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sabato 24 giugno 2017

Il Consorzio rilancia: "Prendere l'acqua del Lago è l'unica soluzione contro la siccità"

Tagliamento in secca - foto Angelo Stefanutti
L'articolo di ieri, dedicato alla siccità, alla riduzione del Minimo Deflusso Vitale sul Tagliamento. alla conseguente moria di pesci e alla proposta di Polano per la costruzione di un bacino da utilizzare quale riserva idrica ha suscitato molto interesse e parecchi commenti su facebook.

In giornata si è avuta la pronta risposta del direttore del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana (raccolta da "Il Friuli") che stronca l'ipotesi lanciata da Polano ("priva di alcun fondamento ingegneristico") e rilancia che "l'unica soluzione possibile" sarebbe quella di una tubazione dallo scarico del Lago alle prese del Consorzio.

La riduzione del deflusso minimo vitale sul fiume Tagliamento, resa possibile dal decreto con il quale la Giunta regionale ha autorizzato il Consorzio di bonifica nella presa di Ospedaletto di Gemona, a passare da 8 a 4 metri cubi al secondo di rilascio in alveo, per far fronte all’irrigazione delle colture, ha provocato una strage di pesci. (...)

Morìa di pesci - foto "Il Friuli"
Secondo alcuni appassionati presenti sul posto, il Consorzio avrebbe abbassato le chiuse in maniera repentina e non progressivamente, senza così lasciare il tempo di effettuare le operazioni di recupero che avrebbero contenuto la moria. “L’Etp - conferma il suo presidente Flaviano Fantin - sta facendo tutto il possibile per limitare i danni, ma la rapida diminuzione dell’acqua, ha sicuramente inferto un colpo molto duro all’ecosistema del fiume”.

Massimo Canali: “Impossibili operazioni repentine”
“Il funzionamento delle paratoie per regolare il flusso delle acque del Tagliamento avviene in maniera graduale”. E’ la risposta alle critiche mosse da tanti appassionati, dell’ingegner Massimo Canali direttore del consorzio di bonifica pianura friulana sottolineando che non si possono fare operazioni repentine e che comunque ci sono dei punti in cui non vi sono paratoie e il fiume agisce senza il controllo dell’uomo.
“Se oggi sul posto c’erano dei rappresentanti dell’ente tutela pesca è perché ne avevamo concordato la presenza per il recupero della fauna ittica, come accaduto in altre occasioni – continua Canali evidenziando che nell’operazione sono stati coinvolti anche rappresentanti dello stesso consorzio”. Per quanto riguarda l’idea di Polano, Canali sottolinea che si tratta di un’ipotesi priva di alcun fondamento ingegneristico, tanto più che è impossibile invasare l’acqua perché il fondo del Tagliamento è ghiaioso.
E rilancia il progetto del consorzio per la realizzazione di un’opera che costerebbe 30 milioni di euro. “E’ l’unica soluzione possibile- conclude Canali – ed è prevista nel piano di tutela delle acque. Si tratta del collegamento tra lo scarico del Lago di Cavazzo nel Torrente Leale per arrivare al canale Ledra Tagliamento con una tubazione sotto l’alveo del fiume all’altezza del ponte dell’autostrada.

(tratto da ilfriuli.it . Per leggere tutto l'articolo: http://www.ilfriuli.it/articolo/Cronaca/Strage_di_pesci_nel_Tagliamento/2/167995  )

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La sintesi giornalistica non potrà far dimenticare ai valdelaghini il lungo e a tratti aspro dibattito sviluppatosi negli anni sulle richieste del Consorzio (col "punto fermo" del Convegno tecnico-scientifico del 1987) sino a quella che è risultata una ipotesi condivisa emersa negli ultimi anni: "sì all'acqua per il Consorzio, ma solo con la realizzazione di un by-pass che dirotti lo scarico delle fredde acque della centrale nel lago, garantendone così la sua rinaturalizzazione".
Ovviamente il Direttore del Consorzio rilancia una posizione consolidata, anche basandosi su precedenti autorizzazioni. Sta alla gente della Val del Lago, alle sue amministrazioni, ai movimenti di opinione ribadire una richiesta "antica e legittima", da porre con forza su un tavolo di discussione, dal momento che anch'essa è prevista nel citato "Piano di tutela delle acque".
(A&D)

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