"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 5 febbraio 2014

Paradossi friulcarnici. Energia in abbondanza, energia che manca

Riceviamo e pubblichiamo:

Il paradosso: tanta energia, tanti blackout
Che in montagna d’inverno nevichi dovrebbe essere noto a tutti, in particolare a coloro che gestiscono servizi essenziali. Che tali nevicate possano essere anche particolarmente intense e prolungate dovrebbe pure essere noto. Conseguentemente, buon senso richiederebbe che i gestori di tali servizi assumano adeguati provvedimenti durante e dopo le nevicate, ma principalmente provvedimenti di prevenzione.
Quello che è successo nella nostra montagna a seguito delle recenti nevicate con diffuse e protratte interruzioni dell’energia elettrica, dei collegamenti telefonici ed isolamento di abitati è inaccettabile. Pertanto giusta è la rabbia dei cittadini e dei sindaci . Giusta è la promozione di una class-action verso i gestori della rete elettrica. Ma tutto questo non basta, tanto più che così si corre il rischio di non individuare le cause profonde di tali disservizi e le possibilità che si ripetano .
Andiamo al concreto. Con tutto il rispetto per i disagi subiti dagli abitanti di altri territori, concentriamo la nostra attenzione su due realtà: gli abitati della Val Degano e quelli della valle del But, Ravascletto compreso.. Ebbene, nella Valle del But i disagi sono stati minimi, invece sono stati pesanti e protratti nella Val Degano. Poniamoci la domanda: perché?
Nella valle del But l’energia elettrica è fornita dalla Società Elettrica Cooperativa Alto But (Secab), la quale, oltre ad un forte sconto sul prezzo agli utenti, presenta le seguenti caratteristiche: le sue (sei) centrali idroelettriche di produzione stanno su quel terrirorio, le condotte di convogliamento sono, quindi, brevi e, importante, di sua proprietà e non di Terna o dell’Enel, le reti di distribuzione sono pure di sua proprietà, alcune condotte e reti sono interrate, garantisce autonomia energetica alla sua valle, cede energia alla rete nazionale, la sua base societaria è costituita dagli abitanti e dai Comuni locali, i suoi dirigenti e dipendenti sono espressi dallo stesso territorio. E’ l’insieme di questi fattori che hanno fatto sì che i disagi conseguenti alle recenti nevicate siano stati minimi nella Valle del But.
Esaminiamo invece la situazione nella Val Degano, dove i disagi sono stati pesanti e protratti nonostante la presenza delle centrali Avanza1 e Avanza2 (società Monte Cucco), Degano, Fulin e Sostasio (Comunità Montana), Vaglina-Degano (Secab), Luincis (Edipower), Cartiera (Serel-Mera).
Nella Val Degano si assiste al paradosso: tanta prodozione di energia elettrica da un lato, tanti e protratti black out dall’altro lato. La spiegazione sta nel fatto che i produttori consegnano l’energia ad Enel e Terna che la convogliano, su condotte e reti di loro proprietà, dove maggiormente conviene loro, trascurando la Val Degano, che così dà molto mentre riceve nulla.
Occorre quindi andare ben oltre le pur giuste proteste e class-action e porre in essere provvedimenti ed iniziative che incidano sulle cause oggettive oltre che soggettive del disservizio e garantiscano la normalità nei paesi della nostra montagna.
E’ evidente che il “modello Secab” è il più adeguato alla montagna. Quindi va adottato e diffuso. Di questo devono farsi carico i montanari, i Comuni, la Comunità Montana, la Regione, la politica.
I Sindaci devono capire che non fanno l’interesse delle loro comunità dando parere positivo a centrali private per qualche compensazione. La Regione deve capire che deve acquisire le concessioni via via in scadenza e non deve rilasciare concessioni idroelettriche a dritta ed a manca a privati , frequentemente “foresti”, ma prioritariamente ai Comuni aiutandoli finanziariamente a realizzare le centrali con uno speciale fondo di rotazione ad essi destinato a tasso minimo. S’informino gli amministratori regionali di come la Provincia Autonoma di Trento gestisce l’idroelettrico ed imparino.
Decisivo è per la nostra montagna che Comuni, Comunità Montana, Secab, Cosint, produttori idroelettrici privati si riuniscano in un unico polo di produzione e distribuzione di elettricità secondo il modello Secab. Alla Regione il compito di favorire il raggiungimento di tale obiettivo e di liberare la montagna dall’ingombrante presenza dei grandi gruppi energetici (Edipower, Enel, Terna) che sfruttano le nostre acque per portare altrove l’energia ed i profitti, mentre usano le nostre valli per farci transitare i loro mega elettrodotti.
4 febbraio 2014

Franceschino Barazzutti, già presidente del Consorzio BIM Tagliamento    

1 commento:

  1. Caro Barazzutti, fino a quando avremo politici che si candidano solo per la carica e conseguenti prebende e cadreghe, infischiandosene dei problemi reali e quotidiani della gente e della sua terra, sarà sempre così. Al sottoscritto che preferiva occuparsi innanzitutto del quotidiano per poi programmare il futuro, alcuni della mia stessa maggioranza mi accusarono di fare: "La politica della lampadina"! Vale a dire che davo più peso ad una luce stradale spenta che a vendere fumo per guadagnare consensi!. Sarebbe quindi ora che la gente valutasse meglio le sue scelte, al di là dei credo politici spesso sbandierati in modo strumentale, perchè è solo da lì che può partire la vera soluzione! Mandi: Dino RABASSI

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