"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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venerdì 23 ottobre 2015

Un appello per la strada da Pusea a Cjavaç

L'ultimo numero della "Vita Cattolica" dedica un ampio servizio al problema della strada da Pusea a Cjavaç, un tracciato antico, inserito anche nel "Cammino delle Pievi", che non versa in buone condizioni. Il Blog si è occupato più volte dell'argomento; ora il qualificato intervento sulla stampa, che ha riflessi su scala regionale potrebbe forse "smuovere" qualche importante pedina.
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Appello per la Pusea-Verzegnis

UNA STRADA STERRATA riscoperta grazie al «Cammino delle pievi». Forse il suo tratto meno agevole, ma non per questo meno frequentato. La strada in questione è quella che collega Pusea a Verzegnis, divenuta parte integrante della quarta tappa (in tutto sono 20) proposta dal percorso santo – progetto ideato 5 anni fa dall’Arciconfraternita Pieres Vives di San Pietro in Carnia, con il pieno appoggio dell’Arcidiocesi di Udine –, che collega Cesclàns alla Pieve di San Martino di Villa di Verzegnis. «Si tratta di una vecchia via, costruita per impiegare gli emigranti che, nel 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, erano rientrati in paese – spiega Remo Brunetti, di Cavazzo Carnico che da tempo si batte per il ripristino della strada –; è stata poi completata dal Regio Esercito e per anni è stata la via di collegamento più breve tra Cavazzo e Verzegnis».
Ora la vecchia via – in particolare il segmento che da Val di Cavazzo porta a Pusea di Verzegnis –, nonostante un’opera di ripristino effettuata dalla Comunità montana della Carnia nel 2004 (in collaborazione con le due Amministrazioni comunali), è in pessimo stato – a causa delle intemperie e della scarsa  manutenzione – e il ponte di legno crollato che, stando al progetto, avrebbe dovuto essere rifatto in ferro, ancora non è stato ricostruito.
Risultato: «Chi la percorre – compresi i pellegrini del “Cammino delle pievi” –, una volta giunto al
punto dell’interruzione, è costretto a scendere e risalire per un sentiero piuttosto scosceso, franoso e insicuro, per poi raggiungere di nuovo la strada», illustra Brunetti. Insomma, per un tratto si deve attraversare il greto del rio Faéit, per fortuna quasi sempre in secca.
Da qui, dunque, l’appello di Brunetti alla Comunità Montana della Carnia oltre che alle due Amministrazioni comunali sul cui territorio si dirama la strada. «A breve – afferma – saranno riaperti i bandi europei per la richiesta di finanziamenti. Mi auguro che i due Comuni, insieme all’ente montano, mettano nelle loro rispettive agende anche la sistemazione di questo percorso, così importante non solo per chi abita in queste zone, ma anche per i pellegrini e i turisti che decidono di percorrere la quarta tappa del “Cammino delle pievi”».
E aggiunge: «È stata per anni la via più breve tra Verzegnis e Cavazzo, molto frequentata da chi andava a lavorare nei boschi o anche solo per delle magnifiche passeggiate. Peccato non poterla utilizzare!».
MONIKA PASCOLO

(La Vita Cattolica, 22 ottobre 2015)


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