Sull'ultimo numero del periodico comunale di Bordano è stato pubblicato un interessante articolo di Emi Picco che ricostruisce la storia di "Radio Alto Friuli", l'emittente che ebbe un ruolo non secondario nell'informazione e nell'aggregazione giovanile negli anni del dopo-terremoto.
Riproponiamo anche qui l'articolo, ritenendo che l'argomento abbia una valenza non solo "strettamente bordanese". A chi c'era, a chi ha collaborato, a chi ascoltava la radio … l'invito a intervenire con ricordi e commenti.
-------------------
Alcuni giorni fa ho incontrato un vecchio amico che mi ha detto: ”
Perché non scrivi qualcosa su Radio Alto Friuli? Tu dovresti saperla lunga in merito”.
Ho dovuto pensarci su perché scrivere la nascita e la storia di questa radio è scrivere la rinascita e la ricostruzione della zona, l’ospedale di Gemona, gli aiuti ai terremotati dell’Irpinia, i vari concerti dei Nomadi e molti altri ricordi; praticamente cinque anni di presenza sul territorio.
Partiamo dalla sua “concezione” verso l’autunno 1977, in pieno clima di libertà, di voglia di aggregarsi, di fare qualcosa di diverso per uscire dall’anonimato “delle baracche “. Padri di questa creatura alcuni C.B. che avevano operato durante il terremoto, molto amici tra di loro e alcuni obiettori di coscienza che prestavano servizio a Bordano, luogo del fattaccio sicuramente in qualche bar o nella baracca degli obiettori stessi.
La madre è stata, senza ombra di dubbio, Radio Gallarate che come primo regalo ci ha fornito il
primo trasmettitore: una vecchia radio militare modificata; quante prove tecniche di trasmissione.
Però ci siamo subito resi conto che questo regalo non funzionava e dopo varie vicende di acquisti e
montaggi siamo riusciti ad avere un trasmettitore degno di questo nome. In quei tempi bastava fare
una denuncia ai Carabinieri di possesso di un trasmettitore e tutta la burocrazia era a posto. Il nome di questa emittente è saltato fuori da questa testa e penna matta.
Ero andato a bere una birra a Prato Carnico in compagnia di un amico di Cavazzo che aveva la madre nativa da quelle parti, lui è il figlio di Xvv quella che s’è sposata a Cavazzo, in Friuli, allora m’è venuto il dubbio “
Ma come, Cavazzo Carnico in Friuli? Allora noi della zona del gemonese siamo nell’Alto Friuli o Bassa Carnia?"
"
Dipende da che parte si guardi!” Io ho proposto questo nome “Radio dell’Alto Friuli” ai fondatori che, stufi di sentire ogni momento la parola “del gemonese”, lo hanno fatto diventare Radio Alto Friuli il cui acronimo R.A.F. in quei periodi era molto intrigante.
Bisogna ringraziare il Comune di Bordano che ci aveva messo a disposizione una piccola baracca di legno dove piano piano avevamo installato le nostre apparecchiature (due piatti per i dischi ,un registratore ,un piccolo mixer e un microfono) su una cattedra di legno con i cassetti riempiti di ghiaia per non fare saltare le puntine sul disco ad ogni movimento brusco (le malizie si impararono piano piano!). Intanto gli associati in questa iniziativa avevano costituito un circolo culturale tanto di moda negli anni settanta e la radio era diventata la voce di tutti i circoli culturali della zona.
Una radio non può sopravvivere a lungo con i contributi volontari, le autotassazioni, i regali di vecchi dischi e nonostante gli sforzi abbiamo dovuto fermarci perché eravamo troppo piccoli. Come fare per riaprire? Aumentare la potenza.
Nuova autotassazione e acquisto di un trasmettitore da mezzo Kilowatt, praticamente come installare il motore di una Porsche su di una cinquecento. Ora inizio a paragonare la radio come un autoveicolo perché all’inizio era una vecchia utilitaria di terza mano poi è diventata una cinquecento e avanti con i paragoni ma questo nuovo acquisto installato con un'antenna a dieci metri di altezza faceva cantare in inglese anche il Col.Bernacca su tutte le televisioni di Bordano. Alt .Stop. Pur essendo liberi questo non era consentito dalla legge! Intanto si era tolto il motore della Porsche e si continuavaa trasmettere con la “cinquecento”ma solo per un breve periodo poi di nuovo fermi. Ci voleva un ripetitore e dopo varie ricerche s’è deciso:Monte Cumieli sopra Ospedaletto.
Abbiamo passato tutto l’inverno 79/80, sabati e domeniche, a scavare a pala e picco per portare la corrente elettrica nello stavolo dove installare il nostro “mezzo kilowatt”. Nel frattempo certi enti si erano interessati a questo nostro giocattolo e avevano donato alcune somme a questo progetto, così la nostra piccola utilitaria, con i dovuti accorgimenti tecnici montati a distanza, era diventata una vera e propria auto da corsa molto competitiva tra le emittenti friulane molto ma molto più ricche di lei. Nel 1980 per fare funzionare questa emittente era stata costituita dai fondatori e alcuni nuovi soci una cooperativa ma l’idea dominante era sempre una sola: “Essere liberi!”. Nella cooperativa operavano diversi collaboratori di diverso “colore politico” siccome ”l’uomo è un animale politico", molti di loro se ne andarono via; l’unione aveva iniziato a incrinarsi, così abbiamo iniziato a capire il prezzo della nostra libertà.
“L’auto da corsa” a causa di fulmini, di guasti ENEL e guasti propri aveva iniziato a perdere posizioni e prestigio, i meccanici non riuscivano a ripararla in tempo, alcuni “piloti” avevano trovato altri interessi e i pochi rimasti riuscivano solo a fare funzionare l’utilitaria un po' potenziata.
Siano benedetti i vecchi registratori a bobina (i Revox,etc) s c o m p a r s i i n questi anni dalla circolazione. In poche parole se la radio (l’auto da corsa ) non correva, gli sponsor non pagavano la benzina (la pubblicità). Così nel 1982 abbiamo deciso di chiudere anche se per quasi due anni ci sono state radio disposte a farci riaprire per poter fare loro da “ponte” ma ormai Radio Alto Friuli era chiusa. Erano cambiate troppe leggi in fatto di radio libere ora l’interesse si era spostato sulle t.v. libere (super sovvenzionate con alle spalle personaggi influenti). La vecchia compagnia dei pionieri di Radio Alto Friuli s’era quasi sciolta, io ho continuato in una piccola radio di Tolmezzo e forse sono stato l’ultimo a lasciare questo hobby ma la “libertà” della R.A.F. mi ha insegnato che con l’entusiasmo si riesce ad arrivare fino ad un certo punto oltre il quale deve intervenire l’organizzazione, il coordinamento del lavoro e specialmente la paga!
Si dice che la libertà non ha prezzo ma si capisce solo dopo il prezzo della libertà.
Questa per me è la storia e la leggenda di una radio nata in un bar o in una baracca negli anni della ricostruzione quando quattro amici hanno detto: “Cosa facciamo nei prossimi giorni? Fondiamo una radio!”. Così anche stavolta è partita la sigla, "
sigla di chiusura, di questo notturno da Radio Alto Friuli, emittente libera che trasmette da Bordano sui 90.700-102 Mhz.
Grazie a voi che avete ascoltato, grazie a voi che avete telefonato e grazie a tutti i collaboratori.
Ciao a tutti da Emi".