro? Si chiama Edipower spa, proprietaria e gestrice della centrale idroelettrica di Somplago, oltre a quella di Ampezzo, avendole acquistate pochi anni fa dall’Enel in seguito alla privatizzazione. Ma chi mai avrà la bacchetta magica per estrarre questo tesoro? E come? A questo ci pensa, ancora, Edipower spa. Lo fa mediante un progetto di potenziamento della centrale di Somplago. Tale progetto prevede, in aggiunta alle tre turbine già in funzione, l’installazione di due turbine reversibili idonee a produrre energia nelle ore di punta e a pompare l’acqua dal lago di Cavazzo al bacino di carico di Verzegnis nelle ore di bassa richiesta. Il progetto prevede inoltre la costruzione di una nuova galleria tra il lago e il bacino con conseguente stoccaggio in sito di 220.000 mc di materiale di scavo. Il progetto, trovando fondamento nelle incentivazioni rilasciate dal Gestore del mercato elettrico per la produzione di energia da fonti rinnovabili e nella differenza tra l’elevato prezzo di mercato del kwh nelle ore di punta e quello, di molto inferiore, delle ore di bassa domanda, rappresenta principalmente una pura speculazione economica. Infatti, mentre il progetto consente una maggiore produzione nelle ore di punta, il bilancio complessivo dell’energia prodotta/consumata è negativo poiché il pompaggio preleva il 27% in più di energia dalla rete nazionale, prodotta da centrali termoelettriche a emissione di CO2 o importata. Significa che per produrre nelle ore di punta 1 kwh di energia "pulita" si spende 1,27 kwh di energia prodotta da fonti fossili o importata. La realizzazione di tale progetto comporta l’incremento dello scarico nel lago dagli attuali 66 a 110 mc/sec., la continua oscillazione del livello del lago superiore a quella dichiarata di 1 m con conseguenze sulla tenuta delle rive, la continua movimentazione delle acque e dei fondali e quindi dei fanghi con conseguente torbidità, l’ulteriore abbassamento della temperatura dell’acqua del lago, l’alterazione dell’ecosistema con riflessi negativi sull’ittiofauna, il completo assoggettamento del lago allo sfruttamento idroelettrico. Già, ma che cosa volete che siano questi inconvenienti rispetto al tesoro che si estrae! Dalla lettura del fascicolo di Edipower di presentazione del progetto si apprende che lo stato del lago non peggiorerà, ma, addirittura, migliorerà! E così, l’estraendo tesoro di sì strabiliante valore ha attratto su di sé tutta l’attenzione mettendo il lago, poveretto, nell’ombra. Le briciole di quel tesoro, da Edipower abilmente mostrate ai sindaci in questi tempi di magri bilanci comunali, li hanno portati a rendere affrettati pareri favorevoli, a sostenere che l’impatto del progetto sul lago è pari a zero e che, quindi, nulla sarebbe cambiato, mentre pari a zero è stata la trasparenza con cui essi hanno gestito le trattative con Edipower. Trasparenza zero da fare scrivere al sindaco di Cavazzo, a un anno dal ricevimento del progetto, che sarebbe stata sua "premura dare ampia informativa quando la giunta comunale lo riterrà opportuno", cioè ad arbitrio suo e a cose fatte! E, come se ciò non bastasse, aggiungere "per cortesia, lasciateci lavorare!". Trasparenza richiede invece che i sindaci dicano chiaramente che cosa abbiano concordato con Edipower, quali mitigazioni degli impatti ambientali, quale ammontare delle compensazioni monetarie, quali opere, quanti posti di lavoro e quant’altro. Questi non sono argomenti che riguardano l’intera comunità. Ma se l’impatto è zero, come sostengono Edipower e i sindaci, perché mai allora nelle deliberazioni dei Comuni si chiedono mitigazioni degli impatti e "compensazioni"? È una contraddizione. I casi sono due: se ci sono le mitigazioni e le compensazioni vuol dire che l’impatto negativo c’è, se non c’è impatto negativo non hanno motivo di esserci le mitigazioni e le compensazioni, considerato che Edipower non è un ente di beneficenza. La Regione non può limitarsi all’esame del progetto Edipower solo dal punto di vista della Valutazione d’impatto ambientale, che deve essere molto severo, lasciando soli i piccoli Comuni interessati a gestire tale progetto, più grande di loro, ma lo deve esaminare in tutti i suoi aspetti. La Regione non può nascondersi dietro "la legge del mercato" ed essere indifferente di fronte al tesoro che si vuole estrarre dal lago di Cavazzo e che, lasciando in loco qualche briciola e il lago definitivamente rovinato, finirebbe altrove, agli azionisti di Edipower: alla Edison in gran parte posseduta da Edf (Electricité de France), a Alpiq delle banche svizzere, a Iride municipalizzata di Torino e Genova, a A2A municipalizzata di Brescia e Milano. Sarebbe la ricchezza delle acque della nostra montagna che verrebbe, ancora una volta, portata via. Quanto diverso sarebbe stato lo scenario se ad acquistare dall’Enel le centrali di Somplago e di Ampezzo fosse stata una cordata locale costituita dalla Regione e dagli imprenditori regionali! Sarebbe stato possibile un approccio all’uso più diversificato dell’acqua oltre a una maggiore attenzione all’ambiente e al territorio. Ma qual è il vero, reale, naturale, duraturo tesoro, non trasformabile in ricchezza che viene portata via altrove ad arricchire chi è già straricco? È lo stesso lago di Cavazzo! E allora, basta violenze al lago e alla sua valle. Già troppe ne sono state preparate: centrale, tralicci, oleodotto, autostrada. Un terremoto prima del vero sisma del 1976. La Regione e i Comuni non possono lasciarlo completamente assoggettato allo sfruttamento idroelettrico. Occorrono un piano e una legge regionale di tutela e di valorizzazione del lago e della sua valle che li ponga in sistema con le significative presenze storiche, culturali e ambientali del territorio circostante.
* già sindaco di Cavazzo Carnico, già consigliere regionale
* già sindaco di Cavazzo Carnico, già consigliere regionale
domenica 8 novembre 2009
Dibattito sul Lago: ancora sull'intervento dell'assessore De Anna
L'assessore e la centrale: "Ascolteremo le comunità"
da: Il Gazzettino, 6 novembre 2009
"Il parere che il presidente Tondo andrà a dare in sede di Via nazionale terrà conto oltre che della posizione dei sindaci, anche delle istanze e delle aspettative, se in contrasto, dei cittadini di questi territori". L’assessore regionale all’ambiente Elio De Anna lo ha garantito ieri sera ad Alesso di Trasaghis davanti alla popolazione della Val del Lago, riunita dal consigliere regionale della Lega Nord Enore Picco per un confronto sul progetto Edipower di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago. "La Regione non ha espresso ancora parere favorevole o contrario alla Via nazionale perché non è stata messa ancora nelle condizioni di avere tutte le garanzie per la salute dei cittadini che è la cosa più importante; oggi – ha spiegato De Anna davanti ad una vasta platea - abbiamo una serie di documenti, per poter portare avanti l’iter serve il parere dei sindaci ma vogliamo sentire anche la voce di quei cittadini che non la pensano allo stesso modo dei loro amministratori; c’è una fase di valutazione e di confronto, poi chi deve assumere le decisioni lo farà".
Intanto prosegue la raccolta di firme in difesa delle acque della montagna lanciata da Picco che è già giunta a circa tre mila sottoscrizioni.
Intanto prosegue la raccolta di firme in difesa delle acque della montagna lanciata da Picco che è già giunta a circa tre mila sottoscrizioni.
sabato 7 novembre 2009
Dibattito sul Lago: il parere dell'assessore De Anna
I comitati alla Regione: no all' ampliamento della centrale
dal Messaggero Veneto — 06 novembre 2009
TRASAGHIS. Il Comitato per la difesa e lo sviluppo della Val del Lago chiede alla Regione di bloccare il progetto per l’ampliamento della centrale di Somplago e lo fa attraverso una raccolta firme che ha già superato quota 2500 adesioni. Questo quanto emerso ieri durante l’assemblea pubblica indetta dal consigliere regionale Enore Picco della Lega Nord, cui ha partecipato, raccogliendo aspettative, perplessità, suggerimenti da presentare poi al presidente della Regione Renzo Tondo, anche Elio De Anna, assessore regionale all’ambiente. Poco prima di ascoltare le tante persone radunatesi al centro sociale di Alesso di Trasaghis, l’assessore De Anna ha detto la sua in merito al progetto presentato da Edipower. «La Regione non ha espresso un parere al Via nazionale perchè non è stata messa in condizione di valutare sopratutto se esiste un possibile rischio per la salute dei cittadini, che va ovviamente tutelata e che è la cosa più importante. Ciò non significa che la Regione è contraria o favorevole al progetto. Ho preso parte all’assemblea perchè sul tavolo del Via nazionale la Regione verrà chiamata ad esprimere un parere. Oggi abbiamo nuovi documenti che ci permetteranno serenamente di fare una valutazione, però per esprimere un giudizio dobbiamo prima acquisire il parere dei sindaci dei Paesi interessati al progetto. Ovviamente si deve tener conto anche delle aspettative e delle perplessità della gente». «Siamo davanti a un progetto presentato per il ricavo di energia – riprende l’assessore regionale all’smbiente De Anna – che non ha eguali nel mondo, e questo ci obbliga a valutarlo in una determinata maniera. Come per gli altri progetti ci sarà una fase di discussione, una di confronto e poi chi deve decidere lo farà assumendosi di fatto le proprie responsabilità» . Durante l’incontro il consigliere regionale Enore Picco ha espresso nuovamente la sua contrarietà al progetto. «Siamo in una fase in cui vogliamo capire cosa comporterà per la nostra valle questo intervento, anche alla luce di 50 anni di esperienza e di danni. È da un anno e mezzo che si parla del progetto e ancora Edipower non ha presentato alla gente quello che vorrebbe realizzare, e questo è strano». Poi il consigliere regionale della Lega Nord ha rincarato la dose. «Il progetto di Edipower potrebbe produrre più danni del terremoto: da quello che abbiamo visto e analizzato, ma anche da come la società sta portando avanti questa esperienza di disinformazione non potrà che creare grossi problemi per tutta la valle. Il terremoto ha distrutto le case, ma quelle si possono ricostruire mentre con un intervento del genere c’è solo distruzione. Non si può ricostruire dopo aver di fatto cancellato un ambiente naturale, dobbiamo difendere i giovani e il loro futuro. Sarebbe più opportuno sviluppare per il Lago un importante discorso turistico».
Dario Venturini
giovedì 5 novembre 2009
Dibattito sul Lago: l'assessore De Anna all'assemblea di Alesso
Giovedì 5 novembre l'assessore regionale all'ambiente Elio De Anna ha partecipato ad Alesso ad un'assemblea indetta dal consigliere regionale Enore Picco.
Ha ascoltato gli interventi di operatori turistici, pescatori sportivi, amministratori, semplici cittadini in merito alle conseguenze per il lago qualora venisse attuato il progetto di potenziamento della centrale.
L'assessore De Anna ha auspicato che le diverse istanze vengano raccolte e presentate ai Comuni, gli organismi istituzionalmente delegati al rapporto con la Regione.
Nei prossimi messaggi, ulteriori dettagli sui contenuti dell'assemblea.
lunedì 2 novembre 2009
Dibattito sul Lago: Polano propone un referendum
Interviene nuovamente nel dibattito sul potenziamento della centrale di Somplago Claudio Polano, per diversi anni consigliere dell'Ente Tutela Pesca. La sua proposta mira a una estesa consultazione della popolazione per l'espressione di un parere.
«È il caso di indire un referendum »
Il ventilato progetto Edipower di ripompare l’acqua del lago di Cavazzo o dei tre Comuni nel lago di Verzegnis, per aumentare a Somplago la produzione di elettricità, registra continui botta e risposta e anche i recenti interventi a mezzo stampa rilanciano una polemica, spesso personale, che monta continuamente. Sono stato per molti anni consigliere dell’Etp, ho sempre avuto a cuore le sorti del nostro lago e perciò vorrei tentare di riportare la questione nella sua corretta dimensione, che è quella che alla fine permetterà oggettivamente di far dire, a chi di dovere, se l’opera prevista sia sostenibile o meno dall’ecosistema lacuale nella sua globalità e/o a quale prezzo. Questa estate, l’Ente tutela pesca si è espresso sul progetto, con un proprio parere (negativo), partendo dalla constatazione che il lago ha subìto profondi cambiamenti, in seguito alla realizzazione nel 1959 della centrale di Somplago, il cui scarico di acque fredde di provenienza alpina ha determinato una significativa diminuzione della temperatura delle stesse, trasformamdo il più grande lago naturale della regione da temperato caldo a bacino freddo. L’ulteriore rimescolamento e immissione di acque, previste dal progetto, che andranno giornalmente su e giù nelle condotte, vecchie e nuove, tra Somplago e Verzegnis, non potrà che peggiorare la situazione, come è stato dimostrato anche in un recente incontro pubblico, promosso dai Comuni di Trasaghis e Bordano. L’aumento giornaliero delle oscillazioni di livello renderebbe inoltre sostanzialmente inutilizzabile una parte della fascia sottoriparia del lago. Fascia, va sottolineato, dove si concentra prevalentemente l’attuale vita vegetale e animale, in quanto ormai buona parte del fondo lago è coperta dal limo proveniente dai torrenti captati a monte di Verzegnis. Perdipiù, l’aumento di frequenza delle oscillazioni del livello, oltre ad aumentare l’erosione spondale, comprometterebbe la deposizione delle uova delle principali specie ittiche presenti, il loro sviluppo e la sopravvivenza degli stadi giovanili dei pesci, soggetti a moria per asciutta o per lo stress che avrebbero per inseguire il livello dell’acqua. In seguito alle continue variazioni di livello, diminuirebbe anche il già scarso fitoplancton, che porterebbe a un ulteriore, estremo impoverimento delle specie planctonofaghe e più in generale dell’ambiente. Ci sarebbe infatti di conseguenza una diminuzione dei macroinvertebrati bentonici e di riflesso una minore disponibilità alimentare per tutti gli altri organismi. Cosa succederà poi in periodi di siccità? Esisterà ancora il canale emissario, che alimenta il Leale e gli permette di confluire nel Tagliamento a Peonis? O l’acqua sarà trattenuta nel bacino, con le conseguenze che, a esempio, abbiamo vissuto questa estate in occasione dell’ultima asciutta? Domande che esigono una risposta! Ma torniamo al nostro lago. Soprattutto, sarà necessario garantire allo stesso, adesso e sempre, un livello minimo, (quota 194,50 Sade), per evitare che vada in asciutta il canneto di Alesso, dove vive o meglio sopravvive una popolazione di Ciprinidi e Percidi. Magari nello stesso canneto, in un’auspicabile futura rinaturalizzazione del lago, potrebbe essere creata una serpentina di attraversamento dello stesso, intervallata da specchi d’acqua di diversa dimensione e profondità, dove le acque, potrebbero riscaldarsi e permettere una biodiversità tale da invertire l’attuale scarsa possibilità di sopravvivenza e riproduzione. La riapertura, magari in scala ridotta, tecnicamente fattibile, dell’antico "taj lal lac", l’emissario naturale del bacino lacustre, potrebbe essere un ulteriore intervento di riqualificazione dello stesso, rimettendo come un tempo in comunicazione il lago con il bacino del Tagliamento, tramite il torrente Leale. Una via d’acqua e di pesci, in particolare dell’anguilla, specie oggetto recente di una Direttiva comunitaria di salvaguardia, che permetterebbe un ulteriore ripopolamento naturale dell’ambiente lacuale. Ecco perciò la mia proposta ai Comuni rivieraschi di far effettuare anche uno studio di carattere ambientale sull’impatto di questo progetto e poi, alla luce dello stesso e di tutte le altre considerazioni che riterranno opportune, decidere se è preferibile perdere un altro pezzo del nostro lago a fronte delle eventuali compensazioni, che sono già state presentate a vario titolo. Mi permetto infine di fare una proposta, in nome della democrazia e della partecipazione. Perché non indire, in seguito alla petizione in corso e dopo opportuni dibattiti pubblici sui vari aspetti del progetto, un referendum popolare nei Comuni della Val del Lago? Così facendo, la popolazione potrà liberamente dire se vuole o meno questo intervento, con tutto ciò che ne consegue. La volontà popolare così espressa dovrà essere serenamente accettata da tutti, amministratori e amministrati, e potrà mettere fine a una diatriba che, a mio parere, ha già causato troppe divisioni e danni.
Claudio Polano Gemona
(dal "Messaggero Veneto" del I novembre 2009)
domenica 1 novembre 2009
Dibattito sul Lago: presentata un'interrogazione in Regione
Il Consigliere regionale Enore Picco tuona contro il progetto Edipower di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago "che rischia di fare più danni di un terremoto". Il rischio di una "devastazione ambientale" fa il paio con un profitto nullo per la comunità dell'Alto Friuli: "di questa energia di Somplago sul territorio regionale non rimane neanche un kilowatt", ha denunciato il consigliere regionale della Lega Nord in una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche il capogruppo Narduzzi e l'assessore Violino. Picco ha rivolto un'interrogazione all'assessore all'Ambiente De Anna per chiedere se la Giunta regionale è a conoscenza di tutte le implicazioni. Il piano prevede "il raddoppio da 66 a 110 metri cubi al secondo della portata d'acqua turbinata e scaricata nel lago di Cavazzo", la cui oscillazione del livello dell'acqua è "tutta da verificare. Il livello del lago, in base al progetto, andrà su e giù di un metro, ma secondo i nostri tecnici – ha aggiunto il rappresentante leghista – si deve parlare del doppio". Contro il progetto Edipower sono state avviate alcune raccolte di firme e le sottoscrizioni sono già arrivate "almeno a quota 1300-1500". La Lega Nord ripropone l'attualità di un volume pubblicato nel 1981, "Fatti e misfatti Sade- Enel in Carnia" di Lucio Zanier per indicare quali sono le strategie energetiche che creano rischi. "Le malefatte di cinquant'anni non ce le possono far ridigerire. Io non chiedo di piantare la pietra tombale sul piano della centrale – ha precisato Picco -, ma quanto meno che vengano rispettati il territorio e i cittadini". Secondo il consigliere leghista, "per ottenere il disco verde dalla Via è stato seguito un iter molto strano, escludendo dalle consultazioni i Comuni del territorio e i soggetti che avrebbero dovuto essere interpellati". Ora le amministrazioni locali devono lavorare d'accordo. Il pericolo che si corre è di desertificare la montagna e di trasformare i laghi di Cavazzo e di Verzegnis "in delle pozzanghere".
(da "Il Gazzettino" del 30 ottobre 2009)
lunedì 19 ottobre 2009
Dibattito sul Lago: su You Tube un servizio filmato sull'assemblea
Un servizio di D.Venturini per il portale Alto Friuli presenta voci e volti degli intervenuti all'assemblea di Alesso del 12 ottobre sull'ampliamento della Centrale di Somplago.
Il video può essere visionato cliccando qui:
http://www.youtube.com/watch?v=A9i1Zi7tCLA
http://www.youtube.com/watch?v=A9i1Zi7tCLA
venerdì 16 ottobre 2009
Dibattito sul Lago: polemiche dopo l'assemblea pubblica
Somplago, polemiche fra amministratori
La Regione sollecitata a esprimere un parere
Messaggero Veneto — 15 ottobre 2009
TRASAGHIS. La pubblica assemblea sul tema dell’ampliamento della centrale di Somplago, convocata dai sindaci di Trasaghis e Bordano lunedì sera ad Alesso, ha dato adito anche a qualche nota polemica tra ex e attuali amministratori della zona, con i primi che hanno sottolineato una volta ancora «la poca trasparenza e la mancanza di comunicazione da parte dei Comuni coinvolti nel progetto di Edipower». Accuse rimandate al mittente: «Ci sembrava più opportuno – hanno detto i sindaci di Trasaghis e Bordano –, informarci meglio sul progetto prima di riferire alla popolazione». Ed entrambi i primi cittadini si sono detti aperti al dialogo con le altre forze in gioco: «Saremmo felici di collaborare con il “Comitato per lo sviluppo e la difesa della Val del Lago”, purché questo sia costruttivo e non una presa di posizione aprioristica». I sindaci di Trasaghis e Bordano inoltre hanno detto la loro sulla decisione della Regione, che nelle scorse settimane aveva di fatto sospeso il parere sul progetto perché non risultava chiaramente evidenziata l'assenza di pericoli, anche solo potenziali, per l'ambiente. «C'è stata la volontà di non esprimersi – ha detto Augusto Picco di Trasaghis –. Secondo me la Regione doveva invece correttamente esprimere un parere in merito». Più duro il sindaco di Bordano Colomba. «L'atteggiamento della Regione – ha detto – mi è parso come una lavata di mani». Tra i consiglieri regionali presenti c’era anche Enore Picco (Lega Nord) che ha sottolineato come le amministrazioni non hanno fatto in questo caso sufficiente informazione. «Ci troviamo nella stessa situazione di Davide contro Golia - ha detto Picco –, proprio per questo motivo cercherò di farmi carico della situazione». Il consigliere di minoranza Sandro Della Mea (Partito democratico) invece, ha ricordato che ci sarà tempo fino alla conferenza di servizi per esprimere tutte le osservazioni.
Dario Venturini
giovedì 15 ottobre 2009
Dibattito sul Lago: resoconto dell'assemblea pubblica
Lunedì scorso, nel Centro Studi di Alesso, si è svolta l'assemblea pubblica sul problema del potenziamento della Centrale di Somplago organizzata congiuntamente dai Comuni di Bordano e di Trasaghis.
Centrale, due Comuni sono favorevoli
(dal Messaggero Veneto del 14 ottobre 2009)
(dal Messaggero Veneto del 14 ottobre 2009)
Il Comune di Bordano favorevole all’ampliamento della centrale di Somplago, Trasaghis non si pronuncia ma la posizione non sembra differire da quella del comune contermine: è quanto emerso lunedì sera al centro studi di Alesso, nell'affollata assemblea pubblica indetta dai sindaci delle due amministrazioni per discutere del progetto di Edipower. Si delineano dunque le posizioni, compresa quella di Legambiente, che invece è molto cauta sul progetto. In esso è prevista l'installazione, nella già esistente centrale idroelettrica, di due gruppi reversibili (per una potenza complessiva di circa 124 MW) e la realizzazione di una seconda galleria (lunga 8,5 km) in affiancamento a quella già esistente, al fine di permettere il pompaggio dell'acqua tra il Lago di Cavazzo e il serbatoio di Ambiesta. «A fine luglio – ha spiegato Augusto Picco, sindaco di Trasaghis – avevamo richiesto con parere di giunta una proroga di 60 giorni per poter dare un parere e, in subordine, poter dare un parere positivo con prescrizioni. La proroga ci ha permesso di approfondire il progetto. Nelle prossime settimane continueremo a tenere monitorato tutto l'iter autorizzativo». Più netta la posizione di Bordano. «La Regione – precisa Gianluigi Colomba, sindaco di Bordano – ci aveva contattati il giorno precedente il termine per la presentazione del parere, abbiamo chiesto una proroga per valutare attentamente tutto l'aspetto tecnico del progetto e non ci è stata data neanche risposta. Successivamente abbiamo appreso dalla delibera regionale che il parere del nostro Comune è stato recepito come consenziente in quanto non c'è stata una manifestazione espressa». «Si tratta – riprende Colomba – di un impianto di pompaggio che produce energia nei momenti di effettivo bisogno. Considerando che impianti di questo genere sono già stati realizzati in Italia e all'estero, ritengo sia un progetto estremamente positivo». «Vogliamo approfondire – ha detto l'ingegner Giorgio Cavallo, presidente di Legambiente – alcuni temi relativi al progetto stesso per quanto riguarda l'impatto ambientale in particolare sul lago dei Tre Comuni ma anche sull'insieme del progetto industriale e finanziario che determina questa scelta. Si tratta di problemi di fondo che possono far valutare la posizione sul progetto in maniera più decisa. Noi attualmente esprimiamo delle forti contrarietà rispetto ad alcuni aspetti ambientali». Attilio Facchin che ha seguito il progetto per tutte e quattro le amministrazioni coinvolte ha ricordato: «Ai Comuni di Trasaghis e di Bordano si chiedeva un “apporto collaborativo” che, ovviamente, non ha lo stesso peso di quello di Verzegnis e Cavazzo, dove sarà realizzata l'opera». Continua intanto la raccolta firme contro il progetto promossa dal “Comitato per lo sviluppo e la difesa della Val del Lago”. Dario Venturini
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