"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 29 novembre 2011

Val del Lago, tra "partecipazione" e "zona grigia"

Il sito Carnia.la pubblica una riflessione di Luca Marin, un carnico che vive in Australia. L'intervento tocca le tematiche della partecipazione, dello "schierarsi" ..... tutti discorsi  ampiamente dibattuti in Val del Lago e che, negli ultimi tempi, assumono forse connotazioni nuove, se non diverse. Cominciamo  dunque col leggere la nota di Luca Marin.

Partirei col termine “zona grigia” coniato per la prima volta da Primo Levi. E’ una fetta importante della nostra società che ha attraversato la nostra storia contemporanea e che perdura, anzi per certi versi si rafforza, nella società odierna. Della “zona grigia” faceva parte tutto quel ceto medio che all’indomani dell’8 settembre non si schierò né dalla parte dei nazifascisti, né dalla parte dei partigiani. Aspettava insomma la conclusione degli eventi con forme si di becero opportunismo ma talvolta anche di buon senso e di mediazione nei terribili anni dell’occupazione tedesca. La storiografia stessa ha ridimensionato in parte la spinta popolare e di massa della Resistenza in Italia (senza ovviamente arrivare alle becere conclusioni di certi noti revisionisti). Zona grigia la possiamo intendere poi tutta quell’area che rimase indifferente alle passioni e alle lotte più o meno giuste degli anni ’60 e ’70. E zona grigia la possiamo identificare, nel caso specifico, in quell'ampio strato della popolazione che alla domanda "che ne pensi della piazza e delle sue modifiche" risponde: mah a mi plui di tànt no mi intarese, baste chi no veti di paiaà di me sachete. Oppure a tutti quelli che prima si stracciano le vesti contro i no degli ambientalisti sulla politica turistica (soprattutto invernale) in regione, poi però quant che si tocin i becins, giustamente ma in forma tardiva criticano i nostri sorestanz. Non spetta a me condannare tali atteggiamenti, non perché ora sia all’estero bensì perché vedo che in tutte le società moderne questo tipo di atteggiamento è presente e diffuso anche in altri contesti ed anch’io ne faccio parte con stili e scelte di vita non sempre coerenti. Ti porto un esempio: Occupy Wall Street, Occupy Melbourne o Occupy Sydney… bé in quest’ultimo caso ho visto con i miei occhi la partecipazione media: 10 giovins e 12 poliziòts! Che dire allora? Si le firme possono essere considerate tantissime ma la proporzione ovviamente rimane impietosa, non tanto e non solo dal punto di vista numerico, ma anche e particolarmente dall’interesse che i cittadini hanno per un bene collettivo. Aggiungi poi che il contesto attuale non aiuta, guarda come si sono “congelati” gli esiti referendari dello scorso giugno. Insomma se non teniamo conto di questo fattore, rischiamo o di negare e avvilire gli sforzi di chi si interessa al bene comune o di arrivare agli attacchi personali, oramai tanto presenti purtroppo anche su carnia.la
(http://carnia.la/2011/11/29/la-zona-grigia-e-la-partecipazione/)
Questa riflessione può aiutare la discussione in atto in Val del Lago? Chissà. La situazione è estremamente complessa, le posizioni diversificate, piuttosto sfumate. Cresce, forse, la dimensione numerica di una "zona grigia" in un calderone che accoglie e raccoglie gli indifferenti ed i delusi, gli smonati e gli scazzati. Sono quelli che rispolverano lo slogan "Ridateci il nemico" poiché non riescono ad identificarsi (nè ad emozionarsi) con nessuna delle "parti in causa".... 
Sarebbe interessante confrontarsi anche su questo, cun creance (anche se, onestamente, il livello di alcuni degli ultimi interventi - nonostante gli inviti alla moderazione - non lo lascia presagire).
Comunque ... lo spazio è aperto.

2 commenti:

  1. Il fagiano selvatico a differenza di quello d'allevamento non è scemo. Non esce allo scoperto per venir impallinato.
    Il blog A&D non è Carnia.la

    Meni

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  2. Cjârs amîs e letôrs dal Blog. A mi è plasûde la sensibilitât dai curadôrs di chest blog che si son inecuarts dal scrit di Luca Marin publicât su Carnia.la e che al veve indiment la zone grise, ven a stai il compuartament di une part da societât, che par pôre o par convenience no si impace des cuestions publichis. Jo ‘o ai studiât adilunc chest compuartament. A cjase ai une cartele plene di articui di gjornâi, rivistis e saçs su chest cont. Par chest, in dute sigurece ‘o pos dî che la zone grise si le a dome dulà che a son aministrazions o regims autoritaris o mafiôs, là che lis personis no son garantidis tai lôr dirits e tes lôr dibisugnis. Difat in tes democraziis sanis dulà che il podei al è intindût tanche un servizi ai citadins, la zone grise no esist parcè che ognidun al pos esprimi liberamenti e cence pôre il so pinsîr.
    Remo Brunetti

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