Si deve credere in un futuro migliore
Da: Messaggero Veneto — 20 dicembre 2009 pagina 19
Quello che sta succedendo nella Val del Lago non è solo una difficile prova di dialogo democratico. In gioco c’è anche dell’altro! Negli incontri pubblici sull’ipotesi di ampliamento della centrale idroelettrica di Somplago, è apparso infatti evidente che i primi a essere a rischio sono i rapporti: quelli di amicizia pluriennale tra persone che a lungo hanno condiviso percorsi di vita, ma che ora si ritrovano schierate, chissà perché, su posizioni contrapposte. Quello che proprio non serve è essere divisi di fronte a chi sostiene il progetto: Edipower Spa. In questa situazione la Spa può rallegrarsi; la gente si è divisa e ciò le consentirà di avere spianata la via per la realizzazione, indolore, dei suoi ambiziosi progetti e avere così il suo guadagno. Purtroppo in questo pesa anche la convinzione, di parte degli amministratori comunali, che il lago sia irrimediabilmente perso, da molti anni ormai. Il loro ragionamento quindi è giustificato, anzi dovuto, visto che ormai credono che tutto sia perduto! Questo è un atto di presunzione inaccettabile. Se non siamo noi (compresi i nostri amministratori) a credere in un futuro migliore, come possiamo pretendere che lo credano i nostri figli? Se diamo di noi questa immagine rinunciataria tarpiamo anche i sogni delle future generazioni, perché non li abituiamo a pensare positivo e costruttivo, a reagire alle avversità, confidando nelle loro qualità. Tanto è tutto inutile! La sensazione attuale è che per molti dei nostri amministratori sia estremamente difficile concepire un contraddittorio e ancora di più un "ripensamento riflessivo". Quasi che essere "Uomini" voglia solo dire avere certezze assolute e immodificabili nel tempo. Forse la vera intelligenza, invece, è proprio quella di avere, sempre, dei provvidenziali dubbi! Con queste riflessioni pubbliche non mi permetto certo di dare "lezioni" ad alcuno, ma vorrei solo stimolare amici e conoscenti a riflettere sulle conseguenze estreme di atteggiamenti e azioni che mi risultano incomprensibili e non solo perché non sono mai stato un amministratore di ente locale. Quest’occasione è unica per ricompattare le risorse umane disponibili, considerato che non ci sono dubbi da dove provenga l’attacco all’integrità di un territorio. Solo una cecità (temporanea si spera!) non consente di vedere il risveglio delle intelligenze che si sta realizzando, però, se non si coglie l’assist, si rischia un vero tracollo. Se l’atteggiamento rimarrà quello di non ascoltare la gente (non la intendo come un’esortazione populista), poi non ci si potrà lamentare per l’isolamento (che non sarà mai dorato) e per lo spopolamento della montagna e di un territorio che ha già dato molto al presunto progresso.
Luigi Stefanutti - Alesso
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