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sabato 10 marzo 2012

Morto uno dei grifoni di Cornino. Aveva mangiato pallini di piombo

Cornino, Grifone morto per avvelenamento da piombo   versione testuale
Il responsabile della riserva: urgente eliminare questo metallo dalle munizioni da caccia
VENZONE (9 marzo, ore 14.45) - La fauna selvatica è soggetta a un numero crescente di minacce legate alle attività umane. In particolare tra i rischi maggiori assume sempre più importanza la mortalità legata alle intossicazioni da sostanze chimiche immesse direttamente o indirettamente nell’ambiente naturale. Tra queste, hanno un ruolo di primo piano, per l’elevata tossicità, i metalli pesanti ed in particolare il piombo. Tale elemento può essere assunto dall’organismo per inalazione, ingestione o prolungato contatto attraverso la pelle, provocando negli animali interessati – pesci, uccelli e mammiferi, incluso l’uomo – fenomeni di accumulo nel caso delle intossicazioni croniche o alterazioni patologiche a rapida insorgenza nel caso di intossicazioni acute, che in entrambe i casi possono condurre alla morte.
 
È proprio questo ciò che è avvenuto giovedì 9 febbraio a una giovane femmina di grifone osservata nei pressi di Venzone. Il pronto intervento di alcune persone e del direttore della Riserva di caccia Valerio Pituelli, che hanno osservato il comportamento anomalo dell'animale, ha consentito il recupero e la consegna del soggetto ai tecnici della Riserva naturale. Il giorno successivo, preso in cura dal veterinario esperto di fauna selvatica Stefano Pesaro, l’animale ha manifestato chiari segni di una possibile intossicazione e di una probabile epatopatia, entrambe confermate in seguito dagli esami ematologici, ecografici e radiografici. In particolare quest’ultimo ha messo in evidenza la presenza di 6 pallini nello stomaco. Nonostante il tempestivo intervento e le cure mirate il grifone è morto due giorni dopo il suo ritrovamento. La necroscopia ha confermato la diagnosi: il piombo ne ha causato la morte.

Il vicesindaco di Cornino, Enrico Frucco e il responsabile faunista della riserva naturale del Lago di Cornino, Fulvio Genero, lanciano l'allarme: la perdita di questo grifone pone in maniera ancora più urgente un problema su cui si discute molto negli ultimi anni: la necessità di eliminare il piombo dalle munizioni da caccia sia per fucili a canna liscia che rigata sostituendolo con altri metalli. Soluzione del resto tecnicamente fattibile, ma non attuata.
 
Questo tipo di intossicazioni vengono definite “saturnismo” – spiegano Frucco e Genero –. Una delle fonti di maggior importanza per la contaminazione da piombo degli ecosistemi è legata proprio all’attività venatoria: il fenomeno è causato dall’utilizzo della munizione spezzata e di proiettili camiciati, contenenti in entrambi i casi questo metallo pesante, che in tal modo viene diffuso nell’ambiente.
Sino al recente passato, tuttavia, il problema del saturnismo era associato alla caccia nelle zone umide, in quanto si riteneva che solo gli uccelli acquatici potessero assumere i pallini di piombo ingerendoli per errore al posto dei sassolini, gastroliti o grit, necessari a favorire la digestione gastrica. Al riguardo in Italia sono stati presi provvedimenti, tramite un decreto del Ministero dell’ambiente del 17 ottobre 2007, che vieta l’utilizzo di pallini di piombo, purtroppo esclusivamente per l’attività venatoria nelle zone umide designate come “Zone di protezione speciale” (Zps).
Per contro tale problematica assume elevata pericolosità negli uccelli rapaci, ed in particolare in quelli la cui alimentazione si basa in parte o esclusivamente sull’attività necrofaga (avvoltoi, aquile, poiane, ecc.).
I rapaci, infatti, si intossicano ingerendo le carcasse di animali precedentemente feriti e non recuperati, o i resti (visceri) abbandonati di selvaggina abbattuta, contaminati quasi sempre da frammenti di piombo. Sia i pallini di piombo che le munizioni a palla risultano letali per i rapaci. Anche quest’ultime, usate per l’abbattimento degli ungulati, contengono piombo e spesso si frammentano nel corpo dell’animale colpito disperdendosi con schegge di dimensioni variabili.  
Da rilevare che questo pericolo è ancora maggiore per i grandi rapaci e gli avvoltoi in quanto con i loro potenti succhi gastrici sono in grado di sciogliere velocemente le particelle di piombo ed è sufficiente una particella piccolissima (anche meno di 1 mm) per provocarne la morte.

Questo fattore rappresenta una delle maggiori cause di mortalità nei  progetti di conservazione e di reintroduzione dei grandi rapaci come gipeto, grifone e aquila reale.
Negli Stati Uniti – ricordano ancora Frucco e Genero –, per scongiurare l’estinzione del condor della California e di altre specie già da tempo è stato proibito, in alcune aree, l’utilizzo del piombo nelle munizioni.
 
In Friuli-Venezia Giulia, nella Riserva naturale del Lago di Cornino,  da anni è in corso un progetto di reintroduzione del grifone che ha consentito di creare l’unica popolazione nidificante di questa specie sulle Alpi italiane. La Riserva ed il progetto sono gestiti dall’amministrazione comunale di Forgaria del Friuli e coordinati Genero con la collaborazione dei tecnici della riserva Arduino Candolini e Sara Berra.


da: http://www.lavitacattolica.it/arcidiocesi_di_udine___il_portale/archivio_notizie/00006505_Cornino__morto_un_Grifone._Intossicato_da_piombo.html

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